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Storia di mia moglie è la dimostrazione di come il Cinema ungherese goda ancora di ottima salute e si esprima anche attraverso la sua regista Ildikó Enyedi.
Presentato al mondo lo scorso 14 luglio al Festival del Cinema di Cannes 2021, il film magiaro esce in Italia dopo ben nove mesi dalla sua prima proiezione sulla Croisette, arrivando quindi nelle nostre sale il 14 aprile grazie alla distribuzione di Altre Storie.
[Il trailer ufficiale di Storia di mia moglie]
Siamo negli anni '20, la Grande Guerra non è terminata da molto.
Gli uomini sono decimati, e qualcuno in Francia definirà i giovani reduci "una generazione perduta".
Le donne sono spossate da anni di impegno civile e autonoma gestione dei focolai domestici.
Contestualizzato il contesto storico e sociale di Storia di mia moglie, non ci dovrebbe sorprendere la trama che andrò ora a delineare.
[Festival di Cannes 2021: la regista Ildikò Enyedi assieme a parte del cast di Storia di mia moglie]
Jakob Störr è un affascinante capitano di lungo corso, abituato alle deferenze del suo equipaggio e alle lusinghe delle giovani ragazze che incontra nei porti.
La sua condotta è quella di un uomo integro che scivola sui mari compiendo missioni e risolvendo i problemi annotati sulla sua agenda di bordo.
Conosce le tempeste e le manifestazioni più esagitate della natura e perfino le sue insidie mortali: nulla che un rigido protocollo di bordo e una buona dose di esperienza non possano risolvere.
Si disimpegna al comando della sua imbarcazione disabituato agli intralci della terra ferma e ai compromessi che essa richiede nella definizione della propria traiettoria, tra dislivelli, aggiramenti di ostacoli e compromessi.
Desideroso di posarsi e instradare la propria vita, scommette con sé stesso di essere in grado di sposare la prima donna che entra nel locale in cui si trova.
È Lizzy, donna al tempo stesso volubile e volitiva che sa simmediatamente come ottenere ciò che desidera dal capitano.
Non è malevola, quel che fa è semplicemente riflettere la manifesta arroganza di Jakob.
Il marinaio scoprirà di dipendere dall'imprevedibilità di Lizzy.
I sentimenti suscitati dall'assenza di controllo, come gelosia e ansia, iniziano a farsi strada all'interno della vita di Jakob. I due si amano ma non si comprendono, perché scelgono di non cedere di un passo rispetto all'idea che ciascuno ha di sé.
Per sentirsi più a proprio agio cercano quindi di plasmarsi a vicenda e, così facendo, non riescono mai a autodefinirsi né a crescere assieme. Nessuno dei due vorrà farsi spiegare dall'altro come occorre che si viva.
Si amano, ma non accedono mai al lato arrendevole dell'amore, Lizzy, né a quello volubile dell'esistenza, Jakob.
[Un preoccupato Jakob (Gijls Naber) osserva tutti i movimenti di Lizzy, specialmente quelli in presenza di Dedin (Louis Garrell), un ammiratore della ragazza, interpretata da Léa Seydoux in Storia di mia moglie]
Il grande pubblico ha conosciuto Ildikó Enyedi nel 2017, grazie alla sua vittoria dell'Orso d'oro al Festival Internazionale del Cinema di Berlino con Corpo e Anima e, francamente, Storia di mia moglie conferma come le storie d'amore sontuose dal respiro letterario si sposino alla perfezione con la cifra stilistica della regista nata a Budapest.
Gijs Naber e Léa Seydoux sono straordinariamente in parte, scelti alla perfezione già in sede di casting: la loro prova attoriale nel film non richiede grandi sforzi interpretativi, perché i loro visi incarnano dal primo istante - ovvero il primo incontro fra i due - la personalità dei loro personaggi.
Quella prima impressione non si altererà né subirà un'evoluzione, ma cercherà soltanto di imporsi.
Il film può richiamare alla mente l'ultimo lascito di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, ed è possibile rivedervi un medesimo tentativo di mostrare ciò che accade a chi si dimostra restio ad abbracciare il lato più sfuggente dell'esistenza, talvolta incarnato nella natura del sesso opposto.
Storia di mia moglie
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