Robin Williams ha scelto di lasciarci l'11 agosto 2014, distrutto e abbattuto da una malattia degenerativa che lo stava già debilitando e che gli avrebbe impedito di continuare non solo a recitare, ma di vivere come aveva sempre vissuto.
Decise quindi di risparmiare a se stesso e al suo pubblico l'immagine di un Robin Williams diverso da ciò che era sempre stato, prendendo una decisione tremenda, definitiva, senza possibilità di tornare indietro.
Ognuno di noi ha un proprio ricordo legato a lui: il Robin Williams esagerato e alieno di Mork & Mindy, quello anarchico e motivazionale de L'attimo fuggente, il Robin Williams folle di Good Morning Vietnam e La leggenda del re pescatore, quello commovente di Patch Adams e Al di là dei sogni, il Robin Williams divertente e istrionico di Mrs Doubtfire e Piume di struzzo, quello incontenibile di Aladdin e Flubber...
Il Robin Williams insolito di One Hour Photo e Insomnia, il Robin Williams eterno Peter Pan di Hook - Capitan Uncino e Jumanji, quello riflessivo di Good Will Hunting, quello fuori fuoco di Harry a Pezzi, quello immortale de L'uomo bicentenario...
Senza dubbio è stato uno dei più grandi attori della sua generazione, spesso messo in secondo piano solo perché "comico" ma in grado di dimostrare più volte il proprio talento anche nei film drammatici, e capace di improvvisazioni che sconvolgevano i set, le sceneggiature, le cerimonie di premiazione, i media, il pubblico.
Un uragano che in quasi quarant'anni ha travolto chiunque abbia avuto a che fare con lui.
Ecco cronologicamente 8 aneddoti sulla sua vita e la sua carriera, per ricordarlo una volta di più: perché anche se ha scelto di andarsene, un po' di Robin Williams rimarrà sempre dentro ognuno di noi.
Quante volte vediamo gli artisti di strada senza magari nemmeno degnarli di uno sguardo più attento?
A Daniel Sorine, fotografo newyorkese, capitò di farlo... con Robin Williams.
Era il 1974 e Sorine era un giovane fotografo che fotografava New York e le tante sfaccettature della città.
Raccontò in seguito che all'epoca non aveva molti soldi e non poteva permettersi né uno studio né di viaggiare per il mondo per fare fotografie, così cercava l'ispirazione girando per la città e trovò che il Central Park regalava ben più di una situazione interessante.
Il parco in quegli anni era diventato il paradiso dei fotografi, grazie a un numero incredibile di artisti di strada che mettevano in mostra il loro talento.
Durante un weekend Sorine si imbatté in due mimi che stavano recitando la loro performance: il fotografo si avvicinò a loro, attratto dalla loro "insolita quantità di intensità, personalità e fluidità fisica" e dal desiderio di fotografarli.
Scattò una mezza dozzina di immagini e le tenne nel proprio archivio personale... dimenticandosele.
35 anni dopo, Sorine prese le foto e i negativi da una delle sue valigie, e quelle che fino a quel momento erano solo le fotografie di due mimi a Central Park diventarono qualcosa di molto di più; Sorine aveva appena scoperto che i due mimi che aveva fotografato erano Todd Oppenheimer e il suo compare: un uomo di nome Robin Williams.
Posizione 7
Shining
Robin Williams nel 1978 aveva appena iniziato a farsi conoscere: il suo Mork in Happy Days aveva già conquistato tutti ma si trattava ancora di un piccolo ruolo per la televisione: il vero Cinema doveva ancora arrivare.
E l'occasione stava per arrivare con uno dei più grandi di sempre!
Durante la fase di pre-produzione di Shining, Stanley Kubrick era convinto fin dall'inizio che l'attore adatto per il ruolo di Jack Torrance sarebbe stato Jack Nicholson ma, un po' per avere delle alternative e un po' per mostrarsi elastico agli occhi della produzione, accettò di coinvolgere anche altri attori per la parte.
Harrison Ford fu uno dei nomi presi in considerazione ma scartati praticamente subito.
Robert De Niro invece fu uno di quelli che rimase in lizza per più tempo, assieme a... Robin Williams.
L'attore di Taxi Driver dichiarò in seguito che il film gli causò incubi per un mese, e che forse era stato un bene che fosse stato scartato: Kubrick non lo prese in considerazione perché dopo averlo visto nel film di Martin Scorsese non lo ritenne "abbastanza psicotico" per il ruolo.
Williams invece fu scartato per il motivo opposto: secondo il regista newyorkese era "troppo psicotico"per interpretare Jack Torrance.
Chissà come sarebbe cambiato il film e cosa sarebbe successo alle carriere di Robin Williams e Jack Nicholson...
Posizione 6
Good Morning, Vietnam
Robin Williams è senza dubbio uno degli attori di Hollywood che più si affidava all'improvvisazione.
Già ai tempi del telefilm Mork & Mindy a un certo punto gli sceneggiatori si resero conto che era praticamente impossibile costringerlo a seguire le battute sul copione, perché tanto Williams avrebbe improvvisato lo stesso.
Decisero quindi di scrivere i copioni delle puntate lasciando la parte dei dialoghi del suo personaggio in bianco, con la scritta "Via libera a Mork" in modo da segnalare a Williams e al resto del cast che in quei momenti... poteva succedere qualsiasi cosa!
In Good Morning, Vietnam, film del 1987 di Barry Levinson, Robin Williams improvvisò addirittura TUTTI i monologhi del proprio personaggio quando parla alla radio.
La sceneggiatura fu inizialmente scritta dal vero Adrian Cronauer nel 1979 e doveva diventare una serie televisiva: passò poi attraverso tantissime mani fino ad arrivare in quelle di Robin Williams, che capì che quel ruolo gli avrebbe permesso di far deflagrare la propria comicità.
E infatti così fece: Cronauer dichiarò che il film è fedele alla realtà "per circa il 45%", che non lo ritrae fedelmente perché lui in fondo non era "anti-guerra, ma solo anti-stupidità" - e difatti fu un fervente repubblicano sostenitore degli interventi militari USA nel mondo, nonché vicepresidente della campagna elettorale Bush-Cheney del 2004 - e soprattutto che "se avessi fatto e detto solo la metà di ciò che fa e dice Robin Williams nel film, mi avrebbero mandato alla Corte Marziale e spedito nella prigione militare di Fort Leavenworth".
Posizione 5
Aladdin
Parlando di Robin Williams e della sua passione per l'improvvisazione è impossibile non menzionare Aladdin.
Il personaggio del Genio nel Classico Disney del 1992 è praticamente divenuto grazie a lui il vero protagonista del film.
L'attore improvvisò talmente tanto durante le registrazioni delle sue parti che gli animatori avevano a disposizione in tutto ben 16 ore di materiale tra cui scegliere!
Non solo, perché tra gli animatori Disney e Robin Williams si instaurò un rapporto particolare: un giorno lo chiamarono in studio per registrare le parti della scena iniziale con il Mercante, che non aveva nemmeno una riga di sceneggiatura.
Lo portarono davanti a un tavolo dove un lenzuolo copriva degli oggetti, gli chiesero di chiudere gli occhi, togliere il lenzuolo e recitare la parte del Mercante descrivendo gli oggetti che di volta in volta si ritrovava tra le mani, senza vederli.
Inutile dire che la stragrande maggioranza delle battute si rivelarono non adatte per un film Disney!
Ma la cosa ebbe anche un risvolto negativo, perché quando la Disney inviò all'Academy la sceneggiatura del film per candidarla come Miglior Sceneggiatura non Originale, la quantità di improvvisazioni di Williams ne resero impossibile l'ammissione agli Oscar.
Il vestito del Genio nel film fu un omaggio degli animatori a Robin Williams: la camicia hawaiana e il cappello da Pippo sono il costume che l'attore indossa in un corto realizzato nel 1989 per i Parchi di divertimento Disney, dove Williams viene trasformato dagli animatori Disney in un cartone animato, spiegando tutti i passaggi della lavorazione.
È uno dei suoi ruoli più famosi, uno di quelli dove poté sfogare tutto il suo istrionismo: Robin Williams è probabilmente l'unico attore che poteva interpretare Mrs Doubtfire, passando da padre amorevole a tata e domestica in un attimo.
Robin Williams inizialmente non era convinto del make up: nonostante il figlio non l'avesse riconosciuto sul set - e capì che si trattava del padre solo quando questi iniziò a parlare - volle verificare di persona se il travestimento "da Mrs Doubtfire" poteva funzionare davvero.
Si recò quindi vestito e truccato in un Sexy Shop e comprò vari articoli per adulti, tra cui qualche rivista hard e un vibratore.
Nessuno lo riconobbe, Williams pagò il conto e uscì contento e soddisfatto: il travestimento funzionava.
Per un suo puntiglio personale, tutte le scene che lo riguardavano vennero girate per un numero di ciak che variava da un minimo di 15 a un massimo di 22, perché l'attore cercava in tutti i modi un'interpretazione impeccabile.
Personalmente mi chiedo ancora cosa pensarono i commessi del Sexy Shop vedendo una signora di quel tipo che faceva acquisti del genere... e chissà se mesi dopo si sono ricordati di lei vedendo il film!
Posizione 3
Jumanji
Robin Williams era un vero e proprio genio comico: non contento di far scoppiare a ridere chiunque con i propri ruoli o le proprie improvvisazioni, spesso si inventava delle storie assurde, o rispondeva alle interviste in un modo che in Italia chiameremmo "supercazzola" (anche se...).
Una delle storie più famose è legata a Jumanji, il film d'avventura del 1995 per la regia di Joe Johnston.
Il film è tratto dal romanzo omonimo dello scrittore Chris Van Allsburg, uscito nel 1981.
Prima che venisse distribuito era quindi facile scoprire a cosa si riferisse il titolo, sarebbe bastata una breve ricerca in merito per scoprire l'esistenza del libro e capire quale fosse il significato del termine Jumanji.
Forse anche per questo motivo Robin Williams si divertiva a prendere in giro chi gli chiedeva informazioni in merito: giornalisti, amici, fan, a chiunque gli chiedesse cosa mai significasse quella parola così strana ed esotica, l'attore rispondeva inventandosi cose assurde.
La sua risposta preferita era proprio quella nell'immagine, come ammise in un'intervista qualche mese dopo: "Quando mi chiedono cosa significhi il titolo dico loro che si tratta di un'isola dei Caraibi: ehi, muoviti a prenotare perché poi andrà di moda!"
Williams improvvisò poco su questo set perché si rese conto che lo script era molto più "obbligato" rispetto ad altri film, anche se dichiarò che recitare le scene in cui poi sarebbero stati aggiunti gli animali in CGI era come "Essere strafatti di LSD!".
Posizione 2
Will Hunting - Genio Ribelle
Ma le improvvisazioni di Robin Williams ripresero sul set di uno dei suoi film più importanti in assoluto!
È il 1996 e all'attore arriva in mano una sceneggiatura da parte di Francis Ford Coppola, che l'aveva ricevuta dal produttore Harvey Weinstein - già, proprio lui.
Williams si accorse subito del valore di tale script, tanto da rispondere a Coppola dopo averla letta solo con un breve messaggio: "Chi sono questi ragazzi?!"
Quei ragazzi erano Matt Damon e Ben Affleck, che dichiararono mesi dopo che il primo giorno di riprese scoppiarono in lacrime: si girava una scena in cui recitavano StellanSkarsgård e Robin Williams e i due attori stavano interpretando le battute che loro avevano scritto ormai 5 anni prima.
Il sogno era diventato realtà.
Robin Williams come suo solito aggiunse alcune cose improvvisando sul set: la più famosa è sicuramente la scena in cui racconta al giovane Will, interpretato da Matt Damon, che la moglie aveva qualche problemino con... le scoregge.
Gus Van Sant stava girando la scena con più cineprese in contemporanea - aveva imparato la lezione dai registi precedenti - e nel film si può vedere non solo l'incontrollabile scoppio di risa di Matt Damon, che conoscendo a memoria la propria sceneggiatura stava letteralmente rimanendo senza fiato dal ridere perché non aveva idea di cosa avrebbe detto Williams, ma anche la ripresa che a un certo punto traballa un po'.
Questo è perché anche il cameraman in quel momento iniziò a ridere senza controllarsi, con il risultato di far vibrare la macchina da presa!
Il film fece ottenere a Robin Williams il suo primo Oscar, come Migliore Attore non Protagonista, dopo 3 nomination da Protagonista rimaste tali: nel 1988 per Good Morning, Vietnam (vinse Michael Douglas per Wall Street), nel 1990 per L'Attimo Fuggente (vinse Daniel Day-Lewis per Il Mio Piede Sinistro) e nel 1992 per La Leggenda del re pescatore (vinse Anthony Hopkins per Il Silenzio degli Innocenti).
Posizione 1
A.I. - Intelligenza Artificiale
Stanley Kubrick iniziò a lavorare al progetto del film alla fine degli anni '70, e nel 1985 decise di coinvolgere Steven Spielberg per affidargliene la regia, dicendo che era "il più vicino alla sua sensibilità".
I due registi collaborarono per diversi anni: Kubrick consegnò a Spielberg un trattamento completo della storia e molti bozzetti di concept art relativi al film, che Spielberg utilizzò in seguito per scrivere la sua sceneggiatura.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Steven Spielberg affermò di aver introdotto molti degli elementi più oscuri nel film, mentre il contributo principale di Stanley Kubrick consisteva principalmente nelle parti più romantiche e dolci della storia.
Prima del coinvolgimento di Spielberg, Kubrick si era già portato avanti con la pre-produzione del film, comprese le registrazioni della voce di alcuni personaggi.
Inizialmente pensate come provini e come esperimenti per capire meglio cosa potesse funzionare e cosa no, alcune registrazioni assunsero in corsa un senso molto più compiuto, come quelle che vedevano protagonista Robin Williams.
Fu lo stesso regista che anni prima lo aveva scartato per Shining a sceglierlo come voce del Dottor Know, una sorta di motore di ricerca con le fattezze di Albert Einstein, e Robin Williams recitò le proprie battute in studio di registrazione davanti a Kubrick in persona.
Pare che il regista e l'attore si trovarono bene, che il primo si divertiva molto con le idee e le intuizioni del secondo e alcuni addetti ai lavori raccontarono anni dopo che quei momenti in studio furono quasi magici: due personalità così enormi, due caratteri così apparentemente distanti, che lavoravano sullo stesso progetto.
Robin Williams diretto da Stanley Kubrick rimane un unicum nella Storia del Cinema, un qualcosa che probabilmente non avrebbe mai immaginato... nemmeno il Dottor Know.
Figlio illegittimo del colonnello Kurtz e del tenente Ripley, folgorato sulla via di Dagobah mentre sul chopper di Zed filavo molto karaschò a 88 miglia orarie verso l'Overlook Hotel gestito da HAL9000.
Mi travesto da donna per fuggire da Charles Foster Palantine, con il quale suonavo blues in missione per conto della Tyrell Corporation, ma era tutto Top Secret.
Bevo White Russian, mangio torta di ciliegie stando in Silencio e non vado a letto presto perché canto sotto la pioggia.
Lavoro in TV, canto nei Dymama, sono il Direttore Editoriale di CineFacts.it e non dico mai la parola "morte".
Mi manca tantissimo Robin Williams e questa top 8 mi lascia con un sapore agrodolce in bocca. Rido per i bellissimi aneddoti, ma sono triste sapendo che non ce ne saranno altri e che non ce ne sarà un altro come lui.
Terry Miller
1 anno fa
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