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Howard Shore e la musica della Terra di Mezzo - Parte I

Un bagaglio leggero e una buona riserva di Pan di via è ciò che ci vuole per questo viaggio in due tappe nel mondo sonoro de Il Signore degli Anelli

A quasi un secolo dalla sua invenzione per opera di J.R.R. Tolkien, la Terra di Mezzo non smette di esercitare il suo fascino sul mondo e, in particolare, sull’industria cinematografica. 

 

Passano gli anni, ma i tentativi di adattare le vicende degli eroi de Il Signore degli Anelli non cessano di affiorare da ogni parte, anche se gli eredi del Professore si sono sempre dimostrati molto parchi nel concedere i diritti delle sue opere. 

Solo due settimane fa è terminata la seconda stagione de Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere, ambizioso progetto prodotto da Amazon MGM Studios che conta di costruire una serie di cinque stagioni, basandosi solo sulle Appendici al Signore degli Anelli e poco altro.

 

È stata annunciata inoltre l’uscita in Italia il prossimo gennaio di un film di animazione in stile anime intitolato La guerra dei Rohirrim e diretto da Kenji Kamiyama, che tratterebbe delle vicende di Helm Mandimartello, leggendario re di Rohan, a cui Tolkien accenna nelle Appendici.

 

 

[Il trailer del film di animazione La guerra dei Rohirrim, diretto da Kenji Kamiyama]

 

 

Non è finita qui: Warner Bros. ha annunciato per il 2026 l’uscita di un film intitolato The hunt for Gollum, prodotto da Peter Jackson (regista della celebre e unica trilogia cinematografica su Il Signore degli Anelli uscita negli anni 2001-2003) e diretto da Andy Serkis, ovvero colui che ha impersonato Gollum stesso nel film di Jackson.

 

Per non contare i numerosi tentativi precedenti alla trilogia di Jackson (tutti più o meno naufragati o rimasti incompiuti): dall’idea dei Beatles di realizzare un film con loro stessi nei panni dei protagonisti e diretti da Stanley Kubrik, piano naufragato per mancato consenso dello stesso Tolkien; all’originalissimo film di animazione diretto da Ralph Bakshi nel 1978, grande punto di riferimento per Jackson.

 

Chi come me l’ha visto in tenera età saprà cosa significa sognarsi ancora di notte quei terrificanti orchetti realizzati in rotoscoping.

 

 

[L'iconica scena tratta da Il Signore degli Anelli diretto da Ralph Bakshi, ripresa da Peter Jackson nel suo adattamento cinematografico]
 

 

Dato il periodo di eccezionale fioritura di produzioni a tema Tolkien, quindi, quale occasione migliore per riascoltarsi una volta di più quell’immenso capolavoro (si, è proprio il caso di dirlo) della colonna sonora realizzata per la trilogia di Jackson da Howard Shore?  

 

 

[Il trailer de Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello, primo capitolo dell'adattamento cinematografico di Peter Jackson]

 

 

Howard Shore è un compositore canadese attivo dal 1978 che prima de Il Signore degli Anelli era conosciuto soprattutto per film come Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme e Seven di David Fincher; solo dopo arriveranno le numerose collaborazioni con Martin Scorsese, David Cronenberg e molti altri.

 

Niente di più diverso dalla colonna sonora de Il Signore degli Anelli! 

Eppure chi l’ha scelto ci ha visto lungo, perché l’opera messa in piedi da Howard Shore non poteva essere più azzeccata.

 

Il compositore ha infatti vinto per quest'opera ben tre Premi Oscar, tre Golden Globe e un Grammy Award. 

 

 

[Uno scatto che immortala insieme il regista Peter Jackson a destra, e Howard Shore sulla sinistra nello studio di registrazione]
  

 

Non ho la pretesa di esaurire in questi articoli tutto ciò che ci sarebbe da dire su una delle colonne sonore più complesse e ricche della storia del cinema.

 

Quello che cercherò di fare sarà tentare di dare una vaga idea del perché quando sentiamo il tema della Contea il nostro cuore vibra e sente nostalgia di casa, perché quanto entriamo nel regno di Lórien con i protagonisti avvertiamo un senso di estraneità e circospezione e perché, quando partono le note del tema della Compagnia dell’Anello, ci sentiamo pronti ad affrontare tutte le Miniere di Moria del mondo con Balrog annessi!

 

Per far ciò mi affiderò ad alcune scene che ben rendono l’idea di quanto potente sia l’associazione di musica e immagini, quando dietro ci sono maestri di tale portata.  

 

 

[Un'immagine di Frodo, il portatore dell'Anello]
 

 

Quando ci avviciniamo alla colonna sonora de Il Signore degli Anelli bisogna avere ben presenti due cose.

 

La prima è che Howard Shore costruisce la sua opera sulla base della tecnica del leitmotif, messa a punto nel 1800 dal compositore Richard Wagner in opere come il mastodontico dramma musicale L’anello del Nibelungo: ovviamente il riferimento a un anello anche qui non è un caso, trattandosi di quel ciclo mitologico in lingua germanica a cui Tolkien stesso attingerà largamente per la sua opera, ovvero Il cantare dei Nibelunghi

In base a questa tecnica, ogni tema musicale richiama in modo inconfondibile un personaggio o un concetto o un luogo ben precisi. 

Howard Shore ha realizzato una cattedrale sonora di più di 100 temi collegati a luoghi e personaggi, intrecciati tra di sé in varie combinazioni e rielaborati a seconda della situazione, utilizzando inoltre nei testi cantati il complesso (e folle) sistema di lingue ideate dal Professore con il Quenya, il Sindarin, il Kuzdhhul, l’Adûnaic, ecc.

 

Di questi temi, purtroppo, solo una piccola parte è finita nel montato definitivo. 

 

 

[I Nazgûl dell'adattamento cinematografico di Peter Jackson lanciati all'inseguimento di Frodo]
  

 

Il leitmotif può essere melodico, ma anche armonico o solo ritmico. 

 

Prendiamo ad esempio il tema di Isengard: è quello che compare quando a dominare la scena c'è il mago Saruman, un tempo saggio, ma poi alleatosi con il male.

Questo tema consiste in una cellula ritmica in 5/4 eseguita da percussioni dal timbro metallico, industriale, a cui a volte si aggiungono tromboni e corni che suonano le due note collegate al concetto più generico di "Male". 

 

Il 5/4 non è un ritmo molto comune perché il suo duplice accento (sul primo e quarto tempo della battuta) cadenza un andamento che non suona naturale, ma risulta monco, zoppo, deforme: se vogliamo, come le creature delle tenebre che fanno parte dell'esercito di Saruman.  

 

 

[Il tema di Isengard]

 

 

Nella scena riportata un movimento di macchina ci mostra Gandalf imprigionato in cima alla torre per poi precipitare vorticosamente nelle viscere della terra, dove si lavora alla distruzione del mondo.

 

Tutto, in questa scena, si gioca sul contrasto di concetti: alto-basso, cielo-inferno, natura-industria, piccolo-grande.

Così anche nella musica: al metallico tema ritmico di Isengard, che accompagna le immagini degli orchi, si contrappone una voce bianca che da sola, leggerissima ma potente al tempo stesso, segue con le note il volo della falena.

Nel mondo di Tolkien è l’apparentemente insignificante che, alla fine, salva il mondo e la musica ce lo fa avvertire chiaramente. 

 

Il tema dell’anello invece è costruito in modo diverso. 

 

[Il prologo del film: il tema dell'Anello affiora insieme alla scritta del titolo]

 

 

Per lui niente è stato lasciato al caso. 

 

Lo sentiamo per la prima volta nel prologo del film dove la voce di Galadriel, regina degli elfi di Lothlórien, ripercorre la sua storia: dalla creazione per mano di Sauron, passando di mano in mano dopo la sconfitta (apparente) del suo artefice, fino ad arrivare ai tempi in cui la vicenda prende avvio.  

 

L'Anello ha una sua volontà, vuole tornare dal suo malvagio creatore che si sta risvegliando dalle tenebre e lo sta cercando: nato come lo strumento del grande ingannatore, la sua essenza è l’ambiguità. 

Su un accordo di Fa si snoda una melodia che inizia sul Si: le prime note che sentiamo sono dunque Fa/Si, che creano subito una dissonanza, ma non una dissonanza qualunque. 

 

Chiunque abbia studiato un po’ di teoria musicale, infatti, saprà che questo intervallo - la quinta diminuita - è ciò che viene chiamato Diabolus in Musica: l’accordo del diavolo, intorno a cui sono sorte molte leggende. 

 

 

[L'Unico anello]

 

Alla dissonanza si aggiunge un’armonia indecifrabile, in apparente contrasto con la melodia, e il risultato è un tema che trasmette alla perfezione l'idea di una realtà ambigua e seducente, come quella racchiusa in quell'oggetto arcano.

 

Attraverso questo tema possiamo sentire l'Anello respirare: le note salgono e scendono, aprendosi e chiudendosi nella dinamica piano-forte, richiamando fortemente l'idea di un torace che si dilata e si restringe.

Non è però finita qui: il tema si snoda attraverso 9 note. 

 

Le stesse 9 note formeranno gli accordi del tema dei Nazgûl (accordi, per giunta, “di nona” secondo la definizione teorica), i 9 spettri né vivi né morti, un tempo re degli uomini, poi resi schiavi dagli anelli di Sauron, che battono la Terra di Mezzo in groppa ai loro neri destrieri in cerca dell’unico Anello da riportare al loro padrone. 

Follia o genialità?

Ai posteri l'ardua sentenza. 

 

Nella clip sottostante, contenente la scena del primo incontro degli hobbit con i Nazgûl, possiamo sentire il tema dal minuto 03:00, eseguito da ottoni e coro. 

 

[In fuga dai Nazgûl]

 

 

[Il tema dei Nazgûl con testo in Adûnaic e sottotitoli]

 

La seconda cosa da avere in mente avvicinandosi alla colonna sonora de Il Signore degli Anelli... la vedremo nel prossimo articolo!

 

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