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Demolition Man - Oltre le tre conchigliette c'è di più

Un cult anni '90 che ha indovinato molti aspetti della società contemporanea 

Nell'indifferenza generale nel 2023 Demolition Man ha compiuto 30 anni. 

 

Film d'azione fantascientifica diretto da Marco Brambilla con Sylvester Stallone, Wesley Snipes e Sandra Bullock i cui incassi in patria riuscirono a malapena a coprire il budget di produzione, probabilmente perché è un action figlio degli stilemi anni '80 e che forse all'epoca fu recepito come fuori tempo massimo.

 

Nel corso degli anni però, come spesso accade per i film originali, divertenti e girati con un solido mestiere, è diventato un cult per gli appassionati del genere.

 

[Il trailer di Demolition Man]

 

 

Rivedendo oggi Demolition Man sembra invecchiato come il vino, non solo perché paragonato ai film d'azione contemporanei sembra girato da John Woo, ma perché all'interno del filone fantascientifico degli anni '90 che provava a immaginare una società futuristica è quello che è andato più vicino a ciò che effettivamente si è realizzato dal punto di vista politico.

 

Generalmente i film distopici degli anni '90 prendevano ispirazione da George Orwell o dalla teoria della biopolitica di Michel Foucault: in entrambi i casi la manipolazione e la repressione del dissenso, così come l'ingegnerizzazione della società, sono esposti alla luce del sole e il potere è percepito concretamente come ostile, quindi lo stivale dell'oppressore è visibile.

Demolition Man, invece, attinge a piene mani da un libro la cui visione distopica si è rivelata la più intelligente e la più compiuta: Il mondo nuovo di Aldous Huxley.

Nel romanzo la distopia viene presentata come un'utopia: un totalitarismo tecnocratico in cui le persone vengono manipolate, biologicamente e psicologicamente, per essere felici nella realtà in cui si trovano, facendole percepire libere.

 

Conformità culturale, condizionamento sociale ed eliminazione del conflitto sono il prezzo che i cittadini pagano per la stabilità e la sicurezza della propria vita e lo fanno in modo apparentemente volontario e consapevole, con il pugno dell'oppressore, di fatto, invisibile.

Seppure la critica di Huxley sia stata scritta in chiave anti-sovietica, da circa quarant'anni in Occidente si è assistito a un lento e progressivo addormentamento delle coscienze, alla soppressione del conflitto dal basso verso l'alto - mentre quello inverso è rimasto vivo e vegeto - e a un appiattimento culturale costante, mentre al contempo le maglie del controllo sociale si sono strette sempre di più man mano che le tecnologie digitali progredivano. 

 

Nel mondo di Demolition Man tutti sono contenti di viverci e le persone non riescono neanche a immaginare una società alternativa: quando però evade da una prigione criogenica Simon Phoenix (Wesley Snipes) e inizia a seminare il caos nella città di San Angeles le cose cambiano.

 

 

[Wesley Snipes in Demolition Man]

 

 

Nel 2032 del film la polizia non è più abituata all'imprevisto e a un livello di violenza così feroce, quindi decide di scongelare dal criopenitenziario il poliziotto John Spartan (Sylvester Stallone), finito "al fresco" quasi quarant'anni prima proprio a causa di Phoenix, con il quale ha dunque un conto in sospeso.

 

Lo spettatore si immedesima nel poliziotto non solo perché è il protagonista, ma anche perché scopre insieme a lui questo "mondo nuovo" che vede nel ruolo di Cicerone la poliziotta Lenina Huxley - nome scelto per essere sicuri che il riferimento letterario venisse colto, probabilmente - e interpretata da Sandra Bullock. La società del futuro in cui si ritrova suo malgrado Spartan è una tecnocrazia fascistica ammantata di wokeness e governata da un guru proprietario di una multinazionale tecnologica.

In pratica il sogno di un qualsiasi membro del Partito Democratico statunitense degli ultimi 35 anni. 

 

Tutto ciò che non è salutare è vietato, il turpiloquio è sanzionato e il sesso si consuma senza il contatto fisico; al di là di queste iperboli, che servono anche come espediente narrativo per far funzioare alcune gag molto divertenti, un tema che rimane più in secondo piano ma che nel 1993 era difficile individuare come persistente in una società del futuro, è la nostalgia.

 

Lenina è infatti una nostalgica del XX secolo, che sa quasi tutto della cultura pop di quegli anni.

 

 

[Il turpiloquio viene multato in Demolition Man]

 

 

Ciò che più colpisce è che nel mondo nuovo di Demolition Man l'unica forma d'arte rimasta è la pubblicità.

 

Le uniche canzoni che si possono ascoltare alla radio sono vecchi jingle pubblicitari che le persone canticchiano allegramente, perché la pubblicità per sua natura non può dare adito a conflitti e addormenta le coscienze. 

Motivo per cui da noi, nel 2024, continuiamo ad assistere al moltiplicarsi di film-brand, in cui si celebrano marchi famosi o i loro inventori e dove ogni aspetto dell'arte contemporanea, musica, Cinema, letteratura, è pervaso da contenuti pubblicitari più o meno espliciti, sorvolando sul fatto che il mainstream non produce più nulla di originale, ma solo remake o al massimo cose nuove ma che sono comunque derivative.

 

Presto però si scoprirà che l'arrivo di Simon Phoenix non è stato casuale, ma ordito proprio dal capo di questa società utopica per eliminare l'unica cosa che può minacciare la sua completa realizzazione: i poveri.

Circa a metà del secondo atto John Spartan e gli spettatori vengono a conoscenza di una popolazione di reietti che vivono nei tunnel e nelle fogne di San Angeles e che per sfamarsi sono costretti a compiere delle razzie nel mondo di sopra: posta così la questione, con un'élite tecnocratica che comanda in superficie e dei proletari che sopravvivono nelle fogne, sembrerebbe che Demolition Man sia un film rivoluzionario.

 

Tuttavia il capopopolo di questi reietti dice espressamente che loro hanno scelto di fare quella vita semplicemente perché non vogliono restrizioni alle libertà individuali, come mangiare schifezze, sgasare con le moto e fare graffiti, trovandoci quindi di fronte a un populismo libertario anarcoide che però avalla il mantra neoliberale della povertà come scelta/colpa e che mette al centro l'individuo invece della collettività.

In Demolition Man dunque la dimensione della lotta di classe viene totalmente eliminata per fare spazio a una guerra culturale: da una parte l'élite tecnocratica colta e politicamente corretta, dall'altra la massa di poveracci senza coscienza di classe che vogliono solo mangiare hamburger e sproloquiare; il conflitto in questa società è quindi puramente cosmetico, perché non vengono affrontate le vere cause delle diseguaglianze sociali e non vengono minimamente menzionati i rapporti di forza tra classe dominante e classe subalterna. 

 

Questa dinamica è esattamente la stessa che è avvenuta nella politica occidentale dopo il crollo del Muro di Berlino.

 

 

[Benjamin Bratt, Sandra Bullock e Sylvester Stallone in Demolition Man]

 

 

Eliminata l'alternativa alla società capitalistica, i vecchi schieramenti di destra e sinistra si sono omologati agli interessi della classe dominante, spartendosi l'elettorato su questioni puramente estetiche: wokeness e predominio dei diritti civili su quelli sociali, il totale abbandono del conflitto capitale-lavoro e la cancellazione dallo spettro politico del lavoratore come entità avente degli interessi. 

 

Demolition Man è stato anticipatore in quel senso: ha intravisto (consapevolmente?) su che piano si sarebbe svolto il conflitto politico all'inizio del nuovo secolo e ha messo in scena due idee di società che rappresentano l'ideale dei rispettivi schieramenti politici statunitensi, progressista e conservatore. Entrambi questi modelli sono però due facce della stessa medaglia: nel finale del film John Spartan si fa paciere dei due schieramenti, invitandoli a integrarsi trovando una via di mezzo tra i loro stili di vita.

 

Come sappiamo però questa soluzione è fallimentare, perché i conflitti veri rimangono sotto il tappeto e, ben presto, quando non sarà più possibile tenerli nascosti, quello che era un fascismo tecnocratico dal volto umano si trasformerà in un fascismo classico.

L'ascesa dell'estrema destra in tutti i paesi occidentali negli ultimi anni ne è la prova lampante, tant'è che in un fantomatico sequel del film sarebbe naturale aspettarsi l'ascesa di un autocrate di estrema destra minacciare la società di San Angeles.

 

Demolition Man, pur nella sua ingenuità, ha indovinato diversi aspetti della nostra società contemporanea: questo e una messa in scena molto solida e divertente hanno permesso al film di reggere il peso del tempo, rendendolo a mio dire degno di recupero o di una seconda chance.

 

E poi c'è ancora da capire come si usano quelle maledette tre conchigliette. 

___

 

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