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The Warrior, il guerriero: questo il titolo scelto da Eagle Pictures per lanciare nelle nostre sale The Iron Claw, il nuovo e acclamato dramma targato A24, la casa di distribuzione "indipendente" (le virgolette sono obbligatorie) che sta cambiando il volto del Cinema hollywoodiano e globale.
Scritto e diretto da Sean Durkin, già autore dei notevoli La fuga di Martha e The Nest - L'inganno, The Warrior - The Iron Claw racconta la triste storia, tragicamente vera, di una delle più grandi dinastie del wrestling professionistico statunitense, la famiglia Von Erich, travolta tra gli anni '80 e '90 da una serie di tragedie così gravi e ravvicinate da far pensare a una vera e propria "maledizione".
[Il trailer internazionale di The Warrior - The Iron Claw]
Jack Adkisson (Holt McCallany), in arte Fritz Von Erich, è una leggenda del ring nello stato del Texas.
Sempre vicino al titolo mondiale della National Wrestling Alliance (NWA) senza mai riuscire a conquistarlo, una volta ritiratosi diventa promoter della World Class Championship Wrestling (WCCW), sussidiaria texana della NWA, in cui combattono i figli Kevin (Zac Efron) e David (Harris Dickinson), ai quali si aggiungeranno nel tempo i fratelli Kerry (Jeremy Allen White), che ha visto sfumare i sogni di partecipare alle Olimpiadi, e Mike (Stanley Simons), il figlio più giovane e sensibile, più avvezzo alla musica che alla lotta sul ring.
Fritz è sempre molto esigente con i figli e vuole raggiungere tramite di essi l'obiettivo di portare a casa la cintura dei pesi massimi; da parte loro, i fratelli sono molto uniti e guardano al padre con enorme rispetto e ammirazione.
I Von Erich diventano presto una delle maggiori attrazioni del wrestling negli Stati Uniti e delle autentiche leggende nel Texas, ma il successo di Kevin, David e Kerry è tanto grande quanto proporzionale alla serie di tragedie che rischiano di mettere in ginocchio la famiglia.
[Gli inseparabili fratelli Von Erich così come interpretati nel film The Warrior - The Iron Claw: da sinistra verso destra David (Harris Dickinson), Kevin (Zac Efron), Mike (Stanley Simons) e Kerry (Jeremy Allen White)]
Sebbene distribuito sotto l'egida A24 il film di Durkin, che ha lavorato al progetto per anni, non assomiglia al prodotto tipico della casa di distribuzione, nota per il look moderno e attento ai gusti contemporanei, grazie a un'ambientazione, a una fotografia (dell'ungherese Mátyás Erdély, che ha girato il film in pellicola Kodak 35mm) e a una colonna sonora (dell'ex Arcade Fire Richard Reed Perry, comprensiva di brani cult come Don't Fear the Reaper dei Blue Oyster Cult e Tom Sawyer dei Rush) che richiamano lo stile del grande Cinema hollywoodiano di fine anni '70.
Forte di un cast in stato di grazia, recentemente premiato dal National Board of Review come Best Ensemble, The Warrior - The Iron Claw è un grande racconto a stelle e strisce che, man mano che progredisce e si arricchisce di pathos, assume i toni di una tragedia greca.
Durkin ha grande rispetto sia per la drammatica storia dei Von Erich sia per la disciplina alla quale hanno dedicato sangue, sudore e lacrime: quel wrestling professionistico spesso schernito come intrattenimento di bassa lega e accusato di essere finto quando, sebbene predeterminato nel risultato, sa essere estremamente reale e spietato nelle ferite che causa.
La capacità del wrestling di creare leggende va di pari passo con quella di distruggerle: basti pensare alle numerose morti precoci registrate tra i lottatori (tra le più note quella di Eddie Guerrero, il cui nipote Chavo Guerrero Jr. ha curato gli stunt e allenato gli attori per le scene di lotta) o alle tante tragedie che spesso hanno calato una lugubre ombra su uno spettacolo che raramente si prende il lusso di fermarsi.
La WWE e la AEW, le più importanti federazioni di wrestling al mondo, hanno continuato a registrare i loro show anche nel bel mezzo della pandemia di COVID-19.
[Chavo Guerrero Jr. e Zac Efron impegnati in un match nel film The Warrior - The Iron Claw. Guerrero, a sua volta parte di una celebre famiglia del wrestling, ha curato sia le coreografie che l'allenamento degli attori protagonisti, rendendoli capaci di partecipare a veri e propri incontri di wrestling: tutte le scene sul ring, infatti, sono state ricavate da fedeli ricostruzioni di match veramente avvenuti, combattuti da Efron, Dickinson e White per intero e poi tagliati in montaggio]
Tra le drammatiche vicende che hanno segnato la storia del wrestling, quella dei fratelli Von Erich è forse la più deprimente; tanto che Durkin ha dovuto addirittura alleggerirla rimuovendo ulteriori fatti drammatici per non appesantire troppo la narrazione o il tono già cupo del film.
La vicenda di The Warrior - The Iron Claw si sviluppa in un periodo in cui il panorama del wrestling statunitense era diviso in territori regionali, gestiti da un corpo centrale di coordinamento (la NWA) che decideva i campioni da incoronare e i match da combattere a livello nazionale, elevando occasionalmente i talenti locali.
Questo tipo di organizzazione lasciava libertà alle federazioni locali, come la WCCW, e rendeva i lottatori estremamente famosi nel loro stato di appartenenza: chi indossava i panni del cattivo era odiato ovunque andasse e, di conseguenza, gli "eroi" (in gergo babyface) erano osannati al punto di diventare delle vere e proprie star locali, tanto da prestare il loro volto a campagne pubblicitarie e capaci di far impennare gli ascolti delle trasmissioni solo grazie alla loro presenza.
The Warrior - The Iron Claw offre uno spaccato fedele di un'epoca e di un business in crescita vertiginosa: lo stile televisivo degli show di wrestling è ricreato nei minimi dettagli, dalle interviste ai "promo" - momenti in cui i wrestler lanciano o accettano le sfide degli avversari, caricando il pubblico con la loro abilità al microfono - fino ad arrivare agli incontri in sé, in cui Efron, White e Dickinson si cimentano spesso senza controfigura, mettendo in mostra fisici scultorei come risultato di una trasformazione fisica che sottolinea la dedizione del cast alla storia raccontata e quella del regista al realismo della messa in scena.
[In The Warrior - The Iron Claw Durkin ha cercato di ricreare il più fedelmente possibile l'estetica delle trasmissioni televisive di wrestling degli anni '80]
Nel proprio cuore The Warrior - The Iron Claw è un dramma sportivo, che condivide gli stilemi del genere - il raggiungimento degli obiettivi tramite il miglioramento di sé, lo sport come ossessione e metafora della vita, un arco narrativo costruito a tappe - con titoli ben più celebri come Rocky, Toro scatenato (citato nell'incipit del film) o, per rimanere nella disciplina, The Wrestler di Darren Aronofsky.
Il film di Durkin è però anche l'affresco di un'epoca, ritratta spesso anche con una leggerezza che, nelle scene migliori, ricorda un certo Cinema di Richard Linklater; nella prima parte del film, infatti, i fratelli Von Erich sono ritratti come dei normali ragazzi di campagna, che si divertono fuori dal ring come i loro coetanei meno noti tra musica, alcol e amori.
Parallelamente ci sono gli allenamenti, gli incontri, i viaggi, fino a che la stanchezza fisica e mentale non prende il sopravvento; a questo punto si mette in moto la "maledizione" e il film a mio avviso ha fortune alterne nei tentativi lodevoli di evitare il patetismo: con una storia come quella dei Von Erich è però veramente difficile evitarlo.
Con The Warrior - The Iron Claw Durkin potrebbe essere accusato di fare del misery porn, se la sua storia fosse inventata; il fatto che sia vera (e persino edulcorata) gli dà delle giustificazioni e rende il film un autentico pugno nello stomaco.
[Pam (Lily James) e Kevin (Zac Efron) in un raro momento di gioia del film The Warrior - The Iron Claw: la vera coppia è unita da 44 anni e possiede un ranch alle isole Hawaii]
Il titolo The Warrior - The Iron Claw, scelto dalla distribuzione italiana, rischia di essere fuorviante: il film, seppure centrato prevalentemente su Kevin (Zac Efron), è un'opera collettiva dove il protagonista non è un solo lottatore ma una famiglia intera, unita in egual modo nelle gioie e nei dolori.
The Iron Claw, infatti, non si riferisce semplicemente a "l'Artiglio di Ferro", la devastante mossa finale resa celebre da Fritz e tramandata ai figli, ma anche alla morsa delle relazioni e dei legami di sangue di una famiglia statunitense cresciuta a "vitamine e preghiere", per citare un celebre motto del campione Hulk Hogan.
Sono diversi gli spunti di riflessione che la tragica storia dei Von Erich ci offre: su tutti spicca il peso della responsabilità dei figli di dover vivere (e realizzare) i sogni dei genitori, di dare un lieto fine a una storia che non è la propria.
Fritz Von Erich (interpretato da un Holt McCallany incredibilmente rassomigliante) non è particolarmente violento o un padre-dittatore che si impone tramite la paura, e per questo è ancora più pericoloso: conquista i figli, che lo amano sinceramente, con il carisma, con l'autorità che viene con lo status di leggenda del ring e la struttura patriarcale di una tipica famiglia cristiana del Texas, in modo che il condizionamento sia ancora più subdolo, epidermico e stringente.
I fratelli si trovano così a gestire non solo il peso del successo ma anche le aspettativa del padre: Kevin, da fratello maggiore, è quello che vorrebbe addossarsi messianicamente questa responsabilità, anche per salvaguardare i fratelli che, però, man mano lo scalzano perché più carismatici o talentuosi.
Ma lo sport, specialmente uno così impegnativo come il wrestling, richiede sacrifici: David compromette la propria salute nel tentativo di realizzare il sogno di famiglia, Kerry rinuncia al sogno di partecipare ai Giochi Olimpici e Mike, il più fragile di tutti, è costretto a interpretare un ruolo che non sente suo, ma al quale sembra tristemente destinato.
Kevin è l'unico Von Erich che pare pronto a sopportare il peso delle aspettative, a reggere il dolore e la responsabilità che viene con la grandezza; peso sotto il quale, prima David, poi Kerry e infine Mike cadono inevitabilmente.
Kevin sembra scegliere di prendersi carico delle aspettative che gravano sui fratelli e Zac Efron, col suo sguardo stanco, il corpo scultoreo e martoriato dai colpi, è capace di veicolare tutto il peso del "fallimento" di un fratello maggiore che è stato incapace di proteggere le persone da lui più amate.
La prova di Zac Efron in The Warrior - The Iron Claw, senza dubbio la più impressionante della carriera di un attore ancora alle prese con il peso di essere stato teen idol, è il punto di forza di un film che ci racconta una tragedia greca dal punto di vista di un uomo che lotta stoicamente contro gli dei, senza piangere mai ma schiacciato da un destino che pare essere maledetto.
[Bello e dannato: Jeremy Allen White in The Warrior - The Iron Claw regala un'altra interpretazione di livello nel ruolo di Kerry Von Erich, il più affermato dei fratelli Von Erich, ex campione del mondo NWA ed ex campione intercontinentale WWF]
La grandissima prova di Efron in The Warrior - The Iron Claw è supportata da un cast in stato di grazia: Jeremy Allen White, amatissimo protagonista della serie The Bear, recentemente premiata agli Emmy Awards, è una star sempre più in rampa di lancio e offre una prova commovente nel ruolo del tormentato Kerry.
Harris Dickinson, già apprezzato in Triangle of Sadness, si dimostra uno dei giovani attori britannici più interessanti e Stanley Simons è una bella scoperta nel ruolo difficile di Mike, il più giovane e fragile dei Von Erich, costretto a salire sul ring contro la propria volontà.
In un film di uomini che esplora la mascolinità tossica e il peso psicologico del complesso dell'eroe, spiccano comunque le figure femminili: Maura Tierney è commovente nel ruolo di Doris, madre di famiglia devota che vive nell'ingombrante ombra degli uomini di casa, mentre Lily James alterna dolcezza e risolutezza nel ruolo di Pam, donna con cui Kevin costruisce una famiglia in cui il figlio diventato padre trova il conforto necessario per combattere idemoni di ciò che ha perduto.
Completano il cast diversi camei di wrestler, tra cui lo stesso Chavo Guerrero Jr., l'ex campione del mondo AEW Maxwell Jacob Friedman (anche produttore esecutivo) e Ryan Nemeth.
The Warrior - The Iron Claw è un film costruito su basi solide, forte di grandi interpretazioni e di una sincerità e un rispetto non comuni; un dramma d'altri tempi, pregno di tristezza e nostalgia, forse troppo "classico" per il suo stesso bene, visto che è stato completamente snobbato dai Premi Oscar.
Un'opera che merita di essere vista e apprezzata sul grande schermo: se i fan di wrestling resteranno affascinati dal rispetto e dall'accuratezza storica, i non iniziati scopriranno un mondo affascinante, nel bene e nel male.
In comune ci saranno le lacrime versate, il pensiero rivolto ai propri cari e la gratitudine per essere vivi e sempre in tempo per scegliere le proprie battaglie.
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1 commento
Jacob Malic
9 mesi fa
Inoltre il tema del wrestling è stato approfondito nella maniera corretta senza troppi romanzi.
È senza ombra di dubbio un film da vedere.
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