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Est - Dittatura Last Minute è finalmente riuscito a sbarcare nelle sale italiane dopo che le restrizioni dovute alla pandemia da COVID-19 avevano permesso la sua distribuzione sulle sole piattaforme di streaming online.
L’attore Antonio Pisu (Il papà di Giovanna) si cimenta nel suo terzo lavoro da regista, secondo lungometraggio dopo il film Nobili bugie per cui Pisu ha lavorato per la prima volta con l’attore di Cinema e Teatro Ivano Marescotti.
È proprio con la confortante voce narrante di Marescotti che si apre Est - Dittatura Last Minute, facendoci subito immergere nel vivo della storia ambientata nel 1989.
[Trailer di Est - Dittatura Last Minute]
Ci troviamo in una campagna deserta, grigia, fermi a metà strada tra Budapest e Bucarest, insieme a tre ragazzi spaesati, in un luogo a loro evidentemente non familiare.
Rice (Lodo Guenzi, componente de Lo Stato Sociale), Pago (Matteo Gatta) e Bibi (Jacopo Costantini) sono tre amici romagnoli che, partendo da Cesena, hanno deciso di intraprendere un viaggio on the road nell’Europa dell’est, con la voglia di ritrovarsi in qualche emozionante avventura, qualcosa che renda memorabile quella loro esperienza fuori porta.
Ma, sia chiaro, nulla di eroico.
Divertimento, qualche goliardata in giro con il tipico, festaiolo spirito romagnolo, ma sempre a debita distanza dai guai.
In un’Europa orientale che nel 1989 - a pochi giorni dal crollo del muro di Berlino - risentiva ancora del pesante drappo della Cortina di Ferro, con la rigida chiusura economica dell’Unione Sovietica nei confronti dei paesi occidentali, ciò che i tre immaginano come avventura si limita, in realtà, all’allestimento di improvvisati mercatini in giro per le città ungheresi e rumene, rivendendo merce italiana.
Beni più o meno rari nei paesi dell’Europa dell’est di quegli anni.
[La scena del controllo alla dogana in Est - Dittatura Last Minute]
Sarà l’incontro con Emir (Liviu Cheloiu) a sconvolgere i loro piani, mettendoli davanti a una difficile scelta: cosa fare se un rumeno che non appoggia la dittatura vigente nel suo Paese d’origine e che è scappato in Ungheria vi chiedesse il favore di portare alla sua famiglia, rimasta in Romania, una valigia di cui non conoscete il contenuto?
Aggiungete il particolare non trascurabile che la dittatura in questione è quella di Nicolae Ceaușescu, presidente della Repubblica Socialista di Romania dal 1967 al 1989, dittatore che venne accusato di aver esercitato il suo potere perpetrando atti criminali e sanguinari, oltre che di avere devastato economicamente l’intera Romania.
Un capo di governo con occhi e orecchie in ogni angolo della nazione grazie alla temuta Securitate, i servizi segreti rumeni che mettevano a tacere ogni voce contraria al regime.
La valigia di Emil, con il suo misterioso contenuto, sarà la chiave che trasformerà un classico viaggio tra ventenni squattrinati, gran capacità di adattamento e voglia di divertirsi, in una forte esperienza di vita che li farà maturare.
La combinazione tra la casualità degli eventi e la sensibilità con cui i tre amici, in fondo, mostrano di saperli affrontare, condurrà i protagonisti su strade che non avrebbero mai pensato di percorrere.
Per i ragazzi il viaggio sarà un vero percorso di crescita, tanto personale quanto di individui parte di una società.
[Quando due loschi figuri sconosciuti ti aspettano sull'uscio dell'albergo e ti salutano per nome non è mai troppo piacevole...]
Le musiche di Davide Caprelli (Cotto & Frullato Z: The Crystal Gear) accompagnano in maniera armoniosa le scene del film, da quelle più spensierate a quelle più concitate o malinconiche, lasciando che lo spettatore si lasci trasportare non solo dalla storia, dalle immagini, ma anche dalle coinvolgenti note degli archi.
I filmini originali girati dal vero Rice e aggiunti nel montato finale arricchiscono il lungometraggio, fungendo da finestra temporale attraverso cui osservare più da vicino la condizione di miseria e arretratezza in cui versava l'Europa dell'est di quegli anni.
Storia vera tratta da Addio Ceaucescu, racconto scritto da Maurizio Paganelli e Andrea Riceputi (i veri Pago e Rice della storia), Est - Dittatura Last Minute non ha obiettivi strettamente didattici, non si prefigge di insegnare qualcosa allo spettatore ma, più discretamente, offre diversi spunti di riflessione.
[Da sinistra verso destra: i veri Maurizio Paganelli (Pago), Enrico Boschi (Bibi), Andrea Riceputi (Rice)]
La difficoltà di lasciare il proprio Paese e la propria famiglia perché obbligati da condizioni di vita proibitive; l’importanza della libertà di pensiero, di espressione, la cui mancanza si fa rumorosa e tetra quando questa viene a mancare.
La necessità di maturare una sensibilità sociale, crescendo come individui che si preoccupano di guardare anche al di là del proprio verde e rigoglioso giardino.
Una maturazione che sarebbe fondamentale in una società acerba e aspra nei confronti dello straniero come quella odierna.
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