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Esattamente come scritto nel titolo, dobbiamo assolutamente parlare di Rick and Morty.
Dobbiamo parlare di Rick and Morty perché con la conclusione della quarta stagione c'è tanto da dire.
Dobbiamo parlare di Rick and Morty perché di tutte le recenti serie animate statunitensi nessuna ha raggiunto la stessa fama, nessuna ha mantenuto durante il suo percorso, per ora, lo stesso altissimo livello di qualità
La serie ruota intorno alla famiglia Smith, composta da Jerry e Beth, i genitori, i figli Morty e Summer, e infine Rick, il padre di Beth.
Le avventure della famiglia, che vedono spesso come protagonisti Rick e suo nipote Morty, si svolgono non solo sulla Terra ma anche in giro per lo Spazio, in un numero infinito di pianeti, stelle e realtà parallele.
Rick, che può essere definito come il protagonista principale della serie, è un ritratto satirico, nichilista e moderno della figura dello scienziato pazzo.
L'uomo più intelligente dell'universo - o di tutti gli universi - è sempre accompagnato nelle sue avventure da Morty, il nipote di 14 anni esatto opposto del nonno.
Ingenuo, gentile, incredibilmente stressato ma con una morale umana piuttosto definita, il suo essere quasi un opposto di Rick è una delle basi di tante delle scene comiche dello show.
[La tipica famiglia disfunzionale americana che avete già visto in altre serie animate... o no?]
In alcune puntate la storia di Rick and Morty ruota attorno ai personaggi relativamente secondari della serie.
Beth, veterinaria specializzata in chirurgia per cavalli che risente dell'abbandono di suo padre Rick da poco tornato a far parte delle loro vite, che sfoga tutta la sua insicurezza e depressione sul marito Jerry, incapace spesso di aiutare lei o gli altri membri della sua famiglia, tra cui Summer, stereotipo della figlia adolescente a cui interessa principalmente essere popolare a scuola.
Un momento, qualcosa di simile lo avete già letto, già visto, già sentito.
I Simpsons? Griffin? Futurama?
South Park?
[Da sinistra a dest... no, dai: se non li riconoscete tutti non siete degni di continuare a leggere questo articolo]
Dire che questi show non abbiamo influenzato la realizzazione di Rick and Morty sarebbe sbagliato, ma i paragoni finiscono qui.
Peter Griffin e Homer Simpson creano un sacco di disastri, ma le loro intenzioni non sono mai puramente cattive, rimangono capaci di dimostrare affetto verso i loro cari, i loro amici.
Rimangono, in fin dei conti, incapaci di mettere in discussione i valori della società americana in cui vivono.
Rick, dal canto suo, è il tipo di persona che dice “quello che le persone chiamano 'amore' è solo una reazione chimica che obbliga gli animali a riprodursi” o “non sono una persona buona e gentile perché sono la più intelligente, ed essere buoni e gentili è qualcosa che le persone stupide fanno per cercare di sopravvivere”.
È il tipo di persona che promette a Morty una meravigliosa avventura su un altro pianeta quando in realtà i soli motivi per cui Rick vuole visitare quel pianeta sono vendere armi, contrabbandare cristalli, ubriacarsi fino al coma etilico.
Essendo al corrente dell'esistenza di infinite realtà, possiede una visione completamente differente da quella del normale essere umano, incluso lo spettatore, e ignora l'importanza che noi diamo a determinate cose nella vita
Rick è spericolato, sociopatico, un estremista delle filosofie di F.W. Nietzsche e Immanuel Kant, razionalista di stampo “cartesiano”, ma l'intera serie ruota spesso sull'argomento dell'esistenza umana, con livelli e livelli di profondità per cui a volte è necessario riavvolgere il nastro e tornare indietro, riguardare e riascoltare, anche solo per la complessità del dialogo.
Infatti, la visione di fondo della serie si rifà al cosmicismo, ossia quella filosofia letteraria creata dallo scrittore H.P. Lovecraft che mostra come gli esseri umani siano totalmente irrilevanti in quello che è l’infinito panorama cosmico.
Secondo Rick l’esistenza umana è insignificante perché rappresenta solo una minuscola parte di una serie di infinti universi e infinite realtà, quindi la nostra vita e le nostre azioni non possiedono un valore intrinseco in quanto prive di esclusività. Tutti i valori e i sentimenti in cui crediamo e su cui facciamo affidamento risultano essere solo costrutti, strategie di adattamento attraverso le quali ci illudiamo di dare un senso alla vita.
Dobbiamo quindi rassegnarci al fatto che ogni nostra azione non potrà cambiare in alcun modo la condizione in cui ci troviamo: l’umanità non è altro che una breve comparsata in quello che è l’interminabile show dell’universo.
[Una normale scampagnata tra nonno e nipote]
Questa prospettiva si avvicina, sebbene solo in parte, a quella dell’altra serie animata per adulti che ultimamente ha affrontato a sua volta temi filosofici: BoJack Horseman (qui potete trovare le nostre recensioni della 5ª stagione e della prima e seconda parte della 6ª stagione).
La visione di BoJack, però, è molto più esistenzialista e si può presentare come una risposta a quella di Rick.
Il protagonista infatti non riesce a trovare un significato specifico alla propria esistenza ed è costantemente perseguitato da un sentimento di angoscia.
La possibile soluzione in questo caso è quella sartriana che prevede di creare un significato personale alla propria esistenza attraverso determinate esperienze e determinate convinzioni.
Sia chiaro, solo perché si affrontano temi filosofici non significa che la serie di Rick and Morty sia in grado di dare chissà quale rivelazione.
Il tema della filosofia, così come altri all'interno della serie, rimane l'espediente necessario per giustificare la follia, l'irriverenza di alcuni personaggi e il divertimento stesso dell'episodio.
Delle altre serie animate prese in esempio forse solo South Park è stata in grado di oltrepassare un po' il limite ma, per come si è sviluppata, ha sempre avuto bisogno di ingigantire fino al ridicolo e portare all'estremo l'argomento per poterne parlare.
Come le ultime stagioni di South Park, o serie proprio come BoJack Horseman, Rick and Morty è una delle poche serie animate che mantiene continuità al suo interno.
I personaggi cambiano, crescono, si evolvono.
L'influenza di Rick si vede soprattutto su Morty, che durante una conversazione con sua sorella Summer dirà:
“Nessuno esiste di proposito, nessuno appartiene da nessuna parte, tutti prima o poi moriremo.
Vieni a vedere la TV”.
Forse starete pensando che Rick and Morty è tutta filosofia e quindi incredibilmente noiosa.
Non temete: il dialogo è sempre preciso, intelligente e pungente.
Lo show è uno sci-fi in tutto e per tutto e le animazioni aiutano non poco a valorizzare questo aspetto, tra mondi governati da un'unica entità che sottomette interi pianeti al suo volere ma perde il controllo quando si innamora di Rick, a parchi a tema galattici dove è impossibile essere uccisi.
Dalla federazione spaziale controllata da una razza insettoide gigante a innumerevoli amici e nemici di Rick provenienti da ogni parte dell'universo come Birdperson, una specie di uomo con sembianze di uccello, ognuno con storie e personalità particolarissime, arricchite da un'attenta cura dell'animazione grafica, facendo sempre attenzione che il background della scena sia ricco di dettagli, easter egg e piccoli movimenti di scena.
[No, non si tratta di una tavola di "Dov'è Wally?", ma solo di molti personaggi degli universi di Rick and Morty chiusi in una stanza. Perché? Scopritelo!]
Non è un caso che sia stato proprio il capo del reparto animazione, composto da ben 50 persone, a dichiarare che per alcune scene movimentate della durata di un minuto ci sono volute ben quattro settimane di lavoro.
Nessun altro show ha preso ispirazione dalla pop culture e dalla generazione dei social media, dei forum online, di Reddit, film e serie TV.
Interi episodi sono ispirati alla trama di alcuni film cult degli anni '80 e '90.
Intere conversazioni sono votate a sputtanare il finto intellettuale, il finto sapientone, a prendersi gioco di tutto e tutti, casualmente anche della propria fan base.
L’immaginario cultural-popolare di Rick and Morty attinge principalmente al genere fantascientifico, ma anche molti altri generi sono presi in considerazione.
In ogni caso, come sottolineato poco fa, è predominante il diretto riferimento al Cinema e alle serie TV, come si può notare dalla maggior parte dei titoli degli episodi.
Così, oltre alla palese ispirazione a Ritorno al Futuro per la creazione dei due protagonisti, troviamo parodie di classici come Doctor Who, Guida galattica per gli autostoppisti, Ghostbusters, Atto di forza, Viaggio allucinante, Alien, Guerre Stellari fino arrivare a titoli meno conosciuti come Zardoz.
[Rick and Morty si ritrovano su un pianeta dove per dodici ore ogni crimine è reso legale, proprio come ne La notte del giudizio (2013)]
Un altro genere molto presente in Rick and Morty è sicuramente l’horror.
I riferimenti a Nightmare, La mosca, Il pasto nudo, La notte del giudizio, Cose preziose, Il tagliaerbe, Signs e The Village sono molteplici e ripetuti, così come l'omaggio a registi del calibro di David Cronenberg, Ridley Scott e Steven Spielberg.
Altre citazioni della cultura di massa cinematografica comprendono Titanic, Jurassic Park, Prima di mezzanotte, Pozione d’amore, Footloose, Arizona Junior e Risky Business, tra molti altri.
Quando un prodotto raggiunge un certo livello di fama mondiale o nazionale la visione dello show irrimediabilmente cambia, si estremizza, specialmente in un mondo dominato da troll da tastiera e wannabe critici il cui unico scopo è quello di trovare il difetto o semplicemente criticare e odiare qualcosa solo perché è popolare.
Niente di nuovo per Justin Roiland e Dan Harmon, i creatori della serie. Quest'ultimo era già abituato a situazioni del genere dopo il successo raggiunto con la sit-com da lui ideata: Community.
Ma facciamo un passo indietro: Harmon nasce principalmente come creatore e sceneggiatore per la TV e in una sola occasione per il Cinema (Monster House, 2006).
Nel 2007, dopo il flop della serie Acceptable.TV, si impone con la sitcom The Sarah Silverman Program per tre stagioni, dove propone quella comicità dell’assurdo che sarà parte integrante anche di Rick and Morty.
La svolta a livello internazionale arriva nel 2009 con Community, dove Harmon può sfogare tutta la sua creatività: umorismo surreale, infiniti riferimenti alla pop-culture, meta-humor e una struttura narrativa innovativa comprendente scene post-credits.
Tutti elementi che abbiamo poi ritrovato anche in Rick and Morty.
[L'iconico cast di Community. Se amate Rick and Morty adorerete Community!]
Il percorso artistico di Justin Roiland è simile.
Roiland partecipa alle prime due avventure di Harmon come scrittore e in alcuni casi anche come regista e attore, ma successivamente si dedica alla sua specialità: il doppiaggio.
Infatti presta la sua voce a vari personaggi di Adventure Time e Gravity Falls per poi approdare anche come co-creatore, sceneggiatore, regista e produttore esecutivo a Rick and Morty, dove doppierà in maniera straordinaria i due protagonisti e almeno un’altra dozzina di personaggi.
La tipologia di humor utilizzato da Harmon e Roiland ha però origini lontane e deve le sue caratteristiche a delle persone che hanno rivoluzionato lo schema classico della commedia: parliamo ovviamente dei Monty Python.
Il gruppo di comici britannici è stato il primo a portare sul piccolo e grande schermo quell’umorismo surreale al quale si sono ispirati tutti i creatori delle serie animate per adulti citate fino ad ora.
Ogni prodotto moderno che viene ascritto a questo genere presenta gli aspetti più importanti della comicità Pythoniana: la distorsione in maniera grottesca dei concetti morali e sociali delle narrazioni tradizionali, in qualche modo sovvertendoli; la satira pungente che prende di mira ogni tipo di religione, ideologia o politica senza coinvolgimenti di parte; l’autoreferenzialità e le citazioni ricercate (nel caso di Rick and Morty il campo è scientifico); il rifiuto della punchline, l’uso del flusso di coscienza fino ad arrivare alla rottura della quarta parete.
Senza tutte queste innovazioni molto probabilmente Rick and Morty non avrebbe tutto questo successo, non rappresenterebbe quello rappresenta e, molto più semplicemente, non esisterebbe nemmeno.
Ma perché dobbiamo parlare adesso di tutto questo?
Perché Rick and Morty non vuole fare la fine dei suoi predecessori. Non è composto da venti puntate a stagione, non vuole essere trenta minuti una volta la settimana, non vuole ripetere e scopiazzare le proprie idee.
L'attenzione maniacale di Harmon e Roiland ha portato ritardi di produzione e un numero limitatissimo di episodi nell'arco di ormai sette anni dalla prima messa in onda negli Stati Uniti, con una quarta stagione composta da dieci episodi ma divisa in due blocchi, rispettivamente trasmessi negli USA a novembre 2019 e maggio 2020.
[Justin Roiland (sinistra) e Dan Harmon (destra), i geniali creatori di Rick and Morty]
Dobbiamo parlarne perché dopo appena trenta episodi Rick and Morty ha cambiato volto.
La nuova stagione mantiene la sua continuità, ma le storie stavolta sono spesso avventure uniche, senza un collegamento interno o richiami a vecchi avvenimenti. Il metodo di scrittura è stato interamente cambiato, sostituito da una scelta totalmente casuale.
Per ogni episodio della nuova stagione è stato scelto di pescare letteralmente da un vaso una serie di bigliettini con una serie di idee da cui poi viene tratto l'episodio.
Una scelta forse dovuta alla popolarità della serie, la conferma di altri settanta episodi, dai suoi fan, i nuovi fan, quelli che sono più esperti anche di chi la serie l'ha creata e pensa di sapere come sarebbe dovuta continuare.
E se il fan voleva vedere qualcosa di diverso dall'episodio che è andato in onda, allora il prossimo episodio sarà interamente dedicato proprio a questo, venti minuti di Rick and Morty all'interno di un “treno della storia” meta-humour.
Rick and Morty è l'ultimo baluardo della libertà di poter fare umorismo su tutto, per tutti.
Non c'è argomento che è intoccabile.
Non c'è persona, razza, religione, evento storico su cui non si può scherzare.
Anzi: si deve.
Perché in fondo, Harmon e Roiland, così come Rick, se ne fregano di quello che pensano gli altri.
E forse, in fondo, proprio come Rick, dietro una facciata di egoismo, spavalderia, superbia e superiorità, ci sono abbandono, isolamento e solitudine.
Settanta episodi in più.
“There he is, There's our guy. Congrats, Tony!
Have fun with your stupid toilet that you get to use all by yourself now.
Enjoy using it all by yourself while you sit there and think about how nobody wants to be around you, and how you ruined for yourself because you're huge piece of shit.
Look at you sitting there, King Shit on his throne of loneliness.
Enjoy this toilet with a thousand of me screaming every time you take a shit!
All hail his Majesty, the sa-a-ddest piece of garbage in the entire cosmos. Long live the big, bad, doo-doo daddy.
May his reign last a 1000 years!”
"Eccolo qui, il nostro campione. Congratulazioni, Tony!
Divertiti con il tuo stupido cesso che ora puoi avere tutto per te.
Goditelo mentre stai qui seduto e pensi a come nessuno vuole stare intorno a te, come ti sei rovinato da solo perché sei un grande pezzo di merda.
Guardati un po', seduto lì, Re Merda nel suo trono di solitudine.
Goditi questo cesso con un migliaio di me che ti urlano addosso ogni volta che vai a cagare!
Salutate tutti sua Maestà, il più triste pezzo di spazzatura in tutto l'universo. Lunga vita al grande e grosso pezzo di merda.
Che il suo regno possa durare 1000 anni!"
[articolo di Daniele Sedda e Jacopo Troise]
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