Ecco a voi una lista di horror selezionati dalla redazione di CineFacts.it, tra cui potrete scegliere quello che vi attira di più.
Tra film famosi e riconosciuti e lavori più di nicchia, otto redattori hanno voluto consigliarvi il loro horror d'autore preferito, tutti presentati in ordine cronologico senza gerarchie né classifiche.
La forza del Cinema horror è sempre stata quella di riuscire a provocare nello spettatore un sentimento di inquietudine e di paura che riesca ad affascinarlo e ammaliarlo, in un contrasto di sensazioni negative che provocano una sorta di piacere e di attrazione.
Questi 8 film secondo noi rispettano a pieno la definizione.
Soprannaturale, mistico, evocativo: tre aggettivi che si adattano perfettamente allo stile di quest’opera di MasakiKobayashi, vincitrice del Premio Speciale della Giuria al Festival del Cinema di Cannes nel 1965.
Questo classico dell’horror nipponico è una full immersion nel folklore e nella mitologia di un popolo, ma non mancano le speculazioni sul ruolo dell’arte, una sottile dose di ironia, le riflessioni sull’amore e sulla solitudine e riferimenti metalinguistici.
Il film è diviso in quattro racconti: I capelli neri, La donna della neve, Hoichisenzaorecchie e In una tazza di tè.
Ne I capelli neri un samurai tornerà dalla moglie abbandonata per inseguire sogni di gloria e ricchezza, ma si troverà davanti una brutta sorpresa.
La donna delle nevi è una bellissima trasposizione del mito delle yuki-onna, bellissime donne delle nevi, capaci tanto di amare quanto di compiere indicibili nefandezze.
Hoichi senza orecchie è il più lungo dei quattro capitoli e racconta di un monaco cieco, le cui doti da musicista verranno apprezzate principalmente dai morti. Il racconto delle grandi gesta diventa importante, l’arte è il modo per veicolare la storia.
In In una tazza di tè si narra di uno scrittore nei primi del ‘900 e di un racconto incompiuto su samurai e spiriti.
Nei quattro capitoli, in particolare nel secondo e nel terzo, si respira un’atmosfera impalpabile e rarefatta: il confine tra la realtà e il mondo dei morti è sottile e tutto è illusorio.
I suoni spettrali, quasi sussurrati, e i fondali dipinti a mano hanno contribuito non solo a sottolineare l’inquietudine, ma anche a rendere questo film un’opera elegante ed esteticamente innovativa.
La creatività pittorica evidente nella scenografia vi rimarrà impressa e difficilmente troverete altre pellicole horror paragonabili a Kwaidan.
Nel 1968 RomanPolanski firma un capolavoro indiscusso dell’horror e uno dei migliori film della Storia del Cinema.
Fu uno dei primi film horror di produzione hollywoodiana che ha innalzato il genere, considerato fino ad allora mero intrattenimento sia da una parte della critica che dal pubblico.
Ambientato nei quartieri ricchi di Manhattan, New York, il film è un’allegoria che pone una forte critica verso la società borghese capitalista, in cui l’unica cosa che conta davvero è il successo.
Il tutto diventa un capolavoro grazie alla regia di Polanski, al suo primo film negli Stati Uniti.
Le inquadrature incredibili, accompagnate da una colonna sonora inquietante, ancora oggi dopo più di mezzo secolo anni rendono la visione di Rosemary's Baby un’esperienza che mette continua angoscia e senso di smarrimento, in un crescendo di ansia che esplode nel finale del film.
Poche storie: questo è un film che non può mancare in qualunque classifica dei migliori film horror mai fatti.
Seria o meno seria che sia.
Il capolavoro del ‘73 di WilliamFriedkin ha terrorizzato generazioni di spettatori, ma voglio essere più scientifico: andiamo ad analizzare in maniera sistematica dal punto di vista artistico i fattori che rendono grande un film horror.
Iniziamo dalle musiche scelte da Friedkin, in primis quella che è conosciuta suo malgrado come tema del film: TubularBells di MikeOldfield. Nonostante quella musica sia stata usata solo su due scen, il pezzo è semplicemente indimenticabile e indissolubile dalle immagini di PadreMerrin alle prese con la piccola e indemoniata Regan.
Cinefact: il film avrebbe dovuto avere musiche originali di LaloSchifrin, ma sono state scartate all’ultimo momento dal regista.
Friedkin in visita al presidente dell’Atlantic Records si trovò casualmente tra le mani un disco di TubularBells, lo ascoltò sul momento e decise che l’avrebbe usata nel film.
Parliamo anche degli effetti speciali e del make-up che, sebbene sopra le righe in alcuni punti, secondo me non sono invecchiati così male in tutti questi anni.
Il motivo è anche e soprattutto l’atmosfera ricreata dal registae dal direttore della fotografia OwenRoizman che rende tutto assolutamente terrificante. Una pesantezza di tono che ti si attacca addosso dall’inizio alla fine del film.
Ogni volta che ci si avvicina a quella stanza, una vocina dentro lo spettatore si fa presente e dice “ti prego, non entrare!”.
Passiamo alle prove indimenticabili degli attori: primo Maxvon Sydow - che nella mia immaginazione è sempre rimasto legato a quel personaggio nonostante tutti i film che abbia fatto - ed EllenBurstyn assolutamente credibile nell’ assurdità della situazione.
Una sceneggiatura solida ma soprattutto la maestria impareggiabile di Friedkin nel gestire il tono del film, e la performance di LindaBlair.
Un autentico capolavoro da vedere e rivedere, se si ha il coraggio.
Soprattutto perché se un horror non fa paura è un fallimento, e qui il paurometro va fuori scala.
La penna tagliente di StephenKing, la regia perfettamente calibrata di BrianDePalma, l’interpretazione da brividi di SissySpacek, la colonna sonora di PinoDonaggio.
Serve altro per inserire Carrie nella Top 8 dei consigli horror della redazione di CineFacts.it?
Carrie è un film che ha fatto epoca, ricoprendo un ruolo pionieristico nel Cinema dell’orrore anche per la sua capacità di abbattere i muri derivanti dall’essere una pellicola “di genere”: oltre ad avere il prestigiosissimo compito di apripista per gli adattamenti cinematografici derivanti dai romanzi di King, il decimo lungometraggio di BrianDePalma è stato il primo film horror a raggiungere delle nomination agli Oscar (ben due: per SissySpacek e PiperLaurie).
L’attenzione del regista nell’assecondare i tempi e i toni narrativi dello scrittore ha prodotto un risultato completamente innovativo.
La pellicola, infatti, si esprime a lungo su delle tonalità ben diverse da quelle completamente cupe proprie del Cinema dell’orrore di quegli anni, tratteggiando il disagio di un’adolescente esclusa dai propri compagni attraverso scene di vita ordinaria intervallate da oppressivi sprazzi della convivenza casalinga tra Carrie e una madre iper cattolica.
SissySpacek è meravigliosa nell’interpretare una ragazza ingenua e apparentemente innocua, vessata da un contesto scolastico ostile e da una dura vita familiare, celando il segreto del suo personaggio e muovendosi con naturalezza tra i numerosi simbolismi del film.
L’inquietudine, però, è sempre dietro l’angolo: il potere demoniaco della protagonista si manifesta con picchi crescenti, in un climax di terrore che trova il suo picco nella sequenza finale nel salone da ballo.
Poco importa se, in seguito, qualcuno ha vanamente provato a proporre sequel o remake di quest’opera immortale: Carrie resterà per sempre un Capolavoro del Cinema, non solo di genere.
Dopo aver esplorato a fondo il genere thriller DarioArgento ci regala quello che per molti è l’apice della sua carriera: il suo primo horror.
La sinistra ambientazione dell’Accademia di Danza a Friburgo è lo spunto perfetto per costruire un film che ha fatto scuola, imitato e citato innumerevoli volte e celebrato per aver donato un tocco autoriale e una dignità artistica a un genere ancora non del tutto sdoganato, almeno in Italia, dall’etichetta di “film di serie B”.
L'elemento sovrannaturale viene affrontato per la prima volta dal regista romano, che sfrutta i punti di forza che lo avevano caratterizzato nei lavori precedenti: sangue copioso, utilizzo della suspense di hitchcockiana memoria, presenza di un assassino misterioso e sconosciuto anche allo spettatore; in un nuovo contesto, più surreale e, se vogliamo, inquietante.
Argento si avvale della collaborazione del direttore della fotografia LucianoTovoli che utilizza una serie di tecniche (lenti anamorfiche e bruti da 25KW con dei velluti posti davanti per ammorbidirne la luce violenta) per costruire artigianalmente un’atmosfera surreale, dai colori densissimi ed esaltati come in un incubo allucinato.
Le straordinarie musiche dei Goblin, inquietantissime e sperimentali, contribuiscono alla resa di un horror che non vi farà saltare sulla sedia ma che riuscirà a provocare una sensazione di angoscia e apprensione purissima, giocando su una serie di elementi visivi e sonori che lo rendono un film semplicemente imperdibile.
Halloween è la festa della paura, dell'ignoto, dell'inspiegabile, una festa in cui dobbiamo sentirci persi in qualcosa di incomprensibile e ammaliante, ma allo stesso tempo pericoloso e profondamente inquietante. Pochi film rappresentano questa definizione come Possession, secondo David Lynch "La pellicola più completa degli ultimi trent'anni".
Come tutto il cinema di AndrzejZulawski, Possession è un film caotico in cui le nostre percezioni e le nostre convinzioni vengono costantemente ribaltate: attraverso continui movimenti di camera e gli stessi attori che interpretano ruoli diversi il regista polacco ci porta all'interno della classica dicotomia tra bene e male all'interno di ognuno di noi.
Quale argomento più adatto alla festa della paura e del sangue?
Possession, una sorta di manifesto del suo Cinema, è difficile da etichettare come classico film horror, ma è forse la perfetta rappresentazione del Cinema europeo in cui il genere e l'autorialità più pura e senza regole si fondono: si passa dalla rappresentazione di una crisi coniugale à la Scene da un Matrimonio di Ingmar Bergman ai mostri e il sangue di un film di David Cronenberg, dal simbolismo all'esagerazione di RomanPolanski.
Un'estetica caotica, ma sempre curata, uno dei volti del Cinema di genere (SamNeill) e uno di quelli del Cinema d'autore europeo (IsabelleAdjani) in una delle più importanti e belle interpretazioni della sua carriera.
Si potrebbe parlare per ore di Possession, cercare di dargli una spiegazione, ricostruirlo, analizzarlo, raccontarne la sinossi, ma non è questo il giorno: oggi dobbiamo solo lasciarci andare e farci trainare nel suo turbinio di mostri, follia, sangue e omicidi mentre ci scruta dentro.
consigliatovi da Fabrizio Cassandro
Posizione 2
[REC]
Jaume Balagueró, Paco Plaza, 2007
Chi scrive è rimasto letteralmente terrorizzato dal film spagnolo diretto dai registi JaumeBalagueró e PacoPlaza, uscito nelle sale cinematografiche a cavallo tra il 2007 e il 2008.
La trama molto è semplice: Angela, conduttrice del programma TV "Mentre tu dormi", partecipa accompagnata dal cameraman Pablo a un’operazione condotta dai Vigili del Fuoco in un palazzo di Barcellona; a loro insaputa uno strano virus si sta diffondendo fra i condomini e i protagonisti si ritroveranno ad affrontare una disperata lotta per la sopravvivenza.
Come altre pellicole rientranti nel genere horror, [REC] è stato girato in stile found footage: l’azione è osservata attraverso la videocamera dell’operatore che accompagna Angela nel corso della vicenda; gli stacchi di montaggio sono ridotti al minimo, quindi il film è composto da una serie di piani sequenza che immortalano l’orrore in diretta.
La scelta della camera a mano, unita alle ambientazioni talvolta buie e silenziose, genera nello spettatore una tensione costante, che può sfociare in jumpscare del tutto inaspettati.
A seguito della sua distribuzione il film riscosse notevole successo di critica e pubblico, a tal punto da generare ben tre sequel, sempre diretti dagli stessi Balagueró e Plaza.
Assieme a Whiplash è a mio avviso fra le opere prime più valide fra quelle divenute ormai celebri negli ultimi tempi, e con TheVvitch condivide anche il primato del miglior film di genere horror tra quelli recenti e tra quelli di più “ampia” (si fa per dire) distribuzione.
L’autrice australiana imprime alla storia una visione profondamente e sentitamente femminile cui non si crede sia recitabile o, comunque, sia recitata, tanto sono bravi EssieDavis e il piccolo NoahWiseman.
Babadook: l'uomo nero di ogni infanzia che come un insetto si insinua senza chiedere nella sicurezza della casa, un'entità svelata in questa pellicola con il contagocce, che prima ti spaventa e poi appare.
L’apparato foto-scenografico di questo film è profondamente ispirato alle atmosfere del cinema espressionista tedesco (basti ricordare l'ombra proiettata nel film Nosferatu).
Si sprecano i richiami al cinema dei nostri LucioFulci e MarioBava.
Ma la specificità di Babadook è di essere la rappresentazione di un sentimento: ladepressione.
La depressione di una donna che ha perso il marito in contemporanea alla nascita del figlio. La depressione come un cancro interiore che invade la mente e il proprio mondo desaturando (come la fotografia di questo film) ogni aspetto della vita. La depressione di una madre lasciata sola nel delicato momento post-parto e che vede irrazionalmente nel figlio la causa del suo malessere.
La creatura è l'allegoria raggelante di questo sentimento purtroppo incredibilmente reale.
A turbare profondamente è, come Shining insegna, la possibilità del male all'interno della più stretta delle relazioni, ossia quella fra genitori e figli.
Effetti sonori raggelanti, un'attenzione incredibile alle scelte registico-fotografiche (spazi di scena, inquadrature tagliate da linee geometriche), e una sceneggiatura che si prende tutto il tempo per inquietare fanno di Babadook un film imperdibile e il cui giudizio va ricercato con pazienza.
Sono un economista pentito, vissuto tra Milano e la Svezia, che ha mollato tutto per andare a lavorare in un festival di cinema giù in Calabria (il festival più screanzato e figo del mondo, si chiama La Guarimba). Sogno di creare un festival o un centro culturale da qualche parte nel mondo.
Curo la rubrica Vendimi questo film con cui cerco di presentarmi da persona seria. I miei guru cinematografici sono Lynch, Jodorowsky, Hitchcock, Leone, Bergman, Fellini e Tarkovskij. Adoro il cinema espressionista degli anni '20, l'horror italiano artigianale, gli spaghetti western, gli sci-fi e, in generale, i film che mi fanno pensare ed emozionare in una volta.
È molto facile che dica "è uno dei film più belli mai visti".
Ritengo sia una pellicola sotto diversi aspetti unica, dunque apprezzabile; tuttavia avevo sentito parlare di Babadook come un film oggettivamente terrorizzante e invece mi ha inquietato molto meno di tanti altri lungometraggi (dalla critica disprezzati). Probabilmente sarà stata solo una questione di aspettative disattese, non so. Lo rivedrò con più attenzione in futuro.
Non dico che Suspiria non sia un ottimo film, bellissimo e spaventoso, ma ci tenevo, da fan di Argento, solo a distinguere un cult capolavoro di fotografia e colonna sonora da un film che veramente cambia un genere.
Sul paragone con Leone non sono d'accordo, ma ho capito cosa volessi dire.
Neanche Sergio Leone ha inventato il western o il gangster movie, ma sfido a trovare qualcuno che non sostenga che li abbia resi grandi.
Sono un grandissimo amante di Bava e Fulci, sono ben consapevole che hanno affrontato il genere ben prima di Argento.
Ma Suspiria, a livello di impatto nell'immaginario collettivo e influenza, va oltre. Ma basterebbe prendere un esempio recente come The Neon Demon, solo per quanto riguardo l'uso delle luci e dei colori. Suspiria è stato anche un successo commerciale clamoroso, in Giappone è uno dei film più visti e più amati in assoluto.
E comunque di splatter, di gotico e di slasher c'è veramente poco, non sono certo questi gli elementi caratteristici del film!
Anche io ho faticato ad avvicinarmi al genere, ed è stato proprio Argento con Suspiria a farmici innamorare! Poi i classici dell'horror italiano come Bava e Fulci sono davvero molto affascinanti, ti consiglierei di proseguire per questa strada.
Babadook è un film che va assolutamente visto. Tocca corde molto intime dello spettatore, quindi è normale che possa piacere come non piacere. Personalmente lo trovo un grande film. Necessita comunque di una visione molto attenta per essere compreso a fondo, non è un horror da popcorn e pausa sigaretta, ecco.
A me della lista mancano Kwaidan e Possession, recupererò. Per il resto sono tutti classiconi imperdibili, alcuni hanno segnato la storia del cinema e non solo del genere horror. L'Esorcista, tuttora, anche alla ventesima visione, riesce a far paura e incolla alla poltrona. Rosemary's baby è un gioiello di costruzione della tensione in perfetto stile Polansky. Suspiria è per me il film più riuscito di Argento (o comunque il mio preferito), ha uno stile veramente unico, soprattutto nel panorama italiano.
Filman
6 anni fa
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Simone Colistra
6 anni fa
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Stanley K.
6 anni fa
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Filman
6 anni fa
Sul paragone con Leone non sono d'accordo, ma ho capito cosa volessi dire.
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
Anche se la paura ha ben poco di allegorico ahah
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Andrea Vassalle
6 anni fa
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Simone Colistra
6 anni fa
Sono un grandissimo amante di Bava e Fulci, sono ben consapevole che hanno affrontato il genere ben prima di Argento.
Ma Suspiria, a livello di impatto nell'immaginario collettivo e influenza, va oltre. Ma basterebbe prendere un esempio recente come The Neon Demon, solo per quanto riguardo l'uso delle luci e dei colori. Suspiria è stato anche un successo commerciale clamoroso, in Giappone è uno dei film più visti e più amati in assoluto.
E comunque di splatter, di gotico e di slasher c'è veramente poco, non sono certo questi gli elementi caratteristici del film!
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Teo Youssoufian
6 anni fa
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James Flint
6 anni fa
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Simone Colistra
6 anni fa
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Luca Buratta
6 anni fa
A me della lista mancano Kwaidan e Possession, recupererò. Per il resto sono tutti classiconi imperdibili, alcuni hanno segnato la storia del cinema e non solo del genere horror. L'Esorcista, tuttora, anche alla ventesima visione, riesce a far paura e incolla alla poltrona. Rosemary's baby è un gioiello di costruzione della tensione in perfetto stile Polansky. Suspiria è per me il film più riuscito di Argento (o comunque il mio preferito), ha uno stile veramente unico, soprattutto nel panorama italiano.
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Yuri Palamini
6 anni fa
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