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Dreams, presentato in concorso alla 75ª edizione della Berlinale, vede il regista messicano Michel Franco approdare al primo grande festival europeo dell'anno, dopo essere stato tra i grandi protagonisti delle ultime edizioni della Mostra del Cinema di Venezia.
Franco continua in Dreams la propria ricerca legata al desiderio e alla possibilità di trovarsi davanti a qualcosa di fragile, precario e pronto a svanire, trovando nuovamente in Jessica Chastain un'interprete azzeccata.
[Il red carpet di Dreams, ultimo film di Michel Franco con Jessica Chastain e Isaac Hernández]
L'incipit di Dreams è di grande impatto: una grande scritta blu campeggia al centro dello schermo e si muove verso lo spettatore, svanendo progressivamente e lasciandoci a osservare fermi e impassibili un tir fermo sul bordo della strada.
Non vediamo nulla, ma passano alcune ore e sentiamo urla disperate e richieste d'aiuto in lingua spagnola provenire dall'interno.
È qui che inizia l'avventura di Fernando (Isaac Hernández), giovane e talentuosissimo ballerino messicano che, uscito da quella gabbia d'acciaio, sogna di trovare il successo negli Stati Uniti.
Con mezzi di fortuna arriva a San Francisco e riesce a fare irruzione in una casa lussuosa, vuota, algida. Nudo nel letto, viene raggiunto da Jennifer (Jessica Chastain) con la quale consuma un rapporto sessuale vigoroso e appassionato.
Jennifer è figlia di uno degli uomini più ricchi e potenti della città e si occupa con il fratello di portare avanti i progetti della fondazione benefica di famiglia; la relazione con Fernando inizia a Città del Messico dove lui si fa subito notare tra i ballerini della scuola sovvenzionata dalla fondazione.
Lei è più anziana di lui e la loro relazione è innanzitutto fisica, basata su un gioco di ruoli di potere (economici, legislativi e anche fisici) continuamente sbilanciati.
Fernando arriva negli Stati Uniti con la speranza e la convinzione di potercela fare e la reticenza di Jennifer nel portare alla luce del sole il loro rapporto lo porta a cercar fortuna autonomamente.
Passa da un lavoretto all'altro e continua a coltivare il suo sogno, sfuggendo con fortune alterne al tentativo di Jessica di rintracciarlo e di prendersi cura di lui.
[Isaac Hernández in una scena di Dreams]
Dreams unisce il racconto convinto della necessità di ribellione da parte degli oppressi oltre certi limiti (come già era stata tratteggiata nel distopico Nuevo orden) al tentativo disperato di vitalità della ricca e annoiata alta società statunitense (la stessa di Sundown), tratteggiando le traiettorie di sogni - dreams, appunto - contrapposti alla durezza e all'onestà narrativa e visiva che il regista già aveva dimostrato di possedere nelle opere precedenti.
Per Dreams Michel Franco sceglie una regia per gran parte statica, geometrica e glaciale, in contrapposizione per larga parte del film ai turbamenti emotivi dei suoi protagonisti.
Messico e Stati Uniti, passione e denaro, talento e meritocrazia, ascesa sociale e mantenimento dello status quo: Dreams è il racconto di un continuo attrarsi e (quasi) scontrarsi degli opposti.
L'interpretazione della "musa" Jessica Chastain mi ha convinto curiosamente meno di quella dell'esordiente Isaac Hernández: il giovane talento messicano ruba la scena nelle sequenze di ballo e conquista l'occhio dello spettatore su molteplici livelli.
Per parlare di Dreams ho scelto nel titolo la traduzione italiana del nome attribuito a un noto quadro di Edvard Munch perché, come in quell'opera ispirata da un amore di gioventù, la sensazione è che la vita rappresenti, più che un altalenante equilibrio, una costante instabilità.
[articolo a cura di Andrea Valmori]
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