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Spoiler è traducibile in italiano con ''anticipazione''. ''Sgradita'', mi verrebbe da aggiungere.
La fenomenologia degli atteggiamenti legati agli spoiler e della loro stessa manifestazione è piuttosto ampia, e le differenze sottili.
Ciò che costituisce il vero fastidio per chi viene a conoscenza di un dettaglio significativo della trama, tale o presunto tale, è la pervasività di quella informazione durante il tempo della percezione dell'opera.
Essendo associata a un'emozione sgradevole l'idea in questione non abbandona nemmeno per un istante la mente, che è protratta, per tutta la durata del film, alla ricerca di conferme e dettagli che portino alla manifestazione di quello sgradito concetto.
Quello che viene rovinato non è tanto la sorpresa durante l'eventuale colpo di scena, quanto il piacere della ricerca che lo precede.
[Provate a pensare al peso del piacere dell'anticipazione in diverse serie televisive]
La nostra mente è fatta per lavorare costantemente in anticipazione.
È probabilmente un meccanismo di difesa, da qui ricaviamo il vero piacere.
Pensate alla musica: possiamo sentirci ben lieti di sentire per la prima volta un tema di una sinfonia senza che questo ci fosse già noto in precedenza, nondimeno nell'ascolto della musica la nostra mente anticipa costantemente ciò che crede dovrà capitare godendo quando avviene la coincidenza fra l'atteso e il realizzato.
Le armonie più naturalmente piacevoli seguono regole precise come calcoli matematici.
La percezione di ciò che è armonico è una proprietà fisiologica (misteriosissima), che non necessita studi, e va da sé che in presenza di un insieme di note siamo naturalmente portati ad anticipare la loro realizzazione in un gruppo di altre che darebbe vita all'armonia anelata.
Se ascoltassimo musica ancorati al tempo presente, nota dopo nota, non godremmo per nulla.
Il piacere è dato dalla nota presente in accordo a quelle da poco passate, e memorizzate, e quelle che ci anticipiamo.
Ascoltare pezzi di Arnold Schönberg e della sua tecnica di composizione dodecafonica non è immediatamente assimilabile come un'esperienza piacevole.
Questo perché non vi è praticamente alcuna possibilità di anticipare ciò che ancora deve realizzarsi.
Le nostre menti adorano tentare di spoilerarsi i risvolti di trama, ma a rendere questo esercizio piacevole è la possibilità che ci si possa sbagliare e, spesso, la speranza che questo accada.
Un'anticipazione sgradita, certa, invece pervade la coscienza dello spettatore, che perde il piacere della ricerca.
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Non tutti i film sono soggetti a possibili spoiler, né lo sono allo stesso modo.
Comporrò ora una scala di suscettibilità con a fianco a ogni gradino un esempio di titolo che lo possa rappresentare:
- Nessuno spoiler possibile: 8 ½;
- Spoiler non più possibili: Psyco - Titanic;
- Spoiler possibili ma con un'importanza marginale ai fini della fruizione: La Cosa;
- Spoiler possibili che rovinano il momento, ma non la trama complessiva: Enemy (scena finale);
- Spoiler di momenti emblematici, ma che non costituivano il fine della storia: Amour;
- Spoiler di momenti parziali nella vicenda, ma che possono rovinare la percezione dello spettatore "che darà la caccia agli indizi" (cfr. introduzione): Arrival;
- Spoiler di momenti che costituivano il fulcro delle vicende e rendono la visione già una revisione: I Soliti Sospetti.
I gradi sono molti e diversificati.
Vale la pena di domandarsi perché abbiamo tutti il desiderio di vedere per la prima volta Psyco pur conoscendo inevitabilmente la scena della doccia.
Risponderei che, come suggerito più sopra, esiste anche un gusto dell'anticipazione (un'idea già leopardiana, dopotutto).
E anche se il concetto è ormai stato rovinato irrimediabilmente, resiste comunque il piacere di vedere come avverrà ciò che sappiamo dovrà avvenire.
Questo spiega quelle persone che non provano alcun tipo di fastidio a conoscere in precedenza le trame di libri e film e, anzi, non ne vedono uno se non in seguito a un'approfondita ricerca.
Ma dopotutto ogni volta che scegliamo un film di un dato autore, o semplicemente di un genere ben definito, poetiche e canoni costituiscono già di per sé uno spoiler, eppure siamo ben felici di cominciare la visione assicurandoci di conoscere, se non la fabula, quantomeno l'intreccio; perché amiamo essere disconfermati e sorpresi, ma non così tanto quanto crediamo.
Non è semplice amare Schönberg.
2 commenti
Yuri Palamini
4 anni fa
Senza considerare che un giovane di 14/15 anni che comincia ad avvicinarsi ai film di spessore (ad esempio) non ha colpe nel non aver mai visto film con rischio spoileroni pesanti.
È difficile definire la linea, forse certi tipi di spoiler (almeno quelli messi al 7º livello da Sebastiano) non andrebbero mai detti a prescindere, o almeno questo è il mio parere 😉
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Yuri Palamini
4 anni fa
Il primo al massimo può spoilerare in un commento e quindi sta a noi evitarli in caso di film ancora da vedere, ma i secondi possono buttarti sulle home Page immagini spoiler o titoli di articoli contenenti informazioni poco gradite..
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