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Data inizio produzione: 2008
Data fine produzione: 2013
Breaking Bad
Stagioni: 5
Episodi: 62
Prima uscita: 20/01/2008 AMC (USA)
Messa in onda italiana: 15/11/2008 AXN
Lingua: Inglese, Spagnolo
Colore
35mm
Aspect Ratio: 16:9 HD
Camere: Arricam LT, Arricam ST, Arricam 435
Ottiche: Angenieux Optimo, Cooke S4, Canon
Premi vinti/Nomination:
16/58 Primetime Emmy
12/27 Saturn
08/15 Satellite
06/20 Writers Guild of America
06/13 Critics' Choice Television
04/16 Television Critics Association
03/11 Screen Actors Guild of America
02/07 Golden Globe
02/05 Producers Guild of America
02/04 Directors Guild of America
Totale: 144/225
#cinefacts
91%
#pubblico
92%
#serietv
Crime, Drammatico, Thriller
Bryan Cranston, Aaron Paul, Anna Gunn
Specifiche tecniche
0%
Vota anche tu tappando sulla spada laser!
Vota anche tu scorrendo sulla spada laser!
Contiene spoiler
Un professore di chimica del liceo scopre di avere il cancro: decide quindi di mettersi a cucinare e spacciare metanfetamina per assicurare un futuro economico alla propria famiglia.
breaking bad
reazioni collaterali
vince gilligan
serie tv
drammatico
bryan cranston
giancarlo esposito
aaron paul
thriller
crime
imperdibile 😱 praticamente perfetto, è anche inutile parlarne.
imperdibile 😱 praticamente perfetto, è anche inutile parlarne.
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20 commenti
La Recensione più entusiasta
23 feb 2020
100%
Inizio col dire che Breaking Bad è stata la mia prima serie tv ed ad ora avendo visto moltissime serie tv soprattuto drammatiche posso affermare che Breaking Bad è la serie più bella che io abbia...
Inizio col dire che Breaking Bad è stata la mia prima serie tv ed ad ora avendo visto moltissime serie tv soprattuto drammatiche posso affermare che Breaking Bad è la serie più bella che io abbia mai visto!
Fotografia, regia, sceneggiatura, attori, set, è tutto perfetto e gestito benissimo.
Breaking Bad è una di quelle serie che una volta finita dopo un po' ti vieni subito voglia di riguardarla, infatti mi scatta il rewatch all'incirca una volta ogni 2 anni.
Concludo dicendo che a chiunque io abbia consigliato questa serie ne è rimasto piacevolmente colpito.
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La Recensione più cattiva
di Arkantos
29 giu 2019
55%
Arkantos = So già che sarà il commento più discusso… Pubblicarlo o non pubblicarlo, questo è il problema…
Wowowiwowa = In realtà lo hai già pubblicato, nella scrittura dei commenti...
Arkantos = So già che sarà il commento più discusso… Pubblicarlo o non pubblicarlo, questo è il problema…
Wowowiwowa = In realtà lo hai già pubblicato, nella scrittura dei commenti non puoi mettere monologhi interiori sul pensare di pubblicarlo o meno…
Arkantos = … Allora non posso far altro che esternare dal profondo del cuore, a caratteri cubitali, la frase “non mi piace Breaking Bad”. Lo so, sono pazzo, ma per motivi differenti scovati da uno psicologo pagato fior fior di quattrini, e so che con sto voto offenderò tante persone, però… Pure provando in tutti i modi di salvarla, “non mi piace Breaking Bad”.
Wowowiwowa = Inutile, ti sei già scavato la fossa. Ora ti possono aiutare solo i pinguini di Madagascar.
Arkantos = E sta zitto te!
Datemi comunque spazio per un’arrampicata di specchi, ovvero il 55% che ho dato esprime semplicemente la frase ormai ripetuta due volte (l’ho vista una volta e mi basta e avanza), quindi dice tutto e niente.
Andando più in dettaglio, Breaking Bad è… Molto incostante (oppure sono io quello ad avere pareri molto contrastanti), infatti metterò qua i voti che darei alle 5 stagioni.
1° stagione = 50%
2° stagione = 70%
3° stagione = 55%
4° stagione = 80%
5° stagione = 75%
Infatti, piccolo consiglio che posso rivolgere al sito, è dare la possibilità ai commentatori di mettere il voto alle singole stagioni di una serie, un singolo voto non esprime i suoi decolli e tracolli. Ciò che leggete è proveniente da un altro sito dove sono registrato e l’ho opportunamente modificato per evitare ripetizioni ove possibile.
Il voto finale che ho assegnato, ovviamente, non è una media aritmetica.
PRIMA STAGIONE
Innanzitutto, partiamo dai pregi della serie: l’idea è non solo molto intrigante, ma anche originale; insomma, spacciare meth per dare un aiuto economico alla famiglia? Chi non si gaserebbe con una simile premessa che mette in discussione il limite tra il bene e il male?! Oltre a ciò, aggiungeteci un buon cast, dove spicca in particolar modo Bryan Cranston, che ho conosciuto grazie alla magnifica miniserie “Dalla Terra alla Luna” (quella sì che è un capolavoro!), con un’interpretazione a dir poco eccellente. Purtroppo, ci sono problemi che affliggono non poco queste sette puntate.
Primo fra tutti, è troppo “Walt-centrica”… O “Heisenberg-centrica”: il carisma del protagonista, un professore di chimica piuttosto timido che vuole aiutare la sua famiglia pure commettendo azioni illegali, è di un vivido tale da offuscare tutti gli altri che, tralasciando Jesse Pinkman a cui è dedicato il quarto episodio, non sono neanche così tanto approfonditi; non a caso quando la serie si allontana dalle vicende di Heisenberg perde molto velocemente il mio interesse, manca un secondo personaggio carismatico come lui.
Altro problema è quando la serie presenta a tradimento situazioni fin troppo forzate o surreali che cozzano con la narrazione compassata e analitica che mi stava pure piacendo, ma c’è un problema ancora più grande di quelli appena elencati: l’incostanza delle puntate.
Infatti, nonostante le puntate 1-6 molto belle e 4-7 decenti, ci sono quei dannatissimi episodi 2-3-5 difficilissimi da digerire non solo per le appena citate forzature, ma anche, soprattutto, per la gestione della storia “a singhiozzo”, dove per la prima mezz’ora non succede quasi nulla e compattando gli avvenimenti negli ultimi 15 minuti forzando il cliffhanger, una cosa del tipo “bravo, visto che hai resistito, ti do la caramella”, facendomi sbroccare più volte perché potevano tranquillamente tagliare o accorciare varie lungaggini dovute più alla “pigrizia” che a un effettivo ritmo lento.
È proprio grazie a questa prima stagione se mi viene molto difficile fare un rewatch della serie.
SECONDA STAGIONE
Per questa seconda stagione devo ammettere due cose: la regia è decisamente migliorata e soffre meno dell’Heisenberg-centrismo che affliggeva la prima grazie alla simpatia di Hank e Saul, mentre Skyler (aka “ciclo mestruale con le gambe”), una sorta di Brandy Robbins meno plastificata, MOLTO più acida e che dimostra almeno 30 anni in più, sempre e comunque mi fa crepare dal ridere, pure in scene che dovrebbero essere drammatiche, per il suo comportamento e il suo fiuto degno del miglior detective.
Ah, come conosco Brandy Robbins? Tramite gli amici, sapete com’è, non sono quella persona che cerca la roba zozza…
Comunque, oltre ai soliti pregi della stagione precedente (recitazione, Walt e l’idea), questa guadagna parecchio nel coinvolgimento, vuoi anche per le scene con l’orso di peluche martoriato che fanno pensare a un blitz dei criminali quando invece non è altri che un incidente aereo… Devo essere sincero: l’ultimo episodio mi ha un po’ deluso, sinceramente preferisco la puntata 12. Tornando a noi, guadagna anche nella trama molto più corposa e di come essa venga gestita nei vari episodi: non mancano i filler che sviliscono non poco la narrazione, ma le puntate “scorbutiche” sono ormai un lontano ricordo, non a caso la qualità degli episodi, seppur ancora un po' incostante, è decisamente più omogenea.
Inoltre, in modo meno evidente, rimangono ancora delle forzature nella sceneggiatura (una su tutte, la scatola dei pannolini fuori posto che non viene notata da nessuno per vari giorni), sono deluso da un Danny Trejo sprecato in un episodio che lascia il tempo che trova, quanto riguarda Giancarlo Esposito (quello che partecipò nel film schifoso dei The Pills) è ancora troppo presto dare un giudizio, ma promette bene.
In conclusione, molto meglio della prima stagione, finalmente la serie comincia a ingranare, pure con puntate molto belle (1-2-8-12), ma non mi ha ancora convinto al 100%.
TERZA STAGIONE
Delusissimo da questa stagione che mi ha lasciato non poco l’amaro in bocca, specie considerando i personaggi interessanti (Gus è veramente convincente) e la buona regia.
Purtroppo si ripresenta l’incostanza degli episodi; dov’è quella tensione palpabile delle prime due puntate della seconda stagione?! Infatti, pure negli episodi migliori, si è ben lontani dalla bellezza a cui ero abituato precedentemente, inoltre pure le ultime due, nonostante gli ottimi finali, non mi hanno fatto gridare al capolavoro e i primi 4, santo cielo, sono una tortura interminabile che mette su un arco narrativo non solo totalmente inutile tranne per il cliffhanger della quarta, ma sono pure ripiene di scene ridicole al pari di una sitcom, al 99% coinvolgenti Brandy Robbins (sinceramente, non sapevo se ridere o piangere) o di cambi di personalità repentini come Hank: sì, è vero, c’era qualche segnale già nella seconda stagione, il problema è che hanno completato il cambio di personalità troppo bruscamente considerando il ritmo lento. Credetemi, se riuscirete a superare quel quartetto maledetto, la tanto agognata “puntata della mosca” (Fly, Caccia Grossa… La 10° insomma) sarà praticamente innocua.
Questa… “stagione di transizione” come leggo da varie parti (detesto sta terminologia, inventata per difendere a prescindere le serie tv), in più, come la prima, basa fin troppo la sua bellezza negli intro o nei cliffhanger, con il corpo centrale comunque ok (dalla 5°-6° in poi), ma che non è mai riuscito ad appassionarmi del tutto.
Se sono riuscito a finire la serie, ancora una volta, è grazie ai personaggi carismatici affiancati da grandi interpretazioni e una regia con vari colpi di genio e lo dico da persona perseverante e testarda. Peccato, veramente peccato, so di essere una “mosca” riguardo la valutazione della serie, ma se l’avessero ridotta a circa 7 episodi probabilmente avrei dato pure un 80, specie considerando le bellezze della 4° stagione.
QUARTA STAGIONE
È la prima volta che do un parere positivo amareggiato, questo a causa delle, a mio parere non valide, 1° e 3° stagione che mi scoraggiano totalmente dall’effettuare un rewatch della serie, perché questa stagione è EFFETTIVAMENTE ottima, una stagione che mette i nodi al pettine, che mette in discussione il limite tra il bene e il male che hanno i vari personaggi, tensione alle stelle addirittura in crescendo, grandissima regia, recitazione perfetta… Insomma, tanta roba! Mi duole ammettere che il mio tempo tiranno non può permettersi la visione di una serie che da veramente il meglio di sé solo da questa stagione in poi e in qualche momento qua e là delle precedenti.
Ovviamente non mancano alcune forzature spesso create per far incacchiare il “ciclo mestruale con le gambe” (come Beneke che non paga i debiti o l’acquisto della muscle car per il figlio di Walt, oppure l’orribile e tragicomica morte di Fring che si mette a posto la giacca poco prima di esalare l’ultimo respiro) con annesse risate, ma siamo ben lontani dalla noia o dallo svolgimento a singhiozzo.
E aggiungo una cosa: finalmente Hank ritorna simpatico, e per fortuna direi!
QUINTA STAGIONE
Sinceramente, io considero il finale della 4° stagione perfetto per concludere la serie perché chiude tutto l’arco narrativo mantenendo comunque quell’alone di mistero tale da far venire allo spettatore alcune domande come “avranno vinto o è solo una soluzione temporanea per evitare il carcere?”, però questa 5° stagione, fortunatamente, riesce più o meno a mantenere lo standard della precedente.
A livello tecnico-recitativo qua si raggiunge lo zenit, tant’è che per una buona volta non ho affatto riso dinanzi ai colpi di acidità del “ciclo mestruale con le gambe” (che poi, a differenza di quel che leggo, il problema non è l’attrice, semmai la caratterizzazione del personaggio che pare scritta da un misogino appena divorziato, stesso vale per Marie) e mi ha fatto veramente rendere conto della bestialità di Walt, un personaggio a cui è facilissimo per lo spettatore pendere dalle sue labbra e accettare tutto ciò che afferma STOMP, quest’ultima stagione da letteralmente uno schiaffo a coloro che hanno accettato le sue azioni come me, così catturato dal suo ego e dalla sua doppia-vita che ormai non me ne rendevo conto delle sue malvagità, addirittura mi saliva lo schifo quando disse la verità a Jesse riguardo la ragazza dark della seconda stagione oppure la falsa testimonianza video contro Hank, e a mio modesto parere tutta la parentesi che va da “Hank che sgama Walt” a “Walt che si fa una nuova identità” è il momento migliore di tutta la serie, molto intenso, tremendamente reale e finalmente privo di tamarrate che hanno sempre stonato; ovviamente ci si dispiacerà anche per le morti di Mike e Hank.
Ahimè, però, quest’ultimo atto appare alle volte fin troppo frettoloso nell’arrivare al finale, specialmente quando Hank scopre il libro con la dedica di Gale a Walt, una forzatura terribile, specie considerando la meticolosità di quest’ultimo nel nascondere le prove; oppure, altro problema, minore ma comunque MOLTO fastidioso, è Jesse: lo ammetto senza peli sulla lingua, Jesse Pinkman l’ho sempre odiato fin dalla prima stagione, il personaggio più odioso mai scritto per una serie tv, pure peggio di Harime Nui di Kill La Kill, e quel personaggio è stato scritto apposta per essere odiato, il che è tutto dire, ma qua, ussignur, se non viene voglia di tifare per Walt e urlare assieme a lui "JESSE!!! JES-SE!!! JESSEEEEE!!!" non si è umani, tant’è che quando gli accadono le disgrazie non penso “oh poverino”, semmai “tomoh, te lo meriti!!!”; lasciando stare le prime puntate dove assume a casaccio una genialità al pari di Arsenio Lupin usando un magnete per togliere le prove di Gus e la rapina del treno dove ha pensato di scambiare la metilammina con l’acqua, poi ritorna ancora più stupido di prima gettando per strada soldi oppure fuggire dalla cella senza rendersi conto delle telecamere giusto per tirare fuori scene strappalacrime e per elevarlo come un “eroe” quando, di fatto, ha commesso pure lui bestialità pari a quelle di Heisenberg sfruttando i sentimenti che egli provava verso di lui o usare i suoi amici a spacciare droga mettendoli in guai seri, quindi finiamola di definire Jesse come il “buono”, qua tutti i personaggi sono ambigui, e sarebbe stata una cosa bellissima da mostrare se non fosse stato per questo “tifo” sconsiderato che ha assunto Gilligan nei confronti del personaggio interpretato da Aaron Paul.
Pure la nuova gang di criminali non è che sia sto granchè, troppo macchiettistici, nonostante Lydia sia un personaggio interessante.
Quindi sì, assieme alla stagione precedente, riassume tutte le potenzialità di una serie dalle idee brillanti, ma devo anche ammettere che, come sia stata strutturata la qualità nei vari atti, lo stesso Breaking Bad rappresenta la morte della serialità; nella mia breve esperienza, ho compreso che per me una serie “capolavoro” non è solo colei che vanta puntate ben fatte, non è solo una che tenta lo spettatore di guardare più puntate di seguito, ma è, soprattutto, quella che a ogni episodio, o comunque gran parte, mi faccia esclamare “wow, sta puntata è un capolavoro!”, ed è proprio ciò che mi scoraggia dal dare votoni alla serie, non mi puoi concentrare tutto alla fine, o almeno, io la considero una scelta sia particolarmente intelligente perché ci si fidelizza il pubblico e al tempo stesso molto, troppo pigra; almeno Death Note, altra serie sopravalutata spesso paragonata a questa, ha il merito di partire fin da subito con puntate cariche di tensione e idee originali costantemente sfruttate, cose che sta serie non fa, con le stagioni “critiche” che deragliano continuamente dalla storia principale aggiungendo sotto-storie poco importanti ai fini della trama (come le prime 4 puntate della 3° stagione), sviluppi a singhiozzo o mero fanservice (aka “Brandy Robbins inca.cchiata”) che non hanno fatto altro che fiaccare la serie e a dargli sto saliscendi fastidioso. Quindi sì, io odio il suo sviluppo “a ottovolante” perché impigrisce le idee e mi scoraggia dal riguardarla per intero.
Tirando le somme generali della serie che possono aiutare qualcuno a decidere di vederla o meno (dopotutto, non si perdono solo un paio d’ore, ma al tempo stesso non dovete farvi scoraggiare dalla mia disanima) dico che:
1 = Non fatevi caricare troppo dalle aspettative, anche se è doveroso dire che questa regola vale in tutti i prodotti.
2 = Armatevi di santa pazienza perché la serie ci impiega molto tempo a tirare fuori le carte (quindi sì, purtroppo, detesto dirlo, “non fermatevi alle prime puntate”).
3 = Senza dubbio è una serie che si avvicina molto al cinema dal punto di vista tecnico e nella recitazione, di sicuro non nella sceneggiatura come ho già scritto; parlando di serie “lunghe”, anche se sono serie animate e trattano tutt’altri argomenti, le prime due stagioni de Le avventure del bosco piccolo e le prime due della serie originale della Corazzata Spaziale Yamato le considero un punto di riferimento per un’ottima sceneggiatura sia nella gestione dei tempi narrativi, che nei toni assunti che nell’esposizione delle tematiche cardine non risparmiando colpi di scena, ma su di esse ne parlerò meglio nelle sedi opportune.
4 = Quindi, nonostante le apparenze, non aspettatevi una sceneggiatura “realistica”, altrimenti le varie tamarrate saranno piuttosto fastidiose.
5 = A differenza di quel che leggo in ogni dove, Breaking Bad NON HA INVENTATO NULLA, non aspettatevi originalità a tutti i costi se non nell’idea, ha semplicemente usato dei noti espedienti narrativo-tecnici, poi che essi siano applicati meglio o peggio questo è un altro paio di maniche. L’unico vero merito che gli si può dare è che, assieme a Game of Thrones, abbia fatto esondare la serialità togliendo ad essa il pregiudizio che sia “roba di serie B”, ma prima di Breaking Bad sono state prodotte tantissime buone serie, che siano anime, serie tv o miniserie.
6 = GUARDATELA IN LINGUA ORIGINALE, in italiano non solo vanta una pessima traduzione, ma pure doppiatori terribili se paragonati con le interpretazioni del cast.
Concludendo, ripetendo ancora una volta che la mia opinione non deve scoraggiare chi ha intenzione di guardarla, la serie in sé non va oltre il 55% per le ragioni elencate: so di essere stretto coi voti, ormai ci ho fatto l’abitudine, ma se la tentazione di riguardarla è praticamente pari a zero, penso che sia il voto più onesto.
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23 feb 2020
100%
Inizio col dire che Breaking Bad è stata la mia prima serie tv ed ad ora avendo visto moltissime serie tv soprattuto drammatiche posso affermare che Breaking Bad è la serie più bella che io abbia...
Inizio col dire che Breaking Bad è stata la mia prima serie tv ed ad ora avendo visto moltissime serie tv soprattuto drammatiche posso affermare che Breaking Bad è la serie più bella che io abbia mai visto!
Fotografia, regia, sceneggiatura, attori, set, è tutto perfetto e gestito benissimo.
Breaking Bad è una di quelle serie che una volta finita dopo un po' ti vieni subito voglia di riguardarla, infatti mi scatta il rewatch all'incirca una volta ogni 2 anni.
Concludo dicendo che a chiunque io abbia consigliato questa serie ne è rimasto piacevolmente colpito.
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di Mike
31 dic 2019
95%
Spettacolare, emozionante, commovente. LA serie TV senza nessun dubbio. Personaggi epici che rimarranno nella storia delle serie tv. Assolutamente da guardare!
Spettacolare, emozionante, commovente. LA serie TV senza nessun dubbio. Personaggi epici che rimarranno nella storia delle serie tv. Assolutamente da guardare!
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di Arkantos
29 giu 2019
55%
Arkantos = So già che sarà il commento più discusso… Pubblicarlo o non pubblicarlo, questo è il problema…
Wowowiwowa = In realtà lo hai già pubblicato, nella scrittura dei commenti...
Arkantos = So già che sarà il commento più discusso… Pubblicarlo o non pubblicarlo, questo è il problema…
Wowowiwowa = In realtà lo hai già pubblicato, nella scrittura dei commenti non puoi mettere monologhi interiori sul pensare di pubblicarlo o meno…
Arkantos = … Allora non posso far altro che esternare dal profondo del cuore, a caratteri cubitali, la frase “non mi piace Breaking Bad”. Lo so, sono pazzo, ma per motivi differenti scovati da uno psicologo pagato fior fior di quattrini, e so che con sto voto offenderò tante persone, però… Pure provando in tutti i modi di salvarla, “non mi piace Breaking Bad”.
Wowowiwowa = Inutile, ti sei già scavato la fossa. Ora ti possono aiutare solo i pinguini di Madagascar.
Arkantos = E sta zitto te!
Datemi comunque spazio per un’arrampicata di specchi, ovvero il 55% che ho dato esprime semplicemente la frase ormai ripetuta due volte (l’ho vista una volta e mi basta e avanza), quindi dice tutto e niente.
Andando più in dettaglio, Breaking Bad è… Molto incostante (oppure sono io quello ad avere pareri molto contrastanti), infatti metterò qua i voti che darei alle 5 stagioni.
1° stagione = 50%
2° stagione = 70%
3° stagione = 55%
4° stagione = 80%
5° stagione = 75%
Infatti, piccolo consiglio che posso rivolgere al sito, è dare la possibilità ai commentatori di mettere il voto alle singole stagioni di una serie, un singolo voto non esprime i suoi decolli e tracolli. Ciò che leggete è proveniente da un altro sito dove sono registrato e l’ho opportunamente modificato per evitare ripetizioni ove possibile.
Il voto finale che ho assegnato, ovviamente, non è una media aritmetica.
PRIMA STAGIONE
Innanzitutto, partiamo dai pregi della serie: l’idea è non solo molto intrigante, ma anche originale; insomma, spacciare meth per dare un aiuto economico alla famiglia? Chi non si gaserebbe con una simile premessa che mette in discussione il limite tra il bene e il male?! Oltre a ciò, aggiungeteci un buon cast, dove spicca in particolar modo Bryan Cranston, che ho conosciuto grazie alla magnifica miniserie “Dalla Terra alla Luna” (quella sì che è un capolavoro!), con un’interpretazione a dir poco eccellente. Purtroppo, ci sono problemi che affliggono non poco queste sette puntate.
Primo fra tutti, è troppo “Walt-centrica”… O “Heisenberg-centrica”: il carisma del protagonista, un professore di chimica piuttosto timido che vuole aiutare la sua famiglia pure commettendo azioni illegali, è di un vivido tale da offuscare tutti gli altri che, tralasciando Jesse Pinkman a cui è dedicato il quarto episodio, non sono neanche così tanto approfonditi; non a caso quando la serie si allontana dalle vicende di Heisenberg perde molto velocemente il mio interesse, manca un secondo personaggio carismatico come lui.
Altro problema è quando la serie presenta a tradimento situazioni fin troppo forzate o surreali che cozzano con la narrazione compassata e analitica che mi stava pure piacendo, ma c’è un problema ancora più grande di quelli appena elencati: l’incostanza delle puntate.
Infatti, nonostante le puntate 1-6 molto belle e 4-7 decenti, ci sono quei dannatissimi episodi 2-3-5 difficilissimi da digerire non solo per le appena citate forzature, ma anche, soprattutto, per la gestione della storia “a singhiozzo”, dove per la prima mezz’ora non succede quasi nulla e compattando gli avvenimenti negli ultimi 15 minuti forzando il cliffhanger, una cosa del tipo “bravo, visto che hai resistito, ti do la caramella”, facendomi sbroccare più volte perché potevano tranquillamente tagliare o accorciare varie lungaggini dovute più alla “pigrizia” che a un effettivo ritmo lento.
È proprio grazie a questa prima stagione se mi viene molto difficile fare un rewatch della serie.
SECONDA STAGIONE
Per questa seconda stagione devo ammettere due cose: la regia è decisamente migliorata e soffre meno dell’Heisenberg-centrismo che affliggeva la prima grazie alla simpatia di Hank e Saul, mentre Skyler (aka “ciclo mestruale con le gambe”), una sorta di Brandy Robbins meno plastificata, MOLTO più acida e che dimostra almeno 30 anni in più, sempre e comunque mi fa crepare dal ridere, pure in scene che dovrebbero essere drammatiche, per il suo comportamento e il suo fiuto degno del miglior detective.
Ah, come conosco Brandy Robbins? Tramite gli amici, sapete com’è, non sono quella persona che cerca la roba zozza…
Comunque, oltre ai soliti pregi della stagione precedente (recitazione, Walt e l’idea), questa guadagna parecchio nel coinvolgimento, vuoi anche per le scene con l’orso di peluche martoriato che fanno pensare a un blitz dei criminali quando invece non è altri che un incidente aereo… Devo essere sincero: l’ultimo episodio mi ha un po’ deluso, sinceramente preferisco la puntata 12. Tornando a noi, guadagna anche nella trama molto più corposa e di come essa venga gestita nei vari episodi: non mancano i filler che sviliscono non poco la narrazione, ma le puntate “scorbutiche” sono ormai un lontano ricordo, non a caso la qualità degli episodi, seppur ancora un po' incostante, è decisamente più omogenea.
Inoltre, in modo meno evidente, rimangono ancora delle forzature nella sceneggiatura (una su tutte, la scatola dei pannolini fuori posto che non viene notata da nessuno per vari giorni), sono deluso da un Danny Trejo sprecato in un episodio che lascia il tempo che trova, quanto riguarda Giancarlo Esposito (quello che partecipò nel film schifoso dei The Pills) è ancora troppo presto dare un giudizio, ma promette bene.
In conclusione, molto meglio della prima stagione, finalmente la serie comincia a ingranare, pure con puntate molto belle (1-2-8-12), ma non mi ha ancora convinto al 100%.
TERZA STAGIONE
Delusissimo da questa stagione che mi ha lasciato non poco l’amaro in bocca, specie considerando i personaggi interessanti (Gus è veramente convincente) e la buona regia.
Purtroppo si ripresenta l’incostanza degli episodi; dov’è quella tensione palpabile delle prime due puntate della seconda stagione?! Infatti, pure negli episodi migliori, si è ben lontani dalla bellezza a cui ero abituato precedentemente, inoltre pure le ultime due, nonostante gli ottimi finali, non mi hanno fatto gridare al capolavoro e i primi 4, santo cielo, sono una tortura interminabile che mette su un arco narrativo non solo totalmente inutile tranne per il cliffhanger della quarta, ma sono pure ripiene di scene ridicole al pari di una sitcom, al 99% coinvolgenti Brandy Robbins (sinceramente, non sapevo se ridere o piangere) o di cambi di personalità repentini come Hank: sì, è vero, c’era qualche segnale già nella seconda stagione, il problema è che hanno completato il cambio di personalità troppo bruscamente considerando il ritmo lento. Credetemi, se riuscirete a superare quel quartetto maledetto, la tanto agognata “puntata della mosca” (Fly, Caccia Grossa… La 10° insomma) sarà praticamente innocua.
Questa… “stagione di transizione” come leggo da varie parti (detesto sta terminologia, inventata per difendere a prescindere le serie tv), in più, come la prima, basa fin troppo la sua bellezza negli intro o nei cliffhanger, con il corpo centrale comunque ok (dalla 5°-6° in poi), ma che non è mai riuscito ad appassionarmi del tutto.
Se sono riuscito a finire la serie, ancora una volta, è grazie ai personaggi carismatici affiancati da grandi interpretazioni e una regia con vari colpi di genio e lo dico da persona perseverante e testarda. Peccato, veramente peccato, so di essere una “mosca” riguardo la valutazione della serie, ma se l’avessero ridotta a circa 7 episodi probabilmente avrei dato pure un 80, specie considerando le bellezze della 4° stagione.
QUARTA STAGIONE
È la prima volta che do un parere positivo amareggiato, questo a causa delle, a mio parere non valide, 1° e 3° stagione che mi scoraggiano totalmente dall’effettuare un rewatch della serie, perché questa stagione è EFFETTIVAMENTE ottima, una stagione che mette i nodi al pettine, che mette in discussione il limite tra il bene e il male che hanno i vari personaggi, tensione alle stelle addirittura in crescendo, grandissima regia, recitazione perfetta… Insomma, tanta roba! Mi duole ammettere che il mio tempo tiranno non può permettersi la visione di una serie che da veramente il meglio di sé solo da questa stagione in poi e in qualche momento qua e là delle precedenti.
Ovviamente non mancano alcune forzature spesso create per far incacchiare il “ciclo mestruale con le gambe” (come Beneke che non paga i debiti o l’acquisto della muscle car per il figlio di Walt, oppure l’orribile e tragicomica morte di Fring che si mette a posto la giacca poco prima di esalare l’ultimo respiro) con annesse risate, ma siamo ben lontani dalla noia o dallo svolgimento a singhiozzo.
E aggiungo una cosa: finalmente Hank ritorna simpatico, e per fortuna direi!
QUINTA STAGIONE
Sinceramente, io considero il finale della 4° stagione perfetto per concludere la serie perché chiude tutto l’arco narrativo mantenendo comunque quell’alone di mistero tale da far venire allo spettatore alcune domande come “avranno vinto o è solo una soluzione temporanea per evitare il carcere?”, però questa 5° stagione, fortunatamente, riesce più o meno a mantenere lo standard della precedente.
A livello tecnico-recitativo qua si raggiunge lo zenit, tant’è che per una buona volta non ho affatto riso dinanzi ai colpi di acidità del “ciclo mestruale con le gambe” (che poi, a differenza di quel che leggo, il problema non è l’attrice, semmai la caratterizzazione del personaggio che pare scritta da un misogino appena divorziato, stesso vale per Marie) e mi ha fatto veramente rendere conto della bestialità di Walt, un personaggio a cui è facilissimo per lo spettatore pendere dalle sue labbra e accettare tutto ciò che afferma STOMP, quest’ultima stagione da letteralmente uno schiaffo a coloro che hanno accettato le sue azioni come me, così catturato dal suo ego e dalla sua doppia-vita che ormai non me ne rendevo conto delle sue malvagità, addirittura mi saliva lo schifo quando disse la verità a Jesse riguardo la ragazza dark della seconda stagione oppure la falsa testimonianza video contro Hank, e a mio modesto parere tutta la parentesi che va da “Hank che sgama Walt” a “Walt che si fa una nuova identità” è il momento migliore di tutta la serie, molto intenso, tremendamente reale e finalmente privo di tamarrate che hanno sempre stonato; ovviamente ci si dispiacerà anche per le morti di Mike e Hank.
Ahimè, però, quest’ultimo atto appare alle volte fin troppo frettoloso nell’arrivare al finale, specialmente quando Hank scopre il libro con la dedica di Gale a Walt, una forzatura terribile, specie considerando la meticolosità di quest’ultimo nel nascondere le prove; oppure, altro problema, minore ma comunque MOLTO fastidioso, è Jesse: lo ammetto senza peli sulla lingua, Jesse Pinkman l’ho sempre odiato fin dalla prima stagione, il personaggio più odioso mai scritto per una serie tv, pure peggio di Harime Nui di Kill La Kill, e quel personaggio è stato scritto apposta per essere odiato, il che è tutto dire, ma qua, ussignur, se non viene voglia di tifare per Walt e urlare assieme a lui "JESSE!!! JES-SE!!! JESSEEEEE!!!" non si è umani, tant’è che quando gli accadono le disgrazie non penso “oh poverino”, semmai “tomoh, te lo meriti!!!”; lasciando stare le prime puntate dove assume a casaccio una genialità al pari di Arsenio Lupin usando un magnete per togliere le prove di Gus e la rapina del treno dove ha pensato di scambiare la metilammina con l’acqua, poi ritorna ancora più stupido di prima gettando per strada soldi oppure fuggire dalla cella senza rendersi conto delle telecamere giusto per tirare fuori scene strappalacrime e per elevarlo come un “eroe” quando, di fatto, ha commesso pure lui bestialità pari a quelle di Heisenberg sfruttando i sentimenti che egli provava verso di lui o usare i suoi amici a spacciare droga mettendoli in guai seri, quindi finiamola di definire Jesse come il “buono”, qua tutti i personaggi sono ambigui, e sarebbe stata una cosa bellissima da mostrare se non fosse stato per questo “tifo” sconsiderato che ha assunto Gilligan nei confronti del personaggio interpretato da Aaron Paul.
Pure la nuova gang di criminali non è che sia sto granchè, troppo macchiettistici, nonostante Lydia sia un personaggio interessante.
Quindi sì, assieme alla stagione precedente, riassume tutte le potenzialità di una serie dalle idee brillanti, ma devo anche ammettere che, come sia stata strutturata la qualità nei vari atti, lo stesso Breaking Bad rappresenta la morte della serialità; nella mia breve esperienza, ho compreso che per me una serie “capolavoro” non è solo colei che vanta puntate ben fatte, non è solo una che tenta lo spettatore di guardare più puntate di seguito, ma è, soprattutto, quella che a ogni episodio, o comunque gran parte, mi faccia esclamare “wow, sta puntata è un capolavoro!”, ed è proprio ciò che mi scoraggia dal dare votoni alla serie, non mi puoi concentrare tutto alla fine, o almeno, io la considero una scelta sia particolarmente intelligente perché ci si fidelizza il pubblico e al tempo stesso molto, troppo pigra; almeno Death Note, altra serie sopravalutata spesso paragonata a questa, ha il merito di partire fin da subito con puntate cariche di tensione e idee originali costantemente sfruttate, cose che sta serie non fa, con le stagioni “critiche” che deragliano continuamente dalla storia principale aggiungendo sotto-storie poco importanti ai fini della trama (come le prime 4 puntate della 3° stagione), sviluppi a singhiozzo o mero fanservice (aka “Brandy Robbins inca.cchiata”) che non hanno fatto altro che fiaccare la serie e a dargli sto saliscendi fastidioso. Quindi sì, io odio il suo sviluppo “a ottovolante” perché impigrisce le idee e mi scoraggia dal riguardarla per intero.
Tirando le somme generali della serie che possono aiutare qualcuno a decidere di vederla o meno (dopotutto, non si perdono solo un paio d’ore, ma al tempo stesso non dovete farvi scoraggiare dalla mia disanima) dico che:
1 = Non fatevi caricare troppo dalle aspettative, anche se è doveroso dire che questa regola vale in tutti i prodotti.
2 = Armatevi di santa pazienza perché la serie ci impiega molto tempo a tirare fuori le carte (quindi sì, purtroppo, detesto dirlo, “non fermatevi alle prime puntate”).
3 = Senza dubbio è una serie che si avvicina molto al cinema dal punto di vista tecnico e nella recitazione, di sicuro non nella sceneggiatura come ho già scritto; parlando di serie “lunghe”, anche se sono serie animate e trattano tutt’altri argomenti, le prime due stagioni de Le avventure del bosco piccolo e le prime due della serie originale della Corazzata Spaziale Yamato le considero un punto di riferimento per un’ottima sceneggiatura sia nella gestione dei tempi narrativi, che nei toni assunti che nell’esposizione delle tematiche cardine non risparmiando colpi di scena, ma su di esse ne parlerò meglio nelle sedi opportune.
4 = Quindi, nonostante le apparenze, non aspettatevi una sceneggiatura “realistica”, altrimenti le varie tamarrate saranno piuttosto fastidiose.
5 = A differenza di quel che leggo in ogni dove, Breaking Bad NON HA INVENTATO NULLA, non aspettatevi originalità a tutti i costi se non nell’idea, ha semplicemente usato dei noti espedienti narrativo-tecnici, poi che essi siano applicati meglio o peggio questo è un altro paio di maniche. L’unico vero merito che gli si può dare è che, assieme a Game of Thrones, abbia fatto esondare la serialità togliendo ad essa il pregiudizio che sia “roba di serie B”, ma prima di Breaking Bad sono state prodotte tantissime buone serie, che siano anime, serie tv o miniserie.
6 = GUARDATELA IN LINGUA ORIGINALE, in italiano non solo vanta una pessima traduzione, ma pure doppiatori terribili se paragonati con le interpretazioni del cast.
Concludendo, ripetendo ancora una volta che la mia opinione non deve scoraggiare chi ha intenzione di guardarla, la serie in sé non va oltre il 55% per le ragioni elencate: so di essere stretto coi voti, ormai ci ho fatto l’abitudine, ma se la tentazione di riguardarla è praticamente pari a zero, penso che sia il voto più onesto.
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22 feb 2019
98%
Ci sono una mole di questioni etiche su cui riflettere da fare spavento!
Fin dove è lecito spingersi avendo come obbiettivo il prendersi cura della propria famiglia?
Può essere...
Ci sono una mole di questioni etiche su cui riflettere da fare spavento!
Fin dove è lecito spingersi avendo come obbiettivo il prendersi cura della propria famiglia?
Può essere considerato esemplare un padre che vuole assicurare a tutti i costi un futuro dignitoso alla propria famiglia ma lo fa sintetizzando droghe pesanti?
Se non ci fosse il protagonista, Walter White (Bryan Cranston), a sintetizzare meth, comunque questa non smetterebbe di girare sul mercato. Dunque è così grave ciò che fa il chimico?
Come mai fin dall'inizio vediamo omicidi perpetrati per mano dei due personaggi principali, Walter White e Jesse Pinkman (Aaron Paul), ma non smettiamo un attimo di provare affetto nei loro confronti, invece vorremmo che qualcuno facesse irruzione a casa White e usasse un bazooka nei confronti di Skyler (Anna Gunn), la signora White, nonostante il fatto che se la maggior parte di noi si trovasse in una situazione come la sua, chissà lo stato di panico cosa lo porterebbe a fare?
Qual è il confine tra giusto e sbagliato? Come si fa a stabilirlo?
Quanto è sbagliato stabilire dei canoni oggettivi per giudicare la natura lecita o illecita di un fatto ma al tempo stesso quanto necessario per la nostra società un sistema di giudizio oggettivo (che almeno si presenti tale)?
Questi i primissimi macroargomenti che mi vengono in mente in due minuti e su cui la serie induce indirettamente a riflettere portando con sé lo spettatore ad amare e a odiare alcuni personaggi che si macchiano dei più efferati crimini.
Il risultato delle loro azioni è lo stesso, crimini, ma noi siamo portati ad assolverne alcuni, a condannarne altri.
E’ tutta una questione di motivazioni, di punti di vista (e come si divertono Vince Gilligan e Michael Slovis, rispettivamente regista e DoP, coi punti di vista!), del perché viene fatta una cosa piuttosto che un’altra, delle conseguenze che porta agire in un certo modo, delle precauzioni che vanno prese affinché non peggiorino ulteriormente le cose.
E’ una storia densa, difficile ma sviluppata magistralmente in cinque stagioni dal ritmo perfetto.
Ché se ad un certo punto si percepisce una pausa nello sviluppo narrativo, se ci si sente quasi liberi di tirare un respiro dopo tutto il tempo che il fiato è stato trattenuto, no, è solo un’illusione, una sorta di quiete prima della tempesta.
Andando avanti di puntata in puntata, di Bryan Cranston si finisce per conoscere (e amare) qualsiasi cosa: le movenze, diverse in base all’affaticamento fisico e all’abbigliamento; la voce che, sempre profonda e suadente, si fa dolce nei momenti di serenità e intimità, diventa vigorosa ed esprime incredibilmente bene la sicurezza e la rabbia del personaggio quando questo si fa prendere dalla collera, crolla rauca e si spezza nei momenti di malessere; le espressioni di cui si finisce per conoscere la posizione esatta che ogni singola ruga assumerà nel momento un cui lui sorriderà, sarà impaurito, arrabbiato, fingerà di provare una qualche emozione…
Operazione di affezione al personaggio riuscita al 100%.
E Aaron Paul, che lavoro fantastico con quel gergo ostentatamente volgare che rimane impresso nella mente di chiunque guardi la serie. E’ incredibile la naturalezza con cui l’attore interpreta il suo personaggio e come riesce a trasmetterci i profondi cambiamenti e traumi psicologici che affronta Jesse Pinkman dalla prima all’ultima stagione.
Cosa è stato combinato in ambito fotografia non saprei spiegarlo con gli adeguati elogi…
Inquadrature che se ci penso resto a bocca aperta come mentre guardavo la scena, stessa cosa per alcune scelte di saturazione molto spinta: l’estasi per gli occhi.
Ma probabilmente per Slovis e Gilligan non era abbastanza e così, tra un grandangolo ad un paesaggio esageratamente saturato e un time lapse dai toni post-impressionisti, ci si trova nel bel mezzo di originalissime inquadrature in soggettiva: “nel bel mezzo” nel vero senso della parola dato che allo spettatore non mancano le occasioni per sentirsi tavolino, lavatrice, spugna con cui pulire contenitori metallici, pulitore elettrico da pavimento, ecc.
Anche le musiche fanno centro e ci riescono già a partire dalla sigla di apertura che, in base ai livelli di pathos con cui si chiude la precisa puntata, viene adattata diversamente in chiusura…e suona sempre troppo bene!
Per non parlare di tutto ciò che ascoltiamo dalla prima all’ultima puntata: personalmente ho preso un sacco di appunti.
Ce ne ho messo di tempo per iniziare a guardare questa serie che si è chiusa nel 2013 per il mondo intero, avant’ieri per me, e ce ne ho messo anche per finire di guardarla (una decina di mesi).
Ma questo non è assolutamente dovuto, come si capisce da quanto scritto fin’ora, al fatto che la serie sia noiosa o banale, è dovuto al fatto che non sono mai stata una “fagocita-serie” (a differenza dei film) e, per chi come me ha questo limite, 62 episodi da una cinquantina di minuti ciascuno sono un impegno notevole.
Arrivata alla conclusione di questo viaggione, sentendomi ancora un po’ scombussolata dall’ultima stagione in generale, dalle ultime due puntate nello specifico (per diverse volte credo che la paralisi faciale sia durata 1-2 minuti 😱), sento che quest’opera è entrata a far parte di me come fanno i più bei film a cui concedo un posto speciale nel mio cuore e nella mia mente. 💛
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di Sam_swarley
30 ott 2018
95%
Una serie amabile e con pochi punti a sfavore. La trama è fondamentalmente semplice e oserei "prevedibile", vengono trattate le conseguenti situazioni di ogni personaggio, possiede una leggerezza...
Una serie amabile e con pochi punti a sfavore. La trama è fondamentalmente semplice e oserei "prevedibile", vengono trattate le conseguenti situazioni di ogni personaggio, possiede una leggerezza tale che si può vedere in poco tempo e con entusiasmo soprattutto. Gli attori: il punto forte (non solo i protagonisti) sono magnifici sia per la storia che interpretano, sia per le capacità recitative e su tutto la loro trasformazione dall'inizio alla fine, attenzione, può scattare l'amore o l'odio (verso qualcuno). Consigliato anche lo spin-off relativo 😁
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di Nicolò Murru
15 ott 2018
100%
LA serie tv per quanto mi riguarda. 5 stagioni dove ogni episodio alzava l’asticella. Regia incredibile. Personaggi che ti entrano subito nel cuore, pure quelli secondari. La perfezione.
LA serie tv per quanto mi riguarda. 5 stagioni dove ogni episodio alzava l’asticella. Regia incredibile. Personaggi che ti entrano subito nel cuore, pure quelli secondari. La perfezione.
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26 set 2018
100%
Il punto più alto raggiunto dalla TV dai tempi di Twin Peaks, Oz e I Soprano. Un capolavoro al limite della perfezione. Curato in ogni suo minimo particolare, a partire dal comparto tecnico, fino ad...
Il punto più alto raggiunto dalla TV dai tempi di Twin Peaks, Oz e I Soprano. Un capolavoro al limite della perfezione. Curato in ogni suo minimo particolare, a partire dal comparto tecnico, fino ad arrivare al cast, questa serie eccelle in tutto. Contenente al suo interno tanti micro-universi, che vengono approfonditi tanto quanto il macro-universo di BrBa. Nota di merito in primis alla sceneggiatura sublime. Ed in fine alle interpretazioni di un cast semi sconosciuto che ha stupito tutti.
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di Stanley K.
21 set 2018
81%
Premessa: è oggettivamente una serie unica, che va vista perché sceneggiatura e fotografia meritano. A tratti grottesca, è in grado di coinvolgere qualsiasi spettatore. Ciò nonostante, per ...
Premessa: è oggettivamente una serie unica, che va vista perché sceneggiatura e fotografia meritano. A tratti grottesca, è in grado di coinvolgere qualsiasi spettatore. Ciò nonostante, per quanto mi riguarda, difetta di qualsivoglia riflessione per giungere ad una piena comprensione di quanto sta avvenendo. E' tutto lì, non c'è niente da interpretare, niente su cui valga la pena realmente interrogarsi per capire gli eventi. Si tratta di una serie ordinata di scene, le quali, per quanto belle, godibili e talvolta sorprendenti, mancano di quel quid pluris necessario a soddisfare le mie esigenze, forse troppo metafisiche, me ne rendo conto 😂
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17 set 2018
90%
Speciale. Una serie tv che come poche è strutturato su una trama suddivisa in capitoli, non come tante, che allungano il brodo con un filo conduttore debole. Se non per una stagione un po' più...
Speciale. Una serie tv che come poche è strutturato su una trama suddivisa in capitoli, non come tante, che allungano il brodo con un filo conduttore debole. Se non per una stagione un po' più "tirata".
Forse mai eguagliata se non dall'elogiata "The Wire".
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16 set 2018
99%
imperdibile 😱 praticamente perfetto, è anche inutile parlarne.
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