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Drive-Away Dolls - Recensione: John Waters e Henry James

Universal porta nelle sale italiane Drive-Away Dolls, ultima fatica di Ethan Coen che omaggia il Cinema di exploitation romance dei primi anni 70; una commedia on the road queer che si posiziona dentro e fuori dal tempo

Per parlare di Drive-Away Dolls si rende necessario inquadrare i fratelli Coen, una di quelle meravigliose anomalie delle quali il Cinema ha bisogno, soprattutto per la loro capacità di prendere qualcosa di alto, come l’Odissea di Omero, per poi realizzare un film scanzonato come Fratello, dove sei?

 

Esplorando la loro filmografia, dall’esordio del 1984 con Blood Simple - Sangue facile, fino all’ultima avventura a quattro mani con La ballata di Buster Scruggs, non esiste un film dei fratelli Coen che si possa definire poco meritevole. 

Quando va male, i Coen girano un film meno brillante rispetto allo standard unico e inimitabile che appartiene loro, con il linguaggio e la forma di racconto per immagini ben noto a chiunque sia a proprio agio con il loro Cinema.

 

Sfortunatamente i Coen ora esistono solo in pezzi unici e se Joel ci aveva deliziato con il suo Macbeth, Ethan dopo il documentario dedicato a Jerry Lewis decide di tornare alle radici della poetica che li ha ispirati.

 

Drive-Away Dolls ha il sapore di Arizona Junior e la comicità demenziale e scoordinata di Burn After Reading - A prova di spia ma, come spesso accade con i Coen, alla radice dell’opera c’è più di quanto possa sembrare.

 

[Il trailer di Drive-Away Dolls, distribuito in Italia esclusivamente in lingua originale]

 

 

Drive-Away Dolls presenta all'inizio un omaggio a Henry James e mette l'autore e le sue riflessioni sulla moralità sullo sfondo di un film queer. 

 

In un certo senso prende anche la sua voglia di fare commedia con Gli europei, tanto quanto il desiderio di James, statunitense naturalizzato britannico, di discostarsi dal contesto statunitense, soprattutto se consideriamo che Ethan Coen, come da abitudine, racconta fuori dal tempo e imposta nel 1999 la storia del film, scritta a quattro mani con Tricia Cooke

 

Le distorsioni temporali del suo queer movie on the road vanno oltre e Drive-Away Dolls strizza l’occhio agli exploitation romance film che hanno cresciuto i Coen, trovando in John Waters un punto di riferimento importante.

 

Drive-Away Dolls è a mio avviso un film che rimane fedele alla vena creativa dei Coen e nel costruire un semplice intreccio crime prende la palla al balzo per parlare delle idiosincrasie politiche di una nazione, che oggi più che mai è minacciata da idee conservatrici estremiste ma anche bugiarde.

 

 

 

 

Drive-Away Dolls è un queer movie che non passa dal dramma o dal romantico, ma diverte lo spettatore con una Margaret Qualley gretta e perfetta per lo schermo di Ethan Coen. 

 

In aggiunta tornano tutti quei personaggi secondari che donano dinamismo e fascino all’aria sopra le righe e surreale delle produzioni comiche targate fratelli Coen.

Drive-Away Dolls è un’opera che vive chiaramente in un suo tempo, in uno spazio unico che Ethan Coen mette in scena con sapienza, ma una parte di me ha avvertito la mancanza di una certa alchimia nella struttura del film, quella che solitamente i fratelli riescono a scatenare quando lavorano insieme.

 

Sicuramente un film che trova nella visione in sala la sua Mecca, perché è dove il pubblico ride di gusto insieme, grazie alla demenzialità delle situazioni proiettate sullo schermo. 

Tuttavia secondo me mancano alcuni elementi che trasformano ogni pellicola a opera dei fratelli Coen in un pezzo unico, configurandosi a suo modo in qualcosa di memorabile che deforma, rendendole diversamente grandiose, le storie e i generi del grande Cinema. 

 

Drive-Away Dolls è nei nostri cinema esclusivamente in lingua originale con i sottotitoli italiani: se volete un consiglio sfruttate l’occasione di godere di un film del quale difficilmente troverete degli emuli.  

 

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