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Dicesi cameo (o cammeo): ''Piccola parte recitata da un attore famoso''.
Questa definizione, tratta dall'Enciclopedia del Cinema curata dal mitico Gianni Canova (e pubblicata da Garzanti) è tuttavia esauriente solo in parte, come potremo osservare.
Ma prima un po' di storia: da dove deriva la parola "cameo"?
Non è originaria del gergo cinematografico, proviene invece dal mondo dei gioielli.
[Cammeo rappresentante l'imperatore romano Augusto]
Cammei sono infatti gioielli che - in parole povere - presentano minute e raffinate incisioni, la cui realizzazione ha una lunga storia, che parte dall'epoca imperiale romana.
Per analogia alla piccolezza del gioiello e al suo grande valore, il termine è dunque passato a designare nel mondo cinematografico la breve apparizione di una star o di un personaggio famoso, la notorietà del quale non è dovuta necessariamente al Cinema.
Nella memoria di chi scrive, uno dei primi esempi di cameo è rintracciabile nel primo divertentissimo Scary Movie, diretto da Keenen Ivory Wayans nel 2000: i due giovani protagonisti della storia, Cindy e Bobby (Anna Faris e Jon Abrahams) stanno amoreggiando nella camera da letto di lei, quando dalla finestra appare... Dawson Leery.
Già: appare James Van Der Beek nei panni del personaggio principale di Dawson's Creek, la serie televisiva di riferimento per i giovani americani - e non solo - a cavallo fra gli anni '90 e 2000.
Dawson sta per entrare in camera, ma poi se ne va perché capisce di aver sbagliato set!
[Da notare la colonna sonora in sottofondo]
Volendo andare indietro nel tempo, gustosi camei si possono notare già negli anni '50, per esempio in Viale del tramonto, capolavoro di Billy Wilder e vincitore di 3 Premi Oscar.
Oltre all'evidente presenza del regista Cecil B. DeMille, che recita nel ruolo di se stesso (Norma Desmond lo incontra sul set del film Sansone e Dalila), è da segnalare anche la comparsata del geniale attore e regista Buster Keaton, come giocatore della partita a carte che è mostrata in una scena del film.
Naturalmente, in un articolo sulla fenomenologia del cameo non può mancare il riferimento a Sir Alfred Hitchcock, che appare in ben 39 delle sue pellicole.
E così, volendone citare alcuni, nel film La finestra sul cortile (1954), Hitch mette a punto un orologio a pendolo nella casa del musicista dirimpettaio di James Stewart; in Intrigo internazionale (1959) interpreta invece un signore che cerca di salire su un autobus ma le porte gli si chiudono in faccia; in Psyco (1960) indossa un curioso cappello da texano, mentre è nei paraggi dell'agenzia dove lavora Joan Marion.
Ricordo con simpatia il cameo ne Gli Uccelli (1963) , dove il regista esce dal negozio di animali in cui si conoscono Melania e Mitch (Tippi Hedren e Rod Taylor), portando al guinzaglio due cani di razza Fox Terrier.
[Tutti, ma proprio tutti i camei di Alfred Hitchcock]
Ci sono delle pellicole in cui la probabilità che vi siano dei camei sono più alte rispetto alla media: sono i biopic, in cui possono apparire anche le persone che hanno ispirato quelle storie vere.
Chi ha visto The Wolf of Wall Street, gran film diretto da Martin Scorsese nel 2013, sa che a fine pellicola compare il vero Jordan Belfort, durante un convegno in cui presenta il suo alter ego cinematografico, ossia Leonardo DiCaprio.
Apollo 13, firmato da Ron Howard nel 1995, racconta la storia della fortunata missione spaziale che corse il rischio di non tornare più sulla Terra: nelle battute finali il Jim Lowell (capo dell'equipaggio) interpretato da Tom Hanks incontra il Jim Lowell reale, nelle vesti di un capitano che stringe la mano dell'eroe americano.
[Il vero Jordan Belfort nel finale di The Wolf of Wall Street]
Per la serie "personaggi di un universo cinematografico che irrompono in un altro universo cinematografico" possiamo menzionare invece Last Action hero - L'ultimo grande eroe, opera di John McTiernan del 1992.
Giocando e prendendosi gioco degli stilemi e dei parossisimi del genere action, il film può avvalersi dei camei del personaggio di Catherine Tramell (Sharon Stone) e del cyborg T-1000 (Robert Patrick), personaggi rispettivamente appartenenti a Basic Instinct e Terminator 2 - Il giorno del giudizio.
E ci sarebbe anche un terzo "cameo", quello di Sylvester Stallone proprio nei panni di Terminator: un poster fittizio del film alternativo con Sly protagonista è visibile nel negozio Blockbuster visitato da Jack Slater e Daniel Madigan (Arnold Schwarzenegger e Austin O'Brien), insolita coppia determinata a sconfiggere il cattivo di turno.
[Sharon Stone, Robert Patrick e Sylvester Stallone in Last Action Hero]
Altri camei passati alla Storia del Cinema?
Uno è sicuramente quello di Marshall McLuhan in Io e Annie, eccezionale commedia datata 1977 di Woody Allen: proprio quest'ultimo, in fila al cinema, commenta insieme al sociologo canadese le teorie cinematografiche di un altro individuo in attesa di comprare il biglietto.
Per la cronaca, pare che Allen avesse chiesto a due suoi illustri colleghi di partecipare alla pellicola: Federico Fellini e Luis Buñuel, ottenendo però dei cortesi rifiuti.
E come non citare la fugace apparizione di Donald Trump in Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York?
In quello che è uno dei classici natalizi per eccellenza, diretto da Chris Columbus nel 1992, il futuro presidente degli Stati Uniti è l'uomo a cui Kevin McCallister (Macaulay Culkin) chiede informazioni nella hall del Plaza Hotel di New York.
All'epoca Trump era il proprietario dell'albergo.
Piccola curiosità: nel 2014 la televisione canadese tagliò la scena in questione per esigenze pubblicitarie, e solo cinque anni dopo l'attuale presidente americano si è lamentato della decisione.
[The Donald in Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York]
Proseguiamo oltre: camei di cantanti ne abbiamo?
Certo: dai Cannibal Corpse nel primo Ace Ventura risalente al 1994 (voluti nel film da Jim Carrey, loro grande fan) a Eminem, intervistato in apertura di The Interview, spassoso film di Seth Rogen ed Evan Goldberg del 2014.
Degno di nota poi è sicuramente il cameo di David Bowie come giudice di una sfilata di moda in Zoolander, film che ha in Ben Stiller e Owen Wilson i mattatori assoluti.
La pratica del cameo è presente anche nel cinema italiano: un esempio recente è l'apparizione di Antonello Venditti ne La grande bellezza, film di Paolo Sorrentino premiato agli Oscar nel 2014: se la città di Roma è protagonista al pari degli interpreti in carne e ossa, non poteva mancare uno dei cantanti simbolo della città eterna.
Andando un po' più indietro nel tempo, celebre è una scena di C'eravamo tanto amati (Ettore Scola, 1974), che è anche un assaggio di meta-cinema: Federico Fellini e Marcello Mastroianni, nei panni di loro stessi, vengono mostrati mentre stanno girando l'iconica scena della Fontana di Trevi visibile ne La dolce vita.
[C'eravamo tanto amati incontra La dolce vita]
Altro divertente esempio di meta-cinema lo si riscontra nei titoli di testa di Austin Powers in Goldmember (2002), terzo capitolo delle avventure dell'agente segreto sui generis interpretato da Mike Myers.
Una scena action con tanto di inseguimento tra un'auto, una moto e un elicottero che esplode ci svela che Austin Powers è interpretato da Tom Cruise e la sua controparte femminile da Gwyneth Paltrow, il malvagio Dottor Male è Kevin Spacey e il suo Mini Me è Danny DeVito, il tutto con tanto di credits a schermo che introducono gli attori.
La scena in perfetto stile Mission: Impossible si interrompe quando un regista urla lo "Stop!", e scopriamo che il tutto era diretto da Steven Spielberg, che poi chiede al "vero" Austin Powers, invitato sul set, un parere sulla scena di apertura del film su di lui.
Steven Spielberg che, va ricordato per forza in un articolo sui camei, compare anche sul finale di The Blues Brothers nei panni dell'impiegato dell'ufficio delle tasse.
Menzione speciale meritano poi due pellicole degli anni '80: Il tassinaro e L'allenatore nel pallone.
Nel primo film Alberto Sordi dialoga a bordo del suo taxi nientepopodimeno che con Giulio Andreotti; il secondo è un omaggio a un mondo del calcio che ormai non c'è più.
Per raccontare infatti le vicissutidini di Oronzo Canà (Lino Banfi) e della sua Longobarda, compaiono in tante piccole parti campioni, dirigenti e giornalisti dell'epoca: Zico, Carlo Ancelotti, Giancarlo De Sisti ("Io picchio De Sisti, e gli spezzo pure la noce del capocollo!"), Aldo Biscardi e tanti altri nomi famosi in campo e a bordocampo.
Per chiudere questa breve carrellata, è doveroso citare il compianto Stan Lee, persona che non ha bisogno di presentazioni.
I cameo di Lee nei film Marvel erano attesi tanto quanto i film stessi: molta era la curiosità dei fan, impazienti di vedere quale ruolo sarebbe stato ritagliato per lui nel lungometraggio di turno.
Mi ricordo un cameo in particolare: quello di The Amazing Spider-Man (2012), in cui il fumettista statunitense è un bibliotecario che non si accorge degli ingenti danni provocati dallo scontro fra Spider-Man e Lizard; Lee indossa delle cuffie che lo isolano dall'ambiente esterno e, dopo aver compiuto il suo lavoro, beatamente si allontana dall'aula mentre il combattimento infuria intorno a lui.
[Stan Lee in The Amazing Spider-Man]
Quanti altri camei ha visto la Storia del Cinema?
Così tanti che un solo articolo non potrebbe contenerli.
Magari adesso potreste essere voi ora a dirci quali sono i vostri preferiti, entrando a far parte degli Amici di CineFacts.it!