#Good&Bad
A inaugurare una nuova sfumatura di questa rubrica non poteva che essere un gigante come Gary Oldman.
Questo geniale e camaleontico attore britannico è sempre stato bravo, chi può negarlo, ma solo di recente ha raccolto i giusti riconoscimenti per una carriera tra le più durature, prolifiche e elettrizzanti della Hollywood contemporanea.
Parafrasando Bob Dylan potremmo chiederci: "Quanti ruoli indimenticabili un attore deve interpretare prima che lo si chiami leggenda?"
Eh, un bel po'.
Allora ripercorriamo insieme a ritroso la carriera di questo straordinario interprete.
Il suo Oscar raccolto nel 2018 con L'Ora più buia ha sinceramente commosso un numero enorme di appassionati e addetti ai lavori.
Il motivo è molto semplice: tutti hanno un film a cui sono particolarmente legati in cui figura questo straordinario attore.
Ma proprio tutti.
Nessuno escluso.
[Grazie alla sua straordinaria interpretazione di Winston Churchill, Gary Oldman ha dominato la stagione dei premi cinematografici 2018, sbaragliando anche la concorrenza di un suo conterraneo, un Daniel Day-Lewis all'ultimo ruolo della sua carriera]
Gary Oldman è con ogni probabilità l'attore più versatile degli ultimi tre decenni.
Ha fatto innamorare una fetta enorme di pubblico: dagli appassionati di cinecomic - è stato un grande James Gordon della Trilogia del Cavaliere Oscuro - ai Potterhead (come non amare il suo Sirius Black?) passando per gli amanti di blockbuster e i cinefili "da Festival".
[Personalmente, una delle mie scene preferite della filmografia di Gary Oldman]
La sua carriera, ai limiti dell'irripetibile, è partita nei teatri inglesi, per diramarsi sui set più prestigiosi del mondo.
E già dal debutto in tanti hanno percepito quanto fosse speciale: Sid & Nancy e Prick up sono stati l'anticamera per collaborazioni eccellenti e film di culto come JFK, Dracula di Bram Stoker, Una vita al massimo, Leon e La Lettera Scarlatta.
[Un piccolo saggio del suo infinito range recitativo]
Poi, nel secolo attuale, tanti progetti di successo al box office, la prima - tardiva - nomination agli Oscar per La Talpa e il calore del pubblico che non l'ha più abbandonato.
Ma diciamocelo, chi sa resistere alla sua capacità di modificare il proprio accento, alla sua devozione per la recitazione che traspare anche nei suoi lavori meno d'autore (Come ti ammazzo il bodyguard, ad esempio) e anche a quell'over-acting con il quale di tanto in tanto ci delizia?
Gary Oldman, come il buon vino, invecchiando migliora.
Solo che lui, migliorando, diventa leggenda.
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