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''Muoio come uno stronzo e ho fatto solo due film'': sta in questa frase, rivolta a Valerio Mastandrea durante le riprese di Non essere cattivo, la poesia e l'estetica di Claudio Caligari, talentuoso regista italiano che conta una filmografia di appena tre pellicole.
Eh sì: tre e non due come confessato sarcasticamente al suo amico Mastandrea.
Il cineasta, infatti, non pensava di riuscire a portare a termine Non essere cattivo, ormai provato dalla malattia che lo lasciò debilitato e senza voce.
Prima di andarsene, però, riuscì a dare il via libera finale al montaggio della pellicola che di fatto ha lanciato le carriere di Alessandro Borghi e Luca Marinelli.
[Alessandro Borghi e Luca Marinelli durante i provini di Non essere cattivo]
Nel 2015, anno della sua scomparsa, Claudio Caligari aveva 67 anni, vissuti tutti - almeno dall'età della ragione in poi - immerso nel mondo del Cinema, quello stesso mondo che più volte gli aveva voltato le spalle, lo aveva lasciato solo.
A raccontare la vita e il cinema del regista nato sulle sponde del lago Maggiore, ad Arona, è il documentario Se c'è un aldilà sono fottuto, firmato dal giornalista Fausto Trombetta e dal produttore Simone Isola, lo stesso che contribuì alla realizzazione di Non essere cattivo.
Un'opera di poco più di un'ora e mezza che immerge lo spettatore nel mondo di Claudio Caligari grazie a backstage e interviste realizzate a chi negli anni ha incrociato la sua strada.
Nulla a che vedere con un omaggio o un tributo, piuttosto una "serenata" dedicata al regista, più volte mostrato sul set di Non essere cattivo ormai senza voce.
[Michela Mioni in una scena di Amore Tossico. È una delle poche sopravvissute del cast]
A fare da tramite con troupe e attori è lo stesso Mastandrea, che per il film scrisse una lettera anche a Martin Scorsese, "Martino" come lo chiamava Claudio Caligari.
Il documentario mostra aneddoti, racconti, dietro le quinte del lavoro del regista attraverso anche le immagini dei suoi film: Amore Tossico, L'odore della notte e Non essere cattivo.
Tra le interviste anche quella alla madre che ripercorre la vita e il carattere del cineasta.
Il documentario, apprezzato alla Mostra del Cinema di Venezia, resterà in distribuzione in alcune sale italiane ancora per qualche mese, prima di "trasferirsi" in tv.
Sarà infatti trasmesso in chiaro sulla Rai.
Fatevi un favore, come direbbero Teo e Paolo nel nostro podcast: cercate di recuperare la pellicola al cinema, il luogo naturale di un regista come Claudio Caligari, cineasta di cui si sa ancora troppo poco e che tanto altro avrebbe avuto da dare al Cinema italiano.