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Bodies Bodies Bodies - Recensione: giochiamo a fare i morti?

In arrivo su Netflix il whodunit per la Gen Z targato A24, indeciso tra thriller da camera e satira dall'ironia poco affilata, che conferma però il talento di Rachel Sennott e Maria Bakalova

"Chi vuole giocare a Bodies Bodies Bodies?"

 

Un "innocente" gioco di gruppo, in cui tra i partecipanti viene sorteggiato un "assassino" e le potenziali vittime devono scoprire chi tra di loro è il killer prescelto prima di venire uccise.

Un passatempo macabro forse, ma pur sempre un gioco… o forse no?

 

Questa la premessa alla base di, avete indovinato, Bodies Bodies Bodies, film con cui la regista e attrice olandese Halina Rejin insieme alla sceneggiatrice Sarah DeLappe e con la benedizione di A24, prova a reinventare il whodunit ai tempi di TikTok.

 

 

[Il trailer di Bodies Bodies Bodies, su Netflix dal 2 luglio]

 

 

Sophie (Amandla Stenberg) è appena uscita da un periodo in riabilitazione e invita la sua nuova ragazza, la timida Bee (Maria Bakalova), a una festa tra amici nella villa di famiglia di David (Pete Davidson).

 

Tra questi, oltre a David, ci sono la svampita Alice (Rachel Sennott) con il suo "attempato" tinder date Greg (Lee Pace), Emma (Chase Sui Wonders), fidanzata di David e Jordan (Myha'la), che si dimostra sin da subito gelosa della presenza di Bee. 

Costretti in casa dall'imminente arrivo di un uragano, Sophie propone di giocare a Bodies Bodies Bodies, tra le proteste di Emma, che sostiene come il macabro gioco finisca sempre per far litigare tra loro le persone come le peggiori sessioni di Risiko o Monopoli e in effetti la partita fa subito affiorare tensioni già esistenti all'interno del gruppo.

 

La cosa peggiore però è che i morti iniziano ad essere un po' troppo convincenti. 

 

 

[Il gioco si fa pericoloso per le protagoniste di Bodies Bodies Bodies: amicizie, alleanze e fiducia sono messe alla prova per un gruppo affiatato solo in apparenza]

 

Bodies Bodies Bodies, così come la saga di Knives Out, aggiorna ai tempi moderni il giallo à la Agatha Christie, in questo caso farcendolo di satira (poco) pungente verso la Gen Z e le sue idiosincrasie. 

 

Halina Rejin, al suo primo film hollywoodiano, confeziona un prodotto che presenta tutte le caratteristiche di A24, casa di produzione e distribuzione particolarmente attenta ai trend e al target demografico del suo pubblico: interpreti e linguaggio giovane, confezione cool e piena di luci al neon, musica pop e trap a palla e un occhiolino sempre strizzato alle nuove generazioni. 

 

Bodies Bodies Bodies è stato presentato in fase di lancio promozionale come uno slasher, ma in realtà con il sottogenere horror ha poco da spartire, se non l'età media delle vittime, concentrandosi più su un mistero in pieno stile Dieci piccoli indiani: un gruppo di persone, chiuse in una villa senza possibilità di uscita e senza corrente, con i sospetti che si infittiscono e con la crescente curiosità sul possibile movente di ciascun membro del gruppo.

 

 

[Rachel Sennott e Lee Pace in un momento di divertimento in Bodies Bodies Bodies; i due interpreti mettono in mostra tutta la loro verve comica nel nuovo film targato A24]

 

Purtroppo però a mio avviso Reijin non riesce a dare un tocco personale al genere che esplora, limitandosi a usare le luci al neon e le torce dei cellulari per creare atmosfera, senza riuscire a rendere la magione quel luogo sinistro che si prefigurava o la tempesta che imperversa all'esterno una metafora efficace del caos che si svolge all'interno della villa.

 

Va detto che in Bodies Bodies Bodies la confezione da whodunit è al servizio di una satira rivolta al narcisismo della Gen Z e alle sue caratteristiche: la profonda vanità nascosta dietro la facciata perbenista di una wokeness forzata, l'egocentrismo della società dell'immagine che rende incapaci di creare relazioni basate sulla fiducia nell'altro, la dipendenza dai trend, dagli smartphone e dalle droghe. 

 

Al cuore di Bodies Bodies Bodies c'è un gioco al massacro (letterale) tra persone sostanzialmente vuote: più che una satira è una critica tanto feroce quanto un tantino ipocrita alle nuove generazioni, che invece che colpire nel segno pervade il film di un nichilismo modaiolo e sostanzialmente tanto glamour quanto lo è il suo bersaglio.

 

 

[Greg (Lee Pace) e David (Pete Davidson) sono gli unici personaggi maschili di Bodies Bodies Bodies; David è un ricco ragazzo viziato e narcisista, la cui bolla di sicurezza di sé viene fatta scoppiare dalla presenza del più maturo e virile Greg]

 

I personaggi sono (volutamente) uno più insopportabile dell'altro e nemmeno la dolce Bee (la bravissima Bakalova, che vedremo prossimamente nel ruolo di Ivana Trump in The Apprentice di Ali Abbasi) è così innocente come sembra.

 

Il cast di giovani attrici è in parte e si diverte, con Davidson e Pace che si dimostrano paticolarmente azzeccati, lanciandosi in un contest di mascolinità tossica tanto puntuale nella sua rappresentazione quanto profondamente irritante nella sua semplificazione.

La vera star del film è però Rachel Sennott, già musa di Emma Seligman in Bottoms e Shiva Baby e in procinto di diventare uno dei volti di punta del Cinema indipendente del nuovo millennio: novella Parker Posey o Natasha Lyonne, la podcaster Alice di Sennott è una gioia ogni volta che compare in scena e a lei sono affidate le battute migliori e i momenti più divertenti del film. 

 

Tra i punti di forza del film c'è anche il linguaggio moderno usato dalle protagoniste, che rende il film veramente contemporaneo e credibile, se non nella sua descrizione almeno nella fedeltà nel raccontare le caratteristiche della Gen Z, soprattutto degli esponenti provenienti dalle classi agiate.

 

 

[Il brano Hot Girl, composto appositamente da Charli XCX per Bodies Bodies Bodies]

 

 

Particolarmente azzeccata anche la colonna sonora di Disasterpeace (It Follows), con i suoi battiti elettronici ossessivi e con il contributo di artisti come Azealia Banks, Shygirl e Charli XCX, che ha composto per l'occasione il brano Hot Girl

 

Con una durata agile e contenuta, continui twist e momenti divertenti, Bodies Bodies Bodies risulta un film piacevole dal punto di vista dell’intrattenimento, che tuttavia lascia l’amaro in bocca e la sensazione di un’occasione mancata per un commentario sociale più mirato e incisivo.  

 

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