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Élite - Recensione: chi ha ucciso l’assassino?

In un giorno molto bizzarro, venerdì 13 marzo, il grande ritorno di Élite 3: la serie targata Netflix ambientata nell’esclusivo Liceo Las Encinas 

In Quel pazzo venerdì (ogni citazione a cose o film è puramente casuale) di quarantena per prevenire l’emergenza sanitaria che vive l’Italia contemporanea cosa si fa?

 

Si guarda la nuova stagione di Élite, disponibile dal 13 marzo sulla piattaforma Netflix. 

La storia si ripete come un circolo vizioso che non ha mai fine che catapulta lo spettatore in una nuova situazione altamente drammatica.

 

La nuova stagione di Élite, serie TV spagnola creata da Carlos Montero e Dario Madrona, è molto simile alle precedenti per trama, intrecci, salti temporali e soprattutto per un dettaglio rilevante: la morte di qualcuno.

 

Nella prima stagione di Élite muore Marina, personaggio chiave dell’intera produzione seriale e che ancora tutt’ora ha una presa potente sui personaggi principali della storia, un po’ come Hannah Baker in Tredici. 

 

 

 

La terza stagione di Élite si apre con una palla da discoteca.

 

È la festa del diploma che ci fornisce chiari riferimenti temporali sul tempo in cui si svolge la vicenda.

 

È l’ultimo anno al liceo per i ragazzi del Las Encinas e tutti i protagonisti stanno festeggiando il futuro.

Sembrano divertirsi, ma la musica extradiegetica è tetra.

 

Lo spettatore sente che sta per succedere qualcosa. L’attenzione si sposta su un vetro rotto.

Un ragazzo cade dal cielo. D’improvviso, il panico.

 

Un partcolare su una mano insanguinata che si muove.

 

È vivo!

E poi un primo piano su Carla, la marchesina bionda e volubile che tutti invidiano e ammirano, dietro la vetrata visibilmente sconvolta.

 

Infine il gelo.

 

 

[Carla sconvolta, all'inizio della terza stagione di Élite]

 

 

Questo incipit tiene sospeso lo spettatore e anima la voglia di scoprire di più.

 

Ma cosa è successo in Élite

Per scrivere questo articolo mi sono confrontata con persone che hanno seguito passo dopo passo la visione seriale di Élite assieme a me.

 

La domanda che più o meno tutti ci siamo posti è stata: chi è morto?

Samuel? Polo?

La risposta è logica: sicuramente Polo.

Ma chi è il carnefice? Carla?

 

A differenza della prima stagione di Élite scopriamo subito chi è il morto: Polo.

Da carnefice a vittima.

Da assassino ad assassinato.

 

Questa dualità di Élite è peculiare e si ripercuote anche nella scelta dell’inizio della terza puntata di questa nuova stagione, intitolata Cayetana y Valerio.

 

 

[Incipit della terza puntata della stagione 3 di Élite]

 

 

È tutto sottosopra.

 

La storia si è capovolta. 

L’utilizzo della fotografia per evidenziare l’aspetto sociologico e metaforico sottostante è geniale.

 

Ciò che era ormai assodato per la mente dello spettatore non lo è più.

Il mondo di Élite non è più quello di prima. C’è un nuovo assassino in circolazione.

 

In ogni puntata fanno sospettare di qualcuno lanciando indizi o ricostruendo i fatti, ma la verità è una: tutti odiavano Polo per aver ucciso Marina e fondamentalmente tutti avrebbero potuto ucciderlo.

 

Ma analizziamo i dettagli dei singoli personaggi chiave.

 

 

[Identikit del possibile assassino, Élite 3]

 

 

Valerio

 

Sicuramente un ruolo centrale e rilevante sullo sviluppo della vicenda è il suo.

È il perno fra le fazioni, amante di Polo e Cayetane, coinquilino di Samu, fratellastro di Lucrezia, spacciatore di droga con Rebeca.

Nessun movente per uccidere.

Ma problemi finanziari e familiari grossi.

Avrebbe potuto farlo per amore di qualcuno? Ad esempio per Cayetana? 

 

Cayetana

 

La ragazza di Polo dal finire della seconda stagione di Élite.

La ragazza che fingeva di essere qualcuno di diverso da chi realmente era.

Legata al mondo dell’apparire e non dell’essere.

Aiuta Polo a evitare il carcere, nasconde per lui il trofeo e al momento in cui lui le chiede di restituirglielo rifiuta.

Ossessionata da lui e dai suoi soldi, Cayetana farebbe di tutto per tenerselo stretto.

Nella terza puntata infatti sembra molto sospetta e confabula con Valerio in merito a “lasciare perdere Polo”.

 

Samu

 

Il bravo e timido ragazzo della prima stagione ormai è morto.

Ha subito un’evoluzione senza precedenti nel corso delle tre stagioni trasformandosi in un paladino della giustizia: duro, coraggioso e a tratti violento, in costante lotta per la difesa della verità e della giustizia.

Per Marina, per suo fratello Nano.

Il sospettato numero uno, insomma. ·   

 

Guzmàn

 

Il fratello e amico, tradito e ferito.

Anche lui come Samu ha avuto un’evoluzione pazzesca nel corso della storyline, ma nel suo caso in positivo.

Da ragazzo arrogante, viziato e indaffarato a godere la sua vita si riscopre avere un cuore.

Innamorato fino alle ossa di Nadia e pronto a sacrificare se stesso per l’amore di una sorella. ·

 

Carla

 

L’ex fidanzata.

Colei che lo aveva accusato in quanto testimone e che poi nel corso della terza stagione aveva cambiato idea mentendo alla corte per salvare la sua famiglia.

Potrebbe essere la principale sospettata, data anche la relazione amorosa altalenante con il suo Romeo, Samuel.

Se ho visto tante serie TV posso garantire che vederla in primo piano dietro il vetro nel pilot di stagione ti fa capire che non è così scontato. ·    

 

Tra gli identikit dei sospettati inserisco anche Ander.

 

Ciò non perché Ander avesse avuto un motivo valido per uccidere Polo.

O forse sì.

Polo, Ander e Guzmàn erano migliori amici dalle origini di Élite. Vivevano quasi in simbiosi.

 

Poi qualcosa è cambiato, tra cui la relazione tra Polo e Ander e la conseguente confessione da parte di Polo ad Ander sull’omicidio commesso.

E fu così che venne il caos, inducendo Guzmàn a interrompere i contatti con entrambi.

In sintesi, il movente di Ander c’è.

 

Ma c’è anche un’altra questione: lui non ha più nulla da perdere.

Nel corso della stagione scopriamo la sua grave malattia: una leucemia.

Introducendo nello show tematiche di rilievo come la gestione della malattia, la solitudine, la difficoltà nel gestire i rapporti interpersonali e amorosi (Ander allontana Omar per paura) e la difficoltà nell’approccio da parte di chi ti sta accanto (lo smarrimento di Omar che fugge in altre relazioni).  

 

Nell’ultima puntata di stagione tutto diventa chiaro.

 

L'ottava puntata è intitolata Polo.

 

 
 
 
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😧 ELIT3

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 [Profilo Instagram di Alvaro Rico, conosciuto come Polo in Élite 3]

 

 

I colori assumono la tonalità giusta e ogni segreto è svelato.

 

L’assassino è svelato.

È la legge del contrappasso.

Un po’ come quando ti dicono “non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te”.

 

Alla fine dei conti le mamme di Polo confessano il suo reato.

Nano è finalmente libero di tornare, ma non lo fa.

  

Tutto torna alla presunta normalità.

 

L’ultima puntata è la parte innovativa di una produzione seriale come Élite: il lieto fine che nessuno si aspettava di vedere.

Forse perché Élite 3 ha chiuso la storyline della serie e dalla 4 ci saranno nuovi personaggi, nuove vicende e nuove ambientazioni, secondo i rumors trapelati dalle riviste spagnole.

Sarà…

 

Alla fine, gli amici di una volta si ricongiungono, Ander e Guzmàn si recano alla lapide di Polo.

Non parlano. 

La scena è già forte e toccante di per sé. 

 

E ti chiedi: "È giusto che un assassino muoia?" 

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