#Good&Bad
Negli ultimi mesi Brendan Fraser è stato a più riprese definito come un attore "rinato", complici le tante nomination ricevute nel corso della stagione dei premi 2023.
Se si parla di prodotti di grande notorietà e di successi personali questa narrazione corrisponde senz'altro al vero, ma non tiene conto di ben due elementi determinanti.
In primo luogo - come avremo modo di vedere più avanti - trovo sbagliato ricondurre il suo grande ritorno recitativo al solo The Whale e, in seconda istanza, non va dimenticato un dato determinante: Brendan Fraser è un attore incredibilmente migliorato rispetto alle sue prime prove hollywoodiane.
[La saga che ha reso famoso Brendan Fraser: La mummia]
Brendan Fraser è stato davvero uno dei nomi più noti del Cinema hollywoodiano di fine anni '90-inizio anni 2000 e successivamente per oltre un decennio in molti avevano perso le sue tracce ma, a ben vedere, è l'ultimo periodo della sua carriera ad averci mostrato le sue vere doti.
La sua crescita è iniziata ben prima del clamore mediatico sollevatosi attorno all'ultima opera di Darren Aronofsky, lontano dalle classiche etichette che caratterizzano il modo in cui ci viene "venduta" la candidatura di un attore.
Vado con ordine.
Quello di Brendan Fraser è uno dei nomi più facilmente legati al Cinema statunitense degli anni '90: il suo debutto arriva infatti nel 1991, sia al Cinema sia in TV.
Sul grande schermo ha una piccola parte in Dogfight - Una storia d'amore, film cucito su misura per River Phoenix, mentre sul piccolo schermo recita in ben due film TV: Figlio delle tenebre e Nel nome di mio figlio.
[George re della giungla...? è uno dei film a cui il pubblico italiano riconduce maggiormente Brendan Fraser]
Complice un look perfetto per quegli anni, dal debutto al successo il passo è davvero breve: tra piccole parti e ruoli di rilievo, Fraser recita in ben 15 film nei 5 anni successivi, un ritmo a dir poco impressionante.
In questo periodo estremamente fertile ricordiamo le sue interpretazioni in Scuola d'onore, al fianco dei giovanissimi Matt Damon, Chris O'Donnell e Ben Affleck, in Ultimo appello - film in cui potrete riconoscere una quantità esorbitante degli attori più importanti della Hollywood attuale - e nel film TV L'orgoglio di un figlio, che riceve un ottimo consenso critico soprattutto per la prova di Faye Dunaway.
Tantissimo lavoro, ma ancora poche possibilità di brillare individualmente: il suo primo successo al botteghino da attore protagonista arriva nel 1997, anno in cui interpreta il protagonista di George re della giungla...?, film che incassa quasi 175 milioni di dollari in tutto il mondo.
[Brendan Fraser aveva tutte le caratteristiche perfette per funzionare in un film di Joe Dante: ecco perché Looney Tunes: Back in Action è tra i film più riusciti della prima fase della sua carriera]
Il successivo Spiriti Ribelli non va altrettanto bene, ma nel 1998 prende parte alla pellicola di maggior spessore di tutta la sua carriera fino a quel momento.
In Demoni e dei è affiancato a un magistrale Ian McKellen in una delle opere più importanti dell'intera annata: per la pellicola arrivano 3 candidature ai Premi Oscar e il plauso unanime della critica, ma per Brendan Fraser ancora nessun riconoscimento individuale.
D'altronde si era sin troppo abituati a vederlo in film dal tono diverso e non a caso l'anno successivo arrivò il film che più di tutti l'ha reso famoso a ogni angolo del globo: La mummia.
Arrivati a questo punto della sua carriera possiamo dirlo: per quanto dotato di grande presenza e piacevole ironia - doti che lo faranno brillare ad esempio in Looney Tunes: Back in Action - Brendan Fraser è stato, negli anni del suo massimo successo, un attore abbastanza acerbo.
Se il film per cui molti ricordano il suo "periodo d'oro" è proprio La mummia, che ha incassato oltre 400 milioni di dollari in tutto il mondo e generato una scia di sequel dal discutibile valore - ma che al contempo non brilla per profondità drammatica - è evidente che per l'attore nativo di Indianapolis i margini di miglioramento fossero ancora notevoli.
[Crash - Contatto fisico è stato l'ultimo film di un certo spessore interpretato da Brendan Fraser per oltre un decennio]
Non si può dire che Brendan Fraser non abbia continuato a lavorare per migliorarsi.
Se nel momento di massimo successo cinematografico decidi di dedicarti al teatro per interpretare una pièce di Tennessee Williams come La gatta sul tetto che scotta vuol dire che hai chiaramente intenzione di metterti alla prova.
The Quiet American e Crash - Contatto fisico, opera che vinse l'Oscar per il Miglior Film, sono due ottimi esempi di come già molto prima della sua attuale "rinascita", Brendan Fraser avesse iniziato a modellare le proprie doti attoriali.
Inoltre, nello stesso periodo, ha preso parte a tre episodi di Scrubs, divenendo - malgrado il poco tempo a disposizione - uno dei personaggi preferiti dai fan.
Gli inconvenienti di questo processo sono state alcune pellicole poco fortunate che, sommate a scelte personali sulle quali scelgo di non soffermarmi in questa sede, lo hanno allontanato dal mainstream per oltre un decennio.
Non avete visto film come L'ultima occasione, The Air I Breathe, Misure Straordinarie, I truffatori o Non lasciarmi sola?
Credo siate in ottima compagnia.
Se invece vedendo progetti fuori tempo massimo come La mummia - La tomba dell'Imperatore Dragone, Viaggio al centro della terra e Puzzole alla riscossa avete pensato che Brendan Fraser meritasse di meglio, avete del tutto ragione.
[La grande interpretazione di Brendan Fraser in Trust è stata davvero troppo poco celebrata]
Dal 2013 al 2019 è effettivamente scomparso dal grande schermo, ma in televisione Brendan Fraser ha dato decisamente dimostrazione di essere un attore tutt'altro che finito.
Oltre a ben figurare in Texas Rising e The Affair, infatti, ha offerto un'interpretazione perfettamente calibrata in Trust, serie di Danny Boyle sul rapimento di John Paul Getty III, caratterizzata da un cast immenso.
L'ex star degli anni '90 si è mostrata all'altezza di grandi nomi come Donald Sutherland e Hilary Swank in un ruolo delicatissimo, mescolando l'autoironia che l'ha sempre accompagnato con una maggiore pacatezza recitativa.
Il tutto avendo decisamente mutato quella fisicità che sembrava essere il suo cavallo di battaglia agli esordi.
Ecco spiegato perché, dopo aver preso parte a progetti non del tutto mainstream come La rosa velenosa, Line of Descent e The Secret of Karma il suo nome è tornato a circolare, come dimostra la chiamata di un grande nome come Steven Soderbergh nel solidissimo No Sudden Move.
[Il trailer internazionale già lascia intuire la grandezza della prova di Brendan Fraser in The Whale]
In definitiva, quella che arriva a ottenere il grande successo planetario con The Whale è effettivamente la miglior versione di Brendan Fraser mai vista.
Non parlate, però, di rinascita: le sue doti recitative non hanno mai smesso di migliorare.
I riconoscimenti del caso altro non sono che il giusto tributo a un percorso sicuramente più complesso di quello che a un primo sguardo potrebbe apparire.
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1 commento
Terry Miller
1 anno fa
Riguardo a Fraser su internet è stato coniato il termine Brenaissance più per la sua risalita in termini di popolarità che di effettiva bravura attoriale, che non sono in grado di giudicare perché non ne ho minimamente i mezzi. Spero vivamente per lui che web e stampa non si dimentichino di lui tanto velocemente quanto lo hanno portato su un piedistallo negli ultimi anni.
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