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I migliori film visti online - Trieste Film Festival 2025

La 36ª edizione del Trieste Film Festival porta anche in streaming una selezione di titoli su MYmovies ONE, disponibili fino al 27 gennaio 

La 36ª edizione del Trieste Film Festival, dedicato al Cinema dei Paesi dell'Europa Centro-Orientale, sbarca anche online grazie alla collaborazione con la piattaforma streaming di MYmovies ONE.

 

Abbiamo avuto modo di seguire dal vivo la sezione Wild Roses, dedicata al Cinema d'esodio al femminile.

 

Questa è la mia personale selezione dei titoli del 36° Trieste Film Festival disponibili su MYmovies ONE fino al 27 gennaio.

 

 

[Una scena di When the Phone Rang, presentato al 36° Trieste Film Festival] trieste film festival trieste film festival

 

Il mio primo consiglio è When the Phone Rang di Iva Radivojević

 

“Quando il telefono squillò erano le 10:36 di un venerdì mattina”: questa frase, che accompagnerà tutta la pellicola, è la premessa su cui si basa la narrazione.

La chiamata che comunica alla piccola Lola (Natalija Ilinčić) la morte del nonno è l’unico momento definito nel tempo e nello spazio - ovvero il 1992, in uno “Stato che ormai non esiste più” – ed è il punto cardine che lega i frammentati ricordi dell’infanzia di Lola.  

 

Dello “Stato che ormai non esiste più” (palese il riferimento alla Jugoslavia, sebbene non venga mai effettivamente esplicitato) rimangono solo gli sparsi ricordi della regista e del suo passato, incastonati nel film in modo disordinato e allo stesso tempo elegante, espressi nel modo tipico di quando si scava nella memoria e si cerca di riportare a galla un passato ormai sfumato nel tempo.  

Nonostante il racconto estemporaneo, quel mondo messo sullo schermo - in formato 4:3 e su una pellicola 16mm che ricorda proprio un vecchio home movie - è presente e tangibile, come se potesse ancora essere vissuto e non fosse, in realtà, così lontano, abbandonato.

 

Lola (alter ego di Iva Radivojević) lo lascia vivere in quest’impeto di dolceamara rimembranza.

 

 

[Una scena da Faruk, presentato al 36° Trieste Film Festival] trieste film festival trieste film festival

 

Faruk di Asli Özge ci parla ancora di passato e cambiamenti, seppur in maniera diversa.

 

Il Faruk del titolo è un uomo che ha passato la soglia dei novant'anni e diventa il protagonista del film di sua figlia, che lo immortala in vari momenti della sua vita nell’arco di sette anni, dando vita a una docufiction alquanto singolare. 

Asli Özge rompe spesso la quarta parete, seguita a ruota dal resto della troupe e del cast, creando un effetto volutamente comico e disinvolto che fa sì che Faruk resti sempre e comunque la star in scena. 

 

Attraverso questa scelta, difatti, si ha immediatamente un’idea della figura di Faruk: un uomo semplice, che non si prende troppo sul serio, ma che allo stesso tempo è disciplinato e accorto sulle questioni - e le persone, come la figlia - che gli stanno a cuore. 

Faruk è costretto ad abbandonare il suo appartamento a causa di un rinnovamento urbanistico voluto dal governo e si batte fino alla fine per non abbandonare il condominio in cui vi sono i ricordi di una vita; al contrario, i condomini non vedono l’ora di andarsene per ottenere questi incredibili appartamenti nuovi di zecca. Il tema del nuovo che vuole sostituire il vecchio è, dunque, imperante e permea abilmente tra le righe di tutta la pellicola.  

Il film all’inizio risulta un po’ straniante, quasi respingente proprio per il suo essere così unico, ma una volta superato questo scoglio ci si innamora dell’approccio alla regia di Asli Özge, soprattutto nel momento in cui avviene un cambiamento netto all'interno del film. 

 

La trama legata all'appartamento, inframmezzata dai momenti comici, non è altro che l’incipit per capire davvero Faruk. Dopo questo primo momento, difatti, la regista si distacca e la rottura della quarta parete si fa più sottile.

 

Qui Faruk diviene fondamentale e ci svela i suoi sentimenti più intimi: quelli di padre, uomo e cittadino turco. 

 

 

[Una scena di My Late Summer, ultimo film di Danis Tanović, presentato al 36° Trieste Film Festival]
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Ultimo ma non meno importante è My Late Summer di Danis Tanović, un dramedy romantico in cui si intrecciano le storie di Saša (Uliks Fehmiu) e di Maya (Anja Matković): lui è uno scrittore, lei è una giovane donna approdata su un’isola dell’Adriatico orientale per raccogliere l’eredità lasciatale dal padre defunto, che l'aveva abbandonata in giovane età.

 

Il film dal sapore nostalgico richiama alla mente luoghi e scenari bellissimi che Maya vive per la prima volta, sentendo progressivamente un’appartenenza al'isola nonostante non ci abbia mai vissuto. Questa “magia” dell’isola la porta a romanticizzare quel momento della sua vita, ma in realtà è solo un altro modo per sfuggire alle proprie responsabilità e ad una verità difficile da digerire. 

 

My Late Summer possiede a mio avviso una fotografia impeccabile curata da Miloš Jaćimović e un buon ritmo, anche se a volte perde quel dinamismo iniziale che teneva più facilmente incollati allo schermo senza diventare melenso o esageratamente drammatico. 

Dispiace solo che Denis Tanović, noto per il meraviglioso film No Man’s Land - vincitore del Premio Oscar 2001 e del Golden Globe come Miglior Film Internazionale - non sia riuscito con questa pellicola ad aggiungere qualcosa di innovativo alla sua filmografia, nonostante la comunque ottima fattura del film.  

 

Oltre a questi tre titoli MYmovies ONE ne ha portati tanti altri che non mi hanno completamente conquistata, ma che meritano assolutamente di essere citati: Our Lovely Pig Slaughter, l’opera prima di Adam Martinec, il freschissimo e a tratti psichedelico Kyuka: Before Summer’s End di Kostis Charamountanis e infine il singolare racconto di lotta all’oppressione Lesson Learned di Bálint Szimler

 

I film citati rimarranno disponibili per la visione sulla piattaforma MYmovies ONE fino al 27 gennaio: un'occasione d'oro per scoprire alcuni tra i titoli più interessanti del Cinema europeo, portati in Italia per voi dal Trieste Film Festival.

___

 

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