Inventato da Konstantin Sergeevič Stanislavskije perfezionato da Lee Strasberg, direttore degli Actor Studios, il Metodo è una scuola recitativa che porta gli attori che scelgono di seguirla a immergersi in trasformazioni fisiche e psicologiche molto profonde.
Con l'intento di lasciar penetrare il personaggio nelle più recondite zone della propria psiche, gli attori del Metodo spesso si lanciano in gesti che, ai nostri occhi, rasentano la follia.
Scopriamo insieme quali sono gli 8 method actors più estremi.
Malgrado in molti non lo amino, Jared Leto è estremamente devoto alla recitazione.
A dimostrarlo ci sono le sue trasformazioni fisiche, la sua minuziosa preparazione e la sua grande attenzione all'approfondimento psicologico del personaggio.
Tutto è iniziato quando, per aiutarlo a immergersi nel suo personaggio di Requiem for a Dream, il regista Darren Aronofsky gli ha imposto di non ingeririre zucchero né praticare sesso per un mese.
In seguito, il bel Jared si è reso molto meno bello per Chapter 27, ingrassando quasi 30 kg e sfiorando il record di guadagno di peso per una singola parte (detenuto da Vincent D'Onofrio per Full Metal Jacket).
Per non farsi mancare niente, poi, Leto si è sottoposto a un impressionante dimagrimento per Dallas Buyers Club, film che gli è valso il suo unico Oscar.
Mettetevi comodi: la rassegna di prove folli è appena cominciata.
Posizione 7
Joaquin Phoenix
Un attore che odia i premi mainstream ma non può fare a meno di sacrificarsi totalmente per la recitazione.
Sempre propenso a portare in scena ingenti perdite di peso e cambi di look, Joaquin Phoenix ci ha messo un mese per imparare a cantare e suonare al fine di interpretare Johnny Cash in Quando l’amore brucia l’anima - Walk the Line.
Era così preso dal film che sul set rispondeva solo al nome di Johnny Cash.
Successivamente si è lasciato andare ad alcune bizzarre dichiarazioni sul suo rapporto col metodo:
"Parlarne adesso mi imbarazza, ma quando ho fatto ll Gladiatore pensavo di dover portare sempre una spada con me e per Squadra 49 non volevo togliermi di dosso la mia divisa da pompiere e pensavo non si potesse vivere senza l’odore del fumo".
Sempre per prepararsi al ruolo in Squadra 49 Phoenix ha trascorso un mese con una squadra di vigili del fuoco Truck 10 di Baltimora, diventandone membro onorario.
Negli anni successivi l’attore si è fatto crescere sconsideratamente barba e capelli e ha convinto il mondo che si stesse ritirando dalla recitazione per iniziare la carriera nell’Hip Hop, a seguito di diverse dichiarazioni e apparizioni tra cui quella al David Letterman Show.
In realtà era rimasto nel personaggio tutto quel tempo per pubblicizzare attraverso l’estrema applicazione del metodo il finto-documentario I’m Still Here, in cui, per l'appunto, interpreta se stesso e finge il ritiro.
Dopo essersi finalmente tagliato barba e capelli, Phoenix porta la propria deformazione fisica, psicologica e vocale su livelli di assoluta eccellenza per The Master e Her, in quelle che sono senza ombra di dubbio le sue migliori prove.
Se i capelli lunghi e la barba incolta di Phoenix vi danno l'idea di una scarsa igiene personale, aspettate di leggere cos'ha fatto il prossimo, folle, attore.
Posizione 6
Dustin Hoffman
Una delle più grandi stelle della Nuova Hollywood è anche un manuale vivente sul Metodo.
Dustin Hoffman convinse il regista John Schlesinger a scritturarlo per Un uomo da marciapiede presentandosi a un incontro con lui a Times Square vestito con un aspetto da barbone.
Per lo stesso regista, poi, interpreterà Il Maratoneta, non dormendo e non lavandosi per 72 ore filate sul set pur di raggiungere quell’aspetto trasandato e stranito.
La cosa era tanto sconvolgente per un attore in quegli anni che Laurence Olivier, suo compagno di recitazione per la pellicola gli chiese
"Dustin, perché non provi semplicemente a recitare? È così facile".
Hoffman non si fermerà qui: sul set di Kramer contro Kramer, film che varrà il primo Oscar a lui e a Meryl Streep, insulterà pesantemente e ripetutamente la sua compagna di recitazione al fine di ottenere sul set un clima teso che potesse rispecchiare i toni della pellicola.
In Rain Man - quella che probabilmente è la più grande interpretazione dell’attore - la sua performance è il risultato di un periodo nel quale conobbe persone autistiche approfondendone il disturbo e stimolando la propria memoria a ricordare una delle sue prime professioni: un impiego all’istituto psichiatrico diNew York.
Come avrete notato, man mano che procediamo le cose si fanno sempre più serie.
Posizione 5
Al Pacino
Il pupillo di Lee Strasberg in persona non poteva che essere un method actor di assoluto livello.
La sua intera carriera è fondata sulle trasformazioni fisiche e psicologiche.
Pensate ai numerosi volti di Michael Corleone nella trilogia deIl Padrino: guardate come spazia in ogni sfumatura della psiche umana.
Il metodo di Pacino si è fatto decisamente estremo per la preparazione di Serpicodi Sidney Lumet: l’attore italo-americano era tanto immerso nel personaggio dell’agente hippie da tentare di effettuare un arresto nei confronti di un camionista che stava producendo troppi gas di scarico.
Circa un decennio dopo Pacino si è dedicato anima e corpo al personaggio di Tony Montana per Scarface, imparando a combattere col coltello e mutuando molti aspetti del proprio personaggio dal boxer portoricano Roberto Duran, con il quale si allenava.
Sul set di Scent of a Woman, invece, Pacino era chiamato a interpretare un tenente colonnello cieco in pensione e per immedesimarsi recitò tutto il tempo con gli occhi sbarrati, rendendosi praticamente incapace di vedere ciò che accadeva sul set.
A fine riprese, Al fece recapitare un messaggio al suo compagno di set in quella pellicola, Chris O’Donnell, che recitava:
“Nonostante non abbia potuto vederti, so che sei stato grande”.
Beh, pensate che siamo solo a metà classifica.
Posizione 4
Marlon Brando
Più che per la continuità nell’utilizzare il metodo, Marlon Brando è al quarto posto a causa del suo ruolo pionieristico nella Storia del Cinema.
E pensare che ha più volte dichiarato di disprezzare il proprio lavoro, continuando a praticarlo solo per i lauti compensi che gli venivano corrisposti.
Affacciandosi a Hollywood, l’attore del Nebraska si è mostrato come il vero pioniere del metodo prima ancora che il mondo intero sapesse cosa esattamente cosa fosse il method acting, guadagnando nomination e premi a valanga in tutto il mondo.
A partire dal suo primo ruolo ne Il mio corpo ti appartiene - al quale si preparò passando un mese intero a letto nel Birmingham Army Hospital a Van Nuys (California) per impersonare il ruolo del veterano paraplegico - Brando non si è mai risparmiato sull'approfondimento fisico e psicologico dei suoi personaggi.
Tutta la sua carriera è costellata di profondi studi psicologici e improvvisazioni che hanno contribuito ad avvolgere di un’aura mistica questo attore, spesso diviso tra una vita di eccessi e i temi sociali.
Dalla performance approfondita e lirica, nonché da Oscar, in Fronte del Porto alle improvvisazioni che hanno inciso sulla Storia del Cinema - pensate a Ultimo Tango a Parigi e Apocalypse Now, giusto per fare degli esempi - Brando è sempre stato estremamente dedito alla sua professione, malgrado la odiasse.
E pensate cosa avrebbe potuto fare se solo avesse avuto voglia di imparare un copione ogni tanto...
Posizione 3
Robert De Niro
Se la produzione de Il Padrino avesse permesso a Francis Ford Coppola di affidare a De Niro il ruolo di Sonny Corleone, forse non conosceremmo così a fondo la dedizione di Bob al metodo.
Dovendo interpretare per il secondo capitolo della saga il giovane Don Vito Corleone, De Niro passò diversi mesi in Sicilia per imparare ogni sfumatura dei vari accenti siciliani, mostrati perfettamente durante la pellicola che gli varrà il suo primo Oscar.
Ovviamente non si è fermato lì: per il suo leggendario ruolo in Taxi Driver Bob ha vissuto per giorni in una base militare in Italia, perdendo circa quindici chili e ottenendo una licenza di lavoro come tassista a New York per quattro mesi senza mai essere riconosciuto.
Per New York, New York imparò, ovviamente, a suonare il sassofono e per Toro Scatenato si allenò in maniera professionistica per il pugilato, disputando tre incontri nella zona di Brooklyn e vincendone addirittura due.
Sempre per lo stesso film Bob ingrassò circa trenta chili per inquadrare perfettamente l’autodistruzione del pugile Jake LaMotta, mettendo a repentaglio non solo la propria salute, ma anche la qualità della performance che verrà meritatamente premiata con un Academy Award.
Per Cape Fear - Il promontorio della paura si fece ricoprire di finti tatuaggi e spese ventimila dollari per un trattamento dentale che rendesse il suo ghigno terrificante.
L’anno successivo, richiamato da Coppola per Frankenstein di Mary Shelley, si tuffò tanto nel ruolo della creatura da sottoporsi a un attento studio delle cartelle cliniche di uomini colpiti da ictus.
Per The Wizard of Lies, infine, De Niro ha preferito eseguire una particolare rasatura anziché usare una parrucca per somigliare il più possibile a Bernie Madoff, noto truffatore statunitense.
Se una leggenda di questo calibro è in terza posizione, pensate chi c’è alle prime due.
Posizione 2
Christian Bale
Quello di Bale è un corpo sacrificato al metodo: pensate alle sue perdite di peso vertiginose, seguite da duri allenamenti per la riconquista della massa muscolare e poi al suo rapido ingrassamento.
Notate la differenza che il suo corpo mostra tra Batman Begins e L’uomo senza sonno, tra i successivi capitoli de La Saga del Cavaliere Oscuro e The Fighter.
E poi, ancora, guardatelo in American Hustle: l’attore si è presentato sul set calvo e con un diverso modo di camminare dovuto ai ben 106 chilogrammi raggiunti.
I cambiamenti di peso a cui l’attore gallese si è sottoposto sono stati così eccessivi da costagli una doppia ernia del disco.
Persino il suo regista per quella pellicola, David O. Russell, si è infuriato appena ha conosciuto i suoi problemi di salute.
Questo non gli ha comunque impedito di sottoporsi a un nuovo cambio di peso per Vice - L'uomo nell'ombra di Adam McKay, ruolo che gli è valso la sua quarta nomination agli Oscar in 9 anni.
Non solo oscillazioni di peso, però, nella collezioni di performance di metodo del britannico: per American Psycho ha portato a termine tutte le mattine per tutta la durata delle riprese la particolarissima routine che il suo personaggio, Patrick Bateman, esegue on screen, mantenendo l’accento statunitense anche a telecamere spente.
Bale è davvero molto dedito al metodo ma c’è addirittura qualcuno che ha fatto peggio di lui…
Posizione 1
Daniel Day-Lewis
Il più estremo method actor che possiate incontrare.
Già detentore del record assoluto di Premi Oscar al Miglior Attore Protagonista, si è lanciato in ogni sorta di follia per seguire il metodo: ha imparato il cecoslovacco per l’Insostenibile leggerezza dell'essere, ha vissuto nella foresta imparando a scuoiare animali e produrre canoe per L’ultimo dei Mohicani, ha vissuto una notte in prigione per Nel nome del padre, si è tatuato sul serio come John Proctor ne La seduzione del male, si è ammalato di polmonite rifiutando medicinali e giacche calde sul set di Gangs of New York.
Ha poi imparato a tirare di boxe come un professionista per The Boxer fratturandosi il naso, ha vissuto lontano dalla moglie per prepararsi all’abbandono de La storia di Jack e Rose e, dopo aver imparato a maneggiare alcuni attrezzi per l’estrazione del petrolio per Il Petroliere, si è ritrovato ad inviare sms presentandosi come Mr. President Abraham Lincoln ovviamente per Lincoln.
Tutto questo in meno di venti pellicole.
Day-Lewis ha infatti sempre scelto minuziosamente i ruoli da interpretare, intervallando i propri film con lunghissime pause.
Così facendo i suoi alter-ego sono sbocciati nel realismo più assoluto.
Nel corso della premiazione degli Oscar 2013 ha, inevitabilmente, ringraziato sua moglie Rebecca Miller per aver sopportato pazientemente una tale varietà di personaggi incompatibili tra loro che le giravano per casa.
Serve altro per essere al top di questa classifica?
Classe'96. Ex cestista a livello giovanile e minors ed ex Parlamentare Regionale dei giovani in Puglia, laureato prima in Giurisprudenza d'Impresa e poi in Scienze Economiche.
Pervenuto criticamente alla cinefilia, studioso di tattica sportiva, telecronista e opinionista, nutre una passione viscerale per i racconti che gravitano attorno ai campi da gioco e ai set cinematografici.
Innamorato della New Hollywood, degli attori di metodo e dei piani sequenza.
Ma non solo: attratto magneticamente da tutte le meravigliose diversità che il cinema può raccontare.
Redattore presso Cinefacts.it, curatore della rubrica Good & Bad
Si, ma non esattamente: egli non ebbe di certo le stesse possibilità di studiare all'actor's Studio. In un articolo di La Repubblica, Francesco Rosi ricorda così il "metodo" di Volonté:
"E quando si dice che diventava anche nella vita privata i personaggi che doveva rappresentare, è vero. Se ne impadroniva attraverso tutte le fasi e i dettagli della preparazione. Nel Caso Mattei c' è una scena in cui, mentre la giro, noto che Volonté cammina con i piedi piatti e mi chiedo perché. Improvvisamente ricordo che gli avevo fornito una fotografia di Mattei in cui teneva i piedi divaricati. Ecco, se n' era appropriato senza dirmi niente. Lavorava di scavo, elaborava e interiorizzava al massimo. E piano piano diventava Mattei, Levi, Luciano. Non è solo tecnica, è una straordinaria capacità di approfondimento. Il minimo gesto da imitare gli serviva per esprimere una personalità. [...] Non ha mai seguito gli eccessi dell' Actor' s Studio. Raggiungeva il risultato attraverso una trasformazione che veniva dall' interno. La sua capacità mimetica era incredibile. Un giorno venne sul set la compagna di Lucky Luciano, ci sediamo lei io e Volonté, in costume di scena. Lo guarda senza dire una parola e alla fine rivolta a me sentenzia: "è isso". Ma questo non lo otteneva con i trucchi. Era frutto di un' esplorazione, di un' elaborazione interiore sulle ragioni del personaggio."
Possiamo dire che utilizzava il rigore del metodo, aggiungendoci quella fortissima componente ideologica che ha caratterizzato gran parte della filmografia dell'attore (il più grande volto del cinema d'impegno civile, indubbiamente).
tratto da Gian Maria Volonté Il suo metodo? La tensione morale in La Repubblica del 2 Dicembre 2004.
A me nemmeno, non so se hai visto i corti che hanno anticipato il film ma quello con Leto mi aveva messo hype per il film.. poi l'idea secondo me era quella di lasciarlo abbastanza in ombra per svilupparlo meglio in eventuali sequel, che probabilmente non vedremo mai
Sinceramente in BR49 non mi é nemmeno dispiaciuto. Apparte che come dici tu si vede poco, pero non é che abbia recitato male, é semplicemente che il personaggio doveva essere freddo e senza umanitá e mi sembra che Leto abbia fatto un buon lavoro.
Anch'io non lo capisco, in tutti i film che visto ha dato ottime interpretazioni, specialmente in Mr. Nobody e Dallas Buyers Club. Le critiche sono soprattutto sul Joker e il cattivo di Blade Runner, ma in entrambi casi il problema era la scrittura del personaggio, entrambi si saranno visti sì e no 10 minuti.
Sono d’accordo con te in tutti i film che ho visto con lui mi è piaciuto un sacco! (In lord of war mi ha fatto provare una gran pena per il suo personaggio)
Ovviamente lo fanno per entrare il più possibile nella parte (o "essere avvantaggiati", come dici tu), ma in questo non ci vedo niente di male. Non è che "giocano sporco", è solo uno dei tanti metodi che gli attori possono utilizzare per arrivare a dare il meglio; ci sono attori che hanno bisogno di queste tecniche e ci sono altri che invece utilizzano altre vie. Se uno non vede come necessario lavorare su se stesso in questo modo per poter recitare una parte buon per lui, utilizzerà un altro metodo, però non è che allora chi usa quello Stanislavskij è "scorretto"... Non so, poi ovviamente questo è solo il mio parere
Sono abbastanza sicura che non fosse il vero e proprio mockumentary, anche perché prima di quel video (comunque abbastanza breve) non ne avevo mai sentito parlare... Bah, probabilmente avrò visto il trailer da qualche parte, chissà
Si, credo anch'io che manchi di un ruolo di spicco, d'altronde ci sono attori meno bravi ma che in un film ben riuscito con un personaggio che calza a pennello sono stati molto più acclamati
Capisco il punto di vista, ma è dedizione per perdere/guadagnare chili accettando di mettere a repentaglio la tua salute. E' una scelta estrema, ma ad un certo punto sai come fare e diventi un maestro di trasformazioni di questo genere (Bale indubbiamente lo è). Non so, secondo me non c'è solo ingrassare o dimagrire nella cura di un personaggio. Lasciato da parte lo stupore per tanta dedizione, mi affascina di più che De Niro si sia messo a fare il tassista sul serio o abbia imparato il siciliano, o che DDL sia rimasto nei boschi a imparare a cacciare.
Concordo, anche se si adattano in due modi diversi. Lewis è un mostro a diventare la persona in cui deve recitare, davvero pazzesco. Bale invece come stravolgimenti fisici è il migliore
A me piaceva molto, lo reputo tutt'ora un bravo attore ma per essere tra i migliori lo vorrei vedere in qualche film in più con parti in cui può dare tanto
No beh, Bale il migliore in assoluto. Ne "L'uomo senza sonno" sveniva addirittura perchè era arrivato a pesare 40 chili. Per Batman è diventato 90 chili di muscoli, e poi è ingrassato di 30 chili per American Hustle
Io invece no, apprezzo la loro dedizione, ma un attore secondo me non ha bisogno di questi stravolgimenti, anzi, con questi stravolgimenti è poi avvantaggiato nella recitazione
Fino a che sono pochi chili può anche andare,ma spesso si tratta di una quantità esagerate. Più che altro è il passare da 15 kg in più per una parte, poi 30 in meno per un'altra ecc. Per fortuna come dici tu sono assistiti :)
Io ingrasserei volentieri per una parte. Probabilmente perché si tratterebbe di ingrasso assistito e lo trovo interessante, molto differente dal "mangia il tanto che basta a evitarti l'infarto che poi dobbiamo rifare i casting".
Se devo dirti la verità, è stato in ballottaggio fino all'ultimo con Jared Leto! Di cose folli per Nymphomaniac, Fury e Charlie Countryman deve morire ne ha fatte, magari le racconterò in un'altra sede, ovviamente su questo sito😊
Secondo me perchè essendo anche una rockstar gli si assegna l'etichetta del "faccio un po' e un po' e vado alla grande", quando come attore meriterebbe molto più credito (che neanche un oscar ancora è riuscito a dargli)
Basti pensare che ha interpretato praticamente in contemporanea due ruoli entrati nella storia ma soprattutto diversissimi come quello del Padrino e di quel capolavoro di Ultimo Tango a Parigi 😍
Be’ inutile dire che da parte mia l’attesa per “The Irishman” sta diventando snervante! :)
De Niro è tra i miei preferiti, “Il Cacciatore” per me è IL film, dunque puoi capire quanto anche io attenda con ansia un suo nuovo super ruolo...ma intanto che si diverta pure! :)
Ci sono, ci sono. Rooney Mara, ada esempio, per Millennium-Uomini che odiano le donne, si fece un piercing nelle parti intime perché diceva di non poter interpretare un personaggio così cyberpunk senza avere nemmeno un piercing o un tatuaggio.
Non ero a conoscenza di queste sue affermazioni, grazie per avermi fatto sapere! Infatti guarda, io ho visto molti dei suoi filmetti di questi ultimi anni, e alcuni li ho anche apprezzati ("Lo stagista inaspettato" mi piace un sacco), però cavolo non vedo l'ora di vederlo tornare in qualche Filmone dei suoi, perchè è un attore che merita un sacco, davvero (io poi sono di parte perchè amo la New Hollywood più di ogni altra cosa 😂)
Nessun attore italiano, almeno tra i noti, può definirsi method actor su base continuativa. Però, sempre più spesso, stiamo assistendo a grandi trasformazioni fisiche frutto di diete molto particolari. È il caso di Stefano Accorsi in "Veloce come il Vento", Claudio Santamaria in "lo chiamavano Jeeg Robot" e Alessandro Borghi in "Sulla mia pelle
E' una bella riflessione ed è vero che entrambi i modi di recitare conducono a risultati eccezionali. A tal proposito ti riporto un pensiero che mi ha colpito molto di uno dei miei attori preferiti, Marcello Mastroianni sosteneva: "Non capisco perchè questi americani devono soffrire così tanto da identificarsi con i loro personaggi. Io recito. E' molto divertente. Non c'è sofferenza."
A chi lo accusa di fare ultimamente solo filmetti, De Niro ha più volte risposto di aver dimostrato ampiamente la sua capacità di recitazione e che ora, arrivato ad avere anche lui una certa età, non vede il motivo per cui non dovrebbe concedersi qualcosa di più rilassante e che lo diverte anche! Se la vedi un quest'ottica...come dargli torto? :) Scelte...
Sisi, avevo colto il tuo interrogativo. Quello che intendevo io era: non credo che solo uno dei due possa essere considerato come "vero attore". L'attore interpreta un ruolo, e indipendentemente dal modo in cui decide di immedesimarsi nel personaggio l'importante è che riesca a trasmettere le giuste emozioni. Personalmente ritengo il Metodo semplicemente uno strumento di cui gli attori possono servirsi se ritengono che li possa aiutare a interpretare meglio la loro parte. C'è da dire chi sfrutta il Metodo dimostra grandissima dedizione e passione per il proprio lavoro (oltre ad un pizzico di follia 😆), ma questo non significa che chi non lo usa sia meno professionale, così come non si può dire che chi ha bisogno/voglia di trasformarsi completamente nel proprio personaggio abbia meno talento di chi si presenta sul set soltanto con il copione. E' un discorso su cui potremmo stare veramente delle ore, ma non voglio annoiare oltre, spero di aver reso la mia idea, chiedo venia per il papiro. 😁
Sì sì è ciò che volevo dire anche io. Non esiste meglio o peggio. La riflessione (se così vogliamo chiamarla) che volevo tirare in ballo era: il vero attore è colui che si immedesima a tal punto da diventare lui stesso il personaggio o colui che senza sforzo apparente inizia a recitare repentinamente?
Lu
6 anni fa
Per me uno dei più grandi!
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Matteo Mazzuto
6 anni fa
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Marco Natale
6 anni fa
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Marco Natale
6 anni fa
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Fabrizio Cozzolino
6 anni fa
"E quando si dice che diventava anche nella vita privata i personaggi che doveva rappresentare, è vero. Se ne impadroniva attraverso tutte le fasi e i dettagli della preparazione. Nel Caso Mattei c' è una scena in cui, mentre la giro, noto che Volonté cammina con i piedi piatti e mi chiedo perché. Improvvisamente ricordo che gli avevo fornito una fotografia di Mattei in cui teneva i piedi divaricati. Ecco, se n' era appropriato senza dirmi niente. Lavorava di scavo, elaborava e interiorizzava al massimo. E piano piano diventava Mattei, Levi, Luciano. Non è solo tecnica, è una straordinaria capacità di approfondimento. Il minimo gesto da imitare gli serviva per esprimere una personalità. [...] Non ha mai seguito gli eccessi dell' Actor' s Studio. Raggiungeva il risultato attraverso una trasformazione che veniva dall' interno. La sua capacità mimetica era incredibile. Un giorno venne sul set la compagna di Lucky Luciano, ci sediamo lei io e Volonté, in costume di scena. Lo guarda senza dire una parola e alla fine rivolta a me sentenzia: "è isso". Ma questo non lo otteneva con i trucchi. Era frutto di un' esplorazione, di un' elaborazione interiore sulle ragioni del personaggio."
Possiamo dire che utilizzava il rigore del metodo, aggiungendoci quella fortissima componente ideologica che ha caratterizzato gran parte della filmografia dell'attore (il più grande volto del cinema d'impegno civile, indubbiamente).
tratto da Gian Maria Volonté Il suo metodo? La tensione morale in La Repubblica del 2 Dicembre 2004.
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Maatz
6 anni fa
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Salvatore Messina
6 anni fa
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DocBrown
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Maatz
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Salvatore Messina
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Salvatore Messina
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Riccardo Cappelletti
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ZERO
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Simone Antonino
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Salvatore Messina
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Jacopo Gramegna
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Grazia173
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Elia Tron
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Il Cionco
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Roberto Rotondo
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Jude
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Jude
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Solo Gary
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Jude
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Jude
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Davide Sciacca
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Guido Vaccari
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Guido Vaccari
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Guido Vaccari
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Guido Vaccari
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Tiziano
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Sara Genovesi
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Panda
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Jacopo Gramegna
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Wolvering
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Solo Gary
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Jude
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Jude
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Mattia Fiorio
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Mattia Fiorio
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Morena Falcone
6 anni fa
De Niro è tra i miei preferiti, “Il Cacciatore” per me è IL film, dunque puoi capire quanto anche io attenda con ansia un suo nuovo super ruolo...ma intanto che si diverta pure! :)
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Jacopo Gramegna
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Rossella D'Introno
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Alessia Incatasciato
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Alessandro Cavallo
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Jacopo Gramegna
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Rossella D'Introno
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Carlo Padova
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Morena Falcone
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Francesca Tantalo
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FedericoD17
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Francesca Tantalo
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FedericoD17
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Dave
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Davide Bertolotti
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Dave
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