La prima grande serie d'autore resta sempre bella ed inquietante come 30 anni fa; la terza stagione poi è a dir poco superlativa!
Nella mia personale top 5 da sempre

La prima grande serie d'autore resta sempre bella ed inquietante come 30 anni fa; la terza stagione poi è a dir poco superlativa!
Nella mia personale top 5 da sempre

E' la storia delle serie tv e la terza stagione va oltre la concezione di serie tv creando qualcosa di mai visto in tv. David Lynch non solo crea qualcosa di innovativo scommettendo su un mezzo in...

E' la storia delle serie tv e la terza stagione va oltre la concezione di serie tv creando qualcosa di mai visto in tv. David Lynch non solo crea qualcosa di innovativo scommettendo su un mezzo in cui non ci credeva nessuno all'epoca ma sorprende tutti a distanza di anni creando qualcosa di unico e irreplicabile. La terza stagione è stata un'esperienza unica e lo ringrazio tantissimo perché mi ha regalato un'estate 2017 memorabile e che nessuno potrà capire vedendo gli episodi ora di fila

Serve davvero scrivere perché “Twin Peaks” sia LA serie televisiva per antonomasia? La storia della serialità sulla piccola scatola magica con gli omini dentro, secondo la non così tanto...

Serve davvero scrivere perché “Twin Peaks” sia LA serie televisiva per antonomasia? La storia della serialità sulla piccola scatola magica con gli omini dentro, secondo la non così tanto modesta opinione di colui che sta scrivendo queste parole, si divide in “Prima di Lynch” e “Dopo Lynch”. Questa non è semplicemente una serie tv, bensì una vera e propria opera d’arte che dal suo scranno d’oro osserva il mondo ai suoi piedi. Non esistono parole adatte a descrivere le vicissitudini attorno Laura Palmer, l’unica cosa consigliabile sarebbe di vivere ciò che ci viene offerto da Lynch. Infatti, per il regista dalle capigliature belle, la cinematografia è come la vita secondo Kierkegaard: “La vita è un mistero da vivere, non un problema da risolvere”. “Twin Peaks” non va vista come freddi automi golosi di un prodotto, bensì va sentita e richiede una cosa fondamentale: la nostra empatia. Non si potrà mai apprezzare la serie senza prima aver abbandonato la propria alienazione rispetto all’arte: Lynch può essere compreso solamente nel momento in cui arte, dunque anche l’artista, e lo spettatore si fondono diventando una sola cosa. L’unica cosa da dire, dunque, è questa: siate Laura Palmer, siate Dale Cooper, siate Shelly Johnson, siate Harry Truman e vivete “I segreti di Twin Peaks”.