La leggenda del pianista sull'oceano è un film del 1998 diretto dal Premio Oscar Giuseppe Tornatore e tratto da un monologo teatrale di Alessandro Baricco, intitolato Novecento.
Il film è uno dei più apprezzati del regista siciliano, merito della storia, delle musiche di Ennio Morricone e dell'interpretazione di Tim Roth.
La storia del pianista di eccezionale talento che sceglie di vivere la propria vita senza mai scendere dalla nave ha conquistato il cuore di molti.
Siete sicuri di sapere tutto su La leggenda del pianista sull'oceano?
Se ti piace questa Top 8 sappi che hai appena visto il risultato di tanto impegno, profuso nel portarti contenuti verificati e approfonditi come meriti!
Giuseppe Tornatore voleva già lavorare assieme ad Alessandro Baricco qualche anno prima del film, ma per una serie di vicissitudini e di impegni da parte di entrambi non riuscirono mai a concretizzare la cosa.
Quando il regista venne a conoscenza del monologo di Baricco si mosse subito per assicurarsene i diritti cinematografici e telefonò alla Medusa Film, casa di produzione, per chiedere se fossero interessati a produrlo.
Dopo appena mezz'ora lo richiamarono per dirgli che l'avrebbero prodotto.
Uno dei "semafori verdi" più veloci della Storia del Cinema!
Posizione 7
Tornatore e Tim Roth
Tim Roth, ai tempi sulla cresta dell'onda grazie alla sua interpretazione in Rob Roy che gli valse una nomination all'Oscar e vari premi in tutto il mondo, fu da subito la prima scelta di Giuseppe Tornatore per il ruolo del protagonista.
Si fece quindi dare il numero di fax della sua agenzia e gliene inviò uno con il monologo teatrale di Baricco per chiedergli se fosse interessato alla parte. L'attore rispose immediatamente dicendosi entusiasta.
La produzione del film viaggiava più spedita della nave Virginian!
Posizione 6
Tornatore e Alessandro Baricco
Le cose andavano ottimamente, quindi: produzione assicurata, attore protagonista trovato subito... E la sceneggiatura?
Il regista contattò Alessandro Baricco per chiedergli se fosse interessato a partecipare alla stesura dello script del film, ma lo scrittore rispose che non essendo il suo lavoro preferiva fidarsi di chi lo faceva come professione.
Giuseppe Tornatore decise quindi di scrivere la sceneggiatura da solo, per poi inviarla a Baricco per chiedergli se la ritenesse rispettosa del suo lavoro originale. Lo scrittore gli rispose immediatamente che la trovava di suo gradimento e che non aveva niente da aggiungere né da modificare.
Per qualunque regista, una situazione simile è paragonabile a un sogno!
Posizione 5
I set a Roma
Il film fu girato principalmente in 4 location: una fu l'ex mattatoio in zona Testaccio, a Roma.
In quella location venne costruito uno dei 19 set romani del film, l'imponente sagoma della nave: alta 35 metri circa si poteva scorgere da svariati punti della città, e tutto intorno venne ricostruito il Pier 3, uno dei moli del porto di New York, con i magazzini, i sacchi, le merci...
L'altra location romana era ovviamente sita a Cinecittà: lo storico Teatro 5 divenne la sala da ballo della Virginian, con una grande cupola di vetro stile Liberty e l'enorme lampadario a gocce visibile nel film.
Posizione 4
Il set a Odessa
Undici set del film furono costruiti a Odessa.
La città ucraina che si affaccia sul Mar Nero è famosissima per la sua scalinata, che si può ammirare ne La corazzata Potëmkin di Sergej Ejzenstein.
Giuseppe Tornatore raccontò che la stanza dell'hotel dove alloggiava durante le riprese in terra ucraina aveva una finestra che dava direttamente sulla scalinata, e che la cosa lo ispirava tutti i giorni a girare il meglio possibile, perché respirava l'aria del Grande Cinema.
Almeno per La leggenda del pianista sull'oceano non c'è stato nessun Fantozzi a distruggere la fama del film con una battuta...
Posizione 3
Il set sulla nave
L'ultima delle location principali fu in mare aperto.
Per girare alcune delle scene in mare, la produzione decise di noleggiare una nave cargo.
Sovietica.
Risalente agli anni '60.
Ormai in disuso.
...una grandissima idea!
Il fatto che durante i giorni programmati per le riprese il mare fosse irrimediabilmente molto mosso, credo abbia reso quell'esperienza assolutamente indimenticabile per la troupe.
E probabilmente in molti erano dell'idea opposta a quella del protagonista del film e non vedevano l'ora di scendere dalla nave!
Posizione 2
La lunghezza
Nonostante i suoi 170 minuti di lunghezza, La leggenda del pianista sull'oceano non è il film più lungo diretto da Giuseppe Tornatore.
Per un solo minuto il suo lungometraggio di esordio Il Camorrista, del 1986, mantiene ancora oggi il record.
Due ore e cinquantuno minuti contro le due ore e cinquanta del film con Tim Roth.
Lo avrà fatto apposta?
Posizione 1
Tim Roth e il pianoforte
È una cosa che ci si chiede sempre al cospetto di un film dove un attore suona uno strumento: sta suonando lui? In questo caso la risposta è semplice: no.
L'attore non sapeva suonare il pianoforte, ma un ruolo come quello di Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento esigeva che il piano fosse suonato alla perfezione, quindi... come ovviare al problema?
I particolari delle mani sul pianoforte riprendono in realtà le mani di un pianista professionista, ma Tim Roth doveva comunque fingere di saper suonare nelle inquadrature in cui lo si vedeva a mezza figura seduto davanti allo strumento.
Quindi l'attore americano andò per ben 6 mesi a lezione di pianoforte semplicemente per... imparare a fingere di suonare!
La posizione delle mani, la postura, l'uso del pedale e i movimenti sulle note giuste: anche senza suonare davvero l'impressione doveva essere quella, e dato che in tanti ci siamo chiesti se fosse davvero lui a suonare nel film, direi che le lezioni sono servite!
Figlio illegittimo del colonnello Kurtz e del tenente Ripley, folgorato sulla via di Dagobah mentre sul chopper di Zed filavo molto karaschò a 88 miglia orarie verso l'Overlook Hotel gestito da HAL9000.
Mi travesto da donna per fuggire da Charles Foster Palantine, con il quale suonavo blues in missione per conto della Tyrell Corporation, ma era tutto Top Secret.
Bevo White Russian, mangio torta di ciliegie stando in Silencio e non vado a letto presto perché canto sotto la pioggia.
Lavoro in TV, canto nei Dymama, sono il Direttore Editoriale di CineFacts.it e non dico mai la parola "morte".
So che è una cosa soggettiva, ma secondo me il film rende assolutamente giustizia al libro, e Tim Roth è un protagonista perfetto :) e lo dico da grandissima amante del libro!
Sasuke
5 anni fa
Rispondi
Segnala
Ilaria Ciciori
5 anni fa
Rispondi
Segnala
Marco Spazzi
5 anni fa
Rispondi
Segnala