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Che Caterina II di Russia fosse una delle figure più carismatiche della moderna storia europea lo si sapeva già ma con The Great è arrivata l’ennesima conferma.
Nell’estate 2018 la piattaforma streaming Hulu ordinò la realizzazione del pilot sull’Imperatrice di Russia, affidando le chiavi dello show a Tony McNamara. Scelta non casuale, avendo lo sceneggiatore - dieci anni prima - già portato a teatro l’adolescenza di Caterina.
[Il trailer di The Great]
Come protagonisti del progetto furono subito indicati Elle Fanning e Nicholas Hoult, rispettivamente nelle vesti di Caterina e del marito Pietro III.
La serie, dopo mesi di lavorazione, è infine sbarcata negli USA su Hulu il 15 maggio 2020; in Italia è attualmente disponibile sul servizio streaming StarzPlay.
Prima di tuffarci nella descrizone della serie, sgombriamo subito il campo da equivoci: The Great non è una serie storicamente accurata. Anzi, come recita il sottotitolo originale, è solo a tratti basata sulla storia vera (“An occasionally true story”).
[The Great: una storia occasionalmente vera]
Basti pensare che, all’epoca del matrimonio fra Caterina e Pietro III, quest’ultimo non era al potere: a capo della Russia vi era infatti la zia Elisabetta (interpretata nella serie dall’attrice australiana Belinda Bromilow, moglie di McNamara).
Pietro non era neppure figlio di Pietro II il Grande, con il quale invece si esaurì la discendenza maschile dei Romanov (la famiglia imperiale che resse le sorti della Russia fino al 1917, anno della Rivoluzione Comunista).
In compenso, The Great dedica grande attenzione ai rumors e ai pettegolezzi su Caterina: in particolare è più volte chiamato in causa il famigerato aneddoto secondo cui la donna avrebbe giaciuto con un cavallo per soddisfare i suoi perversi desideri sessuali.
Ovviamente, questa è solo una diceria nata in ambienti tedeschi (dai quali peraltro proveniva Caterina) nel XVII secolo, per sottolineare l’inciviltà del popolo russo.
[Elle Fanning nel ruolo di Caterina]
The Great dunque non è una rigorosa descrizione di eventi passati e questo è un bene, perché tale scelta conferisce spirito alla narrazione, condita da ironia e umorismo (talvolta) nero.
Una satira efficace di un regno inefficace.
Come già detto, Caterina è interpretata da Elle Fanning. La giovane attrice statunitense offre indubbiamente una delle migliori prove della sua "breve" (si fa per dire, essendo il debutto datato 2001) carriera, illuminando con la sua fotogenia ogni singola scena in cui è presente.
In generale, è tutto il cast a ben figurare: indiscussa mattatrice è la giovane coppia reale (anche Hoult sfoggia grandi doti istrioniche), ma nel corso della storia si ritagliano spazi considerevoli anche quei personaggi che in teoria dovrebbero essere secondari.
Spiccano in particolare la serva di Caterina, Marial (Phoebe Fox), nobile decaduta che cerca di riguadagnare il suo status; il Patriarca Arci (Adam Godley), dagli orientamenti reazionari ma sempre pronto a cogliere nuove occasioni; Orlo (Sacha Dhawan), consigliere e voce della saggezza a corte.
[Nicholas Hoult e Belinda Bromilow, rispettivamente Pietro ed Elisabetta]
Ciò che accomuna tutte le parti in gioco è la loro dinamicità: questi russi sono aperti al cambiamento quando la situazione lo impone.
D’altronde, anche la storia raccontata da The Great è in costante evoluzione, innescata perlopiù da contrasti e antitesi.
Già i due protagonisti, Caterina e Pietro, sono agli antipodi: lei è colta e ingenua; lui è rozzo e crudele, chiaramente incapace a governare. Caterina lo sa, ed è per questo che - spinta dai suoi ideali illuminati e illuministi - si adopererà per salire sul trono con un colpo di stato.
Ma non è affatto facile salire al trono, perché oltre alle innumerevoli insiidie che un piano del genere comporta di per sé la giovane donna infatti è vittima dei più classici dilemmi: dovere o piacere?
Da un lato la sua aspirazione a governare la Russia, per renderla più giusta e moderna, faro delle arti e delle scienze; dall’altro l’amore (vero) per il cortigiano Leo Voronski (Sebastian de Souza), che le svela i piaceri della vita.
Un’altra evidente contrapposizione è quella fra il mondo di corte e il mondo reale.
Il primo - immerso nel lusso - è lontanissimo dal secondo, che è povero e dilaniato da guerre sostanzialmente inutili, colpito da malattie contro la cui diffusione non si pratica il benché minimo sforzo.
Senza contare che in più di un’occasione si sottolinea come la locuzione ascensore sociale nella Russia del ‘700 sia del tutto priva di significato.
I servi sono oggetti, le donne sono inferiori: Caterina lotta per un mondo più equo e e alcune sue battaglie, in fondo, sono anche le nostre.
[Caterina e il suo orso da compagnia]
Comunque sia, tutto sfavilla (almeno) alla corte di Pietro: nella descrizione della vita di palazzo numerosi sono i momenti à la Favorita (film citato non a caso, essendo stato scritto dallo stesso McNamara), surreali e grotteschi.
Feste sfarzose e stravaganti, dove gli orsi sono trattati come animali domestici e si cena a tavola “osservati” dalle teste mozzate dei nemici svedesi; questioni di poco conto sono trattate come se fossero di importanza capitale, ma è davvero essenziale stabilire se gli uomini russi debbano portare la barba o meno?
La sceneggiatura di McNamara, con i suoi dialoghi brillanti (e battute che rimandano alla realtà contemporanea: memorabile quella di Pietro sul rapporto madre-figlio, che potrebbe essere fonte di guadagno per chi lo analizzasse, alludendo alla futura terapia della psicoanalisi con Sigmund Freud) non è l'unico pregio di The Great.
Concorrono infatti alla buona riuscita della serie anche i comparti tecnici, come il puntuale montaggio che in più di un’occasione sottolinea la distanza fra parole e azioni dei personaggi, o assicura effetti comici.
[La fontana di Eolo, situata nel parco della Reggia di Caserta]
Sarebbe poi impossibile non evidenziare la bellezza delle location utilizzate per le riprese.
Buona parte delle scene sono state girate anche in Italia presso la magnifica Reggia di Caserta che - con i suoi appartamenti reali e il suo lussureggiante parco - è la cornice ideale per intrighi, complotti e appuntamenti amorosi.
I registi e i direttori della fotografia che si sono alternati nel corso della produzione sono riusciti a valorizzare con le loro scelte artistiche l’immenso patrimonio storico-culturale in cui si destreggiano i protagonisti.
Con questi ingredienti sapientemente miscelati, The Great non poteva che raggiungere vasti consensi fra critica e pubblico.
In principio doveva essere una miniserie, ma recentemente è stata annunciata una seconda stagione.
Una notizia che è fonte di gioia non solo per McNamara (il quale ha dichiarato di avere ancora molto materiale a sua disposizione), ma anche per i fan, desiderosi di assistere al prosieguo della storia.
Anche se il finale è stato già scritto oltre 250 anni fa.
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