#articoli
Hacks è una serie TV di Universal Television ideata da Lucia Aniello, Paul W. Downs e Jen Statsky che mette a confronto due generazioni.
Deborah Vance (Jean Smart) è una famosa comica settantenne, a lungo protagonista di un one-woman-show presso l’ambita residency di Las Vegas, il Casinò Palmetto, star indiscussa delle televendite su QVC e proprietaria di un impero commerciale; Ava Daniels (Hannah Einbinder, comica di stand-up anche nella vita) è invece una scrittrice e sceneggiatrice comica di venticinque anni che all'improvviso viene tagliata fuori dallo showbusiness a causa di un tweet controverso.
A farle conoscere e a unirle professionalmente nel momento più critico delle rispettive carriere è il loro manager Jimmy J. LuSaque (Paul W. Downs) e l’improvvisa decisione del Casinò Palmetto di concludere la lunga e proficua collaborazione con Vance per dare spazio a talenti più freschi.
Deborah, belligerante di natura e per nulla incline al pensionamento, si ritrova a dover fare i conti con la sua età, ma soprattutto con quella del suo show, invecchiato prima e meno bene di lei.
[Il trailer della prima stagione di Hacks]
Il termine Hacks significa dilettanti, ma anche truffa, inteso come una persona senza talento: la serie al contrario è un gioiello di comicità impreziosito da veri e propri fuoriclasse, a partire dai tre pluripremiati creatori e sceneggiatori della serie: Lucia Aniello (regista), Paul W. Downs (nella triplice veste di ideatore, regista e attore) e Jen Statsky (ideatrice e sceneggiatrice).
In un momento storico in cui la comicità e lo showbusiness sono messi a dura prova dai tempi che corrono, Hacks misura lo stato di salute dell'intrattenimento comico negli USA alle prese con i movimenti #MeToo, la cancel culture e le istanze di cambiamento della Generazione Z chiedendosi: "E adesso che cosa ci rimane? Di cosa si può ancora ridere liberamente?"
Lo fa attraverso il confronto generazionale tra due donne agli antipodi per estrazione sociale e propensione, ma simili nella sfrontatezza con cui coltivano la propria ambizione.
Deborah e Ava incarnano due femminilità opposte e due generazioni apparentemente inconciliabili: la prima gode ancora delle battute grassofobiche e dell’aver cavalcato per anni l’immagine e lo stereotipo della donna aggressiva e vendicativa, che il pubblico e gli eventi le hanno affibbiato; la seconda è ambasciatrice e vittima di tutte le battaglie della famigerata Generazione Z, da quella per l’inclusività e la fluidità di genere e di orientamento sessuale fino a quella per il clima.
L’unica cosa che le unisce è l’ironia della sorte che le ha inaspettatamente respinte dall’ambiente dell’intrattenimento, bollandole come inadeguate ai tempi che corrono. Entrambe dovranno oliare l’ingranaggio contorto e imprevedibile della comicità per sopravvivere nel settore e mantenere la propria voce.
Rifiutando qualsiasi soluzione semplice e definitiva, Hacks conduce una critica irriverente e intelligente dell’intricato mondo dell’entertainment statunitense descrivendone equilibri e contraddizioni attraverso gli sguardi di due esponenti antagoniste che finiscono (senza mai ammetterlo) per amarsi alla follia.
Pur condividendo le posizioni progressiste di Ava Hacks non manca di evidenziarne le difficoltà e le contraddizioni, cercando di decostruire quel dogma di giustezza che la sua generazione sembra adorare e che oggi è diventato metro di giudizio della performatività di ogni prodotto, anche quello audiovisivo.
Non è da meno il pubblico, che con la testa condivide le idee della “socialista” Ava, ma con la pancia ride ancora delle battute - ormai stanche - della milionaria piromane Deborah.
Al tempo stesso Hacks indaga tra le pieghe dei desideri di Ava e Deborah portando alla luce tutte le contraddizioni dell'essere donna e il rapporto mai troppo lineare con i desideri e il successo in tutte le sue sfumature.
[Hacks: due generazioni a confronto]
Nell’affiancare Deborah e la sua monumentale pletora di collaboratori Ava scopre una dimensione a suo modo familiare fino a quel momento sconosciuta e non meno problematica di quella biologica, che per entrambe rimane un tasto dolente.
Hacks non ha paura di mettere mano a questo groviglio intricato e spesso doloroso di relazioni umane e professionali, mostrandole nella loro complessità e nei risvolti più spiacevoli.
Il rapporto fra Ava e Deborah si trasforma presto in una relazione di co-dipendenza nella quale la prima non ha timore di mostrare la propria emotività, mentre la seconda è costantemente frenata dalla paura e dalla diffidenza: metafora anche questa della distanza siderale fra i due modelli generazionali che faticano a parlare la stessa lingua.
Tutt’altra distanza è invece quella che il manager Jimmy - adorabile rappresentante della generazione Millennial - vorrebbe imporre alla maldestra assistente Kayla (una scatenata Megan Stalter), che non fa che assillarlo con i suoi bizzarri modi di fare, incurante delle policy aziendali e delle convenzioni sociali: personalmente non avevo mai visto due comprimari tanto spumeggianti e divertenti, protagonisti di indimenticabili scene madri che ricordano la relazione morbosa e politicamente scorretta fra Michael Scott e Dwight Schrute in The Office.
La scena dell’incontro con la responsabile delle risorse umane è un capolavoro di assurdità che non può non evocare gli imbarazzanti colloqui con Toby Flenderson - se non sapete di chi sto parlando dovete rimediare immediatamente!
Hacks non ha la pretesa di rispondere alle nostre domande sull'irrisolvibile incomunicabilità fra generazioni tanto in antitesi, ma ci offre una chiave di lettura finalmente leggera e spensierata delle dinamiche dentro e fuori il mondo del lavoro, nonché uno spassosissimo spaccato del mondo dell'entertainment a stelle e strisce.
Allo stesso tempo usa con sagacia il terreno della comicità per parlarci con franchezza del contemporaneo, di quanto sia complesso il mondo in cui viviamo a cominciare dall'essere donna: Ava e Deborah sono personaggi autentici, stratificati e controversi in cui difficilmente possiamo immedesimarci, ma che non smettono di suscitare empatia.
Se tutte queste non vi paiono ragioni sufficienti per vedere Hacks, mi sembra doveroso aggiungere in conclusione che è una serie TV dove si ride di gusto!
[articolo a cura di Vittoria Sertori]
___
CineFacts non ha editori, nessuno ci dice cosa dobbiamo scrivere né soprattutto come dobbiamo scrivere: siamo indipendenti e vogliamo continuare ad esserlo, ma per farlo sempre meglio abbiamo bisogno anche di te!