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Verrà un giorno in cui la storia dell'Olocausto sarà semi incomprensibile per l'uomo: fra cento anni, o forse più, quando nessuno di noi camminerà su questo verde mondo, i figli dei nostri figli, osservando i documentari, i muri pieni di nomi dei musei della Shoah e i desolati capannoni di Treblinka e Mauthausen si domanderanno: "Come è stato possibile?"
Liliana Segre, Arianna Szörényi, Helga Weiss e tutti gli altri sopravvissuti al più grande eccidio della Storia dell'uomo saranno scomparsi, e con loro se ne andranno anche le testimonianze oculari di chi sfuggì all'insensata mattanza perpetrata da quella che Francesco Guccini definì "La belva umana".
Ma quel giorno, per fortuna, è ancora lontano.
[Una fossa comune fotografata dagli Alleati alla liberazione del campo di sterminio di Bergen-Belsen]
#AnneFrank. Vite parallele è l'ennesima operazione che si muove preventivamente per ritardare il momento dell'oblio, raccontando quanto sia ancora attuale e impellente la necessità di ricordare.
Alla soglia del 2020, negazionismo, razzismo, movimenti neonazisti e neofascisti sono ancora con noi.
E vanno combattuti. Sradicati.
Cancellati.
[Il trailer di #AnneFrank. Vite parallele]
Helen Mirren è la narratrice del documentario #AnneFrank. Vite parallele, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital con la partecipazione di Rai Cinema; l'attrice americana vincitrice del Premio Oscar si muove all'interno della camera/rifugio segreto di Anna Frank - ricostruita con cura certosina all'interno del Piccolo Teatro di Milano - accompagnando lo spettatore nel suo viaggio attraverso le parole del diario della piccola Frank.
In parallelo, lo spettatore ascolta le storie di cinque "vite parallele" a quella della giovane olandese uccisa nel campo di Bergen-Belsen: Arianna, Sarah, Helga, Andra e Tatiana sono sopravvissute dei lager nazisti che, per l'ennesima volta, si alzano in piedi a testimoniare gli orrori dell'Olocausto.
Alcune di loro hanno persino incrociato il percorso di Anna, trasformando delle parallele in linee secanti.
[Arianna Szörényi è una delle testimoni dell'Olocausto presenti in #AnneFrank. Vite parallele]
Il terzo percorso narrativo di #AnneFrank. Vite parallele è affidato a una giovane (Martina Gatti) che visita i luoghi topici della vita di Anna Frank, attualizzandone la descrizione e il confronto con essi attraverso l'utilizzo dello smartphone e dei social media.
I post su Instagram diventano per la ragazza una sorta di nuovo "diario contemporaneo" utile per dialogare non più con Kitty, l'amica immaginaria del libro/testimonianza pubblicato nel 1947, ma con la stessa Anna.
Attraverso le proprie esternazioni, le domande e gli hashtag, l'adolescente racconta ciò vede e scopre nel campo di Bergen Belsen, al Memoriale della Shoah di Parigi, fino al rifugio segreto di Amsterdam.
[Martina Gatti dialoga attraverso i social con Anna in #AnneFrank. Vite Parallele]
#AnneFrank. Vite parallele - nelle sale italiane dall'11 al 13 novembre - è stato presentato il 7 novembre a Milano da Gad Lerner, accompagnato dalla produzione al gran completo, lo scenografo del Piccolo Teatro di Milano, il giornalista e membro dell'Anne Frank Fonds di Basilea Yves Kugelmann, il Vice Presidente Unione delle Comunità ebraiche Italiane Giorgio Mortara, le due registe Sabina Fedeli e Anna Migotto e, più importante di tutti, da Arianna Szörényi, una delle cinque "protagoniste parallele" del documentario.
Quelle condivise dalla Szörényi - prima e durante la proiezione - sono memorie dolorose e assurde, allucinanti e prepotenti: come tutti i ricordi dei sopravvissuti, si incastrano nel nostro cervello, sgomitando, lacerando e lasciandoci solo la voglia di fuggire lontano da esse.
Eppure bisogna resistere alla tentazione di fuga e conservarle, custodirle gelosamente, perché anche noi siamo testimoni della Storia.
Non solo il 27 gennaio, ma ogni giorno della nostra esistenza.
E finché non diverremo polvere inanimata dobbiamo sforzarci di tramandarle come possiamo.... con un documentario, un articolo, una chiacchierata con un fratello o una sorella più piccola.
Ogni media o sistema di trasmissione può essere funzionale al ricordo, alla testimonianza, affinché il giorno in cui l'Olocausto diventerà un oggetto oscuro - semi incomprensibile per i figli del domani - arrivi il più tardi possibile.
Il progetto formativo di #AnneFrank. Vite parallele prevede la programmazione speciali di matinée al cinema dedicate alle scuole.
Per prenotazioni vi preghiamo di rivolgervi a Maria Chiara Buongiorno a progetto.scuole@nexodigital.it
Anche se probabilmente non leggerà mai queste parole, ci tengo a ringraziare Arianna Szörényi per la carezza regalata a un ragazzone con gli occhi gonfi al termine della proiezione del film.