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Nuovo Olimpo è il nuovo film di Ferzan Özpetek, distribuito direttamente su Netflix: è la prima volta che un film del regista turco con cittadinanza italiana non esce in sala, ma su piattaforma streaming.
La storia di Nuovo Olimpo ha senza dubbio una trama volutamente inverosimile per certi aspetti, ma che fa della sua oniricità e irrealtà un pregio.
La vicenda è ambientata a Roma nel 1978 e racconta una storia d'amore che vedrà diversi salti temporali fra due giovani omosessuali, che finiranno per perdersi di vista ma continueranno a pensarsi e rincorrersi continuamente.
I protagonisti di Nuovo Olimpo sono due giovani attori, Damiano Gavino e Andrea Di Luigi, affiancati tra gli altri da un'eccezionale Luisa Ranieri che grazie al trucco sembra quasi irriconoscibile e ricorda una Mina di altri tempi.
Grazie a una fotografia affascinante e ai continui richiami al Cinema, a mio avviso Nuovo Olimpo risulta essere un film piacevolissimo e pregno di pathos.
[Il trailer di Nuovo Olimpo]
Il titolo è un riferimento al cinema Nuovo Olimpo, che vediamo qui essere luogo di appuntamenti clandestini fra giovani omosessuali.
Questa prima ambientazione è probabilmente il pregio principale della pellicola, che è un continuo richiamo e dichiarazione d'amore nei confronti del Cinema stesso tanto da rendere la vicenda "metacinematografica": il protagonista Enea è un aspirante regista e il film di Özpetek è pieno di locandine di grandi classici, sia ovviamente dentro la sala cinematografica sia nelle stanze dei personaggi.
L'incontro fra Enea e Pietro avverrà proprio dentro un cinema e lungo tutta la durata dell'opera si continuerà a fare riferimento alla Settima Arte.
L'unione tra i due personaggi è come quell'unico "attimo di beatitudine" che Fëdor Dostoevskij descrive nel suo romanzo breve Le notti bianche.
Un momento idilliaco e meraviglioso, tuttavia brevissimo, che forse è speciale proprio perché finirà col perdersi.
Ciò che rimarrà inevitabilmente sarà però il Cinema, con la sua forza artistica e realistica, come metafora della realtà.
[I due giovani protagonisti di Nuovo Olimpo]
Enea e Pietro si ritrovano su binari opposti di una ferrovia, senza neppure parlarsi, anche di fronte alla televisione quando da case separate guardano lo stesso film che li aveva uniti tempo addietro.
Nuovo Olimpo in tal senso si muove fra Cinema, Roma e mito.
La città stessa in Nuovo Olimpo diventa Cinema con le varie location (il film è girato interamente nella Città Eterna) che non possono che affascinare lo spettatore. È un luogo già visto che tutti conosciamo, ma anche se siamo già stati a Roma o ne conosciamo l'aspetto, vederla in questo film ha un sapore del tutto differente.
Roma però è legata anche al mito e la Storia si ritrova perfino nella scelta dei nomi.
Il protagonista è infatti Enea, che come direbbero i latini in questo caso è un "nomen loquens", un nome parlante, non per indicare una caratteristica del personaggio, quanto come scelta non casuale: Enea è l'eroe mitico, il troiano che ha perso tutto, è uno sconfitto.
Dalla sua sconfitta e dall'unione di sangue ed etnie diverse nasceranno le basi di Roma, e racconta Virgilio la grandezza dell'Impero.
Enea cerca di unirsi a Pietro, altro nome che racconta la tradizione di Roma.
È un'altra tradizione, quella cristiana, che il nome Pietro porta con sé; a Enea è affidata la professione artistica, perché diventerà un regista, mentre Pietro sarà un medico.
Se il mito lo troviamo nel nome di Enea, tutta la vicenda suona come un mitico inseguirsi costante fra due amanti, dove la verosimiglianza di ciò che si racconta cede il posto invece al sogno, alla speranza e all'eros.
Sappiamo che gli avvenimenti di questa vicenda sono ispirati a una storia vera, secondo quanto viene riportato all'inizio del film.
Troviamo sicuramente tanti elementi tipici del Cinema di Ferzan Özpetek, ma anche qualche novità.
Se l'importanza dell'arte come rivelatrice di verità e di veri sentimenti è sicuramente un dato connotativo della cinematografia del regista, infatti, la novità assoluta è la presenza per niente velata di un dichiarato alter ego.
Enea rappresenta infatti Özpetek per tutta la storia: è un regista come lui e viene intervistato sulla presenza dell'eros proprio come è successo allo stesso Özpetek.
In Nuovo Olimpo Enea diventa regista e traspone nel suo film la sua vera storia, che a Pietro non sfugge.
Forse è esattamente quello che Özpetek ha fatto con Nuovo Olimpo, mostrando l'amore per il Cinema e la sua esperienza amorosa, naturalmente romanzata, in un modo unico e del tutto personale.
Ciò produce un film che tiene con il fiato sospeso fino alla fine, nella speranza, vissuta con Enea, di un riscatto.
Alla ricerca di un senso a tutte le pellicole che guardiamo, che non siano solo vuoto intrattenimento, bensì un modo di credere e di vivere. Özpetek riesce a mio avviso a far parlare il Cinema e i suoi personaggi, in poche ore ci affezioniamo ai due ragazzi, li seguiamo, li inseguiamo e quando vanno via, ci mancano.
Il simbolo di questo inseguimento e continuo mutamento di sé e di chi incontriamo è il personaggio interpretato da Giancarlo Commare.
Da Skam Italia il giovane attore ha fatto parecchia strada e in poche scene rappresenta il dramma di esistere e perdersi in se stessi; il suo personaggio è soprannominato "molotov" e indica in una storia non corale la comunità ribelle di un universo che sembrava idilliaco e bucolico, tanto quanto il Virgilio di Enea, ma è invece un campo di battaglia.
Se Enea è un nome parlante lo è anche Nuovo Olimpo, che dialoga con se stesso, con il Cinema e soprattutto con lo spettatore.
Al punto che gli perdona qualche escamotage di trama un po' troppo audace e qualche personaggio secondario non convincente, per lasciarsi travolgere dalla bellezza del Cinema.
[articolo a cura di Silvia Argento]
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