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They Carry Death (Eles Transportan a Morte) è il lungometraggio di esordio co-diretto da Helena Girón e Samuel Delgado, presentato alla 36ª Settimana della Critica di Venezia e attualmente in gara nel Concorso Lungometraggi Internazionali della XX edizione del Ravenna Nightmare Film Festival.
1492: tre uomini sopravvivono incredibilmente a un terribile naufragio, si trovano bloccati sulle Isole Canarie e cercano una soluzione per tornare a casa; contemporaneamente, una donna prova a salvare un’altra donna, ferita a morte da una caduta, portandola da una guaritrice.
[Il trailer di They Carry Death]
Al centro della narrazione di They Carry Death si evidenziano due storie che, nonostante sembra non abbiano niente in comune, si mantengono parallele toccandosi metafisicamente per osservare la condizione umana di ieri e di oggi.
Il tema centrale di They Carry Death è sicuramente anticipato dal titolo della pellicola stessa: la morte, l’inevitabile sovrana che governa indiscutibilmente la vita dell’Uomo in qualsiasi epoca storica.
Helena Girón e Samuel Delgado enfatizzano la distinzione tra Nuovo e Vecchio mondo, mettendo in scena personaggi che avrebbero potuto esistere in una dimensione storica che sfocia nell’immaginario o personaggi realmente esistiti ai quali viene affidato un ruolo arbitrario, come la figura di Cristoforo Colombo.
La scelta dell’ambientare il tutto nel 1492 non è casuale: è una data che segna il netto passaggio tra l’antico e il moderno, la scoperta di un mondo sconosciuto schiacciato dalla dominazione occidentale e, di conseguenza, da un modello visto come migliore, evoluto e unico possibile.
Il presagio di morte che abbraccia a tutto tondo la narrazione è sottolineato dalla presenza di una natura incombente e selvaggia, il cui ruolo è rendere i personaggi infimi e che, al suo cospetto, si muovono in tempi estremamente dilatati su paesaggi vastissimi e imponenti, quasi come se a momenti ne fossero inghiottiti.
[Una scena di They Carry Death]
È bene evidenziare come grazie a questo presagio They Carry Death arrivi a espimersi profondamente sul ruolo della memoria, del ricordo e dei legami: quelle cose che all’apparenza sembrano parlare del vissuto di un singolo ma che, in un discorso più ampio, si universalizzano.
They Carry Death sembra dunque voler esprimere un concetto molto dignitoso senza moralizzare: tutto ciò che viene vissuto da chi è esistito prima di noi non resta nel passato ma, al contrario, aleggia nel presente come uno spettro silente che non deve essere dimenticato.
Tutta l’opera è accompagnata dalla colonna sonora composta da Camilo Sanabria che ha cercato di evidenziare suoni ambientali e sonorità difficilmente riconoscibili con l’utilizzo preponderante di violoncello e fisarmonica.
They Carry Death è un film che difficilmente riesco a promuovere a tutto tondo, soprattutto per alcune scelte sicuramente non dettate dall’esigenza di uno stile semplice quanto più forzate da un budget limitato.
Nonostante ciò, è fondamentale sottolineare come si faccia portavoce di un tema di cui difficilmente si può trattare in modo critico senza essere pedanti o didascalici - basti pensare che i dialoghi sono ridotti ai minimi termini - regalando una prospettiva singolare che incuriosisce positivamente sulle possibili mosse future dei due registi esordienti.
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