8 cose che non sai sull'animazione di Nightmare Before Christmas
Nightmare Before Christmas è un film per Halloween o per Natale? Nel dubbio noi lo guardiamo in entrambe le occasioni: qui potete leggere 8 curiosità sull'animazione del film!
"Un film di Natale o di Halloween?" è la domanda che nell’immaginario collettivo fa subito pensare a Nightmare Before Christmas, il capolavoro di Henry Selick e Tim Burton.
Questo prodigio animato uscito per la prima volta in sala nel 1993 non solo è memorabile per una delle storie d’amore più romantiche e belle di tutti i tempi, citata in tanti media (c’è ancora qualcuno che non conosce la storia di Jack e Sally?), ma anche per l’incredibile sfida che affronta utilizzando la tecnica della stop-motion, una scelta inusuale all’epoca - e ancora oggi a causa della grande complessità - per un lungometraggio.
[Il trailer di Nightmare Before Christmas]
Tim Burtonè un grande appassionato di animazione e in prima istanza pensò a Nightmare Before Christmas come un cortometraggio, basato su un poema scritto da lui dopo aver sognato i personaggi una notte con la febbre alta.
La poesia si può tutt’ora ascoltare all’Haunted Mansion a Disneyland e recita così:
"Twas the nightmare before Christmas and all through the house,
not a creature was peaceful, not even a mouse,
The stockings all hung by the chimney with care,
When opened that morning would cause such a scare!
The children, all nestled so snug in their beds,
Would have nightmares of monsters and skeleton heads!"
Il progetto di questo primo breve film, che avrebbe poi dovuto essere trasmesso in televisione, venne scartato e nel 1984 Tim Burton fu licenziato da Disney Company.
Burton scelse quindi di dedicarsi ad altri importanti progetti per Warner Bros., come ad esempio Batman e Beetlejuice, mettendo momentaneamente da parte quel desiderio animato che punzecchiava la sua mente.
Fu Jeffrey Katzenberg, all’epoca a capo di Walt Disney Animation Studios, ad individuare il potenziale nella storia sul re delle zucche grazie ad Henry Selick; quest’ultimo fu poi scelto come regista e, affiancato da Tim Burton, porterà finalmente a termine Nightmare Before Christmas nel 1993 come il film animato che conosciamo oggi.
Come si suol dire, il resto è storia: dall’indimenticabile colonna sonora di Danny Elfman al cast che vede numerose importanti star (Chris Sarandon, CatherineO'Hara, William Hickey, Glenn Shadix, Paul Reubens…) fino ad arrivare all’ingegnosa e meticolosa realizzazione del film stesso, così particolare e unico, con le sue atmosfere dark a tratti grottesche e a tratti, come le definì Henry Selick stesso, “Dr. Seuss-esque”.
Protagonista assoluta di Nightmare Before Christmas è innegabilmente l’animazione, ove la tecnica a passo uno si sposa perfettamente con le sopracitate atmosfere e con i temi che il film si pone di sviscerare.
Per questo motivo ho deciso di concentrarmi su 8 curiosità del film dal punto di vista creativo e artistico, facendo un focus sulla realizzazione dell’animazione, vero cuore vivido e pulsante di Nightmare Before Christmas.
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La produzione di Nightmare Before Christmas è durata circa 3 anni perché, come già accennato, la tecnica della stop-motion è un processo lento e complicato, che richiede tantissima attenzione ai dettagli.
In una settimana si riuscivano a portare a termine circa 60-70 secondi di girato.
Il film è stato girato a 24 fotogrammi per secondo, implicando che ogni personaggio o elemento in movimento venisse rimaneggiato e rimesso in posa 24 volte per ogni secondo, arrivando a un totale di 109.440 fotogrammi.
Posizione 7
Il procedimento
Un particolare approccio da parte di Henry Selick è stato quello di partire dalle canzoni e dall’animazione per arrivare alla sceneggiatura finale, dando quindi molto spazio all’applicazione creativa piuttosto che a quella strutturale.
Non a caso la sceneggiatura di Caroline Thompson è stata più volte rimaneggiata per assecondare le nuove visioni non solo di Selick ma anche di Tim Burton che, seppure a distanza, ha contribuito alla visualizzazione del prodotto finale.
Posizione 6
La crew
Al film lavoravano dai 13 ai 17 animatori contemporaneamente e, nei momenti in cui la produzione si faceva più imponente, si utilizzavano 20 set nello stesso momento.
La crew era formata da più di 100 persone di cui facevano parte, oltre al regista, animatori in senso stretto, fabbricatori di marionette e figure che ritroviamo nella maggior parte delle produzioni come gli scenografi e i responsabili degli oggetti di scena, fino al direttore della fotografia e agli operatori di camera specializzati, fondamentali per la gestione di set così piccoli e particolareggiati.
Posizione 5
I set
A proposito di set, questi ultimi erano realizzati in gesso, stucco o plastilina e divisi in tante piccole parti, sistemati in modo da rientrare in un unico grande spazio.
In tutto il film ha richiesto la costruzione di 230 set diversi: erano disposti in modo che gli animatori potessero spostarsi da un punto all’altro attraverso delle speciali botole, senza avere ostacoli nel manovrare le marionette o nel cambiare loro le tantissime facce/teste a disposizione.
Posizione 4
I personaggi
Le marionette realizzate in plastilina furono 227, con la possibilità di molteplici espressioni.
I personaggi erano 60 con 3 duplicati ciascuno: dei numeri enormi considerando che della creazione di queste si occupavano solo 4 persone!
Posizione 3
Jack
L’iconico vestito di Jack Skellington fu un’idea di Henry Selick, che volle aggiungere le strisce verticali bianche in modo da farlo risaltare sugli scenari scuri.
Un’altra curiosità interessante su Jack è che ci fu un dibattito importante sugli occhi: Disney fece di tutto per far applicare al personaggio degli “occhi amichevoli”, insistendo sul fatto che gli occhi creassero empatia tra gli spettatori; Selick e Burton, però, si opposero ripetutamente a questa visione, ritenendolo non necessario.
E a ragione, considerando il design unico del re delle zucche!
Posizione 2
Sally
Sally, invece, fu tortuosa da animare: a causa dei lunghi capelli rossi, la testa non poteva essere rimossa come invece veniva fatto con gli altri personaggi.
Per la bambola vennero dunque create delle maschere che occupavano solo la zona del viso e dunque potevano essere tolte senza toccare la chioma.
Per Sally vennero costruite in tutto 10 facce, ciascuna con 11 espressioni diverse.
Posizione 1
La fotografia
Ultimo ma non meno importante è l’uso delle luci nel film, che richiedeva una certa manutenzione e diverse precauzioni.
Senza entrare troppo nel tecnico, basti sapere che venne creato un sistema per permettere di girare per giorni senza cambiare la luminosità delle scene e dunque mantenere costante l'illuminazione.
Le luci erano tantissime e realizzate in mododifferente, indispensabili per valorizzare la scenografia e fare risaltare i personaggi.
Non ho mai visto Toy Story da bambina: mia madre non voleva che lo vedessi. Perché? Non lo so con precisione ma credo fosse spaventata da quelle strane immagini, forse troppo lontane dalla sua realtà. L'ho visto da adolescente e me ne sono innamorata. Ho capito che avrei scelto da sola cosa guardare e quali limiti darmi. Limiti che, poi, non mi sono mai data, né col cinema né con qualsiasi altra forma d'arte, perché frenarsi voleva dire perdersi tante cose, troppe cose. Amo pensare che Toy Story mi abbia spinto ad amare l'animazione, anche se non è vero e ne sono stata sempre attratta, ma è un simbolo per me e tanto basta.
E fingiamo che qui abbia scritto una bellissima e interessantissima lista di cose che adoro e una di cose che detesto. Fingiamo che abbia descritto chi sono, cosa faccio e perché come una vera professionista. Fingiamo anche che abbia scritto informazioni utili che non abbiano correlazioni con la cioccolata fondente. Scusate la pigrizia, come modelli di vita ho scelto i miei gatti.