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Heretic - Recensione: ha ancora senso credere in Dio?

Heretic è il nuovo horror di A24 con Hugh Grant, Sophie Thatcher e Chloe East; un film sugli effetti del fanatismo, religioso e non, che metterà alla prova le tue convinzioni più profonde

Heretic è un horror che si basa sul dialogo e sulla solidità della sua scrittura, su una trama messa a punto da Scott Beck e Bryan Woods affinché essa non sia altro che una grande metafora della vita religiosa dell’individuo. 

 

Sorella Barnes e sorella Paxton sono due giovani ragazze profondamente legate alla chiesa dei mormoni e il loro compito è quello di girare casa per casa nella speranza di riuscire a convertire più persone possibili.

 

Un giorno però hanno la sfortuna di imbattersi nel Signor Reed, un eccentrico uomo di mezza età intenzionato a mettere alla prova la loro fede… ma fino a che punto sarà disposto a spingersi? 

 

[Il trailer ufficiale di Heretic]

 

 

Dio esiste oppure no?

 

Il film non vuole dare una risposta a questo interrogativo universale, ma invitare lo spettatore a una riflessione critica sulle proprie convinzioni. 

Proprio per questo i due registi di Heretic fanno con noi quello che il Signor Reed mette in atto con le giovani prese in ostaggio: cercano di controllare i nostri pensieri e farci propendere prima per una visione e subito dopo per un’altra. 

Ci rendiamo conto di essere più manipolabili di quanto potessimo pensare ed è proprio questo uno dei punti di Heretic: qualsiasi teoria, se ben articolata, può risultare credibile e persuasiva.

 

Che cos'è questo strano odore di mirtillo nell'aria?

 

 

[Sophie Thatcher e Chloe East in una scena di Heretic]

 

Quella di credere in qualcosa - oppure di non credere in niente - dovrebbe essere una scelta attuata sulla base delle proprie convinzioni, non un’imposizione dettata dal “marketing” o il semplice residuo di qualche un retaggio culturale. 

 

L’altra critica è ovviamente al fanatismo religioso, o meglio, all’estremismo e alla violenza che questo porta inevitabilmente con sé.

Nel mezzo, Heretic non perde l’occasione per lanciare qualche frecciatina per nulla scontata anche al capitalismo, tra “We don’t talk about Taco Bell” e miracoli programmati al minuto. 

 

A mio avviso un altro punto di forza del film sono sicuramente le interpretazioni dei tre protagonisti, in particolare quella di Hugh Grant, annoverando Mr. Reed tra gli antagonisti più interessanti degli ultimi anni. 

Il sarcasmo e la vena grumpy che contraddistinguono Grant anche nella vita reale qui diventano elementi essenziali per costruire un personaggio che funziona; Reed all’inizio ci risulta quasi simpatico: chi non avrebbe voluto un professore di religione in grado di spiegare la Bibbia attraverso i Radiohead o Star Wars

 

Con il passare del tempo però, quello che sembrava essere un  semplice uomo cinico e privo di fede si rivela essere il vero fanatico della storia: al giorno d’oggi l’unica cosa davvero importante è imporre la propria idea, dimostrare a tutti i costi di essere nel giusto a costo di arrivare all’estremismo più assoluto. 

 

 

[Hugh Grant in una scena di Heretic]

 

 

Se all’apparenza la coppia formata da Sophie Thatcher e Chloe East può ricordare quella di Mercoledì Addams e della sua amica Enid Sinclair, con il procedere della pellicola assistiamo a due profonde trasformazioni interiori delle protagoniste. 

 

Sorella Barnes fa parte della Chiesa da più tempo di Sorella Paxton, ma arriva alla porta di Reed già tormentata da forti dubbi religiosi e ogni parola scagliata contro l’eretico sembra in realtà rivolta verso sé stessa per autoconvincersi. 

La sua coetanea, al contrario, andrà gradualmente perdendo l’entusiasmo di un credo che sembrava indistruttibile. 

 

Il miracolo però arriva sempre quando abbiamo smesso di aspettarlo...

 

 

[Chloe East in una scena di Heretic]

 

I primi due atti del film mi pare funzionino decisamente meglio del terzo, perché quest’ultimo si lascia improvvisamente contagiare da uno spirito splatter che stona con la sobrietà stilistica dell’ora precedente.

 

Con un messaggio così forte, in sintesi, avremmo forse potuto fare a meno del sangue. 

Heretic si chiude con un finale che, se collegato a quanto detto fino a quel momento, non può che considerarsi a libera interpretazione e riconfermare quanto teorizzato da Mr. Reed all'inizio della pellicola: "The more you know, the less you know". 

Questo perché credere è - e sempre sarà - solo una scelta individuale.

 

Feels like I'm knockin' on Heaven's door...

 

[articolo a cura di Alice Rosa]

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