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La carriera di Orlando Bloom: Good gone Bad

Good gone Bad

Orlando Bloom è stato, per un certo periodo, uno di quei nomi in gradi di rappresentare un colpo certo al box office.

 

Si tratta di uno di quei nomi capaci di caratterizzare il Cinema di inizio anni 2000, che però troppo presto ha visto il suo astro perdere lucentezza anche a causa di alcune scelte di carriera non sempre riuscitissime.

 

 

[La formazione teatrale di Orlando Bloom è emersa quando, in ben tre occasioni, l'attore britannico è tornato a recitarvi con In Celebration (2007), Romeo e Giulietta (2013) e Killer Joe (2018)]

 

 

A dispetto di quanto potrebbero credere i più semplicemente scorrendo la sua filmografia, Orlando Bloom è un interprete dall'ottima sensibilità artistica e dall'eccellente formazione.

 

La sua famiglia è stata fondamentale all'interno del suo percorso: basti pensare che il suo nome, Orlando, gli è stato assegnato in onore del compositore inglese Orlando Gibbons. 

 

Suo padre legale era Harry Bloom, scrittore e giornalista sudafricano impegnato nella lotta contro l'apartheid, il suo padre naturale e tutore legale, Colin Stone, era il preside della Concorde International Language School mentre suo nonno materno Francis John Copeland era un fisico e chimico che, complici i tanti trasferimenti in paesi dalle culture diverse come Tasmania, Giappone e India, aveva permesso alla sua famiglia di crescere con una mentalità aperta e cosmopolita.

 

Sua madre Sonia, infatti, fu la prima a incoraggiare suo a intraprendere un percorso recitativo che lo aiutasse a superare il disagio quando gli fu diagnosticata la dislessia.

 

Un percorso che si rivelò essere di ottimo livello: dopo il suo debutto sul palco del locale Kent Festival, nel 1993 Orlando Bloom si trasferì a Londra per seguire un corso biennale in recitazione, fotografia e scultura al Fine Arts College di Hampstead prima e per entrare nel National Youth Theatre poi.

 

Dopo due anni, riuscì a guadagnandosi una borsa di studio per frequentare la British American Drama Academy: si stava facendo pian piano strada. 

 

 

[Il ruolo assegnato a Orlando Bloom in Wilde è poco più di una comparsata ma, per molti, è uno degli elementi memorabili del film]

 

 

Nel frattempo, cominciò a racimolare alcune comparsate in tv - principalmente nella serie Casualty - per poi compiere l'esordio cinematografico con un piccolissimo ruolo, ma di estremo impatto, in Wilde di Brian Gilbert.

 

La sua passione teatrale rimase, però, viva: riuscì contestualmente entrare alla Guildhall School of Music and Drama di Londra.

 

Un brutto infortunio occorsogli alla schiena a causa di una caduta da un tetto nel 1998 stava, però, per minacciare le sue velleità recitative. Un paradosso, se pensate allo sforzo fisico a cui associamo i suoi ruoli più noti.

 

Il destino in realtà aveva ben altro in serbo per lui: una volta operato e ritornato in piena salute, prese parte a un episodio de L'ispettore Barnaby e tornò a segnalarsi come un nome in rampa di lancio.

 

Ci volle ben poco per vederlo subito diventare uno degli attori di punta di una delle trilogie importanti della Storia recente del Cinema.

 

 

[Alzi la mano chi non ha conosciuto Orlando Bloom grazie al ruolo di Legolas]

 

 

Il ruolo di Legolas nella trilogia de Il Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson lo rese immediatamente uno dei volti di maggior successo della sua generazione, permettendo alla sua carriera di subire un'accelerazione notevole.

 

Praticamente in contemporanea a La compagnia dell'anello, però, Bloom si faceva conoscere nei nostri cinema grazie a Black Hawk Down di un maestro come Ridley Scott.

 

Davvero non male come biglietto da visita: non è un caso che, dopo la parentesi di Ned Kelly di Gregor Jordan, scelse subito di divenire volto di un nuovo franchise di ottimo successo come Pirati dei Caraibi.

 

Sotto la direzione di Gore Verbinski, interpreta per la prima volta il ruolo di Will Turner, stabilizzandosi come uno degli professionisti da non lasciarsi sfuggire a Hollywood in quel periodo.

 

 

[Will Turner è il ruolo della conferma per la notorietà di Orlando Bloom]

 

 

Proprio per tenere il passo della propria notorietà probabilmente nel 2004 accetta il primo ruolo profondamente discutibile della sua carriera, quello di Paride in Troy.

 

Una prova gravemente insufficiente, complice una sceneggiatura a dir poco rivedibile, per uno degli esempi più distruttivi di Cinema epico hollywoodiano.

 

L'anno dopo, però, arrivano altre due prove che ci permettono di approfondire l'ampiezza del suo range attoriale: Le Crociate - Kingdom of Heaven di Ridley Scott, che si situa nel filone avventuriero all'interno del quale lo abbiamo sempre riconosciuto, e soprattuto Elizabethtown di Cameron Crowe, che gli permette di confrontarsi con la commedia romantica.

 

 

[Un Maestro della commedia statunitense come Cameron Crowe scelse di affiancare Orlando Bloom e Kirsten Dunst per Elizabethtown]

 

 

Nel frattempo, mentre la saga di Pirati dei Caraibi proseguiva nella propria evoluzione perdendo man mano mordente e qualità complessiva, Orlando Bloom fu chiamato in un paio di produzioni insolite: oltre a essere uno dei volti selezionati per apparire nel film collettivo New York, I love you, venne anche scelto dal suo collega Mark Ruffalo per il suo unico film da regista, Sympathy for Delicious.

 

In seguito, prima di approdare nella saga de Lo Hobbit per rinverdire il ruolo di Legolas, accettò di partecipare a dei progetti interlocutori come Main St. - L'uomo del futuro, The Good Doctor, I tre moschettieri e Zulu.

 

Il suo ultimo progetto cinematografico davvero interessante, al momento, risulta essere Un tranquillo weekend di mistero, per la regia di un nome di assoluto culto del panorama americano come Joe Swanberg.

 

 

[Orlando Bloom e Christoph Waltz ne I tre moschettieri di Paul W.S. Anderson: un film fin troppo sopra le righe]

 

 

Codice Unlocked, l'ennesimo ritorno nella saga di Pirati dei Caraibi, Romans, Operazione S.M.A.R.T. e The Outpost sono le ultime prove di una carriera che si è man mano distanziata dalle proprie premesse e dalla formazione su cui è nata ma che, comunque, ha ancora dei margini per trovare nuove strade.

 

Di recente, infatti, Orlando Bloom ha battuto la strada della TV recitando in Pista farmaceuticelor, film TV per la regia di Jake Szymanski e, soprattutto, nell'apprezzatissimo Carnival Row.

 

In più, è stato anche doppiatore della serie animata The Prince, dimostrando ancora una volta più che discreta versatilità.

 

Magari, collaborando con un regista che lo porti fuori dalla sua comfort zone, può ancora regalarci sprazzi interessanti.

 

In fondo, non è passato poi tanto tempo da quando la presenza di Orlando Bloom contribuiva indiscutibilmente al successo di un film.

 

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1 commento

Terry Miller

1 anno fa

Gli basterebbe il film giusto per tornare in rampa di lancio, le capacità secondo me le ha

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