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8 cose che fino ad oggi non sapevi su Il diavolo veste Prada

Il secondo lungometraggio di David Frankel con una Meryl Streep in formissima

Il diavolo veste Prada è un film del 2006 diretto da David Frankel, tratto dal romanzo omonimo di Lauren Wiesberger uscito tre anni prima: la scrittrice fu l'assistente personale di Anna Wintour, direttrice di Vogue America e, nonostante la Wiesberger abbia tenuto a specificare che il romanzo sia frutto della sua fantasia, è innegabile che il personaggio di Miranda Priestly nel film si ispiri a lei. 

 

Per interpretarlo fu scelta la grandissima Meryl Streep, che dipinge un personaggio odioso e perfido, abbastanza lontano dalle performance che l'hanno resa famosa. 

 

La storia de Il diavolo veste Prada è piuttosto semplice: la protagonista Andrea 'Andy' Sachs (Anne Hathaway) sogna di diventare giornalista e trova lavoro nell'industria della moda attraverso la rivista Runway, la più famosa del suo genere.

Andrea però nonostante il suo talento non lavorerà come giornalista bensì come seconda assistente di Miranda Priestly (Meryl Streep), la malvagia direttrice della rivista.

 

Miranda è una donna elegante ma spietata e crudele, che rende l'esperienza di Andrea un autentico inferno. 

 

 

 

La ragazza dovrà modificare il proprio stile semplice per uno più trendy ed elegante al fine di farsi accettare da Miranda e dai suoi colleghi, in particolare Emily (Emily Blunt), la sua compagna di lavoro.

 

Andy affronterà il tutto come una sfida, cambiando drasticamente la propria immagine con l'aiuto di Nigel (Stanley Tucci), direttore artistico della rivista. 

 

La sua intelligenza e la sua prontezza la fanno rapidamente salire nelle preferenze di Miranda e piano piano Andrea capisce come funzioni il meccanismo e inizia a farsi strada, fino al punto però di perdere se stessa, i propri affetti e la vita che conduceva precedentemente. 

 

Come continua Il diavolo veste Prada non vogliamo svelarvelo, possiamo però assicurarvi che la Hathaway è in gamba nel dare vita a un personaggio che tutto sommato compie un percorso classico nella drammaturgia occidentale, ma che soprattutto c'è una Meryl Streep veramente gigantesca, credibile in tutta la sua cattiveria e che fa riflettere su quanti personaggi nella vita reale occupino posizioni di potere e si comportino allo stesso modo. 

 

Il diavolo veste Prada fu il secondo lungometraggio per il regista David Frankel, a più di dieci anni dal primo e con una carriera prevalentemente legata alla direzione di episodi di serie TV. 

 

Dopo di questo ha diretto Io & Marley, film strappalacrime con Owen Wilson, Un anno da Leoni, Il matrimonio che vorrei - dove ha ritrovato Meryl Streep - e One Chance - L'opera della mia vita. 

Ma in seguito al flop di Collateral Beauty nel 2016 è tornato alle serie TV, restando segnato come "il regista de Il diavolo veste Prada". 

 

E vedendo il film si può capire come mai!

 

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Posizione 8

La parte di Anne Hathaway 

 

Guardando il film si apprezza senza dubbio la performance della Hathaway nel ruolo di Andy, ma... inizialmente la parte non era sua! 

 

La Fox infatti voleva una star, cosa che in quel momento Anne Hathaway non era, e rincorse per parecchio tempo Rachel McAdams, ai tempi molto richiesta dopo Mean Girls e Le pagine della nostra vita

 

L'attrice canadese però rifiutò il ruolo più volte, dicendo di volersi allontanare da un certo genere di film; la Fox allora propose la parte ad altre attrici tra cui Juliette Lewis e Claire Danes.

 

Furono in tutto un centinaio le attrici valutate per il ruolo di Andy e Anne Hathaway riuscì infine a spuntarla. 

 

Ma ancora non sapeva cosa avrebbe dovuto sopportare...

 

Posizione 7

La parte di Meryl Streep 

 

Per poco la Streep non recitò nel film. 

 

L'attrice stessa ha raccontato che una volta ricevuta e letta la sceneggiatura era convinta che il film sarebbe stato un enorme successo, e accettò di incontrare lo studio per parlare del contratto. 

 

Purtroppo però le offrirono un cachet molto basso, non solo per lo status che aveva ormai raggiunto la Streep ma anche paragonandolo a quello che aveva appena ottenuto in altri film precedenti. 

 

La Streep visse la cosa come un insulto, dato che era evidente che la Fox volesse puntare tutto sulla sua presenza per lanciare Il diavolo veste Prada e minacciò di mollare il progetto. 

A quel punto, i produttori raddoppiarono l'offerta e Meryl Streep salì a bordo del progetto con un cachet di 4 milioni di dollari. 

 

E per chi stesse pensando a lei come a una venale attrice che pensa solo ai soldi, sappia che a fine produzione chiese di poter tenere i vestiti del suo personaggio... solo per organizzaree successivamente un'asta e devolvere in beneficenza l'intero ricavato! 

 

Posizione 6

La parte di Emily Blunt

 

Ovviamente non poteva mancare la terza attrice del film. 

 

Il regista David Frankel vide più di 100 attrici diverse per il ruolo di Emily ma nessuna di queste lo convinceva. 

 

Emily Blunt si trovava in quel periodo a Los Angeles per i provini per la parte da protagonista in Eragon - che alla fine non ottenne, fortunatamente per lei - quando un agente di casting le chiese di registrare un provino per Il diavolo veste Prada.

 

La Blunt tornò poi a Londra, scoraggiata per aver perso la parte in Eragon, ma il regista Frankel le telefonò e le chiese di leggere di nuovo la parte. 

 

L'attrice piacque così tanto che il ruolo nel film subì una modifica piuttosto radicale: il personaggio di Emily era pensato come statunitense, ma nel momento in cui a interpretarlo arrivò la londinese Emily Blunt, le cose vennero aggiustate per fare in modo che il suo accento british rispecchiasse anche certe movenze e certi comportamenti della Emily del film! 

 

Chissà se poi la Blunt abbia mai visto Eragon e si sia resa conto di quanto la Dea Fortuna quel giorno fosse girata dalla sua parte...

 

Posizione 5

I problemi di Anne Hathaway 

 

Le riprese de Il diavolo veste Prada non furono affatto semplici per Anne Hathaway.

 

L'attrice stava attraversando un periodo personale piuttosto complicato: ai tempi aveva una relazione con Raffaello Follieri - uomo d'affari italiano poi implicato in una truffa che coinvolgeva il Vaticano, per la quale si è fatto 4 anni di carcere dal 2008 al 2012 - che non vedeva di buon occhio la professione della sua fidanzata. 

 

Follieri non voleva che la Hathaway lavorasse di notte, e quando c'erano in programma delle riprese notturne l'attrice appariva sempre scossa e turbata. 

 

Oltre a ciò, la stessa Hathaway raccontò che una volta firmato il contratto le venne chiesto di mettere su peso... per poi perderlo durante le riprese del film.

 

La costumista Patricia Field le disse che avrebbe dovuto guadagnare circa 5 chili - cosa che la Hathaway fece in circa un mese - e che poi avrebbe dovuto perderli nuovamente per mostrare la sua trasformazione nel film: Anne Hathaway durante le riprese passò da una taglia 6 a una taglia 4 (la nostra S e la nostra - quasi - XS) e raccontò che in alcune scene non girate in maniera cronologica dovette portare dei cuscinetti che simulavano... le sue forme precedenti al dimagrimento. 

 

Posizione 4

Miranda Priestly 

 

Il primo giorno delle riprese del film Meryl Streep si avvicinò ad Anne Hathaway e le disse

"Penso che tu sia perfetta per il ruolo, sono davvero felice che lavoreremo insieme".

 

Poi fece una pausa e aggiunse

"E questa è l'ultima cosa carina che ti dirò." 

 

Così fece: durante i due mesi di riprese Meryl Streep mantenne il distacco dagli altri attori in ogni pausa, isolandosi. 

 

Non prendeva parte ai momenti di gruppo, non pranzava in compagnia di nessuno: in questo modo evitò che si creasse un certo tipo di rapporto tra loro e fece in modo che gli altri attori si sentissero sempre e comunque in soggezione una volta che dovevano condividere l'inquadratura con lei. 

 

Obiettivo raggiunto. 

 

Posizione 3

Non solo distacco

 

Meryl Streep diede vita al suo personaggio non solo creando distacco tra lei e gli altri attori, ma anche lavorando sul suo aspetto. 

 

L'idea dei capelli bianchi infatti fu sua: la Streep decise di schiarirsi i capelli per rendere Miranda ancora più algida e glaciale, e la cosa fece la gioia della costumista che dichiarò che con i capelli bianchi si poteva sbizzarrire di più con le palette degli abiti. 

 

Altra cosa su cui lavorò la Streep fu la voce del suo personaggio. 

 

Tutti si aspettavano una Miranda focosa, furibonda e despota, e alcuni dei presenti alla prima lettura di gruppo della sceneggiatura hanno raccontato che al contrario Meryl sorprese chiunque la prima volta che aprì bocca. 

Il suo modo di dare le battute in maniera sussurrata, quasi sottovoce, era agli antipodi rispetto a quanto ci si aspettasse, eppure tutti furono concordi nel dire che in questo modo Miranda risultava ancora più lontana e meno "umana". 

 

Meryl Streep ha poi dichiarato a chi si è ispirata per la sua scelta: a Clint Eastwood. 

"Clint non alza mai, mai, mai la voce, tutti quelli che gli stanno intorno devono stare zitti e avvicinarsi per sentire cosa stia dicendo, e automaticamente diventa la persona più potente in quella stanza". 

 

Prendete appunti. 

 

Posizione 2

Il successo

 

Non solo la Streep ci vide lungo, indovinando subito che il film sarebbe stato un successo. 

 

L'ex capo di Fox 2000 Elizabeth Gabler raccontò che lo studio si assicurò i diritti cinematografici del libro... prima ancora che il libro fosse finito! 

 

"Ne acquistammo i diritti quando era ancora un manoscritto parziale, 50 pagine con un outline. 

L'idea era così forte, il concetto così chiaro e così allettante che abbiamo pensato che saremmo stati in grado di ricavarci un grande film, indipendentemente da quello che si sarebbe rivelato essere il libro finito". 

 

Il diavolo veste Prada costò allo studio 35 milioni di dollari e nel mondo arrivò a incassarne quasi 10 volte tanto, restando nella memoria collettiva come uno dei film più famosi con Meryl Streep - nonostante la sua lunga e clamorosa carriera - e il film che lanciò definitivamente Anne Hathaway ed Emily Blunt. 

 

Parte del costo del film fu dovuta ai costumi: in tutto la costumista spese oltre un milione di dollari per gli abiti che vediamo, rendendolo uno dei film hollywoodiani con il budget dedicato ai costumi più cospicuo di sempre. 

 

Posizione 1

Anna Wintour

 

Come detto in apertura, il personaggio di Miranda Priestly è chiaramente riferito a Nuclear Wintour, come viene chiamata nell'ambiente la direttrice di Vogue America. 

 

Il diavolo veste Prada non fu accolto bene dal mondo della moda e la cosa si ripercosse anche sui costumi del film: l'elevato costo dei costumi fu infatti dovuto al mancato appoggio di tantissime case di moda che, al posto di collaborare o approfittare per fare product placement, misero i proverbiali bastoni tra le ruote. 

 

Pare infatti che la stessa Wintour, una volta al corrente della produzione del film tratto dal romanzo della sua ex assistente, avvertì i principali stilisti che erano stati invitati a comparire come cameo nel film che sarebbero stati banditi dalle pagine di Vogue se si fossero azzardati a farlo. 

I portavoce della Wintour hanno sempre negato questa affermazione, eppure è evidente guardando il film che qualcosina di vero deve esserci. 

 

Così come è vero che sulle pagine di Vogue e delle altre grandi riviste di moda, Il diavolo veste Prada... non fu mai praticamente menzionato. 

 

La Wintour non fu invitata alla première del film, ma lo vide in una proiezione successiva riservata a pochissimi. 

Come si presentò? 

Ma ovviamente vestita dalla testa ai piedi con abiti firmati... rigorosamente ed esclusivamente Prada. 

 



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