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In viaggio con mio figlio è il nuovo di Tony Goldwin con un grande cast formato da Robert De Niro, Bobby Cannavale, Rose Byrne, Vera Farmiga, Whoopi Goldberg, Rainn Wilson e il giovane William A. Fitzgerald, distribuito in Italia da BiM Distribuzione.
Dimentichiamo i racconti strappalacrime secondo cui autismo significa condanna e vergogna: Tony Goldwyn confeziona una storia scanzonata e comica che ci avvicina ai drammi della genitorialità senza paternalismi.
Con Ezra e la sua famiglia potremo parlare di autismo con libertà e accuratezza, potremo ridere di noi stessi e tirare qualche colpo basso ai nostri tabù.
[Il trailer di In viaggio con mio figlio]
Altro che sogno americano: la famiglia Bernal di In viaggio con mio figlio è disastrata e disfunzionale fino al midollo.
Papà Max Bernal (Bobby Cannavale) è un comico alla ricerca di un successo che fatica ad arrivare; mamma Jenna (Rose Byrne) è un fascio di nervi alle prese con i sogni infantili dell'ex marito Max, con il rigore del compagno Bruce (lo stesso Tony Goldwyn, che si diverte tantissimo a interpretare il rivale odioso di Max) e con lo scorbutico ex suocero Stan, un Robert De Niro sempreverde e irresistibile.
Croce e delizia del marasma familiare è il figlioletto Ezra, affetto da autismo e interpretato dall'attore autistico William A. Fitzgerald, bravissimo e verace in questo commovente debutto.
"Devi renderlo divertente", dice Max durante uno dei suoi spettacoli.
Parla di sé, del suo machismo fragile e delle sue insicurezze di papà cool e confuso, strafottente e sensibile.; divertente come la proiezione a tema Il grande Lebowski a cui porta il figlio: Ezra è adorabile vestito da Drugo, Max se la spassa nei panni di Jesus Quintana.
Divertente come il super nonno Robert De Niro che ha demolito la sua carriera di chef stellato con il suo brutto carattere e le battute caustiche che non risparmia a nessuno.
Tutto ereditato da Max.
Divertente senza dubbio, ma dopo gli spettacoli Max piange, rimugina e si rifugia sulle ginocchia della sua agente Jayne (Whoopi Goldberg).
Più bambino di suo figlio, Max pensa bene di sottrarlo nottetempo alla madre e lo porta con sé a Los Angeles, dove lo aspetta un'importante esibizione.
Comincia così il road trip scellerato di In viaggio con mio figlio, il cammino di un padre e un figlio alla scoperta del loro rapporto dove il terzo passeggero è l'autismo di Ezra, co-protagonista rumoroso che chiede comprensione.
[Una scena di In viaggio con mio figlio]
Max non apprezza il linguaggio criptico con cui la gente parla di autismo: ecco dunque che In viaggio con mio figlio ci regala un linguaggio leggero, un trattamento divertente della spinosa tematica.
Ci fa ridere il maschio disfunzionale incarnato da Max e dal padre Stan, ci dilettano i loro conti in sospeso perché sono anche i nostri; la famiglia Bernal è consapevole della propria disfunzionalità, non la nasconde e la affronta a viso aperto ispirata dalla schiettezza di Ezra.
Il grande Lebowski non è solo un tributo, ma il manifesto di questi uomini interrotti, contraltari di donne più risolte e mature.
In viaggio con mio figlio mostra Ezra e la sua maturazione che non si prende sul serio e, forse, funziona proprio per questo. Il bambino contagia così anche il papà e il nonno, che imparano a chiedersi scusa e a riconoscere i propri errori.
O almeno qualcuno.
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