#Good&Bad
La parabola di Hilary Swank è una delle più strane di tutta Hollywood.
In poco più di un decennio dal suo debutto ha vinto ben due Premi Oscar, ma da quel momento è diventato sempre più raro vederla apparire in film di grande impatto, malgrado la sua indiscussa bravura.
[Tra i primissimi ruoli cinematografici di Hilary Swank ce n'è uno in Karate Kid 4]
Se vi siete chiesti dove sia finita di recente, sappiate che Hilary Swank pare essersi ritagliata una nuova comfort zone all'interno del mondo televisivo.
Come questo sia avvenuto è però piuttosto curioso: ripercorrere la sua carriera è d'obbligo per ricordarci del suo talento e della sua versatilità.
L'intera vita artistica della nativa di Lincoln, Nebraska, sembra essere legata a doppio filo alla televisione.
Grazie ai suoi primi ruoli giovanili, in serie come Harry e gli Henderson, Evening Shade e Genitori in blue jeans aiutò la sua famiglia a uscire da uno stato di difficoltà che perdurava sin dalla sua infanzia.
Hilary Swank ha infatti lasciato emergere come si fosse appassionata alla recitazione proprio perché i film la aiutavano ad astrarsi da una realtà personale difficile, una storia non così rara tra le future star di Hollywood, che ha avuto un lieto fine quando nel 1992 ha compiuto il suo debutto cinematografico e ha ottenuto il suo primo ruolo televisivo ricorrente: nello stesso anno recitò infatti in Buffy l'ammazzavampiri e Camp Wilder.
Se il film diretto da Joss Whedon non andò benissimo, ma diventò l'idea alla base della celeberrima e omonima serie TV, complessivamente la carriera della giovane attrice sembrò prendere una buona piega: nel 1994 fu protagonista di Karate Kid 4 e recitò nel suo primo film TV, Vittima e omicida, andato in onda su CBS.
[A soli 25 anni Hilary Swank vinse il suo primo Premio Oscar per Boys Don't Cry]
Tra il 1996 e il 1998 Hilary Swank fu impegnatissima sia al Cinema che in TV: sul grande schermo ottenne ruoli in A volte ritornano ancora, Scacco all'organizzazione, Lolita - I peccati di Hollywood e ne Il cuore della foresta, mentre sul piccolo schermo fu impegnata in film come Terror in the Family, Prove mortali e Delitto senza movente e in produzioni seriali come Leaving L.A. e Beverly Hills 90210.
Il film che la rese celebre in tutto il mondo arrivò già nel 1999: grazie alla sua intensa interpretazione nel ruolo di Brandon Teena in Boys Don't Cry si segnalò come uno dei nomi più importanti di Hollywood, vincendo un Oscar e un Golden Globe all'inizio del nuovo millennio.
Il suo film successivo, The Gift, la vide recitare per Sam Raimi e nel 2002 venne selezionata per il cast del primo film hollywoodiano di Christopher Nolan: Insomnia.
Se non dovessero bastare questi nomi a farvi capire quanto fosse lanciata la carriera di Hilary Swank, date uno sguardo ai suoi lavori del 2004: recitò nel debutto di Tom Hooper, Red Dust, in Angeli d'acciaio, film TV che le valse una nuova nomination ai Golden Globe e una ai SAG, e soprattutto in Million Dollar Baby, che resta tuttora l'apice indiscusso della sua carriera.
[Hilary Swank come Maggie Fitzgerald: una delle intepretazioni più indimenticabili del nuovo millennio]
Grazie alla struggente prova fornita sotto la direzione di Clint Eastwood, arrivarono il secondo Premio Oscar, il secondo Golden Globe e il primo Screen Actors Guild Award in soli cinque anni: un trionfo.
Anche la sua successiva opera, Black Dahlia, è arrivata sotto la direzione di un grande maestro come Brian De Palma, ma da quel momento in poi la sua stella ha cominciato a oscurarsi.
I successivi lavori fino al 2011 sono stati tutti contraddistinti da una scarsa possibilità di brillare per il suo astro: pellicole come I segni del male, P.S. I Love You, Birds of America - Una famiglia incasinata, The Resident e Capodanno a New York sono state un viatico poco felice per un'attrice che fino a qualche anno prima infilava una collaborazione eccellente dietro l'altra.
Anche i lavori nei quali c'era il chiaro intento di narrare una storia di una certa importanza, come Freedom Writers, Amelia e Conviction - peraltro da lei prodotti come numerosi dei film innanzi citati - sono stati notevolmente frenati da un taglio poco incisivo, decisamente troppo conforme allo standard hollywoodiano per lasciare il segno: solo l'ultimo di questi film le è valso una nomination ai SAG.
[Duello di bravura tra Tommy Lee Jones e Hilary Swank: The Homesman è un film che merita essere recuperato, qualora ve lo siate perso]
Tra il 2013 e il 2014 recita in un altro film TV, Mary e Martha, e in Qualcosa di buono, ma soprattutto riceve da Tommy Lee Jones la possibilità di confrontarsi con un ruolo di spessore in The Homesman, che riporta agli occhi degli spettatori la naturalezza con cui Hilary Swank sa calarsi nei ruoli più duri.
A quel punto Steven Soderbergh ne approfitta per coinvolgerla nell'ottimo La truffa dei Logan, mentre in TV recita per Danny Boyle in uno dei ruoli più riusciti della sua carriera: Trust è il prodotto che le permette di riaffacciarsi alla serialità con ottimi risultati.
Se a partire da quel momento al cinema i suoi film successivi come 55 passi, What They Had, I Am Mother, The Hunt e Fatale - Doppio Inganno non hanno ottenuto un gran successo, al contrario in TV ha ottenuto ruoli interessanti con ottima frequenza.
[Daily Alaskan ci mostra che Hilary Swank è ancora in forma eccellente: tornerà a dimostrarlo al cinema?]
Dopo aver prestato la voce a Joey Pogo in Bojack Horseman, ha recitato in Away ed è tornata a ottenere una nomination ai Golden Globe con Daily Alaskan: chissà che questo nuovo successo televisivo non possa fruttare a Hilary Swank nuove occasioni sul grande schermo.
Non è mai troppo tardi per riprovarci, soprattutto se a farlo è una delle attrici hollywoodiane più premiate degli ultimi 25 anni.
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