#MivestodiCinema
Buon anniversario al bikini!
Nonostante si abbiano delle raffigurazioni ai tempi degli antichi romani come abbigliamento sportivo e da danza, il bikini inteso come costume da bagno nasce ufficialmente il 5 luglio 1946, grazie a Louis Réard, un ingegnere francese che lavorava nel settore automobilistico che un giorno decise di rilevare l'azienda di lingerie della madre.
Ispirato dal predecessore Atome di Jacques Heim (un costume due pezzi che scopriva una piccola parte del ventre) e dalle spiagge di Saint Tropez, dove aveva notato che le donne avevano l'abitudine di arrotolarsi i costumi in favore dell'abbronzatura, decise di lanciare il bikini: un costume a due pezzi che scoprisse per la prima volta l'ombelico delle donne.
L'impatto fu così esplosivo da essere battezzato come un atollo "atomico" delle Isole Marshall, bombardato dai test nucleari degli Stati Uniti nel luglio del 1946: Bikini.
[Micheline Bernardini con il primo bikini al mondo]
L'accoglienza non fu delle migliori: il designer fu costretto ad assumere Micheline Bernardini, ballerina senza veli del Casinò de Paris, perché non riuscì a convincere nessuna modella a indossare e posare con la sua creazione.
Il debutto scatenò indignazione e rifiuto e venne duramente osteggiato dal Vaticano che lo dichiarò addirittura “peccaminoso”. Bandito ufficialmente in Spagna, Portogallo, Italia, Belgio e Australia, rimase fuori legge anche in molti degli Stati Uniti fino al 1959. Cosa ha fatto cambiare idea all'opinione pubblica facendo diventare il bikini il costume più venduto al mondo?
La risposta è da ricercare nel Cinema e nelle sue star.
[Brigitte Bardot in una scena del film Et Dieu... créa la femme, in italiano intitolato Piace a troppi]
Il primo bikini della Storia del Cinema, indossato da una bellissima e giovanissima Brigitte Bardot nel 1958, debutta in Et Dieu... créa la femme (Piace a troppi) del regista Roger Vadim.
Oltre a consacrare l'attrice francese rendondola un'icona di quegli anni (e non solo) aiutò a cambiare la percezione dello scandaloso costume da bagno e Brian Hyland gli dedicò una canzone nel 1960 Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini, che vinse il premio come uno dei migliori singoli di quell'anno.
[Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli in una scena di Divorzio all'italiana]
L'anno successivo uscì nelle sale Divorzio all'italiana di Pietro Germi con i costumi di Dina di Bari che fece indossare a una bellissima Stefania Sandrelli un bikini, ponendo di nuovo l'attenzione sui due pezzi.
Ma è nel 1962 che si sancisce la consacrazione del costume a due pezzi: quando Ursula Andress in Agente 007: Licenza di uccidere (regia di Terence Young e costumi di Jodie Lynn Tillen) esce dall’acqua indossando un bikini bianco leggermente trasparente. Nel 1963 contribuì alla popolarizzazione del costume il film Vacanze sulla spiaggia diretto da William Asher.
Nonostante la protagonista femminile Annette Funicello pretese e ottenne che il regista non la inquadrasse mai in bikini, questo non valeva per il resto del cast e la pellicola diede il via a un vero e proprio genere cinematografico chiamato appunto Beach Party, dove il bikini era protagonista: commedie romantiche, spesso musicali, che raccontavano i primi amori in vacanza al mare e che ispirò poi la serie di film italiani di Carlo Vanzina Sapore di mare circa vent'anni dopo.
[Marilyn Monroe in bikini]
I film con le protagoniste in bikini iniziarono a essere sempre di più e soprattutto moltissime attrici iniziarono a sfoggiare il bikini con naturalezza (e un pizzico di malizia), sdoganando per sempre il capo alle grandi masse.
Da una giovane Marilyn Monroe a Rita Hayworth e Ava Gardner tutte posavano con il famoso due pezzi, rendendolo un capo iconico. Negli anni '60 ci fu la vera consacrazione e nel 1967 il Times scriveva che il 65% delle ragazze in spiaggia indossava ormai un bikini, percentuale che è aumentata sempre di più negli anni a seguire.
È il caso di dirlo: grazie Cinema!
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2 commenti
Terry Miller
1 anno fa
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