Godard par Godard, documentario diretto da Florence Platarets e scritto dal giornalista e direttore della Cinémathèque Française Frédéric Bonnaud, non è un'opera dedicata a chi vuole approfondire ogni aspetto dei film e del percorso artistico dello scomparso regista francese. 

Più che altro sembra un addio, una dedica, antitesi al coccodrillo giornalistico che non è asettica e scolastica cronistoria, ma che lascia parlare lo stesso Jean-Luc Godard.

Lo scopo sembra essere quello di cercare di catturare l'essenza del carattere di uno dei fautori della Nouvelle Vague, una classe di registi, prima critici, che partendo dai Cahiers du Cinéma ha sezionato il Cinema, ne ha scomposto le regole, ha violato i dogmi apparentemente inamovibili per poi evolvere il linguaggio, creando nuove forme di racconto per immagini.

Godard par Godard non ha una voce narrante, ma lascia spazio a una vita artistica nel corso della quale Jean-Luc Godard ha speso moltissimo tempo a parlare con i giornalisti, lasciando ai posteri una montagna di materiale nel quale il regista mostra tutto il suo acume, la sua intelligenza, la sua verve quasi incontenibile nel parlare e fare Cinema.

Godard, uomo di Cinema che ospite del The Dick Cavett Show mostra i suoi tacquini pieni di spunti, idee, scampoli di battute.

Le sue sceneggiature stavano su pezzi di carta scarabocchiati che dava in pasto ai suoi attori la mattina delle riprese.

Godard, l'uomo di Bande à part, un film che inventa con quella magnifica scena del ballo nel café, attorniato da avventori confusi.

Godard par Godard lascia che sia lo stesso cineasta a parlare per se stesso, passando dall'emorragia di materiale alle poche parole dei suoi ultimi anni di vita. Quando non si esprime il regista ci pensa François Truffaut, per ricordare a tutto il mondo che nel Cinema non esiste solo un prima e dopo Quarto potere, ma anche un prima e dopo Fino all'ultimo respiro.

Quando Godard non ha spazio con le parole, ci pensa il suo Cinema a colmare il vuoto che ha lasciato con la sua scomparsa e con i suoi silenzi.

Godard par Godard è quanto di meglio possa servire a chiunque per capire il magnetismo di un regista che faceva Cinema spinto da un amore profondo per la Settima Arte, da una vitalità irrefrenabile nel calcare i set, voglioso di interagire con i grandi protagonisti dei suoi film con a una potenza unica che gli consentiva di contrastrare le torte in faccia e le idee, per lui insopportabili, su cosa significasse "fare film."

Godard par Godard è un piacere da vedere, un punto zero per conoscere un protagonista del Cinema dotato di una voce straordinaria.

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