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La carriera di Rami Malek: Bad gone Good

Bad gone Good

Se i tuoi primi due lungometraggi si chiamano Una notte al museo e Una notte al museo 2, film in cui interpreti un faraone dal nome impronunciabile, magari la tua carriera può dirsi avviata a un ruolo da caratterista nemmeno così di alto livello. 

 

Se poi reciti anche nell'ultimo tragico capitolo della saga di Twilight e nella pessima riproposizione statunitense di Oldboy il timore si intensifica.

 

Diciamocelo: la carriera cinematografica di Rami Malek ha avuto tutto meno che un bell'inizio.

 

Poi, dal nulla, Paul Thomas Anderson e una parte minore in un film dello spessore di The Master.

 

Pur apparendo frequentemente all'interno della pellicola, Rami recita poche battute. Pensate però all'intensità del suo confronto con Joaquin Phoenix sotto gli occhi del compianto Philip Seymour Hoffman.

La stoffa c'è sempre stata, eccome.

 

 

La consacrazione per lui arriva con due serie TV: prima The Pacific poi Mr.Robot, serie di culto che gli ha anche fruttato l'Emmy come Miglior Attore Protagonista in una Serie Drammatica

 

Il resto, poi, è storia recentissima: viene scelto per incarnare il ruolo che fu di Dustin Hoffman nel remake di Papillon e, soprattutto, prende il posto di Sacha Baron Cohen per interpretare Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody, biopic sui Queen che ha recentemente sbancato ai Golden Globes e che in Italia è diventato il film più redditizio del 2018. 

 

All'interno del film, è stato proprio Rami a rubare la scena.

Ha vinto il Golden Globe come Miglior Attore in un Film Drammatico e ha già guadagnato una nomination ai BAFTA.

 

La notizia che lo vedrebbe già in talks per il ruolo di Michael Jackson in un biopic sul King of Pop, ha già scatenato una serie di divertenti reazioni in tutto il web, compresa quella che trovate qui.

 

In attesa di capire quali evoluzioni (anche non musicali) avrà la sua carriera, riviviamo insieme il suo commosso (e commovente) discorso di ringraziamento agli ultimi Globes.

 

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