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L'Academy of Motion Pictures Arts and Sciences ha introdotto delle nuove linee di condotta per rientrare nei parametri di ammissione al Premio Oscar come Miglior Film, che entreranno in vigore dall'edizione 2024, ma le nuove regole sono in perfetto stile gattopardesco.
Ne Il Gattopardo di Luchino Visconti, il Tancredi interpretato da Alain Delon a un certo punto recita una battuta che è entrata nella Storia del Cinema:
"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi."
Il film vinse la Palma d'oro al Festival del Cinema di Cannes, ma agli Oscar fu nominato solo per i Migliori Costumi, e forse anche per questo motivo negli Stati Uniti non se lo ricordano troppo bene.
Ma vediamo quali sono le strombazzate 'nuove regole' degli Oscar, pensate per favorire l'inclusività e che saranno in vigore a partire dall'edizione 2024, solo ed esclusivamente in merito alla categoria Miglior Film.
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Standard A: Rappresentazione sullo schermo, temi e narrative
Per raggiungere lo Standard A, il film deve soddisfare uno dei seguenti criteri:
A1. Protagonisti principali o significativi
Almeno uno degli attori principali o degli attori secondari significativi appartiene a un gruppo etnico o razziale sottorappresentato.
- Asiatico
- Ispanico / Latino
- Nero / afroamericano
- Indigeno / Nativo americano / Nativo dell'Alaska
- Mediorientale / Nordafricano
- Nativo hawaiano o altro isolano del Pacifico
- Altra razza o etnia sottorappresentata
A2. Cast generale
Almeno il 30% di tutti gli attori in ruoli secondari e minori proviene da almeno due dei seguenti gruppi sottorappresentati.
- Donne
- Gruppo razziale o etnico
- LGBTQ +
- Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
A3. Trama principale / argomento
La trama principale, il tema o la narrazione del film sono incentrati su un gruppo sottorappresentato.
- Donne
- Gruppo razziale o etnico
- LGBTQ +
- Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
[Storia di un Matrimonio: A2 e A3 rispettati]
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Standard B: Leadership creativa e Team di progetto
Per raggiungere lo Standard B, il film deve soddisfare uno dei criteri seguenti:
B1. Leadership creativa e capi dipartimento
Almeno due delle seguenti posizioni di leadership creativa e capi dipartimento: direttore del casting, direttore della fotografia, compositore, costumista, regista, montatore, parrucchiere, truccatore, produttore, scenografo, decoratore, sonoro, supervisore degli effetti visivi, sceneggiatore, sono ricoperte da persone appartenenti ai gruppi sottorappresentati:
- Donne
- Gruppo razziale o etnico
- LGBTQ +
- Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
Almeno una di queste posizioni appartiene al seguente gruppo razziale o etnico sottorappresentato:
- Asiatico
- Ispanico / Latino
- Nero / afroamericano
- Indigeno / Nativo americano / Nativo dell'Alaska
- Mediorientale / Nordafricano
- Nativo hawaiano o altro isolano del Pacifico
- Altra razza o etnia sottorappresentata
B2. Altri ruoli chiave
Almeno sei altri membri della troupe e posizioni tecniche (esclusi gli assistenti alla produzione) provengono da un gruppo etnico o razziale sottorappresentato.
Queste posizioni includono, ma non sono limitate a, Primo Assistente Regia, Gaffer, Supervisore Script, ecc.
B3. Composizione complessiva della troupe
Almeno il 30% della troupe del film proviene dai seguenti gruppi sottorappresentati:
- Donne
- Gruppo razziale o etnico
- LGBTQ +
- Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
[Praticamente solo uomini in The Irishman, ma Thelma Schoomaker al montaggio e Sandy Powell ai costumi et voilà: B1 rispettato]
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Standard C: accesso al settore e opportunità
Per raggiungere lo standard C, il film deve soddisfare entrambi i criteri di seguito:
C1. Apprendistato retribuito e opportunità di stage
La società di distribuzione o finanziamento del film ha pagato apprendistati o stage che provengono dai seguenti gruppi sottorappresentati e soddisfano i criteri seguenti:
- Donne
- Gruppo razziale o etnico
- LGBTQ +
- Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
I principali studi e case di distribuzione sono tenuti ad avere apprendistati / stage retribuiti sostanziali e in corso, inclusi i gruppi sottorappresentati (devono includere anche gruppi razziali o etnici) nella maggior parte dei seguenti dipartimenti: produzione / sviluppo, produzione, post-produzione, musica, VFX , acquisizioni, affari commerciali, distribuzione, marketing e pubblicità.
Le mini-major o studi e case di distribuzione indipendenti devono avere un minimo di due apprendisti / stagisti dei suddetti gruppi sottorappresentati (almeno uno di un gruppo razziale o etnico sottorappresentato) in almeno uno dei seguenti dipartimenti: produzione / sviluppo, produzione, post-produzione, musica, VFX , acquisizioni, affari commerciali, distribuzione, marketing e pubblicità.
C2. Opportunità di formazione e sviluppo delle competenze (equipaggio)
La società di produzione, distribuzione e/o finanziamento del film offre opportunità di formazione e/o lavoro per lo sviluppo delle competenze, sotto la linea di persone dei seguenti gruppi sottorappresentati:
- Donne
- Gruppo razziale o etnico
- LGBTQ +
- Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
[Piccole Donne non si preoccupa dei 'nuovi standard']
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Standard D: Audience Development
Per ottenere lo standard D, il film deve soddisfare il criterio seguente:
D1. Rappresentanza in marketing, pubblicità e distribuzione
Lo studio e/o la compagnia cinematografica ha più dirigenti senior interni tra i seguenti gruppi sottorappresentati (devono includere individui di gruppi etnici o razziali sottorappresentati) nei loro team di marketing, pubblicità e/o distribuzione.
- Donne
- Gruppo razziale o etnico
- Asiatico
- Ispanico / Latino
- Nero / afroamericano
- Indigeno / Nativo americano / Nativo dell'Alaska
- Mediorientale / Nordafricano
- Nativo hawaiano o altro isolano del Pacifico
- Altra razza o etnia sottorappresentata
- LGBTQ +
- Persone con disabilità cognitive o fisiche, non udenti o ipoudenti
[Un film che rispetta tutti i nuovi standard e anche qualcuno di più]
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Vi sento da qui: vi state lamentando.
State urlando allo scandalo, alla vergogna, al 'politically correct eccessivo' e a tutte le altre cose che di solito soprattutto gli uomini bianchi e benestanti strillano nel momento in cui qualcuno decide di dare voce alle minoranze.
Ma vi stupirà, forse, sapere che anche questa volta state strillando a vuoto.
Gli Standard che un film deve rispettare per essere nominato a Miglior Film sono due su quattro.
Basta guardarsi indietro e accorgersi senza il minimo problema che praticamente tutti i film nominati finora agli Oscar come Miglior Film rispettavano questi standard, anche prima che questi standard venissero... standardizzati.
Lo Standard A è quello che fa più scalpore, perché sulla carta va a toccare la trama di un film e i suoi interpreti.
Ma, ripeto, gli Standard da rispettare sono due su quattro, quindi la Arozza Crepus Film può tranquillamente proporre all'Academy il suo White Man in an Elevator - film ambientato in un ascensore con un solo attore maschio e caucasico - come Miglior Film, se rispetterà almeno due dei rimanenti 3 Standard, e la cosa non è affatto complicata.
[Frame dalla prima scena di White Man in an Elevator]
Guardiamo i candidati come Miglior Film agli Oscar 2020, ad esempio.
I candidati erano Parasite, 1917, C'era una volta a... Hollywood, The Irishman, Jojo Rabbit, Joker, Le Mans '66 - La grande sfida, Piccole donne, Storia di un matrimonio.
Lo Standard B viene rispettato facilmente: già oggi a capo dei reparti Trucco e Parrucco c'è una maggioranza schiacciante di donne, e questo è sufficiente per rispettarlo.
Rimane quindi un altro Standard da rispettare, su tre.
Lo Standard C riguarda gli apprendistati e gli stage, lo Standard D interessa il reparto marketing: vi viene davvero così difficile pensare che le major aumenteranno le stagiste solo per poter rientrare nei parametri?
Come mai quindi l'Academy si è mossa in questo modo, divulgando una serie di regole e Standard da rispettare se già praticamente tutti le stavano rispettando?
Perché è giusto così.
Per prevenire eventuali problemi in futuro, per settare delle linee guida da seguire, anche se queste linee erano già seguite per una mera questione demografica all'interno delle major statunitensi.
Per evitare che un giorno un film possa essere tacciato di 'non inclusività': nel momento in cui la trama di White Man in an Elevator verrà additata come non inclusiva, basterà dimostrare che la capo reparto Trucco è donna, il capo reparto Scenografia è messicano e che in produzione c'erano tre ragazze impegnate in uno stage.
Ma soprattutto per incrementare il dialogo sull'argomento, per far sì che si parli del problema dell'inclusività che, al di là dei candidati agli Oscar come Miglior Film, è un problema reale ed esistente.
E più se ne parla più in fretta arriveremo al giorno in cui non ci sarà bisogno di settare 'quote rosa', 'quote nere' o 'quote LGBTQ+' per legge, perché la presenza delle minoranze sarà la norma senza nessun obbligo che cade dall'alto.
Credo piuttosto che questo genere di azioni siano necessarie per stanare la misoginia, il razzismo, la chiusura mentale di tutti coloro che leggono un titolo e urlano subito allo scandalo, senza nemmeno rendersi conto che non c'è nessuno scandalo, nessuna vittima e nessuna colpa.
E che se proprio un giorno dovesse esserci un mondo del Cinema più inclusivo e rispettoso delle minoranze - anche se non saranno certo questi 'nuovi Standard' a cambiare le cose - sarà solo e soltanto una cosa positiva, matura, qualcosa che dovremmo anzi auspicare che avvenga in ogni angolo della società civile, in ogni azienda, in ogni condominio.
Perché se siete tra coloro che non fanno parte di una minoranza, ma che si intimoriscono all'idea che le minoranze possano essere più rappresentate, il problema non è degli Oscar né degli Standard dell'Academy, ma solo e soltanto vostro.
E comunque White Man in an Elevator non esiste.
3 commenti
Luca Mignacco
3 anni fa
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Miro Meli
3 anni fa
Questo articolo vuole semplicemente dimostrare come alcune persone si scandalizzano per nulla. Le stesse persone che molto probabilmente prima neanche
ci facevano caso, ma ora sbraitano solamente perchè queste norme sono diventate obbligatorie.
I bei film che avranno le gambe tagliate, come dici tu, le avranno perchè se le saranno tagliate da soli. In 4 anni penso ci sia il tempo per organizzarsi
e rispettare gli standard, non penso sia così difficile ad esempio ingaggiare un attore afroamericano o una truccatrice/costumista.
Tu mi potresti fare una domanda del tipo "ma perchè in un film devono essere per forza obbligati a rispettare queste regole se non ne hanno
intenzione?". E io ti risponderei con un'altra domanda: "è obbligatorio e di vitale importanza essere candidati all'Oscar al miglior film?".
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Yuri Palamini
4 anni fa
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