Non c’è filmografia specchio della natura di un attore come quella di Johnny Depp.
Professione intrapresa grazie all’amico Nicolas Cage per “pagare le bollette”, la recitazione per JohnnyDepp è fin dagli esordi vista come un luogo per nascondere le proprie debolezze, per sopravvivere in un mondo alieno che lo ha catalogato da subito come un outsider.
Lui, che ha sempre rivendicato con fierezza le sue origini native americane di Cherokee, a onor del vero con questa dicitura ci ha sempre giocato.
[L'esordio cinematografico di Johnny Depp avviene con Wes Craven in Nightmare]
Non è un caso che, al momento, la sua unica firma in cabina di regia sia quella su Il coraggioso nel 1997.
Il film vede come protagonista lo stesso Johnny Depp nei panni di un nativo americano costretto, per mantenere la propria famiglia, a prestare il suo corpo per le riprese di uno snuff-movie.
Da queste poche righe si può delineare come Il coraggioso sia simbolo della stessa condizione a cui si sente sottoposto l’attore, anche lui - come il suo personaggio Raphael nel film - costretto per vivere a vendere il proprio corpo e la propria immagine al Cinema.
Per il suo esordio alla regia Johnny Depp chiama al suo fianco Marlon Brando, figura nella quale Depp si è sempre rispecchiato per lo stile di vita da rockstar e per come entrambi vedevano il mestiere dell’attore, ipocrita ma necessario.
[Una scena de Il coraggioso]
Come scrive Cristina Jandelli nel saggio Hollywood Men di Alberto Scandola: “La lunghissima camminata finale del protagonista de Il coraggioso, attraverso i detriti desertici dell’America abbandonata dalla legge e dell’etica, diventa un programma: attore a tutto corpo.
Johnny Depp si ritrae mentre va dritto verso il suo destino di morte fra spazzatura e cercasse di animali.
E, con ogni evidenza, il selvaggio non può che non rimandare a The Wild One, cioè il mentore Brando”.
Un talento puro, camaleontico nel passare da un ruolo all’altro, ma vittima di quella immagine divistica selvaggia e sregolata - d’altronde è l’uomo campagna per il profumo Sauvage di Dior - che lo ha portato a diventare un idolo delle masse, il simbolo del “Sex, Drug & Rock and Roll” hollywoodiano.
[La pubblicità di Dior con Johnny Depp]
La filmografia di Johnny Depp è costellata da collaborazioni con grandi registi del Cinema statunitense e non, alternate a prove legate a blockbuster e film massacrati dalla critica.
Una discrepanza che evidenzia come a Johnny Depp importi apparentemente poco della recitazione - lui stesso in più interviste ha ammesso che non riguarda mai i suoi film - uno strumento utilizzato perciò per mantenere il proprio stile di vita e per mostrare il suo estro artistico.
La lunga collaborazione con l’amico e regista Tim Burton ne delinea un ritratto di una persona a suo agio con i travestimenti, con personaggi emarginati pieno di fascino, figli della mente di un autore cinematografico il cui talento visionario ha caratterizzato l'estetica degli anni ‘90 e della prima metà degli anni ‘00.
[Edward mani di forbice rappresenta la prima collaborazione tra Johnny Depp e Tim Burton]
Il binomio Burton-Depp è diventato con il passare del tempo simbolo a cui associare l’attore statunitense - insieme al ruolo nella saga dei Pirati dei Caraibi - decretandone il successo mondiale, nascondendo però le sue performance legate a personaggi meno trasformisti.
Con questo articolo andremo ad indagare i volti a cui Johnny Depp ha prestato il suo talento non legati all’universo “burtoniano”, dove la costruzione del personaggio avviene sempre dall’esterno - il metodo Stanislavskij non appartiene allo stile recitativo di Depp - che ne raffigura la personalità complessa, mai simbolo di una mascolinità virile bensì di un costrutto ideologico non incasellabile, simbolo ultimo di genio e sregolatezza.
Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Hedges, Buon compleanno Mr. Grape mostra uno spaccato di vita della piccola città di Endora, nell’Iowa.
Il protagonista del film è Gilbert (Johnny Depp), giovane uomo di casa costretto a occuparsi della famiglia disastrata: la madre è obesa (Darlene Cates), il fratello Arnie (Leonardo DiCaprio) ha un deficit mentale e le due sorelle Beck (Juliette Lewis) e Betty (Mary Steenburgen) aiutano in casa come possono.
Caratterizzato da una forte componente drammatica alternata a vari sprazzi che guardano alla commedia, il film diretto da Lasse Hallström trova la sua forza e il suo punto d’interesse nella relazione tra i due fratelli, ossia Gilbert e Arnie.
Sebbene sia il personaggio di Leonardo DiCaprio a rubare la scena - l’attore allora diciannovenne ottenne la sua prima candidatura ai Premi Oscar - il ruolo di Gilbert diede modo a Johnny Depp di mostrare la sua capacità di recitare per sottrazione, imprimendo al suo personaggio una patina malinconica implosa, che ben controbilancia l’istrionismo trascinante della perfomance di DiCaprio.
Definitivo trampolino di lancio per i due attori, Buon compleanno Mr. Grape ci mostra un percorso di formazione e di crescita sia diegetico che extradiegetico, un film perciò fondamentale per apprezzare l’inizio di carriera di due icone del Cinema statunitense contemporaneo.
Disponibile su Prime Video
Posizione 7
Dead Man
di Jim Jarmusch (1996)
Nell’introduzione di questo articolo ho fatto un breve accenno alle origini Cherokee di Johnny Depp e a quanto questo fattore sia importante per l’attore statunitense.
La scelta di Jim Jarmusch nell'affidargli il ruolo del protagonista in Dead Man non è quindi casuale.
Protagonista del film è William Blake, giovane ragazzo arrivato nella cittadina fantasma di Machine per un posto di lavoro come contabile.
Una serie di avvenimenti però lo costringeranno ad allontanarsi da questa prospettiva, intraprendendo un viaggio straniante nelle terre del selvaggio West.
Il film diretto da Jim Jarmusch, oltre a contenere tutti i tòpoi della poetica del regista, è fondamentale per come riflette sulla diversità, sull’incontro tra diverse culture e il loro legame con la natura.
L’indiano Nessuno, in grado di comunicare solo tramite aforismi, è specchio del film; un Virgilio moderno che accompagna, sulle note distorte della chitarra di Neil Young, il personaggio interpretato da un Johnny Depp mai così vivo - in antitesi con il titolo - verso un viaggio nei meandri più profondi dell’animo umano.
Disponibile su Prime Video
Posizione 6
Donnie Brasco
di Mike Newell (1997)
Tratto dalle memorie dell’agente dell’FBI Joe Pistone, Donnie Brasco è un film diretto da Mike Newell con protagonisti Johnny Depp e Al Pacino.
Influenzato dallo studio antropologico del Cinema di Martin Scorsese sulla mafia e sui suoi meccanismi interni ed esterni, Donnie Brasco mostra l'influenza che può esercitare il sistema e il gruppo dei cosiddetti “Bravi ragazzi” verso un individuo estraneo a certe dinamiche sociali, come lo può essere un agente sotto copertura dell'FBI.
La prova di Johnny Depp perciò segue di pari passo lo studio sociale del film, cambiando aspetto e gestualità col passare del tempo e il contatto prolungato con la mafia.
Il rapporto con Lenny di amore e odio dà modo a Depp di confrontarsi con Al Pacino, perfetto nella parte dell’uomo d’onore che crede ciecamente nella mafia anche quando quest’ultima gli ha voltato più volte le spalle.
Lo sviluppo etico alla base di Donnie Brasco affascina, così come tutte le usanze di quel sottobosco criminale (“Che te lo dico a fare”) che Joe Pistone ha toccato con mano e che Johnny Depp è riuscito a rendere perfettamente, attraverso una performance senza caricature e scevra da ogni sorta di istrionismo.
Disponibile su Sky e NOW
Posizione 5
Paura e delirio a Las Vegas
di Terry Gilliam (1998)
L’interpretazione di Johnny Depp nei panni di Raoul Duke è forse la più famosa dell’attore statunitense, tenendo fuori l'universo burtoniano e il franchise di Pirati dei Caraibi.
Gli occhiali iconici e la camicia hawaiana hanno generato migliaia di cosplay, rendendo il personaggio del giornalista protagonista del film un fenomeno di culto assoluto.
Oltre agli indubbi meriti di Terry Gilliam nel saper adattare con il giusto spirito anarchico il romanzo psichedelico di Hunter S. Thompson, il merito va attribuito a Johnny Depp, capace di incarnare perfettamente la personalità dello scrittore.
L’euforia dovuta all’uso massiccio di ogni sorta di droga controbilanciata a uno sguardo quanto mai lucido sul periodo storico e sulla società nella quale Thompson viveva - ci troviamo negli anni della presidenza di Richard Nixon e della Guerra del Vietnam - sono frutto di una ricerca attenta fatta sul personaggio.
D’altronde Johnny Depp e Hunter S. Thompson erano amici nella vita reale: fu infatti l’autore di Paura e delirio a Las Vegas a tagliare i capelli a Depp per il film e fu l'attore a sparare le ceneri dello scrittore con un cannone, come richiestogli dallo stesso Thompson quando era in vita.
Un’alchimia perfetta quella vista nel film diretto da Terry Gilliam che forse, come scrive Thompson, rappresenta “Quel genere di apice che non tornerà più”.
Disponibile su Prime Video e Infinity
Posizione 4
La nona porta
di Roman Polański (1999)
Libera trasposizione dal romanzo Il club Dumas di Arturo Pérez-Reverte, La nona porta racconta la storia dello studioso di libri antichi Dean Corso (Johnny Depp) e della sua ricerca, per conto di un collezionista, di due delle tre copie de Le nove porte del regno delle tenebre, un libro che pare contenere le formule per evocare il diavolo.
“Johnny ha l'allure di una volpe, occhi lupeschi, sorriso incantatore, carisma formidabile.
Johnny non fa niente, o per lo meno sembra non far niente, ed è bravissimo proprio per questo, oltre ad essere eccezionalmente bello.
Ha la capacità di dare ritmo al personaggio in maniera spontanea.
Arriva sul set e recita la sua parte senza mai perdere la concentrazione tra una ripresa e l'altra”.
Queste parole di Roman Polański descrivono perfettamente la scelta di affidare la parte del protagonista a Johnny Depp, attore che incarna perfettamente lo spirito del film, interpretando un personaggio avido (“Sorriso incantatore”) che abbraccia quel mondo oscuro, esoterico e maligno da sempre al centro delle opere del regista polacco.
Disponibile su Prime Video sul canale Starz
Posizione 3
Neverland - Un sogno per la vita
di Marc Foster (2004)
Sette candidature ai Premi Oscar 2005, tra cui la terza per Johnny Depp, Neverland - Un sogno per la vita racconta la storia dell’autore teatrale James Matthew Barrie - noto soprattutto per la creazione di Peter Pan - e della sua rinascita artistica attraverso l’aiuto di quattro bambini figli di una giovane vedova (Kate Winslet).
Il film diretto da Marc Foster, attraverso un'impostazione molto classica della storia che non osa mai addentrarsi nei lati più ambigui del suo protagonista, riesce a dare lustro alla potenza dell'immaginazione come strumento di evasione dai problemi di ogni giorno.
L’interpretazione di Johnny Depp è perfettamente funzionale alla natura di James Matthew Barrie, un personaggio borderline con lo sguardo spesso rivolto al vuoto ma dotato di una incredibile sensibilità.
Il rimando a Johnny Depp stesso avviene di conseguenza, dato che guardando il film di Foster le similitudini tra l’autore di Peter Pan e l’attore statunitense sono molte, ed è per questo forse che la prova di Depp in Neverland è stata tra le più sentite e apprezzate da parte del pubblico e della critica.
Disponibile su TIMVision
Posizione 2
Nemico pubblico - Public enemies
di Michael Mann (2009)
“Sono cresciuto in una fattoria a Mooresville, in Indiana. Mia madre è morta quando avevo tre anni.
Mio padre mi picchiava perché non conosceva un altro modo per crescermi.
Mi piacciono il baseball, il cinema, i bei vestiti, le macchine veloci, il whiskey e te”.
Tre fasi che racchiudono un film, uno stile di vita, un personaggio e un’epoca.
Nemico Pubblico per la regia di Michael Mann mette alla berlina gli anni ‘30 attraverso la storia del rapinatore di banche John Dillinger (Johnny Depp) e della ricerca ossessiva dell'FBI per catturarlo.
Un mondo in costante fibrillazione che non ha tempo da perdere come il suo protagonista (“Quanto impieghi per rapinare una banca?” “Oh, un minuto circa. Anzi, quaranta secondi secchi”), perché privo di scelte, di altre strade da prendere.
Nemico pubblico è un film perciò biografico in puro stile Michael Mann, che sceglie di raccontare un preciso momento storico del personaggio, anziché l’intera vita e - come in Alì - di rendere il conflitto principale del film quello tra il personaggio e l’immagine che ha di sé stesso.
Johnny Depp, sotto la famosa e ferrea direzione attoriale di Mann, riesce a fornire una performance in grado di restituire tutto il carisma e la malinconia di JohnDillinger, il nemico pubblico numero uno dell'FBI che solo il tempo è riuscito a fermare.
Disponibile su Sky e NOW
Posizione 1
Il caso Minamata
di Andrew Levitas (2021)
Ultimo film, per ora, con protagonista Johnny Depp, Il caso Minamata racconta la vera storia del fotografo Eugene Smith e del suo reportage per la rivista Life che ha permesso di smascherare il disastro ambientale provocato da un'industria chimica.
Diretto da Andrew Levitas e presentato alla 70ª edizione del Festival di Berlino, Il caso Minamata non si distingue per la particolare originalità della messa in scena o della narrazione, soprattutto considerando l’uscita del ben più riuscito Cattive acque di Todd Haynes l’anno prima.
Il motivo d’interesse in questo film risiede invece nella prova attoriale di Johnny Depp, che presta anima e corpo a Eugene Smith, impersonando un ruolo dal duplice risvolto.
Osservando Il caso Minamata non si può infatti non notare i punti di contatto tra Depp e il fotografo statunitense, entrambi sull’orlo del baratro, in cerca di un'opportunità per riscattarsi e dimostrare ancora una volta al mondo il proprio talento.
Il risultato di questa sovrapposizione di persone si percepisce nella trasformazione fisica di Johnny Depp che, come poche altre volte nella sua carriera, muta la propria fisicità senza l’utilizzo massiccio di trucco e parrucco, mettendo a nudo le proprie debolezze e i propri traumi.
Sono nato a Verona il 28 aprile 1998 e tre giorni dopo uscì in Italia Il grande Lebowski.
Dall'opera dei Fratelli Coen ho preso la quiete del Drugo che mi ha portato a passare interi pomeriggi e sere a guardare film.
Laureato in Scienze della comunicazione e in Editoria e giornalismo con due tesi in Storia e critica del Cinema. Amo particolarmente i gangster movie, i noir e i western ma sogno una vita diretta da Éric Rohmer.