Robert Pattinson è ora a tutti gli effetti un nome di ottimo livello nella Hollywood di oggi.

Ammettiamolo: non ci abbiamo messo di certo poco ad abbandonare i nostri pregiudizi su di lui. 

Lui, da parte sua ha lavorato molto per fugarli.

E finalmente, a quanto pare, ce l'ha fatta.

[Fino a qualche anno fa l'impressione generale su Robert Pattinson era molto meno lusinghiera rispetto a oggi]

Se i più grandi nomi dell'industria concordano sul tuo valore e fanno a gara per scritturarti, non può essere altrimenti.

Devo dirla tutta: quando al suo tempo ho letto il suo nome accanto a quello di John David Washington nel cast di un progetto di Christopher Nolan, ho compreso quanto la percezione generale del suo lavoro fosse, finalmente, migliorata. 

Eppure per anni c'è stata enorme diffidenza nei confronti di questo giovane attore britannico.

I suoi inizi, d'altronde, non sono stati dei migliori.

Se in Harry Potter e il calice di fuoco ha interpretato, di fatto, uno stereotipo vivente, la saga di Twilight sembrava averne atrofizzato le capacità attoriali.

Anche Remember me apparteneva alla categoria dei film immancabili nelle cineteche delle 15enni millennial circa un lustro fa.

Un po' di diffidenza nei suoi confronti era lecita, no?

[Non solo Robert Pattinson: anche Kristen Stewart ne ha fatta di strada da allora, eh]

Però, ragazzi, Robert Pattinson è bravo!

Siamo stati sin troppo diffidenti con lui.

Come l'acqua per gli elefanti e Bel Ami sono stati due indizi rilevanti di cui si è accorto addirittura David Cronenberg che, per amore della sua arte, ha guardato tutta la saga di Twilight perché estremamente interessato a lui.

E devo dire, ha fatto bene.

Così facendo ha regalato un grande Robert Pattinson in Cosmopolis e Maps to the Stars, pellicole che hanno rappresentato il vero turning point della sua carriera.

[Cosmopolis, uno dei film più importanti del 21esimo secolo, ha come unico e indiscusso protagonista un meraviglioso Robert Pattinson]

A seguire sono arrivati The Rover di David Michôd, Queen of the Desert di Werner Herzog, Civiltà Perduta di James Gray e soprattutto Good Time, film del 2017 dei fratelli Safdie che gli ha fruttato numerosissime nomination in giro per il mondo.

Subito dopo è arrivato il momento dell'attesa spasmodica per The Lighthouse, diretto dal Robert Eggers di The VVitch: le prime critiche sul film dipingevano come ottimo attore in grado di tener testa al suo socio Willem Dafoe, in un film in cui ci sono esclusivamente due personaggi e una location.  

Non appena l'abbiamo ammirato, non abbiamo potuto che concordare, vista la meravigliosa qualità dell'opera e della sua prova.

Praticamente in contemporanea ha rubato la scena, malgrado uno screen time relativo, anche in Waiting for the Barbarians di Ciro Guerra e in Le strade del male di Antonio Campos.

[I primi sprazzi del Batman interpretato da Robert Pattinson]

I suoi successivi step di carriera sono stati vestire i panni di Batman per Matt Reeves e recitare per uno dei più grandi nomi dell'industria cinematografica mondiale, Christopher Nolan, in Tenet.

Due ruoli di enorme dimensione in due film che hanno ribadito al grande pubblico la sua versatilità. 

Se per Nolan Pattinson è diventato la perfetta spalla per John David Washington in un film di fanta-spionaggio, per Reeves è riuscito a dar vita a tante sfumature differenti di un personaggio che grazie ha lui ha riscoperto la propria natura noir. 

Insomma, ogni prodotto in uscita che rechi tra i suoi interpreti Robert Pattinson è, per noi, da mettere in agenda. 

Al fine di fortificare questo assunto ha persino optato per un cambio look.

Ha abbandonato i ciuffi ribelli, lasciandosi crescere la barba per lanciarci un messaggio:

"Il vampiro Edward Cullen è morto!"

Insomma, Robert Pattinson ha meritato ogni flash che i fotografi gli dedicheranno.

Il passato pieno di dubbi nei suoi riguardi è ormai un lontano ricordo: abbiamo assistito alla consacrazione di un grande attore.

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