John Carpenter esordisce nel 1974 con Dark Star e in 45 anni dirige 18 lungometraggi: produce i propri film, li scrive, ne compone le colonne sonore e a volte ci recita pure.
I suoi film che sono entrati nella Storia del Cinema e/o che sono diventati dei veri e propri cult movie non sono pochi: Distretto 13: Le Brigate della Morte, Halloween, 1997: Fuga da New York, La Cosa, Grosso Guaio a Chinatown, Essi Vivono, Il Seme della Follia.
John Carpenter è il simbolo di un Cinema artigiano che forse non esiste più, o che sicuramente a Hollywood non ha più quello spazio che aveva un tempo; il regista newyorkese ha praticamente inventato un genere, con Halloween, ha diretto vere e proprie perle dell'horror e della fantascienza moderna, mescolando distopia e critica alla politica del momento in cui viveva.
Quante volte sei caduto in trappola per colpa di un titolo clickbait che poi ti ha portato a un articolo che non diceva nulla? Da noi non succederà mai.
La cosa gli fu suggerita dal distributore stesso: l'MPAA, l'associazione che negli Stati Uniti assegna il rating ai film, aveva detto a John Carpenter che con quella scena il film avrebbe ottenuto la X, sigla che venne poi sostituita dall'NC-17 e che sta a significare il Vietato ai Minori di 17 anni.
Il regista quindi tagliò la scena e rimandò il film all'MPAA che gli assegnò la R, ovvero Vietato ai Minori di 17 anni non accompagnati dai genitori, un rating che quindi permetteva al film di avere un pubblico più ampio.
Una volta ottenuta, la scena incriminata e tremenda venne rimontata nel film e la pellicola venne distribuita nelle sale.
Il trucco funzionò!
Posizione 7
Halloween - La Notte delle Streghe
(1978)
Ecco uno dei colpi di genio di John Carpenter.
Ai tempi delle riprese Jamie Lee Curtis aveva appena 19 anni ed era al suo primo ruolo cinematografico: Carpenter non sapeva nemmeno chi fosse, perché la Curtis lavorava a uno show televisivo ma il regista... non guardava la TV.
Lo studio però pensò che avere nel film "la figlia dell'attrice di Psycho" - Jamie Lee è figlia di Janet Leigh e Tony Curtis - poteva essere un'ottima pubblicità.
Dato che raramente un film viene girato in ordine cronologico e data l'inesperienza della Curtis, Carpenter preparò un cartoncino dove poteva indicare all'attrice il grado di terrore che doveva dimostrare ad ogni scena: dal più basso al più alto, a seconda di dove si trovava in sceneggiatura la scena che stavano per girare.
Visti i risultati, mi chiedo perché il "terrorometro" non venga adottato anche su altri set!
Posizione 6
1997: Fuga da New York
(1981)
Effetti speciali? Computer?
CGI?
Non se ti chiami John Carpenter.
L'idea è clamorosa e la resa, se vi ricordate la scena, non ha nulla da invidiare ai più moderni effetti digitali.
La cosa simpatica è che a occuparsi di quei modellini ai tempi ci fu tra gli altri anche un giovanissimo James Cameron, che era da poco nell'industria cinematografica e lavorava più che altro nel reparto scenografie.
Data la sua carriera successiva, è probabile che sui set di un artigiano come Carpenter il giovane James abbia imparato parecchio!
Posizione 5
La Cosa
(1982)
Ancora oggi è tra i film più amati e più apprezzati di John Carpenter, dalla critica e dal pubblico.
È uno shock per tutti quando si scopre con che cosa hanno realmente a che fare i protagonisti isolati dal mondo, tra i ghiacci, ma se uno spettatore conoscesse il norvegese saprebbe tutto all'inizio del film!
Il ricercatore che cerca di uccidere il cane inseguendolo prima con l'elicottero e poi a piedi, a un certo punto tenta di avvisare la compagnia capitanata da Kurt 'MacReady' Russell, ma lo fa nella propria lingua, che gli americani non conoscono.
Se l'avessero conosciuto avrebbero capito che gli stava dicendo
"Se til helvete og kom dere vekk. Det er ikke en bikkje, det er en slags ting! Det imiterer en bikkje, det er ikke virkelig! KOM DERE VEKK IDIOTER!"
Il che è traducibile come "Andatevene subito da qui! Quello non è un cane! È una specie di cosa che imita un cane, non è reale! SCAPPATE VIA, IDIOTI!"
Ecco quindi un'ottima spiegazione del perché è sempre un bene studiare le lingue straniere, norvegese compreso!
Posizione 4
Christine - La Macchina Infernale
(1983)
La popolarità di Stephen King in quegli anni era così enorme che il film venne messo in produzione... prima ancora che il libro fosse pubblicato!
Sul set le auto usate per fare Christine furono davvero tante e alcune servirono semplicemente per un'inquadratura: quando l'auto si "rigenera" dopo un incidente furono costruite delle pompe idrauliche e inserite all'interno della carrozzeria, che una volta azionate "succhiavano" all'interno i pezzi di lamiera.
Le scene vennero poi montate al contrario per dare l'idea che la macchina tornasse nuova.
Altre Plymouth servirono per le scene di inseguimento, dove i finestrini venivano dipinti di nero sia per darle un aspetto ancora più sinistro ma anche per evitare che si vedesse lo stuntman alla guida, e altre ancora solo per gli interni: di 28 automobili utilizzate nel corso delle riprese, soltanto 2 furono quelle che uscirono illese alle fine delle riprese.
Davvero una macchina infernale.
Posizione 3
Grosso Guaio a Chinatown
(1986)
Ancora oggi è il film più - posso dirlo? lo dico? - più cazzone di John Carpenter.
O almeno è ancora l'unico grazie al quale ci si riesce a fare il maggior numero di risate.
Molte di queste sono dovute all'atteggiamento del personaggio interpretato da Kurt Russell: quel Jack Burton che è "nato pronto" si trova a che fare con situazioni che vanno oltre il verosimile, con "esplosioni verdi, gente che entra ed esce volando", ma il suo fare da duro non gli permette di sconvolgersi più di tanto.
E poi ci sono ben due belle ragazze nei paraggi, non si può certo fare brutta figura.
Probabilmente un po' di Jack Burton si era impossessato di Kurt Russell, perché invece di chiedere una pausa o un periodo di malattia, l'attore continuò a recitare nonostante una bruttissima influenza.
Influenza che, non curata, pareva a un certo punto non guarire mai, ma che in ogni caso fece gioco al film e a John Carpenter: quello sguardo un po' stralunato e il sudore sempre presente sulle spalle e il torace di Russell sono perfetti per il film!
Posizione 2
Il Signore del Male
(1987)
Il film precedente, Grosso Guaio a Chinatown, costò la bellezza di 25 milioni di dollari ma ne incassò appena 11.
È solo con il tempo che ha assunto quell'aura da cult movie che adesso gli riconosciamo, all'epoca invece fu un flop e per John Carpenter non fu certo divertente.
Ecco perché il suo film successivo, Il Signore del Male, venne approvato con un budget di appena 3 milioni di dollari che non permetteva grandissime star o effetti speciali pirotecnici.
Uno dei più spaventosi film di Carpenter fece quindi in modo di farlo tornare ai fasti degli effetti artigianali, quelli "fatti in casa", quelli dove conta più l'ingegno che il denaro e che, spesso, si traducono in intuizioni geniali con un ottimo risultato.
Come riprodurre quindi il passaggio di una mano e un braccio all'interno di uno specchio, se si hanno pochi soldi?
Si riempie di mercurio un contenitore, lo si appoggia per terra, si sdraia su un fianco la cinepresa e si riprende la scena.
Una volta proiettata, l'illusione sarà quella di avere una superficie verticale argentea e riflettente come quella di uno specchio: prendete nota, probabilmente questa soluzione funziona ancora oggi, e se avete in programma un cortometraggio con un attraversamente dello specchio... Carpenter può tornare utile anche a più di trent'anni di distanza!
Posizione 1
Essi Vivono
(1988)
La carrellata cronologica sui film di John Carpenter si conclude con uno dei suoi film più belli, almeno secondo il sottoscritto, e sicuramente uno dei più attuali.
Essi Vivono è una crudissima critica politica, per ammissione stessa del regista contro le scelte politiche dell'allora Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan.
In seguito il film venne adottato anche da degli estremisti di destra come manifesto degli "Ebrei che controllano il mondo", ma Carpenter smentì il tutto con un tweet nel 2017, dicendo che era una menzogna dato che il suo film rappresentava "Una critica nei confronti del capitalismo sfrenato e degli yuppies".
Anche in questo caso il budget non era faraonico, appena 4 milioni di dollari, quindi oltre all'invenzione di girare in parte in bianco e nero la produzione dovette fare i salti mortali per trovare qualcosa di economico ma funzionale.
Quindi ecco che per le ricetrasmittenti delle guardie riciclarono il prop - termine tecnico che definisce un oggetto di scena - che si era visto 4 anni prima in Ghostbusters, utilizzato dal Dottor Egon Spengler per "rilevare l'energia paracinetica".
O forse si trattò di qualcosa di voluto, una sorta di citazione per sottolineare ancora di più come la nostra sia diventata ormai una società di fantasmi, di presenze impalpabili.
O magari sto esagerando io.
Ma ormai sono più di dieci anni che John Carpenter non fa un film per il Cinema, a me manca e può darsi che tutto ciò mi stia facendo impazzire.
Figlio illegittimo del colonnello Kurtz e del tenente Ripley, folgorato sulla via di Dagobah mentre sul chopper di Zed filavo molto karaschò a 88 miglia orarie verso l'Overlook Hotel gestito da HAL9000.
Mi travesto da donna per fuggire da Charles Foster Palantine, con il quale suonavo blues in missione per conto della Tyrell Corporation, ma era tutto Top Secret.
Bevo White Russian, mangio torta di ciliegie stando in Silencio e non vado a letto presto perché canto sotto la pioggia.
Lavoro in TV, canto nei Dymama, sono il Direttore Editoriale di CineFacts.it e non dico mai la parola "morte".
Teo Youssoufian
5 anni fa
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RayRJJackson
5 anni fa
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Teo Youssoufian
5 anni fa
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Davide Sciacca
5 anni fa
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