I Goonies uscì nelle sale cinematografiche degli USA il 7 giugno 1985 mentre in Italia arrivò il 20 dicembre, giusto in tempo per il Natale di quell'anno.
Soggetto e produzione di Steven Spielberg, sceneggiatura di Chris Columbus, regia di Richard Donner: cosa chiedere di più a un film per ragazzi?
Nel weekend di esordio I Goonies si piazzò secondo come incassi dietro a Rambo II e a fine anno fu il 5° incasso mondiale, in un 1985 completamente dominato da un Ritorno al Futuro che si rivolgeva praticamente allo stesso target: costato 19 milioni di dollari, I Goonies ne incassò in totale più di 120.
La storia è nota, ma la riassumerò per quei due o tre che ancora non hanno idea di cosa si tratti: un gruppo di ragazzini di Astoria, in Oregon, USA, stanno per essere sfrattati dal loro quartiere chiamato Goon Docks perché i terreni sono stati acquistati da un'impresa intenzionata a costruire un campo da golf con relativo resort.
Le famiglie della zona non hanno i soldi necessari per fronteggiare l'offerta e dovranno quindi andarsene.
In preda alla nostalgia, il gruppo di "goonies" - che in inglese può anche essere assimilato a "sfigatelli" - si ritrovano quindi per passare l'ultimo weekend insieme e decidono di frugare nella soffitta di uno di loro.
Trovano la mappa del tesoro del fantomatico pirata Willy L'Orbo e decidono di tentare l'avventura.
Il problema è che l'ingresso per raggiungere la grotta del tesoro è nel ristorante dove si trova la temibile Banda Fratelli, una famigliola di fuorilegge composta da due fratelli imbranati - tre fratelli, in realtà - e una madre spietata, che quando comprendono le intenzioni dei Goonies faranno di tutto per mettere loro i bastoni tra le ruote.
Il 7 giugno è diventato il Goonies Day: il sindaco di Astoria ha istituito la festa in occasione del 25° anniversario nel 2010.
È l'unico giorno in cui ai turisti è consentito girare per le location reali e visitare la casa dei Walsh, dopo che la famiglia che vive realmente in quella casa aveva interdetto il passaggio ai fan che arrivavano ad essere anche 1500 al giorno nella prima settimana di giugno. Comprensibile.
Il film è entrato di diritto tra i cult movie degli anni '80: l'immagine dei ragazzini in sella alle loro biciclette, la truffle shuffle di Chunk - da noi adattata come "danza del ventre" - gli aggeggi semi-tecnologici dalle improbabili conseguenze di Data, Mamma Fratelli, Sloth... I Goonies è pieno di momenti e icone rimaste nella Storia del Cinema.
Ed è anche uno degli ultimi film dedicato a un pubblico giovane che conserva quel sapore dovuto a un mix di commedia, avventura e terrore, un qualcosa che i film dell'ultimo ventennio sembrerebbero aver perso.
Mettetevi comodi, dunque, e preparatevi a leggere un po' di cose che non sapevate su I Goonies... no: non le solite.
Perché so che è inutile dirvi che i fratelli Walsh del film sono i due che hanno poi avuto la carriera più florida: il piccolo Mikey è Sean Astin, che abbiamo rivisto al fianco di Elijah 'Frodo' Wood nella trilogia del Signore degli Anelli e recentemente in Stranger Things; il grande Brand è invece Josh Brolin, che vanta interpretazioni in film come Non è un Paese per Vecchi, Milk, Vizio di Forma e che ha dato corpo e voce al Thanos del Marvel Cinematic Universe.
Forse già sapete che la battuta nel finale in merito a una "piovra gigantesca" non fu un errore ma è dovuto a una scena in seguito tagliata in montaggio, dimenticandosi però di tagliare anche la battuta relativa.
Come è probabile che sappiate che Sloth era interpretato dall'ex giocatore della NFL John Matuszak opportunamente truccato, che in una scena indossa una maglietta degli Oakland Raiders, che era appunto la squadra di cui faceva parte.
E forse - ma mi auguro per voi che non sia così - sapete anche che nel 2014 è stato annunciato un sequel, dallo stesso Richard Donner.
Un sequel de I Goonies che ancora oggi è segnato come "in fase di sviluppo", ma sul quale da ormai quasi tre anni non ci sono più novità in merito.
Vi andrebbe di rivedere I Goonies invecchiati e alle prese con i reumatismi mentre portano a passeggio il cane?
Mentre ci pensate su, ecco 8 cose che fino ad oggi non sapevate su I Goonies!
E mi raccomando: un Goonie non dice mai la parola "morte".
Tutti i ragazzi protagonisti del film hanno raccontato che sul set era quasi sempre presente il soggettista e produttore Steven Spielberg, che spesso e volentieri si confrontava con Richard Donner, il regista del film, e a volte prendeva in mano la situazione.
Donner raccontò in seguito che l'esperienza fu estenuante perché fu praticamente costretto a fare da balia ai ragazzini che, nonostante durante le riprese fossero tutti in gamba e professionali, tra un ciak e l'altro erano davvero scatenati ed esagitati.
La cosa lo portò a fare una serie di cose di cui poi si dimenticò completamente: una di queste era una scommessa con Martha Plimpton, la Stef del film.
Donner le aveva imposto di smettere di mangiarsi le unghie e aveva addirittura messo sul piatto una ricompensa in dollari se la ragazza fosse riuscita a mantenere la promessa di non farlo.
La cosa poi cadde nel dimenticatoio, fino a quando i due non si ritrovarono per registrare il commento al DVD del film vent'anni dopo e la Plimpton ricordò a Donner che le doveva ancora un po' di dollari dal 1985!
Il regista pagò la scommessa.
Posizione 7
La varicella
Impossibile dimenticarsi di Chunk: dalla "danza del ventre" alle bugie su Michael Jackson, dalla sua confessione forzata - bonus: la storia del vomito finto in sala arriva da un'esperienza personale di un giovane Steven Spielberg! - all'amicizia che stringe con Sloth, è sicuramente il personaggio più amato e ricordato de I Goonies.
Ma Jeff Cohen ha rischiato di non recitare nel film!
Pochi giorni prima dell'inizio delle riprese si ammalò di varicella: il primo giorno di set non era del tutto guarito, ma senza dire niente a nessuno per paura di essere rimpiazzato si presentò lo stesso... e il resto lo sappiamo.
Se ci fate caso, quando alza la camicia per la Truffle Shuffle, si possono ancora notare delle chiazze rosse sul petto e sulla pancia!
Sfruttando il suo incredibile successo dovuto al film, qualche anno dopo Jeff fece campagna elettorale candidandosi come Rappresentante di Istituto all'Università di Berkeley con lo slogan "Chunk for President".
Per Cohen I Goonies fu il primo e unico lungometraggio: dopo quello recitò in qualche episodio sparso in alcuni telefilm e in due film per la TV, per poi smettere del tutto nel 1991.
Oggi è un avvocato specializzato in diritto dello spettacolo.
Posizione 6
Il trucco di Sloth
Ogni giorno i truccatori impiegavano circa 5 ore per applicare il make up a John Matuszak e farlo diventare Lotney Fratelli (già, questo è il nome completo) noto anche come Sloth.
Uno degli occhi era meccanico e controllato in remoto da un operatore, che ogni volta che decideva di farlo sbattere faceva cenno a Matuszak dandogli il conto alla rovescia in modo che l'attore potesse sbattere la palpebra dell'occhio vero in sincrono con quello finto.
Alto più di 2 metri, oltre che ne I Goonies l'ex giocatore di football americano recitò in altri 7 film e in qualche episodio per le serie TV, comprese le popolarissime A-Team e Miami Vice, ma ebbe una vita non proprio allegra e una fine altrettanto triste.
Dopo aver perso i due fratelli e la sorella in giovane età per una fibrosi cistica, perse la vita ad appena 38 anni a causa di un attacco cardiaco causato da un'involontaria overdose di destropropossifene, un farmaco analgesico.
Quando vi capiterà di mangiare una Baby Ruth, dedicate un pensiero al più tenero dei giganti mostruosi del Cinema.
Posizione 5
L'inesperienza di Josh Brolin
Nonostante fosse il secondo più "vecchio" del gruppo di Goonies - Kerri 'Andy' Green è di tredici mesi più anziana - Josh Brolin era al suo primo film.
Ma il diciassettenne Brolin voleva a tutti i costi dimostrare di avere una marcia in più, d'altra parte sapeva perfettamente che recitare bene sotto la direzione di Richard Donner e la produzione di Steven Spielberg poteva essere un ottimo trampolino di lancio per la sua carriera, come infatti è stato.
La cosa portò a un paio di simpatici aneddoti che lo vedono protagonista.
Il primo riguarda il Metodo Stanislavskij: il giovane Josh soleva recarsi sul set con una copia del libro del famoso insegnante russo, facendo in modo di farsi vedere mentre lo leggeva.
Un giorno andò da Spielberg a dirgli che aveva intenzione di arrampicarsi all'interno delle pareti della grotta come se stesse in qualche modo arrampicandosi all'interno del grembo di sua madre.
La risposta di un divertito Spielberg lo incenerì: "Che ne dici invece di recitare e basta?"
Il secondo aneddoto riguarda la famosa scena della nave pirata: Donner fece in modo che i ragazzi non vedessero la nave fino a quando non fossero stati in scena, per ottenere da loro una reazione spontanea.
Purtroppo però la reazione fu anche troppo spontanea, dato che quando girarono il ciak in cui i Goonies vedono la nave di Willy l'Orbo per la prima volta a Brolin scappò un
"Porca Merda!" che non potevano tenere.
Il ciak fu quindi girato una seconda volta e addio alla reazione spontanea.
Posizione 4
La mappa del tesoro
Ci stava tutta: al termine delle riprese del film a Sean Astin fu permesso di tenersi la mappa del tesoro che si vede nel film.
Era nella soffitta del suo personaggio, lui è quello che mette in moto il tutto, il più affascinato dalla figura del pirata Willy l'Orbo, quello che tenta il tutto per tutto per salvare il proprio quartiere e che riesce a vincere: tra tutti, era davvero quello a cui si poteva lasciare il prop originale del film.
E chissà che valore avrebbe acquisito nel tempo, con il crescere dello status di cult de I Goonies durante gli anni.
Non tanto per le tasche dello stesso Astin, che fortunatamente per lui ebbe una florida carriera dopo il film di Donner, quanto magari per delle iniziative benefiche.
Peccato che però non lo sapremo mai: la madre di Sean Astin la buttò nella spazzatura.
Non riconoscendola in quanto "Mappa del tesoro de I Goonies" e pensando si trattasse di un vecchio pezzo di carta mezzo sbriciolato, se ne liberò in uno di quei momenti in cui le mamme fanno piazza pulita di tutto ciò che trovano fuori posto nella disordinata cameretta dei figli.
Chissà se qualche addetto alla nettezza urbana l'ha riconosciuta e l'ha appesa in casa...
Posizione 3
Mouth
Corey Feldman era senza dubbio quello già famoso del gruppo: il suo Mouth - vero nome del personaggio: Clark Devereaux - è il più irriverente, strafottente e casinaro di tutti i Goonies.
La scena in cui Mamma Fratelli gli sfila i gioielli dalla bocca non fu ottenuta con effetti speciali o tagli di montaggio o altri escamotage: il ragazzo aveva seriamente tutta quella roba in bocca!
Feldman era già stato adocchiato da Steven Spielberg: attore da quando aveva 7 anni, prima di diventare un Goonie Corey recitò nel quarto e quinto capitolo della saga di Venerdì 13 e soprattutto in Gremlins, film diretto da Joe Dante ma con la manona spielberghiana in produzione e la sceneggiatura di Chris Columbus, che stava ai tempi già lavorando su quella dei Goonies.
Corey Feldman divenne in breve tempo una delle giovani star di Hollywood più pagate, ma la cosa portò con sé dei risvolti atroci: è di pochi mesi fa A Tale of Two Coreys, il film da lui prodotto che racconta la storia della propria vita legata a doppio filo con quella di Corey Haim, teen star degli anni '80 scomparso tragicamente nel 2010.
Una vita di eccessi dove le droghe, l'alcol e il sesso sfrenato l'hanno fatta da padrone e con molestie sessuali subite da ragazzino da parte di produttori senza scrupoli né dignità.
Feldman ha cercato di raccogliere i fondi per un documentario che faccia luce su tutto, un prodotto destinato a esplodere come un'atomica nel mondo dorato di Hollywood, distruggendo quella struttura apparente che il #MeToo sembrerebbe avere appena grattato in superficie.
E infatti la campagna è stata ostracizzata e ostacolata, il documentario Truth: The Rape of Two Coreys è stato prodotto ugualmente ma non riesce a trovare un distributore: recentemente l'attore ha mosso delle accuse nei confronti di Netflix, colpevole di "avere troppa paura" a metterlo in catalogo.
Vedremo.
Posizione 2
Le comparse
Nonostante il budget de I Goonies non fosse proprio quello di un film indipendente girato da un gruppo di ragazzi di una Scuola di Cinema, le comparse che si vedono in molte scene... non sono delle vere e proprie comparse.
L'uomo morto che i ragazzi trovano nel congelatore non era un attore, bensì uno dei cameramen della troupe.
Nella scena finale, quando i ragazzini abbracciano le proprie famiglie, il padre di Mouth è interpretato da un altro cameraman.
Jennie Lew Tugend, l'assistente personale del regista Richard Donner, interpreta invece la mamma di Data.
E la mamma di Chunk è la vera mamma di Jeff Cohen.
Sempre nel finale, i due uomini che arrivano sulle moto da spiaggia sono uno l'aiuto regista e l'altro... lo stesso Richard Donner!
Altri membri delle famiglie vere dei piccoli attori sono presenti sul finale: la scelta di coinvolgerli fu di Donner e Spielberg, perché I Goonies fu girato in ordine cronologico - cosa abbastanza rara da fare per via dei problemi logistici e tecnici che la cosa comporta - e le riprese si erano dunque prolungate oltre il previsto.
Dopo cinque mesi di produzione, regista e produttore pensarono che fosse una bella idea chiamare i veri papà e mamma per abbracciare I Goonies: un finale nel finale, insomma.
Posizione 1
La banda Fratelli
Tanto quanto ci si ricorda dei protagonisti, pensando a I Goonies ci si ricorda per forza anche degli antagonisti.
La banda Fratelli è un trio di villain dove la più cattiva è la madre, che deve fare da balia a due figli sconsiderati e sempre in lotta tra loro - oltre a tenere incatenato un povero Sloth nello scantinato.
Mamma Fratelli è Anne Ramsey, che per I Goonies vinse uno dei due premi ricevuti dal film - Migliore Attrice non Protagonista per l'Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films; l'altro premio andò a Sean Astin come Miglior Giovane Attore agli Young Artist Awards - e la cui carriera fino a quel momento era stata composta quasi esclusivamente da ruoli di caratterista.
Il film di Donner la rese famosissima, impegnata e apprezzata, al punto di ricevere una nomination agli Oscar e ai Globe per la sua performance in Getta la Mamma dal Treno, accanto a Danny DeVito e Billy Crystal.
Jake Fratelli è Robert Davi, il criminale amante dell'opera: presente in oltre 150 film - 15 dei quali in pre-produzione! - prima de I Goonies aveva a curriculum un gran numero di film per la TV, ma dopo il 1985 potreste averlo rivisto in Trappola di Cristallo, Predator 2, Maniac Cop, Showgirls o in uno degli almeno 3 film all'anno a cui ha lavorato ininterrottamente negli ultimi 35.
Fatto buffo: Robert Davi è nato ad Astoria. Ma non quella in Oregon: quella nel Queens, a New York.
Francis Fratelli è invece Joe Pantoliano, che è probabilmente il cattivo più famoso dei tre: Cypher di Matrix, Teddy di Memento, Ralph Cifaretto de I Soprano... Pantoliano ha un'invidiabile carriera da caratterista "di cui non puoi fidarti più di tanto".
La chimica tra lui e Davi ha assicurato la parte a entrambi, dato che si presentarono insieme ai provini e dopo aver recitato una pagina di dialogo si misero bonariamente a litigare tra di loro parlando delle loro vite private.
Esattamente come avrebbero poi dovuto fare nel film.
Se la cosa fosse studiata o meno non lo sapremo mai, ma funzionò alla grande.
Ah, avete presente il ceffone che Mamma Fratelli rifila a Jake? È uno schiaffo serio: alla Ramsey era stato detto di schiaffeggiare Davi più forte che potesse.
La rezione di Davi fu spontanea e tennero buono il primo ciak. Per sua fortuna!
Figlio illegittimo del colonnello Kurtz e del tenente Ripley, folgorato sulla via di Dagobah mentre sul chopper di Zed filavo molto karaschò a 88 miglia orarie verso l'Overlook Hotel gestito da HAL9000.
Mi travesto da donna per fuggire da Charles Foster Palantine, con il quale suonavo blues in missione per conto della Tyrell Corporation, ma era tutto Top Secret.
Bevo White Russian, mangio torta di ciliegie stando in Silencio e non vado a letto presto perché canto sotto la pioggia.
Lavoro in TV, canto nei Dymama, sono il Direttore Editoriale di CineFacts.it e non dico mai la parola "morte".