REDAZIONE
Nata e cresciuta ad Agrigento, da una mamma nata negli anni cinquanta che mi ha fatto innamorare di Alfred Hitchcock, Billy Wilder, dei film Quo Vadis? e Via col vento e mi ha cresciuto davanti ai film Disney e Dreamworks e da un papà innamorato di Al Pacino. Il resto lo hanno fatto gli anime e i DVD.
Johnny Stecchino aveva ragione perché ho potuto vedere il traffico di Palermo studiando là per una triennale in Lettere moderne e una magistrale in Filologia Moderna, ed effettivamente è terribile, ma puoi facilmente rubarle le banane.
Ho studiato anche a Roma per cercare Gregory Peck, ma ci ho trovato solo la Sapienza, una seconda laurea magistrale in Editoria e scrittura e un master in editoria, giornalismo e management culturale.
Il mio professore di Screenwriting mi ha fatto analizzare tra gli altri le sceneggiature di Citizen Kane e Double Indemnity quindi anche senza giro in vespa ne è valsa la pena.
Insegno latino e italiano alle superiori cercando di essere un po' John Keating de L'attimo fuggente, ma sperando che nessuno arrivi al gesto estremo. A scuola dico sempre di sì alla domanda "Prof possiamo guardare un film?", ma lo scelgo io la maggior parte delle volte.
Faccio la redattrice web dal 2019 e ho pubblicato un libro su Oscar Wilde e la raccolta di racconti "Dipinti brevi storie di fragilità". Nella scrittura cerco una distrazione e un modo per superare il trauma del sorriso di Norman Bates alla fine di Psycho.
In adolescenza mi sono innamorata di Tim Burton (primo amore banalissimo Johnny Depp) quindi conservo un'anima dark, malinconica e un po' cinica, che se ne va via nella scena finale di La La Land (a me se cominciano a random a cantare nei film piace), quando guardo una puntata di How I met your mother, e in generale appena si spengono le luci in sala e il film sta per cominciare.