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25 anni senza Stanley Kubrick: che Cinema farebbe oggi?

Un omaggio semiserio al genio della Settima Arte, i cui 13 film sono opere intramontabili e imprescindibili per qualsiasi amante del Cinema: a 25 anni dalla morte di Stanley Kubrick lo ricordiamo per la sua maestria, immaginando come avrebbe potuto farci sognare oggi, avvolti dal buio della sala e con gli occhi incollati allo schermo come Alex DeLarge

Il 7 marzo 2024 è il giorno del 25º anniversario della scomparsa di Stanley Kubrick, uno dei registi più influenti, celebrati e tra i più importanti della Storia del Cinema.

 

Stanley Kubrick è passato alla storia per la sua incredibile maestria tecnica, per una visione unica sul fare Cinema e per il suo stile distintivo, segnato da una ricerca a dir poco maniacale della perfezione, inquadratura dopo inquadratura.

Ma cosa sarebbe stato Stanley Kubrick nel Cinema contemporaneo, dal 2000 in poi? 

 

Come si sarebbe avvalso della CGI, dopo le fatiche di aver ricostruito la campagna vietnamita e le strade di New York negli studi di Londra per Full Metal Jacket e Eyes Wide Shut

 

[Paura e desiderio: il primo lungometraggio di Stanley Kubrick]

 

 

Stanley Kubrick nel Cinema: perché è ritenuto un cineasta rivoluzionario?  

 

La morte di Stanley Kubrick nel 1999 è stata una grande perdita per l'industria e per l'arte cinematografica.

 

Non ci sono dubbi sul fatto che il suo lavoro abbia lasciato un'impronta indelebile sul Cinema moderno e che ancora oggi la sua influenza riecheggi nelle opere di molti registi contemporanei - come sottolinea questo interessante e provocatorio questo interessante e provocatorio articolo di Alessandro Dioguardi - e anche nella Moda come abbiamo imparato grazie a Nadia Baiardi

 

Nonostante la sua assenza fisica, però, l'eredità di Stanley Kubrick vive attraverso le sue opere, film che continuano a ispirare e affascinare le nuove generazioni di spettatori e cineasti, contribuendo a diffondere quell’amore così puro e incondizionato che è quello di un cinefilo per il grande Cinema.   

 

Dopo la cariera da fotografo e dopo aver diretto alcuni cortometraggi e documentari indipendenti, Kubrick debuttò con i primi riconoscimenti con il lungometraggio Paura e desiderio nel 1953. 

Di Stanley Kubrick ci restano oggi 13 film, con la peculiarità della diversità di genere - potremmo dire che Stanley sia stato, in senso lato, un regista decisamente inclusivo - che hanno esplorato quasi tutti i generi letterari e cinematografici, film indimenticabili sicuramente noti a tutti.

Devo davvero citarli uno a uno? 

 

Per quello c’è Wikipedia e se invece volete curiosare sulla sezione dedicata al regista su CineFacts.it trovate qui davvero tanto materiale.

 

[2001: Odissea nello spazio, "il motivo per cui è nato il Cinema"]

 

 

Perché ricordiamo con così tanto affetto e lodi Stanley Kubrick, al punto da definirlo “il genio” della Settima Arte?

 

Sin da piccolo Stanley Kubrick ha avuto modo di approcciarsi all'arte tramite la fotografia, ma di lui ai posteri è stata tramandata, attraverso le sue pellicole, la sua attenzione ossessiva per i dettagli, la sua capacità di creare atmosfere “vive” e la sua riflessione su tematiche complesse e sui macrotemi dell'esistenza umana, che hanno reso i suoi personaggi e le sue opere dei veri capolavori. 

 

Ciò che però in primo luogo ha consacrato Kubrick nell’Olimpo è la sua maestria tecnica: ogni suo film è un'opera d'arte visiva ed è contraddistinto da una composizione impeccabile, una fotografia sorprendente e un uso innovativo della cinepresa.

La sua abilità nel dirigere gli attori era altrettanto impressionante, tanto che lavorando con alcuni dei migliori talenti di Hollywood ha saputo estrarre da loro performance che sono passate alla Storia - tra queste, la sofferta interpretazione di Jack Nicholson in Shining.

 

La direzione di Stanley Kubrick nell’intero processo di produzione era una rotta sempre precisa, trainata dalla volontà di fare infiniti ciak per ottenere il risultato desiderato - una reputazione da perfezionista ben meritata! - con un risultato, sullo schermo, che parla da sé.   

Tra le innovazioni tecniche di Stanley Kubrick, uno dei contributi più significativi è stato l'uso pionieristico della Steadicam, il sistema di stabilizzazione per la cinepresa inventato da Garret Brown che consentiva di ottenere riprese fluide e prive di vibrazioni, che divenne vera e propria grammatica di regia con Shining. 

 

Stanley Kubrick ha anche sperimentato con effetti speciali alquanto avanzati per l'epoca, come nel caso di 2001: Odissea nello spazio (1968), in cui ha utilizzato modelli e proiezioni per creare ambienti spaziali il più possibile realistici, oltre all'effetto slit-scan perfezionato con Douglas Trumbull per la famosa sequenza dello Stargate.

 

Quando dirigeva Stanley Kubrick l’occhio della cinepresa diventava il più umano possibile, con una spiazzante ricercatezza nella scelta del punto macchina e l’utilizzo dell’amato primissimo piano con l'interprete che guarda dritto sfondando la quarta parete, inquadratura prescelta dal cineasta e divenuta nota come Kubrick Stare.

La prospettiva a un punto e la geometria sono parole chiave imprescindibili dell’arte di Stanley Kubrick.  

Oltre alla simmetria Kubrick è sicuramente noto per la fotografia delle sue opere - vogliamo parlare di Barry Lyndon?  

 

Stanley Kubrick collaborò con dei Maestri della fotografia cinematografica quali John Alcott, Geoffrey Unsworth e Larry Smith, con i quali sperimentò sul campo tecniche innovative attraverso l'utilizzo di lenti speciali, filtri e altre tecniche di illuminazione per creare effetti visivi distintivi che oggi ne sono firma e cifra stilistica. 

 

[Eyes Wide Shut: l'ultimo lungometraggio di Stanley Kubrick]

 

 

Matrix Re-invented: recensione immaginaria di Matrix diretto da Stanley Kubrick nel 2024  

 

Per l’omaggio al grande Stanley Kubrick a 25 anni dalla sua scomparsa ho voluto lanciare un sondaggio tra Gli Amici di CineFacts.it, per dare un vero e proprio taglio “What if?” a questo articolo che si è già troppo dilungato nel tessere gli elogi di un autore che non ha più bisogno di presentazioni.  

 

Passiamo quindi alla parte divertente: ecco Matrix Re-invented, un film diretto da Stanley Kubrick nel 2024. 

Il film si apre con un'inquadratura suggestiva e immersiva in cui l'occhio di un personaggio si riflette in uno specchio, simbolizzando la dualità tra la percezione e verità.

La scena è resa fotograficamente con lo stile chiaroscuro distintivo di Kubrick, in un gioco di luci e ombre che sottolineano la natura ambigua dell’universo Matrix.  

 

Per il reboot del film del 1999, Stanley Kubrick ha scelto un cast di grandi stelle: il protagonista Neo è interpretato da un carismatico e illuminato Leonardo DiCaprio, che si muove sullo schermo con intensità e profondità emotiva, mettendo in scena una performance che cattura perfettamente la lotta interiore tra la scoperta della verità e la sua dura accettazione - prossima candidatura a Migliore Attore Protagonista per il camaleontico Leo?

 

Morpheus, interpretato da un magnetico Anthony Hopkins, incarna l'enigmatico mentore che guida Neo attraverso il labirinto della realtà simulata: la sua presenza carismatica e la sua saggezza sono evidenti in ogni dialogo.  

La lotta contro gli agenti di Matrix, guidata dall'implacabile Trinity interpretata da una Cate Blanchett in stato di grazia, è coreografata in modo spettacolare, con sequenze d'azione particolarmente intense ma sempre fluide e movimenti coreografici precisi che creano un senso di tensione e di perfezione estetica.

Stanley Kubrick utilizza inquadrature simmetriche e fa uso e abuso, volutamente, di piani sequenza complessi per amplificare l'effetto visivo delle stesse scene d'azione.

 

La CGI non manca - non gliene voglia Christopher Nolan! - anzi, dà risalto al "morphing quantico" dei personaggi (bellissima la scena in cui gli agenti mutano forma con lo spazio che si distorce attorno a loro) ed è stata impiegata al massimo del suo potenziale sia per le diverse scene d'azione, sia soprattutto per gli elementi di deformazione spazio-temporale.

La colonna sonora del film curata da Hans Zimmer - e chi altri? - ben sottolinea l'atmosfera onirica e surreale con musiche che si fondono in un blend perfetto con le immagini, creando un'atmosfera di mistero e suspense costanti.   

La combinazione di una regia particolarmente ispirata, senza freni inibitori, di interpretazioni magistrali e di una colonna sonora da Oscar rendono Matrix Re-invented un prisma perfetto, che trasporta gli spettatori in una realtà distorta comprensibile solo a suon di pensiero filosofico.

 

Un film di cui sentiremo sicuramente parlare ancora per molto.  

 

 

[Un incredibile frame di Matrix Re-invented, di Stanley Kubrick... no, dai: non è vero]

 

 

Matrix Re-invented: ecco la scena che ho amato di più

  

Dalle dichiarazioni di troupe e cast ai mass media, l'atmosfera sul set dell'ultima fatica del cineasta britannico era rilassata e ben lontana dai toni tesi di produzioni passate. 

 

Leonardo DiCaprio ha detto: "Lavorare con Stanley Kubrick è stata un'esperienza straordinaria.

È un regista che mira alla perfezione, ma allo stesso tempo ha dimostrato di sapere affrontare le sfide di questo set con un grande senso dell'umorismo. Mi ricordo che durante le riprese c'erano momenti in cui ci ritrovavamo a ridere come matti, anche se stavamo affrontando tematiche complesse. 

 

È stato un onore condividere il set con un cast così talentuoso e penso che il nostro lavoro collettivo abbia dato vita a qualcosa di veramente unico.

Spero che il pubblico apprezzi l'impegno e la passione che abbiamo messo in questo film, e che si diverta a immergersi nel mondo di Matrix ancora una volta."

 

A proposito di DiCaprio, avremmo mai potuto credere che Stanley Kubrick non avrebbe dato una spolverata al personaggio sfruttando l'opportunità di avere in prima linea un attore dal talento così versatile che spesso dà il meglio di sé quando deve utilizzare quel dark humor che tanto lo ha caratterizzato in una lunga serie di ruoli? 

 

Tra le scene più esilaranti, infatti, non posso esimermi dal citare quella in cui durante una delle scene d'azione più spettacolari Neo si trova faccia a faccia con un agente di Matrix e proprio mentre si prepara per uno scontro epico, Neo si ferma un attimo, si guarda intorno e dice: "Sai, mi sembra che tutti questi agenti di Matrix abbiano bisogno di una buona sessione di terapia.

Forse potremmo risolvere tutto con una bella chiacchierata."

 

Lo scontro si trasforma quindi in una discussione intensa su temi filosofici, lasciando l'agente confuso e incapace di rispondere alle argomentazioni di Neo.

 

Le atmosfere di 2001: Odissea nello spazio e lo charme di Peter Sellers ne Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba.

Questo film, cari lettori, è il film dell'anno.

 

Grazie Stanley. 

E scusaci, ma ci manchi tantissimo. 

 

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