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La carriera di Liam Neeson: Good gone Bad

Good gone Bad

Liam Neeson ha vissuto una carriera dai molteplici volti.

La - ormai ultraquarantennale - vita artistica del nativo di Ballymena, Irlanda del Nord, può essere suddivisa in più fasi e lui ha sempre saputo reinventarsi restando sulla cresta dell'onda, anche cambiando completamente percorso e facendo scelte, talvolta, un po' discutibili.

 

I suoi biglietti da visita per il grande pubblico sono sono la sua voce - una delle più riconoscibili dell'intero panorama cinematografico mondiale - la partecipazione a diversi franchise di successo e l'ormai triste fama di essere il volto dei revenge movie occidentali di nuova generazione.

 

Ciò che il pubblico generalista forse non sa è che l'attore nordirlandese ha avuto un percorso di carriera tutt'altro che semplice.

 

 

[Il debutto cinematografico di Liam Neeson lo vide subito protagonista, in Pilgrim's Progress di Ken Anderson]

 

 

Da giovanissimo, infatti, complice la sua stazza, Liam Neeson non aveva intrapreso la strada della recitazione ma quella del pugilato: si dice fosse anche molto promettente, ma una sincope gli impedì di proseguire la sua carriera sportiva, spingendolo verso il mondo dello spettacolo.

 

Il suo anno di debutto, sia sul piccolo che sul grande schermo, è il 1978: prende parte a un episodio della serie TV Play for Today e al film Pilgrim's Progress di Ken Anderson, per cui nel 1980 reciterà anche in Christiana.

 

Ebbe così inizio una carriera che divenne immediatamente prolifica: nel 1981 era già nel cast di un cult come Excalibur di John Boorman e del film per la TV Nailed diretto June Howson.

 

 

[Sul set di Excalibur, Liam Neeson conobbe anche il primo grande amore della sua vita artistica: Helen Mirren]

 

Continuando ad apparire sia sul piccolo che sul grande schermo ebbe modo di prendere parte a Krull di Peter Yates, a The Innocent di John McKenzie e al film TV La spada di Merlino di Clive Donner ma, soprattutto, a Il Bounty di Roger Donaldson.

 

In quest'ultima pellicola ebbe modo di confrontarsi con due grandi nomi dell'epoca - Anthony Hopkins e Mel Gibson - e con un altro fenomenale emergente: Daniel Day-Lewis.

 

Glissando sulla sua partecipazione a Delta Force, è semplice riconoscere come il 1986 sia stato l'anno della consacrazione.

Rivestì un ruolo importante in Mission, film di Roland Joffé vincitore della Palma d'oro al Festival del Cinema di Cannes, e recitò per uno dei più grandi registi viventi, Andrej Končalovskij, in Duet for One.

 

 

[Liam Neeson, Jeremy Irons e Robert De Niro: tre fantastiche performance per Roland Joffé in Mission]

 

 

A quel punto l'ex pugile nordirlandese divenne richiestissimo sia nelle produzioni britanniche sia in quelle statunitensi: entro la fine degli anni '80 recitò in ben altre 7 pellicole.

 

Su tutte vorrei ricordare High Spirits di Neil Jordan, che segna l'inizio della sua collaborazione con un regista che gli permetterà di esplorare nuove vette del suo talento recitativo.

 

Nel 1990 è invece Sam Raimi a donargli uno dei suoi ruoli più iconici: Liam Neeson è il protagonista di Darkman, film che conferma lo status in enorme crescita sia del regista che dell'attore.

A quel punto anche i grandissimi nomi del Cinema hollywoodiano vogliono lavorare con lui.

 

Nel 1992 Woody Allen lo scrittura per Mariti e Mogli, mentre nel 1993 Steven Spielberg gli regala il ruolo che vale una carriera.

 

In Schindler's List Neeson interpreta Oskar Schindler e si porta sulle spalle un film che è entrato di fatto nella Storia della Settima Arte: la performance gli vale la nomination per tutti i maggiori premi mondiali, tra i quali la sua prima e ad oggi unica candidatura al Premio Oscar.

 

 

[Bianco e nero, fumo di sigaretta e Liam Neeson: non serve altro per riconoscere Schindler's List]

 

 

Sono anni davvero prolifici per il nativo di Ballymena che, a stretto giro di posta, si trova a recitare per tre nomi importanti del Cinema d'autore europeo: nel 1996 è in Prima e dopo di Barbet Schroeder e nel travolgente Michael Collins di Neil Jordan, mentre nel 1998 è ne I Miserabili di Bille August.

 

In particolare Michael Collins rappresenta ad oggi l'unica prova della sua carriera capace di competere con quella fornita in Schindler's List: la sua interpretazione gli valse la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e trascinò sulle spalle un film che in quella kermesse vinse addirittura il Leone d'oro.

 

 

[Grazie alla sua interpretazione di Michael Collins Liam Neeson ricevette anche la sua seconda nomination ai Golden Globes]

 

Il millennio per Liam Neeson si chiuse con l'ingresso in un franchise leggendario: in Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma interpreta infatti Qui-Gon Jinn.

 

Se da un lato l'ingresso in una saga così celebrata non può che essere comprensibile dal punto di vista artistico, dall'altro la riuscita - tutt'altro che compiuta - dell'opera e il fatto che nello stesso anno si trovò a far parte di Haunting - Presenze e di Gun Shy - Un revolver in analisi, avrebbe dovuto far suonare qualche campanello d'allarme.

 

Le sue successive pellicole, però, sono state Gangs of New York di Martin Scorsese e K-19 di Kathryn Bigelow, due registi dallo spessore al di sopra di ogni sospetto.

 

 

[Un ruolo dal breve screen time ma interpretato in maniera eccellente da Liam Neeson: "Prete" Vallon in Gangs of New York]

 

 

Subito dopo arrivano un'incursione nella rom-com con Love Actually e un'altra prova di ottimo spessore in Kinsey di Bill Condon, che gli frutta quella che fin ora è l'ultima nomination ai Golden Globe della sua carriera. 

 

Il 2005, invece, porta in dote la sua ultima collaborazione con Neil Jordan, in Breakfast on Pluto, e le prime con due grandi registi di nascita britannica ma di esportazione hollywoodiana: Christopher Nolan e Ridley Scott.

 

I suoi ruoli in Batman Begins e ne Le Crociate - Kingdom Heaven sono ancora una volta degni dello status ormai raggiunto da Liam Neeson ma rappresentano, probabilmente, la chiusura della fase in cui l'attore nordirlandese è riuscito a coniugare al meglio prolificità e qualità delle scelte.

 

[Uno dei ruoli più noti dell'ultima parte di carriera di Liam Neeson]

 

 

Dal 2006 in poi, infatti, diventa il volto della vendetta: da Caccia Spietata in poi il suo nome verrà associato in maniera inequivocabile ai revenge movie.

 

A ben vedere, però, il film colpevole della definitiva transizione di Neeson verso tale reputazione è Io vi troverò di Pierre Morel, capostipite di una delle peggiori saghe cinematografiche dell'ultimo ventennio, quella di Taken, che purtroppo porta in copertina il volto di Neeson.

 

Anche i successivi L'ombra del sospetto e L'ombra della vendetta sembrano confermare una parabola discente, sottolineata anche da Chloe - Tra seduzione e inganno di uno spento Atom Egoyan.

 

Anche gli ingressi ne la saga composta da Scontro tra titani e La furia dei titani rappresentano un deciso passo indietro per una carriera sempre più indirizzata su scelte discutibili.

 

Dopo i ben più che dimenticabili A-Team, Unknown, The Grey, Battleship, Un milione di modi di morire nel West, Non-Stop, Run All Night e Ted 2, però, ecco arrivare uno spiraglio di luce grazie a un ruolo importantissimo.

 

In Silence, infatti, Neeson torna a mostrare a tutti il suo talento drammatico, brillando a ogni apparizione sullo schermo.

 

[Liam Neeson come Padre Ferreira in Silence: interpretazione da brividi]

 

 

Con nostro sommo dispiacere, però, le qualità recitative di Liam Neeson non hanno avuto modo di brillare nei successivi The Silent Man, L'uomo sul treno e Men in Black: International.

 

Al contrario, invece, Widows, La Ballata di Buster Scruggs e Ordinary Love sembrano pellicole decisamente più in linea con il valore complessivo di una carriera che, malgrado tutto, resta memorabile.

 

Quando coinvolto da registi di spessore e in opere di buon livello, Liam Neeson ha sempre risposto in maniera più che positiva.

La possibilità di tornare a effettuare scelte corenti con il suo status è tutta nelle sue mani.

 

In fondo, un talento del genere ha ancora tanto da dire.

 

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