close

NUOVO LIVELLO

COMPLIMENTI !

nuovo livello

Hai raggiunto il livello:

livello

#CineFacts. Curiosità, recensioni, news sul cinema e serie tv

#articoli

10 anni di Prisoners, l'intricato labirinto di Villeneuve

Compie 10 anni Prisoners, uno dei thriller più acclamati di Denis Villeneuve, che ha debuttato nelle sale italiane il 7 novembre 2013

Sono passati 10 anni dalla prima proiezione di Prisoners nei cinema italiani.

 

Un film che fin da subito ha unito critica e pubblico, che lo hanno acclamato come uno dei thriller più riusciti del decennio.

 

A rendere Prisoners un punto di riferimento del Cinema non è solo una trama coinvolgente, ricamata ad opera d'arte, ma soprattutto un insieme di prove magistrali: quelle degli attori protagonisti (menzione d'onore per Paul Dano e Viola Davis), ma anche quelle del direttore della fotografia Roger Deakins e del compositore islandese Johann Johannsson.  

 

Oltre che, naturalmente, del regista Denis Villeneuve.

 

[Il trailer internazionale di Prisoners]

 

 

Nel paesaggio cupo di una piccola cittadina della Pennsylvania, dove la neve e il ghiaccio contribuiscono a creare un'atmosfera sospesa e quasi claustrofobica, la vicenda si sviluppa intorno alla scomparsa di due bambine, sparite all'improvviso da casa nel pomeriggio del giorno del Ringraziamento. 

 

Ci vuole poco a capire che dietro all'allontanamento non c'è nulla di volontario e che i colpevoli del rapimento si nascondono nelle vie silenziose della città. 

Questa, però, è l'unica certezza di un intreccio complesso, costruito ad arte per lasciare lo spettatore con il fiato sospeso fino all'ultimo fotogramma, costantemente in attesa del successivo colpo di scena. 

In Prisoners, Villeneuve adotta una strategia narrativa affascinante: anziché nascondere le prove e mantenere chi guarda all'oscuro, decide di svelare gradualmente tutte le carte in tavola, offrendo una serie di indizi chiave nel corso del film. 

 

Ciò che manca è soltanto riordinare le tessere per ricostruire il puzzle, compito che viene assegnato ai due protagonisti: Keller Dover, padre di una delle due bambine, e il detective Loki, investigatore del caso, interpretati in modo magistrale rispettivamente da Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal.

 

 

 

 

Niente è come sembra 

 

L'abilità di Villeneuve in Prisoners è quella di far emergere gradualmente l'ambivalenza dei personaggi, mentre l'intreccio prende sviluppi inaspettati e l'abbondanza di prove complica, piuttosto che semplificare, la vicenda.

 

Gli eventi traumatici che li vedono protagonisti, infatti, trasformano i personaggi in modi imprevedibili, portandoli a compiere azioni sempre più al limite della moralità, rendendo difficile distinguere il bene dal male.

Ogni punto di riferimento offerto allo spettatore nelle scene iniziali viene a mancare. A rendere ancora più complessa l'analisi, è la capacità del regista di astenersi da giudizi morali, presentando soltanto i diversi punti di vista dei personaggi, carnefici, complici o spettatori.  

 

Come suggerisce il titolo, in Prisoners ognuno dei protagonisti è imprigionato, in un modo o nell'altro.

 

A seconda del personaggio, le catene sono rappresentate dai propri demoni: un passato oscuro, l'angoscia per la scomparsa dei propri figli, la rabbia, oppure, nel caso del detective Loki, l'ossessione nel risolvere ogni caso preso in carico.

 

 

[Jake GyllenhaalHugh Jackman in una scena del film]

 

 

Una prigionia che viene continuamente evocata dal forte simbolismo che permea l'opera di Villeneuve, con il ripresentarsi continuo di labirinti irrisolvibili che ossessionano alcuni dei personaggi.  

 

Mentre Dover e Loki cercano la via d'uscita da questi labirinti, costruiti soprattutto sulle proprie convinzioni che continuano a farli focalizzare sui dettagli sbagliati, il film non perde mai d'intensità, mantenendo un ritmo serrato e concedendo a chi guarda di intuire il quadro generale soltanto pochi istanti prima dei protagonisti.  

Se il finale soddisfa lo spettatore dal punto di vista della trama, Prisoners lascia una profonda necessità di analisi sulla moralità dei personaggi e su cosa può arrivare a giustificare la comprensione umana di fronte a situazioni inimmaginabili. 

 

Fino a dove possiamo spingerci per qualcuno che amiamo?

La risposta non va trovata nel film, ma dentro noi stessi.

 

[articolo a cura di Giulia Polidoro]

 

Become a Patron!

 

Vi rispettiamo: crediamo che amare il Cinema significhi anche amare la giusta diffusione del Cinema. 

Se vuoi che le nostre battaglie diventino anche un po' tue, entra a far parte de Gli Amici di CineFacts.it!

Chi lo ha scritto

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Articoli

Articoli

Articoli

Lascia un commento



close

LIVELLO

NOME LIVELLO

livello
  • Ecco cosa puoi fare:
  • levelCommentare gli articoli
  • levelScegliere un'immagine per il tuo profilo
  • levelMettere "like" alle recensioni