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Howard Shore e la musica della Terra di Mezzo - Parte II

Un bagaglio leggero e una buona riserva di Pan di via è ciò che ci vuole per questo viaggio in due tappe nel mondo sonoro de Il Signore degli Anelli

Quando ci avviciniamo alla colonna sonora di Howard Shore per Il Signore degli Anelli c’è un altro fatto da tenere presente oltre al concetto di leitmotif, illustrato nella Parte I di questo dittico di approfondimenti, ovvero la differenza tra sistema tonale e quello modale.

 

La nostra musica occidentale si basa su un sistema chiamato tonale che, semplificando molto, organizza la musica in base a due scale: quella maggiore e quella minore, tradizionalmente associate a uno stato d’animo allegro la prima e malinconico la seconda.

Tuttavia questo sistema è in realtà di “recente” elaborazione, perché risale al 1600 circa. 

 

Prima di esso la musica si basava invece sul sistema modale che contemplava la presenza di più scale e quindi più modi.

Ogni modo, e qui sta la cosa interessante, ha una sua sfumatura, un suo specifico e inconfondibile sapore: era modale la musica dell’antica Grecia, da cui poi è derivata la nostra musica gregoriana, ma modale è anche tuttora gran parte della musica popolare occidentale e non solo.

 

Howard Shore costruisce molti temi de Il Signore degli Anelli sulla base dei modi antichi, perché questo lo aiuta a caratterizzare fortemente i luoghi e le razze (nani, elfi, uomini etc) che popolano la Terra di Mezzo, affidando a ognuno di essi una sonorità inconfondibile. 

 

 

[Frodo e l'anello]

 

 

Il tema di Lothlórien, per esempio, è il più particolare in tal senso. 

 

Questo leitmotif descrive il regno degli Elfi Silvani e della regina Galadriel, che ne costituisce il cuore pulsante. 

Gli elfi di Lorien sono esseri antichi che conoscono tante verità arcane nascoste nelle pieghe del tempo e che hanno vissuto eventi remoti che gli hobbit, seppur protagonisti di quest’avventura, ignorano completamente. 

Sono entità potenti che guardano dall’alto le vicende del mondo.

 

Quando entriamo per la prima volta nel loro regno non siamo sicuri se possiamo fidarci di loro, perché è come se appartenessero a un’altra dimensione invisibile.

 

Per costruire il tema di Lothlórien, cantato in Quenya da voci di donna, Howard Shore utilizza una scala modale contenente un intervallo aumentato che conferisce alla melodia una forte aura di esoticità e mistero. 

 

 

[La regina Galadriel]

 

A questa melodia Shore ha aggiunto degli strumenti assai particolari: il monocordo pitagorico, uno strumento antichissimo la cui costruzione è attribuita, per l’appunto, al matematico Pitagora; un ney, flauto dalle lontane origini egiziane; un saringi, sorta di violino indiano. 

 

Il fatto che questi strumenti, presi dalle parti più remote del mondo, emettano solo una nota potrebbe quasi sembrare uno spreco, se non fosse che tutti insieme contribuiscono a creare un’atmosfera unica, trasmettendoci quel senso di straniamento allorché varchiamo le soglie di quel regno misterioso insieme ai membri della Compagnia.  

 

  

[La scena in cui i membri della Compagnia dell'Anello incontrano gli elfi di Lórien]

 

 

Veniamo ora a uno dei temi più conosciuti e amati dal grande pubblico, quello della Contea

 

Il tema associato alla Contea dove vivono gli hobbit è quanto di più rassicurante si possa immaginare.

Per trasmettere questo senso di sicurezza e calore, Howard Shore si è affidato al nostro tradizionale sistema tonale, scegliendo gli accordi più solidi della tonalità (I, IV e V grado).

 

La melodia si costruisce su di un tipo di scala detta pentatonica che è molto usata nella musica etnica e l’ha arricchita con piccoli interventi di strumenti popolari - c’è un bodhran, un dulcimer, un’arpa celtica, un fiddle e altri - perché voleva trasmettere l’idea che fossero gli hobbit stessi a suonare.  

 

 

[Il tema della Contea]

 

 

Il tema della Contea compare spesso, variamente declinato ed elaborato.

 

Particolarmente frequente è la sua variazione malinconica: ogni volta che si trovano nel bel mezzo delle difficoltà in luoghi sconosciuti e inospitali, affamati, spaventati, tristi e scoraggiati, gli hobbit rivolgono il pensiero alla loro casa lontana, il tema della Contea risuona lieve ed è allora che ci sembra di avvertire insieme a loro quello struggimento, la nostalgia di una vita al riparo dal pericolo e avvertiamo forte la tentazione di mollare quell’impresa assurda e disperata, proprio come loro.

 

Eppure, ogni volta, è quella stessa nostalgia che dà ai protagonisti la forza di continuare, l’idea che "c’è del buono in questo mondo, ed è giusto combattere per questo"

 

 

[Frodo e Sam a Mordor]

 

Talvolta le scelte di Howard Shore si muovono per contrasto rispetto a quello che il pubblico si aspetterebbe ed è qui che la scena acquista una potenza incredibile.

 

Nel secondo capitolo della saga la battaglia al Fosso di Helm rappresenta il momento decisivo del primo faccia a faccia tra bene e male: da una parte ci sono i nostri a fianco del popolo di Rohan, rifugiati nella fortezza di Helm, dall’altra l’esercito di Sauron che ha invaso la vallata circostante, intrappolandoli all’interno delle mura.

 

La battaglia infuria per 4 giorni e 4 notti e, dopo alterne vicende, le cose si stanno decisamente mettendo male per i nostri.

"Attendi il mio arrivo alla prima luce del quinto giorno. All’alba guarda a est", aveva detto Gandalf ad Aragorn prima di partire al galoppo in sella al suo Ombromanto. 

 

È in questo momento in cui tutto sembra perduto che, sul crinale della catena montuosa circostante la vallata, compare come aveva promesso il potente mago con l’armata di Rohirrim, i valorosi cavalieri di Rohan precedentemente esiliati.

La loro apparizione è accompagnata dalle note del tema della Compagnia di cui parleremo successivamente.

 

A quel punto l’armata si lancia sull’esercito di orchi ed è qui che emerge il genio musicale di Howard Shore: non una musica trionfale, non tamburi battenti, non ritmi incalzanti, ma una voce bianca leggerissima accompagna il momento dello schianto fragoroso tra le due armate. 

 

L’effetto è dirompente. 

 

 

[L'arrivo di Gandalf al Fosso di Helm]

 

 

Vorrei chiudere questa breve disamina con un tema che costituisce la colonna portante de La Compagnia dell’Anello, ovvero quello che si associa alla Compagnia stessa.

 

Il modo in cui questo tema si fa strada a poco a poco lungo tutto il primo atto del film ci guida fin dall’inizio, inconsciamente, verso il momento cardine del capitolo, ovvero la costituzione del gruppo che porterà l'anello a Mordor per essere distrutto. 

 

Le prime note, appena accennate, compaiono infatti quando Frodo e Sam partono dalla Contea: questa è già "compagnia". 

I due hobbit, al termine della scena riportata qui sotto, si fermano in un campo di grano quando ad un tratto Sam dice: "Un altro passo e non sarò mai stato così lontano da casa".

Interviene allora Frodo, incoraggiandolo a compiere proprio quel passo.

 

Al tema della contea che accompagna le parole timorose di Sam seguono subito le note che prefigurano il tema della Compagnia dell’Anello allorché Frodo interviene a dare coraggio all'amico.

 

La vita tranquilla e senza pensieri dei due hobbit è finita per sempre, si apre un nuovo capitolo: nulla rimarrà come prima.  

 

 

[La scena in cui Frodo e Sam varcano i confini della Contea]

 

 

Questo leitmotif, non ancora del tutto sviluppato, compare anche quando il gruppo degli hobbit, dopo aver mancato l’appuntamento con Gandalf, impauriti e disorientati, incontrano Aragorn nelle vesti di Granpasso che si offre di fare loro da guida. 

 

La Compagnia si sta formando. 

 

 

[In cammino con Granpasso, all'inizio possiamo sentire alcune note del tema della Compagnia]

 

 

Ma è solo dopo il Concilio di Elrond, quando il gruppo ufficialmente si forma e parte alla volta di Mordor, che il tema esplode in tutta la sua potenza, preparato da un lungo levare.  

 

 

[Il tema della Compagnia accompagna il gruppo che parte da Gran Burrone]

 

 

Dopo il passaggio nelle miniere di Moria il tema non compare più per intero.

 

La Compagnia ha perso Gandalf, il suo principale punto di riferimento: la solidità del gruppo comincia a vacillare. Quando arriviamo alla fine del primo capitolo della trilogia tutto sembra davvero perduto. 

La Compagnia è distrutta: Boromir è stato ucciso, Frodo e Sam sono scappati, Merry e Pipino sono stati rapiti dagli Uruk-hai. 

Legolas, Gimli e Aragorn si guardano smarriti e il nano ammette dolorosamente "Allora la compagnia ha fallito".

Aragorn risponde però prontamente: "No, se saremo fedeli l’uno all’altro"

 

Nascono una nuova speranza e un nuovo scopo ed è allora che alcune note del tema della compagnia tornano a farsi sentire: nei successivi due capitoli della saga, Le due torri e Il ritorno del re, questo leitmotif comparirà frammentato, così come lo è il gruppo. 

 

Risuonerà ancora forte e chiaro nello scontro finale quando Aragorn, di fronte al Nero Cancello di Mordor, incoraggia la sua armata a combattere per Frodo.

 

 

[Lo scontro finale] 

 

 

Con questa colonna sonora Howard Shore ha creato un vero e proprio tessuto narrativo di una complessità senza pari che procede parallelamente alla messa in scena.

 

La musica ne Il Signore degli Anelli non è un semplice sottofondo sonoro, ma l'anima della vicenda, quel nesso profondo che lega tra loro tutti gli eventi e i personaggi di un'avventura che parla a tutti noi.

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