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La Sabidurìa di Eduardo Pinto è un film argentino presentato al Ravenna Nightmare Film Festival nel Concorso Internazionale Lungometraggi.
Il film racconta la storia di tre ragazze, tutte con caratteri distinti e ben diversi, che decidono di staccare la spina dalla città e trascorrere un weekend in campagna.
Partendo da questo pretesto piuttosto classico nel panorama horror La Sabidurìa ci trasporta in un mondo pittoresco e misterioso, dove la Storia si accavalla al folklore, e l'orrore si reitera di padre in figlio.
[Il trailer de La Sabidurìa di Eduardo Pinto]
Le tre donne accettano ingenuamente l'invito di un gruppo di sconosciuti a partecipare a una festa che, in realtà, si rivela essere un misterioso rituale.
Dopo quel momento nulla sarà più lo stesso.
Le protagoniste di La Sabidurìa finiscono intrappolate in un sadico gioco dove indiani e colonizzatori scambiano femmine come figurine.
Inizia quindi una caccia alle prede, fatta di stupri, minacce, tradimenti, armi di ogni genere e vecchi costumi.
Le ragazze valgono meno di un singolo toro e la loro utilità è pari a quella delle vacche, merce di scambio, animali su cui contrattare.
Le donne sono vittime di una maledizione, ma la maledizione più grande che subiscono non proviene da demoni e stregoni, ma dall'interno dell'uomo e della stessa società.
Predatore e prede continuano a rincorrersi lontano dalla bolla della capitale, ai confini del mondo, dove nessuno può far nulla e chi vorrebbe farlo viene messo a tacere in modo brutale.
La legge del più forte è una risacca che riporta indietro i diritti civili fino a inabissarli.
Forza fisica e ricchezza sembrano prevalere e gli ignavi contribuiscono volentieri a far girare la ruota.
[Una delle protagoniste de La Sabidurìa]
C'è però chi dice no.
Le ragazze imbracciano le armi e cercano di farsi giustizia, cogliendo i propri aguzzini di sorpresa.
Nonostante alcune sequenze fin troppo dilatate e confusionarie e il budget risicatissimo di cui ha parlato anche il regista nell'introduzione al film, La Sabidurìa è un film che si colloca perfettamente nel panorama horror moderno e lo fa anche con un certo stile: capta e assorbe i tremori dell'era moderna e li rielabora sottoforma di metafora.
È anche encomiabile come le attrici protagoniste abbiano affrontato alcuni passaggi senza controfigure o effetti speciali di sorta.
Lo spettro del razzismo, lo sdoganamento della misoginia, l'impeto nostalgico che muove l'uomo bianco verso una Storia fatta di imperialismo e nefandezze: sono queste le chiavi di volta di un horror mai retorico e in cui l'abbondanza di idee supera di gran lunga i suoi - non trascurabili - difetti.