La Storia del Cinema è costellata di battute che diventano poi citazioni che restano nell'immaginario collettivo: il problema è che alcune delle più famose in assoluto le abbiamo sempre citate sbagliando.
Forse a causa del noto Effetto Mandela o forse per un semplice spirito di emulazione, ma sta di fatto che molte delle citazioni cinematografiche che tutti noi conosciamo bene sono in realtà errate.
Approfondisco un minimo le due probabili cause: si chiama Effetto Mandela quella particolare condizione per cui ci si ricorda qualcosa diversamente da come è in realtà.
Succede a tutti, spesso però ci sono situazioni in cui si scopre che non siamo gli unici ad avere un "ricordo modificato", ma che tante altre persone hanno lo stesso ricordo di quel particolare... sbagliato.
Il termine fu coniato dall'autrice Fiona Broome, quando nel 2009 scoprì di non essere l'unica a ricordare i funerali di Nelson Mandela negli anni '80 - quando invece il politico sudafricano è scomparso nel 2013 - e aprì un blog in merito, scatenando il web che dichiarò di avere dei ricordi sbaglati condivisi a livello mondiale.
Dalla coda di Pikachu che non ha la punta nera al nome dei Froot Loops - non "Fruit" - dall'omino del Monopoli che non ha mai avuto il monocolo fino al testo di alcune canzoni e alle battute di film famosi.
Chi non è vittima dell'Effetto Mandela potrebbe invece cadere in un semplice errore di emulazione: se le battute di un film che leggiamo in giro vengono riportate sbagliate, le daremo per buone senza verificare e le citeremo sbagliate anche noi, contribuendo all'errore e diventando anche noi veicolo di battute errate.
C'è poi un terzo caso, più raro: quello in cui tutti capiamo una cosa per un'altra e quindi citiamo male.
Regina delle battute travisate è sicuramente quello "Spumeggiante!" che si sente in The Mask, che ha la "f" al posto della "p".
Citare battute sbagliate non uccide nessuno, ma resta interessante notare come alcuni tra i film più famosi della Storia del Cinema, che spesso diventano famosi proprio per alcune battute che diventano iconiche e travalicano il film stesso divenendo note anche tra coloro che il film non l'hanno nemmeno visto, spesso abbiano all'interno delle battute che vengono riportate in maniera errata.
A mio avviso non è un danno, anzi: è sintomatico di come il Cinema - prevalentemente hollywoodiano - faccia ormai parte dell'immaginario collettivo e sia alla base della cultura pop occidentale.
Se citiamo battute di un film che non abbiamo visto, o che non ricordiamo al punto di essere sicuri di cosa dica realmente quel personaggio, significa che quel film fa parte di noi al di là del film in sé: vengono usate per definire qualcosa o qualcuno, per descrivere una situazione in un modo noto a tutti, divengono emblema per rappresentare l'essenza di un qualcosa che invece di essere definito viene descritto con una frase.
Ecco quindi 8 battute cinematografiche che abbiamo sempre sbagliato a citare.
Sono sicuro che tra queste 8 ce ne sia almeno una che avete sempre sbagliato a citare anche voi!
p.s.: e se non vi fidate, a ogni battuta è linkato il video che dimostra quale sia la frase corretta!
Avrete sentito e letto innumerevoli volte la citazione dal secondo film della saga di Guerre Stellari.
Spesso usata anche come meme, parodiata, presa in giro.
È ancora oggi uno dei più incredibili colpi di scena della Storia del Cinema, uscito dalle sale e conosciuto anche da chi non ha mai visto i film.
Uno dei casi in cui la battuta esce dal suo contesto e diventa paradigma di una situazione, spesso declinata in maniera umoristica e alla base addirittura di svariate pubblicità.
Ma la frase non è quella che avete letto all'inizio, bensì
"Io ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare"
Altra frase mitologica.
Rutger Hauer nei panni del replicante Roy Batty la pronuncia a un attonito Harrison Ford/Rick Deckard, sotto una pioggia torrenziale che farà perdere le sue lacrime... e anche le nostre.
Girano tante leggende su questo monologo, ma la verità è che Hauer non era soddisfatto del monologo finale del suo personaggio, da lui ritenuto troppo lungo, troppo tecnico e poco emozionante: tagliò quindi gran parte delle battute previste e aggiunse di proprio pugno la conclusione.
Quella divenuta famosa: "E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire."
Ma se questa parte viene solitamente citata correttamente, è l'inizio del monologo a subire svariate rivisitazioni, come quella che avete letto qui sopra.
Uno dei pochi casi della Storia del Cinema in cui il sequel di un film eccezionale non sfigura se messo a confronto con il precedente.
James Cameron spinge più sul pedale dell'horror rispetto al capostipite di Ridley Scott in un film dove invece di costruire la tensione si palesa la presenza dello Xenomorfo: l'atmosfera cambia e la minaccia nascosta diventa un orrore evidentissimo.
Anche qui abbiamo un caso di battuta cinematografica divenuta espressione usata per definire dell'altro: il fatto di "uscire dalle pareti" viene ormai utilizzato per descrivere qualunque situazione in cui veniamo assaliti e circondati da qualcosa, o qualcuno, di indesiderato.
Nel film la battuta viene pronunciata dal compianto Bill Paxton, in uno dei momenti più terribili del film.
Secondo lungometraggio di Nanni Moretti, Ecce Bombo è un film che descrive e si prende gioco della generazione nata dopo i tumulti sessantottini.
Generazione senza uno scopo né un obiettivo, che tenta di trovare un proprio posto nel mondo.
Che è poi diventato il problema principale anche delle genrazioni successive, ma questo Moretti nel 1978 non poteva immaginarlo.
Una delle scene più famose del film vede Michele, l'alter ego del regista, dialogare con una ragazza che non si capisce cosa faccia nella vita.
Come si guadagni da vivere, come possa permettersi un affitto, i vestiti, le sigarette...
E la risposta della ragazza viene citata ancora oggi per definire qualcuno che a tutti gli effetti dice di far qualcosa, anche se in realtà non fa niente di concreto.
Ma la frase citata lassù è praticamente un riassunto della battuta presente nel film, che in realtà è:
David Hand, Perce Pearce, William Cottrell, Larry Morey, Wilfred Jackson, Ben Sharpsteen, 1937
"Specchio specchio delle mie brame: chi è la più bella del reame?"
Il primo lungometraggio della The Walt Disney Company fu un film che rivoluzionò non solo il Cinema di animazione, ma il Cinema stesso.
Dopo Biancaneve nulla fu uguale a prima e la Disney settò per l'animazione un'asticella così alta che i concorrenti dovevano per forza mettercisi a confronto.
All'epoca incassò il quadruplo di ogni altro film uscito nello stesso anno, Charlie Chaplin lo definì come un enorme risultato per il Cinema e addirittura Sergej Ėjzenštejn si spinse a dire che era il più grande film mai realizzato.
E Biancaneve e i sette nani porta con sé una delle battute più famose della Storia del Cinema, anche questa usata sovente nelle più diverse situazioni.
Ma la Regina Grimilde si rivolge al Mago dello Specchio Magico dicendo una parola diversa da quella che tutti ricordiamo e abbiamo citato almeno una volta: non ripete due volte la parola "specchio", bensì dice:
"Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, l'uomo con la pistola è morto"
È un vecchio proverbio messicano, dice Ramón Rojo al pistolero solitario.
Sergio Leone, Gian Maria Volonté, Clint Eastwood: poche altre cose nel Cinema corrispondono alla descrizione di "epicità".
Il primo film della Trilogia del Dollaro del regista romano è foriero di battute fantastiche, e la stessa cosa accadrà anche ai suoi film successivi fino a C'era una volta in America con i suoi "Sono inciampato" e "Sono andato a letto presto".
Ma questa battuta di Per un pugno di dollari, ripetuta poi da Eastwood nel finale del film, è una delle più famose in assoluto.
È più lunga delle altre di questa classifica, e forse anche per questo viene erroneamente ricordata e citata aggiungendo o togliendo "uomo" a piacimento.
Altra battuta cinematografica citata innumerevoli volte per descrivere una situazione poco piacevole all'interno della quale siamo costretti a compiere un'azione ripetitiva, spesso senza capirne bene lo scopo finale.
C'è da dire che anche il titolo stesso del film viene sovente ricordato riassumendolo, diventando semplicemente Karate Kid, senza il 'The' iniziale.
Sono pronto a scommettere che tra coloro che stanno leggendo queste righe siano tanti quelli che almeno una volta nella vita l'hanno sentita, letta e magari anche pronunciata.
Ma la battuta che il Maestro Miyagi ripete al giovane Daniel prima di lasciarlo alle automobili da lavare non è esattamente come riportato lassù.
Uno dei film più importanti della filmografia di Martin Scorsese, dei più importanti nella carriera di Robert De Niro, dei più importanti del suo decennio e senza timore di smentita direi anche tra i film più importanti della Storia del Cinema.
Un monologo, quello di De Niro mentre prova la sua arma nascosta nel braccio, che in sceneggiatura non c'era nemmeno.
Paul Schrader aveva scritto semplicemente "Travis parla allo specchio", senza aggiungere nient'altro.
De Niro fece talmente suo Travis Bickle da inventarsi quella che è un'intera pagina di dialogo, perfettamente aderente al personaggio, alla sua mentalità, alla sua lucida follia.
Ed è senza dubbio una delle frasi più famose del Cinema tutto, citata anche ne L'odio di Mathieu Kassovitz del 1995 per bocca di Vincent Cassel.
Anche questa viene praticamente sempre citata male, ma questa volta c'è una spiegazione piuttosto semplice.
In lingua originale Robert De Niro ripete più volte "You talkin' to me?", che si traduce letteralmente nella frase che viene riportata qui sopra.
Ma nell'adattamento italiano con il doppiaggio di Ferruccio Amendola non vengono mai pronunciate quelle parole.
Perché la frase corretta, riportata interamente, è in realtà questa:
Figlio illegittimo del colonnello Kurtz e del tenente Ripley, folgorato sulla via di Dagobah mentre sul chopper di Zed filavo molto karaschò a 88 miglia orarie verso l'Overlook Hotel gestito da HAL9000.
Mi travesto da donna per fuggire da Charles Foster Palantine, con il quale suonavo blues in missione per conto della Tyrell Corporation, ma era tutto Top Secret.
Bevo White Russian, mangio torta di ciliegie stando in Silencio e non vado a letto presto perché canto sotto la pioggia.
Lavoro in TV, canto nei Dymama, sono il Direttore Editoriale di CineFacts.it e non dico mai la parola "morte".
Daniele Besana
4 anni fa
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