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Dance to me - Recensione: un musical on the road - FEFF 2020

Il regista giapponese Shinobu Yaguchi porta alla ventiduesima edizione del Far East Film Festival una scoppiettante commedia musicale

Shinobu Yaguchi porta sullo schermo Dance with me, la storia di una giovane manager squisitamente ben vestita di nome Shizuka (Ayaka Miyoshi) la cui vita sembra procedere senza alcun intoppo: un lavoro presso una società molto importante, sta per ricevere una promozione, vive in una grande città, ha un bell'appartamento.

 

 

Quale dramma potrà affligere una ragazza bella e di successo?

 

[Trailer di Dance with me]

 

 

Eppure avvertiamo subito che nella sua vita ci sono delle mancanze. 

 

Porta il lavoro a casa e ne è molto annoiata.

 

Le conversazioni con le colleghe e con i genitori non le interessano. 

 

All'esterno è ordinata e elegante, ma la sua casa è sporca e disordinata.

 

La protagonista di Dance with me è una conformista in giapponese in piena regola: pur cercando di nasconderlo ha una cotta per il suo bel superiore, vive per lavorare e non il contrario, non ha rapporti umani soddisfacenti.

 

La sua vita è così squadrata che uno spettatore un po' più avvezzo alla cinematografia del Sol Levante può già immaginare il suo destino da donna borghese, tra una buona carriera, un matrimonio di convenienza e pargoli-trofeo. 

 

 

 

 

Qualcosa però finisce per sconvolgere Shizuka: per una serie di equivoci, infatti, viene ipnotizzata. Nonostante l'ipnotista venga considerato da chiunque (persino da se stesso) un ciarlatano, sulla ragazza funziona: ogni volta che sente la musica inizia a cantare a ballare, come se fosse la protagonista di un musical.

 

Attraverso dei flashback veniamo a conoscenza di un trauma infantile della protagonista di Dance with me e del sogno infranto di diventare un'artista: è proprio per questo suo desiderio represso che l'ipnosi ha avuto effetto su di lei. 

 

Questa peculiare reazione alla musica provoca alla bella Shizuka una serie di incidenti di diversa gravità. La ragazza vive sull'orlo del precipizio: la sua vita economica e lavorativa inizia a cadere a pezzi per colpa della sua bizzarra sensibilità alla musica. 

 

Intraprende un viaggio per trovare l'ipnotista con un'altra ragazza fregata da lui seppur in modo diverso.

 

Le due donne, anche se differenti per aspetto, estrazione sociale e aspirazioni, stringono un rapporto molto forte. 

 

 

 

 

Shizuka, rimasta incatenata per buona parte della sua vita alle aspettative della società, inizia un percorso a ritroso dentro se stessa. La musica, senza cui la sua vita era grigia e monotona, riesce a far risplendere anche le situazioni più paradossali, più pericolose e più imbarazzanti.

 

Proprio grazie all'effetto placebo dell'ipnosi del mago-ciarlatano la protagonista di Dance with me riesce a far pace con la bambina dentro di sé e a capire, pian piano, che aveva barattato una vita felice con una vita comoda, una vita a inseguire i propri sogni con una vita patinata da esporre con i colleghi. 

 

Non è mai troppo tardi per rimediare. Non è mai troppo tardi per trovare se stessi e fare della vita una coloratissima commedia.

 

Il film, in cui tutti sono sostanzialmente buoni, al massimo mascalzoni, richiama i musical e le commedie americane classiche, a cui si fa riferimento anche nella canzone finale. 

 

Dance with me è una pellicola allegra che, pur essendo fuori dagli schemi, manca di elementi di spiccata originalità. 

Il regista giapponese avrebbe potuto spingere molto più sul pedale dell'eccentricità, ma volendo anche del citazionismo. 

 

La ricetta a base di kawaii, weirdo e musical può essere davvero sfiziosa a patto di non essere parsimoniosi con le dosi, come è stato Shinobu Yaguchi. 

 

La sensazione che dà Dance with me è quella di una buona commedia con tutte le carte in regole per essere originale ma che rimane sempre sospesa a mezz'aria, priva di qualche scelta estetica o di scrittura in grado di renderla meno monotona. 

 

 

 

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