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8 cose che fino ad oggi non sapevi su... Il re leone

Il più ruggente Classico Disney spegne quest'anno 30 candeline ed ecco una Top 8 piena di curiosità! 

Il re leone è uscito nelle sale cinematografiche esattamente trent'anni fa ed è uno dei capolavori dell'animazione disneyana degli anni '90. 

 

Sono pochi a non apprezzare The Lion King (è questo il titolo originale del film datato 1994), mentre è considerevolmente grossa la fetta di pubblico che lo ritiene un cult movie. 

Un successo senza tempo che non sembra essere invecchiato nemmeno di un giorno, alimentato anche dal nutrito merchandising ufficiale e dai vari prequel, spin-off e sequel tratti dal Classico d'animazione, l'ultimo dei quali intitolato Mufasa - Il re leone arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 19 dicembre 2024.

 

Voci famose hanno fatto parlare (in originale e in italiano) i protagonisti animati de Il re leone; il talento musicale di un artista internazionale come Elton John ha dato vita ad alcune tra le più famose canzoni del film e, non ultima, la colonna sonora firmata da Hans Zimmer rende il Classico Disney uno dei titoli più coinvolgenti della sua generazione.

 

I nostri riflettori sono già stati puntati spesso su Il re leone perché è un'opera che, come i più acclamati successi di pubblico e critica, si presta a diverse e sfaccettate chiavi di lettura. 

La pellicola diretta da Rob Minkoff e Roger Allers, infatti, raccoglie in sé tante curiosità (quelle che noi chiamiamo cinefacts!), alcune delle quali forse non così famose.

Se volete scoprirle tutte non vi resta che sfogliare la galleria di immagini sottostanti, perché sono sicuro che almeno in un paio di occasioni vi sorprenderete piacevolmente!


Buona lettura, questa volta eccezionalmente "fuori" dalla mia consueta rubrica Disney in Pillole!

___ 

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Posizione 8

I "talent" del doppiaggio italiano: Vittorio Gassman e Tullio Solenghi 

 

L'uscita di quest'anno di Inside Out 2 ci conferma una strategia di marketing tutt'oggi cara a Disney Italia: affidare le voci italiane di alcuni personaggi del film ai cosiddetti "talent".

 

Con questo termine si indicano solitamente quelle personalità del mondo dello spettacolo (e spesso non solo) che non hanno affinità col mondo del doppiaggio in senso stretto, ma che vengono convocati per contribuire alla nostra edizione di un film.

In Inside Out 2 ad affiancare i doppiatori professionisti sui ruoli principali troviamo per esempio Pilar Fogliati su Ansia, oltre a Federico Cesari e Stash Fiordispino rispettivamente su Imbarazzo e Lance Slashblade. 
Guardando all'immediato futuro dei film Disney in sala (un futuro cinematografico peraltro molto attinente a questa Top), già sappiamo che la cantante Elodie sarà Sarabi nel nuovo film dedicato a Mufasa - Il re leone in uscita il prossimo 19 dicembre 2024, affiancata dagli altri colleghi "doppiatori" talent Luca Marinelli, Stefano Fresi, Edoardo Leo, Elisa Toffoli e Marco Mengoni.

L'apporto dei talent all'edizione italiana di un film di animazione meriterebbe un dettagliato articolo a parte (e non è escluso che un giorno possa arrivare in rubrica). 

Tuttavia, concentrandoci limitatamente al film protagonista di questa Top 8, è difficile parlare de Il re leone senza che venga evocata nella memoria l'iconica voce italiana di Mufasa, appartente al grande Vittorio Gassman. 

 

Nell'edizione italiana del film, infatti, i responsabili di Disney Italia dell'epoca, unitamente al direttore del doppiaggio del film Renzo Stacchi, scelsero di affidare le voci di due importanti personaggi a due altrettanto noti attori: Vittorio Gassman e Tullio Solenghi.

Il primo, come già detto, fece parlare il buon Mufasa, padre di Simba, mentre il secondo diede voce a Scar, il perfido fratello del re, zio del piccolo leoncino.

Sottolineando che sarebbe profondamente ingiusto definire Gassman e Solenghi dei talent (perlomeno nella stessa accezione con cui quest'ultimi vengono intesi oggi, ossia come personalità che spesso non hanno nulla a che spartire con il mondo della recitazione), vi riporto alcune testimonianze in merito al doppiaggio italiano del film.

 

Vittorio Gassman in un servizio di Raidue (dagli Archivi di VHSWD) dedicato al doppiaggio del film: 

"Io doppio solo i miei film, non ho mai doppiato tranne una volta negli anni '50, roba del Medioevo.

Però ho fatto volentieri un'eccezione per questa bella favola di Disney, questo irrazionale romanticismo che poi in tutti noi desta grandi ricordi.

Da un punto di vista tecnico posso dire una cosa: doppiare queste bestiole è più facile nel senso del sincronismo labiale, però nello stesso tempo ha le sue insidie perché bisogna trovare un tono favolistico.

Il risultato generale è che esco da questa piccola esperienza con una stima ancora maggiore per le bestie; non voglio dire un odio per gli umani, ma le bestie sono proprio delle personcine perbene, ve le raccomando." 



Tullio Solenghi, durante una conferenza stampa nel 2017: 

"Partecipai al provino per Scar assieme a una ventina di altri attori.

Fui scelto dagli americani per come lo facevo, soprattuto per la parte cantata, perché non mi conoscevano e non potevano esserci favoritismi.

A coronamento di questo, durante una conferenza stampa per presentare il film in Europa, alla presenza di tutti gli attori che avevano doppiato il personaggio nelle altre lingue europee, il regista del film concluse dicendo lo Scar più aderente alla versione originale era quello italiano." 


Laura Lanzoni (creative manager di Buena Vista International Italia), dall'house organ cartaceo Disney "Preview" del novembre 1994:

"Vittorio Gassman è un artista incredibile, che ha interpretato il personaggio alla sua maniera, senza curarsi troppo dell'edizione americana.

Grazie a lui, la voce di Mufasa è proprio quella che ci si aspetta da un padre che parla al proprio figlio. Tullio Solenghi non ha mancato di portare nel lavoro una proverbiale ventata di buonumore. 

Il direttore di doppiaggio del film detestava le scarpe, e calzava sempre e solo zoccoli.

Tullio, ovviamente, non perdeva occasione per prenderlo in giro per questo, finché un giorno glieli ha addirittura sfilati dai piedi iniziando a lanciarli in giro per tutto lo studio!"

 

Posizione 7

Le voci della versione originale: da "Darth Vader" a "Mr. Bean"  

 

Forse non tutti sanno che, nella genesi di un film di animazione, prima si registrano le voci dei personaggi e solo in seguito vengono realizzati i disegni animati.  

 

Questo procedimento, contrariamente a quanto avviene in un processo di regolare doppiaggio sul video finito, consente agli attori statunitensi di fare da modello vocale per gli animatori, ispirandoli al meglio per le fattezze, gli atteggiamenti e le movenze dei personaggi da disegnare. 

Il cast vocale di Lion King è veramente vario e ricco di tanti nomi celebri, tra cui spiccano il compianto James Earl Jones (Mufasa), Jeremy Irons (Scar), Whoopi Goldberg (Shenzi la iena), Nathan Lane e Ernie Sabella (Timon e Pumbaa), Rowan Atkinson (Zazu) e Matthew Broderick (Simba da adulto).

 

I disegnatori Disney hanno utilizzato alcuni elementi delle personalità dei veri attori per realizzare i personaggi che appaiono nel film. 

 

Come per le voci italiane, riporto alcune considerazioni del cast originale. 

 

James Earl Jones dal documentario TV "Il re leone: nel regno della musica":

"Dare la voce a un cartone animato è forse la forma di recitazione più pura e antica.

Non è come la radio, ma ricorda il teatro greco antico, quando sulla scena si usavano le maschere. Nel nostro caso le maschere sono i disegni degli animatori. 

Mi chiedevo: come si combinerà la mia voce con quella di Jeremy Irons, che è inglese?

I leoni non hanno una vera e propria nazionalità". 


Jeremy Irons, dal documentario TV "Il re leone: nel regno della musica":

"Io ho pensato, come tante persone, che si disegnasse prima il disegno e che poi si aggiungesse la voce dell'attore.

Non avevo capito che l'attore è in verità la base per caratterizzare il personaggio.

Recitare il personaggio di un cartone animato è molto divertente, un'esperienza quasi liberatoria, perchè tutto ciò che dai è nella voce. Un po' come la radio, poiché l'animazione travalica i confini della realtà.

In un certo senso fornisco (o almeno spero) un incentivo alla creatività dell'animatore, e i colori che metto nel tono della mia voce, qualche mese dopo li vedo sullo schermo, miracolosamente fusi nel volto e nei movimenti del corpo del personaggio". 

 

Rowan Atkinson, in una intervista televisiva del 2018

"Sono veramente fiero di aver preso parte al film perché, in realtà, non volevo farlo.

Generalmente i lavori di voice over sono qualcosa che non faccio e non mi sono mai piaciuti perché li trovo difficili. Mi posso definire un artista "visivo" e quel lavoro mi sembrava una cosa inutile. 

Dissi al co-autore della serie di Mr Bean, Robin Driscoll, che mi avevano offerto la parte ne Il re leone ma che non avevo tempo da perdere per accettare.

Lui mi rispose "Ma dai, è Disney, potresti anche farlo!".

Non mi rendevo conto che sarebbe diventato un film davvero molto speciale". 


Infine, una simpatica curiosità sul casting della versione originale. 

 

Nathan Lane e Ernie Sabella, originariamente, avrebbero dovevano sostenere il provino per le iene.

I due, che già erano colleghi nel musical di Broadway Bulli e Pupe (1992) scoprirono direttamente negli studi Disney a New York di essere stati convocati per i provini e chiesero, pertanto, di sostenere il provino insieme.  

Qualcosa del loro provino, però, non convinceva fino in fondo il direttore del casting Brian Chavanne, che sulle iene preferì altre voci. 

Il provino dei due risultò comunque talmente divertente che, seduta stante, vennero provinati su altri ruoli: gli iconici Timon e Pumbaa

 

La loro ironia, spontaneità e simpatia contribuirono a rendere Timon e Pumbaa una delle coppie comiche secondarie più riuscite della Storia dell'animazione Disney. 

 

Posizione 6

Uno spettacolo di film, da Broadway ai Parchi a tema 

 

L'eco del ruggito di Simba e di tutti i protagonisti del film d'animazione non si è esteso solo su suquel, prequel, serie TV, videogiochi e tanto, tantissimo merchandising, ma ha dato vita anche a numerosi spettacoli e parate all'interno dei tanti Parchi a tema Disney sparsi nel mondo.  

 

Nel parco europeo Disneyland Paris, nella zona di Frontierland, va tutt'ora in scena all'interno dell'imponente Frontierland Theatre uno spettacolo intitolato Il re leone: i ritmi delle terre del branco

 

Lo spettacolo dal vivo narra la vicenda del film, in lingua inglese e francese, unendo alle canzoni originali del 1994 molti brani tratti dal musical officiale di Broadway. 

 

The Lion King, difatti, è anche un musical di successo che continua ad andare in scena nei teatri di Broadway fin dal 1997 con otto rappresentazioni alla settimana!

 

I particolari costumi che rivelano le sembianze animalesche senza celare i cantanti e performer sotto le maschere, uniti a delle scenografie spettacolari e alle canzoni che hanno fatto la storia, sono gli ingredienti perfetti di un musical Disney tra i più apprezzati dal pubblico.

 

Il musical teatrale ufficiale del film è così famoso che, spesso, noti volti di Hollywood hanno voluto fare delle incursioni a sorpresa sul palco. 

 

Tra questi non si può fare a meno di citare l'iconica Whoopi Goldberg (voce originale della iena Shenzi) che il 14 gennaio 2010 ha sorpreso gli spettatori del Minskoff Theatre di Broadway facendo una serie di apparizioni a sorpresa durante il musical; non si sono sottratti al fascino del musical nemmeno Tom Cruise e James Corden che, in occasione di una gag per il The Late Late Show with James Corden, nel febbraio 2023 sono diventati rispettivamente Pumbaa e Timon sul palco dello storico Pantages Theater di Los Angeles!  

 

Tornando ai parchi a tema, nel Disneyland parigino c'è in realtà stato un altro show, prima di quello attuale, che prese però vita a Discoveryland dal 2004 al 2009, presso la struttura di Videopolis, intitolato The Legend of The Lion King

 

All'Animal Kingdom di Disney World, in Florida, è andato in scena (con ottimi riscontri di pubblico) fino a pochi anni fa lo spettacolo Festival of the Lion King, ancora una volta in perfetto stile Broadway. 

A Hong Kong una versione leggermente semplificata dello stesso musical floridense è andata in scena con l'inequivocabile titolo The Lion King

Al Magic Kingdom di Walt Disney World è andato in scena, dal 1994 al 2002, Legend of the Lion King (che ritroveremo, come detto, nel parco europeo). 

 

Grandi esclusi risultano essere i parchi a tema di Shanghai Disney Resort e Tokyo Disneyland, con nessuno spettacolo dal vivo ispirato al classico d'animazione Disney.  

 

Nel nostro Disneyland Paris, invece, nell'area degli ex Walt Disney Studios esterna al parco (che prenderà nel 2026 il nuovo nome di Disney Adventure World) è in costruzione una intera Land dedicata a Il re leone.

Si tratterà della prima Land in assoluto dedicata al film all'interno di in un Parco Disney.  

 

Va comunque detto che nelle parate diurne e negli spettacoli serali che si svolgono quotidianamente in ogni parco i personaggi del film fanno spesso delle massicce incursioni.

 

A Disneyland, in California, è stata addirittura realizzata una parata completamente dedicata al film e in tutti gli altri parchi Simba e amici continuano a fare capolino qui e là per ricordare al pubblico di ogni età quanto ancora sia fresco il successo di un film che ha già festeggiato i suoi 30 anni!

 

Posizione 5

Alla memoria di Frank Wells 


In maniera un po' anomala rispetto alla classica apertura di un qualsivoglia film d'animazione Disney, Il re leone si apre con un cartello di scritte color giallo-arancio su sfondo nero che recita:


"Alla memoria di FRANK WELLS Presidente The Walt Disney Company dal 1984 al 1994"

 

Il cartello è tutt'ora presente nel film, anche se è stato spostato al termine dei titoli di coda dall'edizione speciale in home video del 2003 e, a seguire, dal 2011 inserito nei regolari titoli di coda a scorrimento.

Chi era Wells? 

Franklin G. Wells (4 marzo1932 - 3 aprile 1994) è stato il Presidente di The Walt Disney Company dal 22 settembre 1984 fino alla sua prematura morte nel 1994, anno di uscita de Il re leone. 

Dopo essersi laureato in legge e aver esercitato anche la professione di avvocato, Wells iniziò a lavorare per Disney portandosi sulle spalle già diverse esperienze ai vertici di grosse multinazionali statunitensi, tra cui West Coast e poi Warner Bros., dove rimase più di un decennio. 

 

Nel 1984, quando il presidente e CEO di Disney Ron W. Miller venne estromesso dai suoi incarichi, il consiglio di amministrazione Disney reclutò Frank Wells per farlo diventare presidente e direttore operativo della società, insieme a Michael Eisner come presidente e CEO e a Jeffrey Katzenberg come capo dei Walt Disney Studios.

Wells è ricordato per la sua abilità negli affari (del trio di uomini alla dirigenza era quello che poteva vantare anche il più alto rendimento accademico) e per aver aiutato Michael Eisner a riportare la Disney al suo antico splendore. 

 

Sotto la loro guida è iniziata quell'era anni '90 della major nota come Rinascimento Disney, che ci ha fatto godere di capolavori animati come La sirenetta, La bella e la bestia, Aladdin...

 

La domenica di Pasqua del 1994 Frank Wells andò in Nevada per un'escursione in montagna sulle Ruby Mountain (alcune fonti riportano in compagnia dell'amico Clint Eastwood, che per il viaggio di ritorno prese un altro aereoplano), che era solito praticare con l'intento di scalare vette sempre più alte.

Al ritorno il pilota dell'elicottero dove viaggiava Wells perse il controllo del mezzo a causa di un guasto al motore: il velivolo perse quota per circa un chilometro e mezzo all'interno del canyon prima di schiantarsi contro il fianco della montagna, su un pendio frastagliato, a circa 2000 metri.

Il colpo fu fatale. 

 

L'improvvisa morte di Wells a 62 anni, oltre a rappresentare una delle pagine più tristi per la storia moderna di Disney, diede luogo a frizioni sempre più forti tra Michael Eisner e Jeffrey Katzenberg, il quale ambiva a diventare il braccio destro di Eisner. 

Roy Edward Disney, nipote di Walt, e Michael Eisner negarono a Katzenberg la possibilità di occupare il posto di Wells, così egli diede le dimissioni dalla Disney e nel 1994 assieme a Steven Spielberg e David Geffen, co-fondò DreamWorks.

 

Pochi mesi dopo la morte di Wells, che spesso faceva da mediatore nelle discussioni tra Eisner e Katzenberg, e appena due anni dopo averlo visto inaugurare il parco a tema europo della Casa del Topo, il "nostro" Disneyland Paris (allora EuroDisney), al compianto presidente Disney venne attribuito il titolo postumo di Disney Legend.

 

Alla memoria di Wells, però, non venne destinato solo il film sul leoncino che impara a crescere, perché con il suo nome è stato anche battezzato un nuovo edificio presso i Disney Studio di Burbank: il Frank G. Wells Building, inaugurato nel 1997.

Al suo interno si possono trovare uffici di spicco quali la Disney University, i Walt Disney Archives e la Disney Television Animation.

 

Infine, nel meraviglioso documentario di Don Hahn Il risveglio della magia (Waking Spleeping Beauty, 2009) possiamo trovare questa dedica nei titoli di coda:

"The film is dedicated to the memory of Howard Ashman, former Disney President and chief operating officer Frank Wells, animator Joe Ranft, and Roy E. Disney."

 

Una parte del successo riscosso da Il re leone si deve, indubbiamente, anche a Frank Wells. 

 

Posizione 4

Le influenze del Bardo sul film 

 

Tra le centinaia di opere letterarie scritte da William Shakespeare ce n'è una che nell'ambiente teatrale anglosassone (e spesso non solo) è considerata di malaugurio: Macbeth.

 

Spesso nominata "la tragedia scozzese", secondo alcune fonti questa sanguinaria tragedia teatrale avrebbe alcuni punti in comune con la storia di Simba.

 

Nell'opera shakespeariana il protagonista Macbeth uccide per lo stesso motivo che muove Scar: la voglia di sedersi sul trono e la smania di potere in generale.

 

Inoltre, similmente a quanto accade a Simba, convito da Scar di essere responsabile della morte del padre Mufasa, anche Malcom e Donalbain, figli del legittimo re Duncan di Scozia, a causa della loro fuga frettolosa (che forse può riecheggiare la fuga attuata da Simba), vengono sospettati di essere coinvolti nella morte del padre. Proprio come Simba, alla fine, Malcom torna, si vendica e riesce a riconquistare il posto che gli spetta di diritto.

 

Tuttavia è con Amleto, indubbiamente tra i lavori più importanti e noti del drammaturgo britannico, che si possono evidenziare le maggiori vicinanze tra l'opera letteraria e film d'animazione. 

 

L'articolata tragedia in cinque atti è stata pubblicata per la prima volta nel 1603 e, per sommi capi, vede per protagonista Amleto, giovane principe di Danimarca, che piange la morte del padre ucciso.

A meno di un mese dalla morte di quest'ultimo la madre Gertrude sposa lo zio Claudio, fratello del padre.

 

Sarà il fantasma del defunto re a svelare al giovane principe figlio che a ucciderlo è stato proprio il fratello Claudio, ora usurpatore del trono. Da qui, la promessa di vendicare il padre morto porterà Amleto ad una lunga serie di tragici eventi e, infine, alla morte. 

 

Così come accade al giovane Amleto anche il piccolo Simba perde il padre perché lo zio Scar, tramando nell’ombra, fa uccidere il legittimo re, Mufasa.

Proprio come fa Claudio anche Scar usurpa il trono e tenta di ammazzare il nipote: Simba e Amleto si disperano per la morte del padre, scoprendo solo in seguito che è stato lo zio ad architettare tutto.  

 

Proprio come nella tragedia teatrale, inoltre, anche Simba riceve la visita del fantasma del padre defunto. 

 

I due fantasmi appaiono tra loro molto differenti, in realtà, con un Mufasa molto più saggio e decisamente meno vendicativo del fantasma shakespeariano.

Il vecchio re leone, inoltre, non rivelerà a Simba per colpa di chi ha perso la vita (a differenza di quanto fa il padre di Amleto) e il giovane lo scoprirà da solo, nelle ultime scene del film. 

Anche il punto centrale nel dialogo dello spettro del padre morto, in entrambe le opere, non è molto differente.

Se nella versione disneyana ascoltiamo l'iconico Ricordati chi sei, in quella shakespeariana l'invocazione dello spettro è Ricordati di me.  

 

I registi del film hanno dichiarato di non aver preso iniziale ispirazione dalle opere del Bardo per il loro lavoro, tuttavia il parallelismo in particolar modo con l’Amleto si palesò abbastanza presto durante le riunioni di sceneggiatura. 

 

A questo punto, dunque, perché non evidenziarlo ancora di più?

 

La scena del perfido Scar che dialoga con le ossa di un teschio rimanda inevitabilmente all'iconografia classica del personaggio di Amleto e, parallelamente, è la massima esplicitazione del riferimento disneyano all'opera shakespeariana. 

 

Posizione 3

Un doppiaggio italiano ufficiale, ma... sbagliato 

 

Chi ha comprato l'edizione home video del film, distribuita in DVD nel 2003, ha sicuramente impresso nelle orecchie un suono molto diverso da quello cinematografico originale italiano.


Limitatamente ai personaggi di Timon e Pumbaa, per una grossolana svista della Buena Vista, è stata inserita nell'edizione italiana una pista sonora non del tutto ufficiale. 

 

In quella edizione home-video del film, infatti, possiamo sentire i due simpatici amici di Simba parlare con le voci di Luigi Ferraro (Timon) e Renato Montanari (Pumbaa), al posto dei noti Tonino Accolla (Timon) ed Ernesto Brancucci (Pumbaa). 

 

Le voci cantanti dei due, invece, sono rimaste invariate e in entrambi i casi sempre appartenute a Roberto Stafoggia per il suricato e al medesimo Brancucci per il facocero.

 

 

I titoli di coda continuano ad accreditare, in tutti i casi, le voci di Accolla e Brancucci (che ha firmato la partecipazione al film col nome di Augusto Giardino), nonostante l'evidete errore di missaggio dei material sonori. 

 

Disney non chiarì mai ufficialmente i motivi della sostituzione audio, né ritirò o rimborsò le copie del disco.

 

 

Si limitò, purtroppo, a chiudere definitvamente il popoloso forum di Buena Vista Italia (dove gli utenti iscritti erano insorti per chiedere il ripristino delle voci originali) e ad aspettare il 2011 per rieditare il film nel supporto casalingo (per la prima volta anche su Blu-ray) con le voci italiane corrette di Timon e Pumbaa.

 

Il direttore di doppiaggio del film Renzo Stacchi ha spiegato che le voci di Ferraro e Montanari erano state scelte per la prima versione del film che, una volta mixato, non ha comunque superato un controllo da parte del supervisor statunitense.

 

 

Per questo motivo dalla casa madre sono state richieste due nuove voci italiane sui personaggi, con il pretesto anche di renderle timbricamente più vicine alle voci cantanti, e le nuove scelte ricaddero sui compianti Accolla e Brancucci che tutt'oggi ascoltiamo.

 

Posizione 2

Re Leone VS Pocahontas 

 

Nel bel documentario Il risveglio della magia (2009), il regista Rob Minkoff dichiara:

"Ricordo di aver visto un documentario dal titolo "Gli eterni nemici: i leoni e le iene": era molto emozionante, drammatico e intenso.

Pensai che se questo nostro nuovo film fosse riuscito a dare solo la decima parte delle emozioni di quel documentario, allora sarebbe stato grandioso. 

Ci avevamo lavorato per un paio di mesi quando Jeffrey Katzenberg indisse una colazione di lavoro. 

Alla riunione c'erano entrambi i gruppi che avrebbero lavorato su Pocahontas e su Il re leone: Jeffrey disse "Pocahontas sarà un trionfo, è West Side Story, è Romeo e Giulietta con gli indiani d'america, è un successo annunciato!

Il re leone al contrario non sappiamo ancora se abbia realmente una fetta di pubblico interessato a vederlo".

 

Dopo la riunione, nessuno voleva più occuparsi de Il re leone.

Nessuno credeva in quel film.

 

Le produzioni dei due film d'animazione continuarono per un po' quasi parallelamente. Quella de Il re leone iniziò già mentre lo Studio Disney festeggiava il fresco successo di Aladdin (1992), anche se fu durante la promozione di Oliver & Company (1989) che in Disney si iniziò già a discutere del film. 

 

A quel tempo gli elementi erano pochi: si sarebbe trattato di un film ambientato in Africa, avente per protagonista un leone. 

Fine. 

 

Gradualmente la sceneggiatura iniziò a diventare una storia sulla crescita e, da qui, l'ironico soprannome che tutti gli addetti ai lavori diedero al film in lavorazione: "Bambi in Africa".  

 

Con questo titolo goliardico lo Staff Disney iniziò a lavorare a un film che, secondo alcuni spettatori, ricorda in maniera troppo marcata alcune scene dell'anime tratto dal manga di Osamu Tezuka (realizzato tra il 1950 e il 1954 e poi trasposto negli anni '60), intitolato Kimba - Il leone bianco

 

Disney ha sempre preso le distanze dall'affermazione negando le similitudini tra i due prodotti e ha invece trovato nella storia di Simba una grande fonte di guadagno, andando a smentire l'iniziale opinione che Jeffrey Katzenberg aveva sul film.

 

Sui personaggi e sulle vicende del film sono state basate le seguenti creazioni per il mercato audiovisivo e cinematografico, oltre a vari videogiochi come Il re leone - La grande avventura di Simba realizzato nel 2000 per Disney Interactive:

 

Timon & Pumbaa (serie TV animata, 1995) 

Il re leone II - Il regno di Simba (sequel home-video animato, 1998)

Il re leone 3 - Hakuna Matata (sequel home-video animato, 2004)

The Lion Guard (serie TV animata, 2015) 

Il re leone (remake "live action", 2019) 

Mufasa - Il re leone (prequel "live action", 2024)

 

Un successo così duraturo (e sfruttato), a ben vedere, non si può dire che sia toccato anche a Pocahontas.

 

Posizione 1

Numeri e cifre da record

 

Il re leone, 32° Classico animato firmato Walt Disney Animation, è uscito nelle sale italiane il 25 novembre 1994.

 

Adulti e bambini presero d'assalto le sale cinematografiche italiane, polverizzando ogni precedente record di affluenza stabilito pochi anni prima da Aladdin (1992). 

 

Il re leone registrò la bellezza di 55 miliardi di lire d'incasso

 

Il cospicuo materiale stampa realizzato all'epoca per promuovere il film e divulgato su giornali, servizi televisivi, pressbook e videocassette promozionali, mette nero su bianco alcune cifre da capogiro legate alla pellicola.

Ecco tradotto in numeri lo sforzo compiuto 30 anni fa da Disney in 4 anni di lavoro.

 

Per la sola scena della carica degli gnu, che nel film dura solo 2 minuti e mezzo, 5 animatori hanno lavorato per ben 2 anni!

 

Più in generale ne Il re leone abbiamo 

oltre un milione di disegni; 

 

1197 fondali scenici (supervisionati da Doug Ball e alla sua squadra di 20 artisti); 

 

119058 fotogrammi lavorati uno per uno; 

 

600 (e più) professionisti coinvolti tra artisti, animatori e tecnici! 

 

Un lavoro senza dubbio impressionante che ha dato vita a uno dei Classici Disney ancora più amati di sempre, in grado di affascinare diverse generazioni e conquistare ogni volta nuove fette di pubblico. 

 

Hakuna matata, ma che dolce poesia!

 

Hakuna matata, tutta frenesia!

 

Senza pensieri la tua vita sarà,

 

Chi vorrà... vivrà in libertà,

 

Hakuna matata!

 



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